Tra i capolavori della scorsa generazione, Persona 5 è stato uno dei punti fermi per gran parte dei videogiocatori che sono riusciti a metterci su le mani. Quando qualche mese fa abbiamo recensito Persona 5 Royal, pensavamo che l’apice della storia dei Ladri Fantasma di Cuori fosse arrivato, ma Atlus aveva ancora qualche sorpresa per noi. Arrivato in ritardo a causa della pandemia che ha colpito il mondo intero, Persona 5 Strikers si è presentato anche da noi alla fine dello scorso mese di febbraio. Nelle passate settimane abbiamo impegnato le nostre forze per portarvelo live (sul canale Twitch di Tribe Games) in quasi tutta la sua interezza e lo scorso giovedì siamo riusciti finalmente ad arrivare alla fine di questa avventura che potrebbe essere l’ultima in compagnia di Joker e tutta la banda. Cosa ci ha lasciato Persona 5 Strikers? Siamo pronti a raccontarvelo in questa recensione.
Una precisazione importante è da fare immediatamente prima di parlare del comparto narrativo di Strikers. Essendo stato sviluppato durante il periodo di lavorazione di Royal, il gioco è da considerarsi un vero e proprio seguito della versione Vanilla di Persona 5, senza quindi quelle aggiunte di trama che abbiamo potuto gustarci lo scorso anno. Non vengono quindi tenuti in considerazione i cammei di Maruki e Yoshizawa/Violet, pur non escludendoli del tutto visto anche il finale di Royal. Una soluzione che ha fatto storcere il naso inizialmente, ma che rimane coerente con il mondo creato da Atlus in entrambe le sue versioni, in quanto non esistono delle incongruenze che tendono a eliminare una o l’altra. Avremmo preferito che ci fosse anche Violet? Sì, assolutamente sì, ma se n’è sentita la mancanza? Beh… Ne parleremo.
Abbiamo abbandonato i nostri ladri preferiti dopo aver salvato il mondo dall’ennesima divinità che ha provato a prendere il possesso dell’umanità, con il gruppo che si è sciolto dopo che Joker ha pagato il suo debito con la giustizia. Sei mesi dopo, il gruppo si ritrova proprio durante una crisi improvvisa di “Risvegli del Cuore” che inizia a colpire l’intero Giappone e i Ladri Fantasma si trovano proprio in mezzo a questo fenomeno. Qualcuno, infatti, si sta approfittando del mondo cognitivo per rubare i desideri delle persone e renderle vere e proprie pedine nelle mani di un Monarca, il regnante della Prigione. Joker e compagni si ritroveranno quindi in un’estensione di quello che hanno affrontato solo sei mesi prima: se infatti i Palazzi erano posti unici a disposizione del Signore, le Prigioni si estendono per tutta la città andando a formare un vero e proprio Regno per il Monarca. Nel corso della loro avventura i Ladri Fantasma saranno aiutati da due nuovi personaggi, l’Intelligenza Artificiale Sophia e Zenkichi Hasegawa, un membro della pubblica sicurezza, il cui compito sarà quello di svelare il segreto dietro agli improvvisi risvegli dei cuori cercando al contempo di scagionare i Ladri Fantasma dalle accuse. Il viaggio del nostro improbabile gruppo coprirà gran parte del Giappone, in cui si andranno ad analizzare delle situazioni che potranno sembrare molto simili a quelle viste tempo prima ma, al contempo, presenteranno sostanziali differenze.
A livello narrativo Persona 5 Strikers prosegue il filone già intrapreso dal predecessore, proponendo una scrittura di altissimo livello che affonda le sue radici nelle problematiche sociali e culturali a cui andiamo incontro tutti i giorni. Non si sprecano inoltre le grandi citazioni alla cultura europea (Alice, la prima Monarca, è una chiara citazione all’opera di Lewis Carroll) e soprattutto giapponese, con tanti riferimenti a cose insite nella cultura del Sol Levante.
Una delle credenze più discusse durante il primo periodo dall’annuncio di Strikers riguardava la collaborazione tra Atlus e Omega Force e il suo rendere il gioco un mero reskin di un Dynasty Warriors con i personaggi di Persona, quasi quanto visto con il più recente Hyrule Warriors: L’Era delle Calamità. Questo è ovviamente lontanissimo dalla realtà, perché ciò che in realtà è stato fatto è il contrario: Strikers prende le dinamiche di Persona 5 fondendole con un gameplay più action e movimentato anche se in netta contrapposizione della natura della serie. Principalmente rimane il sistema di raccolta dei Persona e la gestione degli elementi e le debolezze, cosa che ormai ogni fan della serie dovrebbe conoscere a menadito; l’unione di queste due realtà è riuscito a meraviglia, anche se qualche dubbio rimane sulla difficoltà di alcuni scontri tarati troppo verso l’alto rispetto alle possibilità del giocatore. La sensazione provata giocando a Strikers è stata, però, quella di avere a che fare con un gioco completamente diverso da vari esponenti dei Musou come One Piece: Pirate Warriors 4 o il già citato Zelda, riuscendo probabilmente nel suo intento iniziale. Niente missioni separate, ma un unico grande filone con la possibilità di riaffrontare le Prigioni e i boss principali grazie alle numerose richieste che vanno a riempire ulteriormente il gioco di contenuti nonostante la già corposa campagna principale (35/40 ore solo per la storia principale, aggiungendone una decina per completare anche tutte le richieste) che ci porterà a esplorare il Giappone in lungo e in largo. Quello che, però, è mancato nell’intera esperienza è una delle componenti più importanti nella serie Persona: le attività secondarie. Non ci sarà quindi nessuna possibilità di stringere ulteriormente il rapporto con i nostri compagni, compresi quelli nuovi, o mini giochi in grado di far staccare per qualche minuto dalla trama, ma – anzi – le richieste avranno a che fare principalmente col combattimento nelle Prigioni e dalla sconfitta di vari nemici avversi.
