Like a Dragon: Pirate Yakuza in Hawaii

Do what you want 'cause a pirate is free. You are a pirate!

Pubblicato il 18 Febbraio 2025 alle ore 16:00
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La serie Like a Dragon è una delle più longeve del panorama giapponese, con numerose uscite annuali che continuano a mantenere alta l’attenzione del pubblico. Abbiamo parlato delle varie uscite nel nostro speciale, pubblicato durante la pandemia e poco prima del settimo capitolo, affrontando successivamente un ulteriore spinoff e l’ottavo capitolo della serie che ci ha donato momenti toccanti. Per questo siamo rimasti molto sorpresi da RGG Studio quando, nel corso dello scorso RGG Summit 2024, ha annunciato un nuovo spinoff con protagonista il nostro Goro Majima con un clima e un’ambientazione molto particolare: quella piratesca. Dopo aver solcato i mari delle isole Hawaiiane siamo pronti a parlarvi di Like a Dragon: Pirate Yakuza in Hawaii (da qui in poi abbreviato con il solo sottotitolo), giocato per l’occasione su PlayStation 5, nella nostra recensione. 

Corpo di mille memorie

Ambientato circa sei mesi dopo Infinite Wealth, Pirate Yakzua in Hawaii ci mette nei panni del folle Goro Majima che si ritrova a Rich Island dopo un incidente. Senza memoria del suo passato e salvato da Noah Rich, Goro desidera aiutare il ragazzo a realizzare il suo sogno: poter visitare il mondo fuori dall’isola che porta il nome di famiglia. Per farlo, il nostro yakuza preferito decide di requisire una nave a dei malvagi pirati e diventare un vero e proprio capitano di vascello insieme a una ciurma dal passato burrascoso e alla ricerca del tesoro dell’Esperanza, una nave spagnola che è naufragata nei primi anni del ‘900 con un enorme tesoro a bordo, cercato da migliaia di persone. Nel corso dell’avventura, Majima e la sua ciurma si recano a Madlantis, una terra dove tutto è permesso e i pirati si affrontano tra loro, comandata da Queen Michelle e Raymond Law (interpretato magistralmente dal wrestler AEW Samoa Joe) nella solita trama targata RGG Studio, che durante i cinque capitoli che compongono il gioco ci porta a vivere mille emozioni. 

Nel corso delle circa 15 ore necessarie per arrivare ai titoli di coda, contando quasi esclusivamente la trama principale, oltre a solcare i mari delle Hawaii (divisi in alcune mappe limitate e non con un open world alla Skull and Bones) potremo visitare la Honolulu già vista nel precedente titolo principale della serie. Insieme a questa cittadina ci saranno numerose attività da svolgere, ad esempio sconfiggere gruppi di pirati in particolari isole da esplorare come se fossero un vero e proprio livello di un beat ‘em up composto da schiere di nemici che proteggono un tesoro in grado di fornire soldi (e ve ne serviranno tanti per potenziare Goro e la nave) e reputazione. Come da classica scrittura di RGG Studio, le secondarie possono dare molta gioia con situazioni al limite della follia, ma, al contempo, vedrete storie strappalacrime che vedono il Cane Pazzo di Shimano tirare fuori il meglio di sé anche nella caratterizzazione.

Dual style bang bang

Il sistema di combattimento di Pirate Yakuza in Hawaii è una netta evoluzione di quello di The Man Who Erased His Name, il capitolo con Kiryu che si colloca tra Yakuza 6 e Like a Dragon, e anche il nostro Goro possiede due stili intercambiabili. Inizialmente potremo combattere principalmente da Cane Pazzo, con il nostro membro della yakuza preferito che tende a usare le sue classiche combo con il coltello e si basa molto sulla rapidità dei colpi piuttosto che sull’output di danno (almeno fino a quando non avremo sbloccato i necessari potenziamenti). Dopo qualche ora, però, è lo sblocco dello stile pirata che cambia totalmente il gameplay, donando quella sorta di imprevedibilità a ogni combattimento grazie ai vari gadget che vengono sbloccati nel corso della trama principale. Inizialmente, infatti, lo stile pirata non possiede una grande profondità, potendo usare solo alcune combo per far fronte alla folla di nemici che ci troveremo davanti; solo lo sblocco della seconda sciabola permette di differenziare ulteriormente il gameplay, ma è con il rampino e la pistola che il pirata diventa lo stile per eccellenza. Nel bel mezzo della combo e del combattimento è possibile passare da uno stile all’altro con l’uso di un tasto modificando le mosse Furore, mosse speciali che infliggono numerosi danni all’avversario in base alla situazione, che possono essere impiegate.

