Una rivisitazione delle supereroine DC ci vede ancora una volta riuniti attorno al nostro crepitante falò, prodi lettori della Tribù. Ci troviamo questa volta alle prese con il nuovo gioco, uscito per Nintendo Switch, DC Super Hero Girls: Teen Power, una moderna rivisitazione in chiave rosa delle differenti figure fumettistiche dell’universo DC. Questo gioco, che si è reso disponibile al pubblico dal 4 giugno 2021, vede le nostre protagoniste estrapolate direttamente dalla serie animata DC Super Hero Girls di Warner Bros. Animation e DC Entertainment.
Il gioco si apre sulla prospettiva di proporre una delle vicende dell’intreccio canonistico della serie DC Super Hero Girls: una città, Metropolis, ed un proverbiale gruppo di super eroine, i cui poteri eroici attingono, come presagibile, dalle varie figure eroiche dell’universo DC, impegnate per la lotta contro il malvagio giocattolaio che tenterà di far sprofondare la città nel caos.
Le rispettive corrispondenze fra i vari super eroi DC fanno intendere il target: un bel Pegi 7, adatto al gioco privato di una bimba come all’esplorazione contenutistica di un fun del brand. Le rispettive corrispondenze dei personaggi utilizzabili vedono come protagoniste le eroine: Wonder Woman, nota nelle sue vesti urbane come Diana Price; Super Girl mascherata col nome di Kara Danvers e Bat Girl che compare nella vicenda non eroica nei panni di Barbara Gordon. Tutte e tre saranno tenute a presentarsi nella loro scuola, la Metropolis High School, e al contempo oscillare in missioni di salvataggio urbano e gestione del brigantaggio cittadino. Il tutto mosso in toni che presenteranno le loro rispettive antagoniste nei vari passaggi d’intreccio, con le quali, di volta in volta, le super girls dovranno confrontarsi, nel tentativo di comprenderne la rabbia e portarle dalla loro parte nella lotta per salvare l’insediamento di Metropolis dalla devastazione che il misterioso antagonista vuol seminare.
In questo semplice ma articolato gioco per Nintendo Switch, il gameplay appare quasi ben strutturato, capace di intrattenere e far divertire chi ci si approccia. Di fatto, nell’agglomerato di missioni proposte linearmente dal susseguirsi di eventi sbloccanti della storia che procede passo passo potremo partecipare a minigiochi, utilizzare un simulatore di social network gestito dal gioco con il quale armamentarsi per svelare intrighi e misteri dalla sempre presente sfumatura rosa con cui il gioco si accompagna. Per altro, nel gioco sono presenti numerose mini boss fight che rendono sempre più avvincente l’arco narrativo attorno a cui satellitano le nostre super eroine.
Altro aspetto sono i pg utilizzabili in game: potremo alternare fra le varie super eroine e super cattive, modellare il campo di battaglia al medesimo modo in cui lo modelleremmo in un gioco in cui i personaggi della nostra squadra sono intercambiabili fra loro e subentrano uno in supporto dell’altro. Sì, poiché le supereroine sono intercambiabili: potremo utilizzare Wonder Woman per poi passare a Bat Girl e viceversa. Ogni super eroina, inoltre, conserva degli aspetti di storyline che le competono esclusivamente, caratterizzando la giocata con una piuttosto che con l’altra in maniera davvero personale. Aspetto dolente però risulta la replicata modalità, anche abbastanza ridondante, di alcuni dungeon occupati sempre dalla stessa tipologia di nemici, la cui interazione risulta davvero meccanica e poco lavorata. Ondate davvero consistenti di nemici costituiranno il più frequente ostacolo con cui confrontarsi e saranno sempre terminate dal boss da sconfiggere che non mancherà per nulla di darci del bel filo da torcere.
Il gioco non conserva grandi tratti che ne fanno un titolo su cui concentrarsi assiduamente. Le sei ore di gioco necessarie al suo completamento, la ripetitività delle azioni, i moveset poco vari e la scarsa consistenza dell’arco narrativo (prevalentemente incentrato su vicende di natura adolescenziale) non fanno di DC Super Hero Girl: Teen Power un consistente titolo su cui passare un considerevole quantitativo di tempo. Le metodologie che abbiamo riscontrato essere un minimo prolunganti la fine del gioco corrispondono alle marginali attività secondarie che rapiscono quell’oretta di più per chi ci si voglia cimentare; fra queste ultime troviamo: la ricerca dei simboli delle super eroine, la possibilità di personalizzazione del proprio pg rispettivo e la possibilità di scegliere l’estetica dei vari edifici che ricostruiremo in città. La maggior parte di queste modifiche estetiche, oltre tutto, vengono normalmente erogate dal gioco come ricompense delle principali missioni della trama, quindi anche in questo caso la scarsa attività di ricerca di fondo le rende davvero semplici da ottenere. In sostanza, anche sotto il profilo della longevità, il titolo si rivela rivolto ad un target quale quello dell’indicazione pegi.
In merito alla sua componente audio, il gioco si mantiene sotto un profilo classicamente Nintendo rispettando quella bella attitudine di far accompagnare i vari momenti di gioco da semplici musichette alquanto orecchiabili. Il cambio di tonalità musicale da zona safe ai vari dungeon certo non è percettibile in maniera così evidente. Si conservano per altro i suoni ambientali abbastanza fedeli ed una consistente materia d’esercizio per un inglese semplice, in quanto il gioco è stato tradotto in italiano, ma la lingua d’origine viene ripresa nei dialoghi senza traduzioni.
Rimanendo in ambito tecnico, il gioco presenta una grafica davvero obsoleta [la prima console che ho pensato potesse leggere un titolo del genere, sarò sincero, è stata la Nintendo 3DS N.d.R.]. Tralasciando l’aspetto delle texture davvero copiate ed incollate di zona in zona, il prospetto che abbiamo una volta entrati nel vivo del gioco non è affatto soddisfacente sotto il punto di vista della grafica: i personaggi hanno forme fisiche davvero statiche, proprie dei cartoni animati; i vari nemici, come dicevamo precedentemente, sono davvero carenti in materia di moveset, fantasia nel design e soprattutto, se si guardasse il gioco a volo d’uccello, si vedrebbero davvero molte forme geometriche poco definite ed una qualità nel level design, anche solamente estetica, considerevolmente bassa. Non basti questo per definire tale titolo orribile, no di certo, piuttosto mantiene alto il vessillo del suo target in ogni componente.
Il gioco, infine. ci è apparso, o prodi lettori della Tribù, come davvero fedele al target che presenta [anche se di giochi con target del genere se ne son visti e decisamente di migliori N.d.R.]. Come tentativo di portare l’avventura delle supereroine della serie tv su console Switch è sì riuscita, ma si è fermata a soddisfare le ferventi bambine che non vedono l’ora di vestire i panni delle loro eroine.
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