Se nel mondo reale mancano cose da fare, lo stesso non vale per quanto riguarda le Prigioni. Queste, rispetto ai Palazzi, sono molto meno lineari e sono suddivise in vere e proprie macro aree che pullulano di Ombre. Strikers si basa molto sull’utilizzo delle ambientazioni verticali e ci si ritroverà spesso a saltare in giro per trovare uno scrigno nascosto o per sfruttare gli elementi ambientali per l’attaccare i nemici, cercando così un vantaggio. I Ladri Fantasma potranno, infatti, prendere alle spalle le Ombre (proprio come nel precedente) e iniziare il combattimento successivo con un vantaggio che spesso, e volentieri, riguarda la possibilità di sfruttare l’Assalto, un attacco collettivo che fa enormi danni ai nemici e rende i combattimenti più rapidi e indolori. Questa verticalità viene sfruttata anche nell’Iter della Prigione, se infatti nei Palazzi l’obiettivo era cercare la strada più sicura per arrivare al Tesoro, qui invece ci si dovrà arrampicare in giro per le varie ambientazioni e trovare i cosiddetti Torrioni della Prigione: vere e proprie aree dove saranno custoditi i Nuclei che alimentano le varie protezioni alla reggia del Monarca. Seppure le Prigioni possano sembrare tutte uguali e più semplici rispetto alla complessità dei Palazzi, è bello notare come Atlus sia riuscita ad associare a un concetto simile un’idea tutta diversa e con un significato più profondo, anche rispetto ai temi affrontati da Persona 5 Strikers.
L’unico punto debole della produzione Omega Force/Atlus è rappresentata dal lato puramente tecnico. I modelli vantano una resa simile a quelli visti nella versione originale di Persona 5 (nella sua duplice natura PS3/PS4) rispetto al più recente Royal con un lavoro meno curato principalmente per non gravare eccessivamente sul motore di gioco, alleggerito proprio vista la grossa quantità di nemici a schermo. Se avete appena provato Persona 5 Royal il salto sarà immediato e non neghiamo di esser rimasti leggermente delusi da questo aspetto, anche se il tutto viene controbilanciato dalla grandissima velocità nei caricamenti e nel framerate, praticamente granitico nella sua versione a 60fps su Playstation 4. Immensa, invece, come al solito la colonna sonora con Shoji Meguro in grandissimo spolvero e una prestazione superba di Lyn Inaizumi che ha tirato fuori alcuni dei brani più belli dell’intera serie.
Una piccola critica è necessario farla anche per la localizzazione in italiano che, seppur ben fatta per la maggior parte del tempo, contiene alcuni errori che rischiando di travisare il significato di alcune frasi e, soprattutto, rende totalmente indecifrabili alcune delle descrizioni delle varie Richieste, costringendo spesso a interpretare il testo e cercare su internet.
Questo Persona 5 Strikers può essere un vero e proprio addio ai Ladri Fantasmi, anche se non del tutto convinto. Quello che invece lo ha fatto è stato l’intera avventura che, nonostante sia considerabile uno spinoff, non ha nulla di meno di un capitolo principale, una sorta di Persona 5.5. La cosa importante è che essendo un vero e proprio sequel sarebbe stato ottimale rilasciare almeno la versione base di Persona 5 anche sulle altre console che ospitano questo Strikers (Switch e PC), per aiutare i giocatori di queste console a comprendere di più il rapporto tra i personaggi e i numerosi riferimenti alla trama della vecchia avventura. Per il resto, veramente poco è criticabile di questo gioco che rimane un must buy per coloro che hanno apprezzato una qualsiasi iterazione di Persona 5 nel lontano o nel recente passato, con una scrittura di altissimo livello che spazia molto con varie citazioni a opere (giapponesi e non) e situazioni reali in un vero e proprio atto di critica e denuncia verso la società, come ormai da anni siamo stati abituati.
Sayonara Ladri Fantasma, speriamo di rivederci presto.
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