Il sistema di combattimento è uno dei punti forti di Pirate Yakuza in Hawaii, ma, ovviamente, non è l’unico. Il gioco infatti si basa tanto anche su scontri navali in quello che, in ogni senso, è un combattimento navale migliore di quello visto in Skull and Bones. La nave possiede due cannoni, uno per lato, e una mitragliatrice posta sulla prua che permette di sparare proiettili per un certo numero di secondi, la potenza di questi elementi dipende completamente dall’equipaggiamento scelto e qui entra in gioco Julie, la stessa ragazza che potenziava le armi di Ichiban in Infinite Wealth. Acquisire nuovi equipaggiamenti, da pagare in toto oppure da craftare con oggetti da recuperare in mare, permette di migliorare sempre di più le performance in mare aperto dove alcune sfide metteranno a dura prova la Goromaru (il nome del vascello con cui partiremo all’avventura) prima di metterci completamente alla prova a Madlantis.
I combattimenti in mare con le navi nemiche possono concludersi con il loro affondamento o con l’abbordaggio, che permette a Goro e il suo equipaggio (da poter ampliare con moltissimi NPC disponibili da reclutare) di affrontare l’intera ciurma nemica in una sezione musou che può metterci davanti fino a 100 nemici contemporaneamente. La forza di fuoco della nostra nave non dipende solo dagli equipaggiamenti installati, ma anche da come decidiamo di schierare la ciurma visto che ogni personaggio ha le proprie statistiche e, soprattutto, quelli di grado argento o oro, alcune passive utili sia in fase di combattimento navale che di abbordaggio.

Ruggito del drago

Abbiamo avuto modo di giocare Pirate Yakuza in Hawaii su PlayStation 5 base e non siamo rimasti totalmente soddisfatti dal punto di vista tecnico. Il gioco purtroppo ha alcuni problemi grafici con sfondi sfocati e texture non del tutto accettabili durante le fasi di gameplay, anche se, ovviamente, il Dragon Engine durante le cutscene offre il meglio di sé grazie a un perfetto lavoro di lightning e a un notevole aumento di qualità nei modelli. Il gioco, come ogni spinoff a parte Isshin, tende a riciclare direttamente alcune ambientazioni, come Honolulu che viene ripresa pari pari (con gli stessi NPC a popolarla) da Infinite Wealth e solo Rich Island e Madlantis sono ricostruiti in modo originale grazie al classico level design incredibile targato RGG Studio. Dal punto di vista tecnico non abbiamo riscontrato problemi e i 60 fps sono stati costantemente rispettati anche nelle fasi più difficoltose con numerosi modelli a schermo, come durante le battaglie con oltre 100 nemici.

Il gioco è doppiato in giapponese, inglese e cinese, mentre è stato localizzato anche nella nostra lingua, come ormai da tradizione Sega con alcune saghe internazionali, con tutti i testi. Non abbiamo riscontrato particolari problemi con la localizzazione dal nostro punto di vista e apprezziamo sempre di più la scelta di Sega di investire qualcosa in più per portare anche ai nuovi fan la possibilità di immergersi in questa fantastica saga.

Un pirata a prezzo budget?

Pirate Yakuza in Hawaii è uno spinoff ambientato circa sei mesi dopo la fine di Infinite Wealth con tutto ciò che ne consegue; la storia viene portata avanti in maniera incredibile e i fan della saga potranno vivere mille emozioni soprattutto nelle battute finali, grazie alle numerose citazioni ai punti fondamentali dello scorso gioco principale. In tutto questo, però, cosa ne pensiamo del nuovo gioco RGG Studio incentrato su Majima? Diciamo che è incredibile per i fan e una perla da non perdere assolutamente che garantisce ore e ore di gameplay in grado di tenervi attaccati allo schermo con un piccolo "ma": il prezzo. Seppur sia più grande del precedente spinoff, Pirate Yakuza in Hawaii viene venduto al pubblico a un prezzo di circa 60€ e questo può essere un grande contro soprattutto in un periodo pieno di uscite che possono garantire centinaia di ore di divertimento allo stesso prezzo. Acquistato a prezzo budget (o anche a prezzo pieno se non siete interessati alle future release) sicuramente non ve ne farà pentire, visto ciò che offre il nuovo prodotto RGG Studio.

Good

Storia incentrata su Goro
Sistema di combattimento divertentissimo
Tantissime attività per uno spinoff
Gameplay navale di grande livello

Bad

La trama poteva durare un po' di più
Costo eccessivo per uno spinoff
Tecnicamente si poteva fare di più
8.7
PEM-PEM

Sviluppatore: Ryu Ga Gotoku Studio
Distributore: SEGA
Data di uscita: 27 febbraio 2025
Genere: Azione, Avventura
PEGI: 18
Piattaforme: Playstation 4, PlayStation 5, Xbox Series X|S, Xbox One, PC

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