La serie si è fatta conoscere sin dalla sua nascita, diventando spesso centro di discussione quando si parlava della “violenza nei videogiochi”, dato l’alto quantitativo di sangue e l’elemento che l’ha contraddistinta: le Fatality.
Nel corso degli anni il gioco fece qualche passo falso con alcuni capitoli che lasciarono l’amaro in bocca, riuscendo a riprendersi con Mortal Kombat (2011) uscito su PlayStation 3 e Xbox 360, portando una ventata d’aria fresca con nuove meccaniche, come il sistema X-Ray.
Da li arrivò il seguito nel 2015 con Mortal Kombat X, col tentativo di introdurre la nuove generazione di combattenti, ricevendo una tiepida accoglienza da parte del pubblico.
A distanza di quattro anni, NetherRealm Studios arriva con Mortal Kombat 11, il nuovo capitolo che ha creato hype sin dal suo trailer d’annuncio.
Questa attesa sarà valsa la pena?
Non resta che scoprirlo assieme.
La storia riprende dopo gli eventi del precedente Mortal Kombat X, in cui troviamo il Dio del tuono Raiden ormai fuori controllo che, da saggia guida degli esseri umani è diventato autoritario e spietato; tale aspetto ha rotto l’equilibrio, o perlomeno quello secondo il volere di Kronika, decidendo di intervenire per cambiare la situazione.
Manipolando il tempo, il passato viene ad incontrare il presente, riportando alla luce personaggi che ormai non dovrebbero più esistere e (in alcuni casi) trovandosi davanti il proprio sé stesso; con questa introduzione si incontrano le due generazioni che hanno fatto la storia di Mortal Kombat. Creare questo intreccio spazio-temporale per i propri obiettivi che conseguenze porterà?
Senza approfondire troppo, questo è l’incipit narrativo del nuovo capitolo, che si suddivide in dodici atti con almeno quattro scontri per ognuno; a differenza del suo predecessore, non sono presenti quick time event, permettendo ai giocatori di godersi la narrazione senza interruzioni.
Solo in alcuni atti sarà chiesto di scegliere chi tra i due protagonisti della scenario utilizzare per lo scontro; questo aspetto non porta cambiamenti nella storia, differenzia semplicemente alcune linee di dialogo.
Nel contesto la storia risulta molto interessante e si riesce a vivere l’intera trama in otto ore circa (in base anche alla difficoltà a cui si gioca), con una conclusione epica da un lato, mentre dall’altra potrebbe lasciare perplessi sotto certi aspetti, dipende dalla chiave d’interpretazione del giocatore.
Una volta conclusa la storia, si può passare alle diverse modalità che il gioco propone come la Torre Klassica, dove scegliere un numero predefinito di avversari da affrontare e vedere i finali narrativi di ogni singolo personaggio; in alternativa ci si mette alla prova con le torri dove affrontare avversari all’infinito, oppure combattere, ma senza la possibilità di recuperare salute.
Per chi è alle prima armi o si sente un po’ arrugginito, il gioco fornisce un’accurata modalità Tutorial, che permette di apprendere le nozioni base, introducendo le nuove meccaniche di combattimento apportate; inoltre, viene data la possibilità di accrescere le proprie conoscenze con tutorial più avanzati e una sessione dove apprendere le tecniche necessarie per ogni singolo personaggio.
Tra i cambiamenti presenti abbiamo due indicatori a quattro tacche nei corrispettivi angoli in basso, suddivise in due tacche offensive e due difensive per personaggio; tali tacche si ricaricano dopo l’utilizzo, ma vanno usate con cura e attenzione.
Le tacche offensive hanno lo scopo di ampliare la successione di attacchi con alcune tecniche, così da renderle più efficaci oppure, con lo stesso effetto, infliggere maggiori danni quando si utilizzano gli elementi dello scenario.
Quelle difensive sono importanti per attivare le tecniche evasive e non subire una catena di combo; ad esempio, a mezz’aria si può usufruire della “fuga”, attivando un piccolo bonus invincibilità e cadere al suolo invece di subire attacchi concatenati mentre si è in volo.
Al posto dell’X-Ray come meccanica è stato inserito il Fatal Blow, disponibile quando il combattente rimane ad un terzo della salute e sarà vitale comprendere il momento in cui attivarlo, perché permette di ribaltare le sorti dello scontro; per iniziare questa sequenza di colpi concatenati basterà premere i due tasti dorsali e, se il primo attacco va a segno, darà il via al Fatal Blow.
