Battle Royale, competitivi, cooperativi. Ultimamente il mercato videoludico è così saturo di sparatutto multiplayer di ogni tipo che è veramente difficile trovare e giocare qualcosa di diverso o nuovo. Potete quindi immaginare come sia difficile portare sul mercato un prodotto del genere, sperando in riscontri positivi di critica e soprattutto del pubblico, senza il quale questa tipologia di giochi avrebbe vita molto breve.
Il titolo di cui vi parlerò oggi non ha certo la presunzione di voler rivoluzionare il genere degli sparatutto competitivi, ma riesce a ritagliarsi uno spazio tutto suo in mezzo al vasto oceano di giochi presenti sul mercato. Eccovi, quindi, la nostra recensione di Rogue Company.
Com’è facile intuire dalle righe sopra, Rogue Company non porta ad alcuna innovazione in ambito di sparatutto multiplayer, anzi, come gioco è piuttosto simile ai tanto giocati Fortnite e compagnia bella (o brutta, se non gradite troppo il genere). Il gioco è il classico sparatutto online con match a squadre dove ogni team è composto da quattro giocatori che si sfideranno in 3 diversi tipi di partita.
La prima è una versione leggermente diversa della classica cattura la bandiera, la Demolition Mode: in questa partita il compito di un team sarà quello di piazzare la bomba in un punto specifico della mappa e farlo saltare in aria. Vince la squadra che riesce a far esplodere l’obiettivo, piuttosto semplice quindi.
La seconda modalità, Strikeout Mode, altri non è che il deathmatch, con qualche piccola aggiunta per rendere le cose più interessanti. Strikeout, infatti, non vede solo il dover eliminare gli avversari, ma anche catturare e difendere determinati avamposti e questo significa che abbiamo due modi per vincere la partita: catturare tutti gli avamposti disponibili o eliminare il team avversario, in quanto in questa modalità c’è un determinato numero di vite a disposizione che una volta terminate non permettono più il respawn dei giocatori, perdendo il match di conseguenza.
Terza ed ultima modalità di gioco, almeno per il momento, è l’Extraction Mode. Qui l’obiettivo è catturare o difendere delle basi, oppure eliminare tutti i giocatori della squadra avversaria, con quest’ultima che si rivela la scelta più “facile” e veloce per vincere il match, in quanto non è presente il respawn e se un giocatore muore non può rientrare in partita finché non sarà finito il match attuale.
Ultima nota, ciascuna di queste tre modalità può essere giocata in 9 mappe differenti.
Rogue Company è uno sparatutto free to play con le classiche microtransazioni, questo vuol dire che si può tranquillamente decidere di giocare senza spendere un centesimo anche perché il gioco di base offre 6 personaggi giocabili, ognuno con le sue particolari armi e abilità. Per avere un’esperienza completa da subito, però, è altamente consigliato acquistare il Founder’s Pack, in quanto garantisce l’accesso ai restanti 8 personaggi del gioco, portando il totale a 14, che sono anche acquistabili singolarmente. Se poi siete dell’idea ferrea di non voler spendere soldi, in alternativa potete anche ottenerli in-game pagando con la valuta di gioco, ma questo richiederà decine di ore di “grinding”. È quasi superfluo dire come 14 personaggi invece di 6 offrano più scelte e possibilità in ambito di gameplay, sempre tenendo conto che ogni rogue appartiene ad una delle sei classi del gioco: Defender, Breacher, Duelist, Intel, Sniper, Support.
Il Defender è, neanche a dirlo, la classe che fa delle capacità difensive il suo marchio di fabbrica, ottimo come supporto alla squadra.
Il Breacher è l’esatto opposto del defender ed è la classe portata all’attacco, senza curarsi di tutto il resto; va detto anche che tra le varie classi è una delle più sbilanciate perché tende a morire facilmente, ma ovviamente questo dipende più dalle abilità dei giocatori che dalla classe in sé.
Il Duelist (da con confondere con Yu-Gi-Oh) è un altra classe di tipo offensivo, ma, a differenza del Breacher, con esso possiamo danneggiare gli avversari con altri mezzi che non siano le consuete armi, come fuoco e addirittura riuscire a colpire anche chi è al riparo dietro ad un muro o simili. Resta comunque una classe più utile ad affrontare un singolo avversario che andare all’assalto di tutta la squadra come con il Breacher.
L’Intel è sicuramente la classe più debole del gioco, ma ha un vantaggio non da poco: permette di scoprire la posizione dell’avversario, di conseguenza avere un Intel nel team può essere sia un vantaggio che uno svantaggio, ma se riusciremo a difenderci (o difendere chi lo usa), grazie alle sue abilità avremo più possibilità di vincere le partite.
Per quanto riguarda lo Sniper c’è poco da dire perché il nome parla chiaro: è il cecchino. Trovate un buon punto e sparate a chiunque sia a portata di mirino.
Infine, abbiamo il Support che ha come funzione quello di curare gli altri, possiede anche buone capacità offensive, rendendolo quindi utile anche durante gli scontro a fuoco.
Parlando del gameplay vero e proprio, la versione testata per la recensione è quella per Xbox One e non ho rilevato problemi, né per quanto concerne i comandi (il pad di Xbox come sempre si rivela perfetto per gli sparatutto) né per la stabilità della connessione durante i match; insomma, a parte un piccolo intoppo con i server fuori uso per qualche ora la prima volta che mi sono apprestato a giocare, non ho riscontrato alcun problema che sia andato ad intaccare l’esperienza di gioco.
Che dire di questo Rogue Company? Certo, al momento il gioco non offre molto in termini di contenuti, soprattutto se paragonato altri titoli simili, ma stiamo parlando di un free to play, quindi un titolo giocabile senza dover mettere mano al portafogli e che sicuramente riceverà aggiornamenti col passare del tempo. Dunque, se vi siete stufati dei soliti giochi e volete provare l’ebbrezza di un’esperienza nuova e partire da zero, Rogue Company potrebbe essere il gioco che fa per voi, complice anche il suo essere relativamente nuovo.
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