Non è uno dei periodi più facili e fortunati per il wrestling videoludico. 2K infatti ha subìto un duro contraccolpo con il fallimento di WWE 2K20, tanto da dover riconsiderare l’uscita del capitolo nuovo per pensare a un 2K22 più rielaborato e in grado di far rinnamorare i fan dell’intera serie. Questo 2020, però, non è esente da videogiochi di wrestling e una delle idee più eccellenti degli ultimi anni (NBA Playgrounds) è stata ripensata proprio per permettere alla WWE di avere il suo gioco annuale. WWE 2K Battlegrounds, infatti, è stato sviluppato da Saber Interactive per sopperire all’abbandono di Yukes che ha messo in difficoltà 2K dopo quel fallimento eclatante chiamato WWE 2K20 il quale ha costretto la società, tra l’altro, ad allungare lo stint vitale di 2K19, richiesto a gran voce dalla fanbase. Dopo varie ore a testare con mano WWE 2K Battlegrounds siamo pronti a dare il nostro giudizio su uno dei titoli arcade più divertenti della storia WWE.
L’idea dietro a WWE 2K Battlegrounds è semplice quanto efficace: togliere tutta la parte simulativa e introdurre un gameplay assurdo e caciarone, con tratti cartooneschi ed esagerato al punto giusto, andando a ricalcare a grandissime linee quello che è stato NBA Playgrounds. L’offerta ludica si avvicina molto a quello che è stato WWE Legends of Wrestlemania e WWE All Stars di una decina d’anni fa. Dimenticatevi in toto della serie simulativa 2K perché Battlegrounds non si prende sul serio e lo fa notare praticamente subito. La modalità carriera, infatti, ci mette davanti a una narrazione semplice e con uno stile fumettistico simpatico e divertente in grado di tenere attaccato allo schermo, nonostante la ripetitività sia un fattore da tenere conto. La storia è suddivisa in diversi capitoli con protagonisti più variegati e specifici. Durante ogni capitolo sarà possibile affrontare vari lottatori in maniera lineare seguendo la storia, per poi aprire ulteriori sottotrame con la possibilità di sbloccarli, senza pagare con la moneta in-game, privilegiando il semplice divertimento rispetto alla profondità vista nei precedenti capitoli.
Oltre alla carriera, avremo la possibilità di partecipare a tornei o a veri e propri incontri che vanno dal semplice 1 vs 1 allo steel cage elettrificato, dove per scalare la gabbia dovremo raccogliere dei soldi. La natura arcade la si vede proprio in queste stipulazioni, con l’essere caciarone che diventa l’essenza del divertimento duro e puro. Questo particolare è ottimo proprio per il concept di fondare il gioco non solo su una campagna o modalità single player, ma soprattutto sulla componente online che dà il suo meglio specialmente in compagnia di amici con alcool che viaggia a destra e a manca.
Non sarebbe un titolo 2K senza la polemica del giorno sullo sblocco dei personaggi. Quello che infatti ci siamo trovati davanti una volta avviato il gioco la prima volta è un titolo inizialmente vuoto con molti lottatori ancora bloccati e senza possibilità di utilizzo. Come da buona tradizione, l’unlock è stato relegato ai crediti in-store che sono sia acquistabili che farmabili regolarmente sia durante la campagna che con i match normali. Sarà possibile quindi sbloccare tutto giocando per molte ore oppure prendere la più delicata strada dello spendere soldi, velocizzando di molto il processo.
Se siete alla ricerca del classico titolo WWE spaccamascella, ci dispiace darvi una cocente delusione. Lo stile grafico è infatti di livello qualitativo più basso seppur lo stile del titolo sia proprio adatto a questa scelta da parte di Saber Interactive. I lottatori sono rappresentati in maniera molto riconoscibile, ma seguendo lo stile bubblehead che ha reso famoso NBA Playgrounds anche se, a dir la verità, la resa visiva con alcune superstar è abbastanza bruttina. Altro problema è il roster che non è in linea con quello che vediamo durante ogni settimana in televisione. Mancano tantissime superstar moderne in fase di push selvaggio come Keith Lee o le superstar di NXT, ma è vero che il roster è palesemente studiato per essere apprezzato principalmente da coloro che il wrestling targato WWE non lo seguono attualmente, vista la grande presenza di leggende.
In definitiva tendiamo a consigliare WWE 2K Battlegrounds visto anche il prezzo budget offerto da 2K in fase di acquisto, circa 40 euro. Se siete giocatori da single player, il gioco ad alte difficoltà è godibile e diverte senza eccessive frustrazioni, ma il suo meglio lo dà, ovviamente, giocando con gli amici in serate alcoliche. Il gameplay semplice ma caciarone è infatti il fulcro del divertimento su cui gira l’intero gioco con una rappresentazione del wrestling targato WWE che non si prende eccessivamente sul serio. L’unico problema serio è la presenza delle microtransazioni che ormai imperversa spesso nei titoli targati 2K (ne abbiamo parlato nella recente recensione di NBA 2K21), anche se è vero che qui non è così prepotente ed è possibile sbloccare tutto semplicemente passando tempo a giocare. In attesa della rivoluzione WWE 2K22 (promessa dagli sviluppatori per la prossima stagione), Battlegrounds è un deciso passatempo che può essere utilizzato come stuzzichino prima della grandissima portata principale.
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