In caso il nemico si difenda o non vada a segno, verrà richiesto un breve periodo di tempo per poterlo utilizzare nuovamente; è importante ricordare che il Fatal Blow (per quanto sia spettacolare da vedere) avrà un utilizzo effettivo solo una volta per l’intero scontro.
Gli effetti X-Ray non sono stati totalmente rimossi, sono comunque presenti come elemento coreografico quando vengono effettuate contromosse o tecniche particolarmente efficienti, per spettacolarizzare l’enfasi dello scontro.
Non potevano ovviamente mancare le Fatality e Brutality (elementi che hanno contraddistinto Mortal Kombat sin dal suo primo esordio) che anche questa volta sono molto originali, violente e coreograficamente belle da vedere; i tasti di esecuzione sono intuitivi e immediati, nonostante questo abbiamo di nuovo (purtroppo) la presenza delle Fatality semplificate al costo di un chip fatality, acquistabili tramite i Kristalli temporali (di cui parleremo più avanti).
Parlando brevemente di contenuti per facilitare i giocatori, sono anche presenti dei chip che permettono di saltare un combattimento nelle torri se risultassero troppo ostici e un altro per sbloccare rapidamente gli slot miglioramenti (che vedremo più avanti).
Tornando ancora una volta alle torri, oltre a quella Klassica citata precedentemente, sono presenti anche le Torri del Tempo, con la funzione di proporre una serie di sfide per mettere alla prova le capacità del giocatore.
Ogni torre ha un timer ad indicare quanto tempo si ha per completarle. Scaduto quest’ultimo, subirà una trasformazione sostituendole con altre; il completamento fornisce diversi premi suddivisi tra valute (gettoni, anime e cuori), Konsumabili, materiali della fornace e contenuti di personalizzazione dei personaggi.
I diversi combattimenti possono avere delle condizionali per mettere in difficoltà i combattenti come “missili a ricerca” o elementi che mettono svantaggio solo il giocatore, ad esempio una “pioggia acida” che se colpisce azzera le tacche difensive e offensive per donarle all’avversario.
Viene data la possibilità di fronteggiare questi incontri come una partita normale, in alternativa usufruire dei konsumabili per i singoli incontri o per la torre intera; su quest’ultima se ne utilizza uno solo, mentre per i singoli incontri si somma il costo che non deve superare il tre.
Per usufruirne nel combattimento basta muovere la levetta analogica nella direzione assegnata; ogni konsumabile ha un periodo di cooldown differente per un prossimo utilizzo; da un lato c’è da dire che l’assegnazione sulla levetta analogica potrebbe risultare scomoda, l’imprecisione di esso può attivarne più di uno quando non è necessario, creando un potenziale svantaggio della situazione.
Non poteva mancare il lato multigiocatore, proponendo sia una sfida con gli amici in locale tra incontri singoli e tornei, sia online scegliendo tra Kasual e Kompetitivo; in queste ultime bisogna vincere 3 scontri su 5 per aggiudicarsi la vittoria e scalare la classifica, se non fosse che vi è il capriccio da parte di alcuni giocatori nel fare rage quit in procinto della sconfitta, rendendo vani gli sforzi della partita.
Per quanto riguarda gli incontri Kasuali si possono affrontare sia scontri tra singoli giocatori oppure destreggiarsi nella modalità Re della Kollina, cercando di mantenere il primato con il maggior numero di vittoria e ottenere voti di approvazione dai propri avversari presenti nella sessione.
In aggiunta è possibile creare delle sessioni private, con tanto di lobby, oppure affrontare degli scontri speciali con l’IA; di quest’ultima parleremo più avanti sulla sessione riguardante la personalizzazione dei singoli personaggi.
Nel complesso si può dire che Mortal Kombat 11 sia ricco di modalità e contenuti sia in giocatore singolo, così come nel multigiocatore online, permettendo di rendersi apprezzabile ad ogni tipologia di pubblico grazie alle modalità tutorial e allenamento esaustive per apprendere sia le nozioni base che quelle avanzate.
Immancabile anche in questo Mortal Kombat 11 è la presenza della Krypta, ambientata questa volta sull’isola di Shang Tsung e presentato da lui stesso (interpretato dall’attore Cary-Hiroyuki Tagawa nel film dedicato al brand del 1995).
In questa modalità prenderemo i panni di un viaggiatore che inizierà l’esplorazione dell’isola, con lo scopo di appropriarsi delle diverse ricchezze presenti in essa, per aprire gli scrigni sparsi nelle varie zone sono necessarie tre valute: gettoni, anime e cuori.
Ogni scrigno avrà un costo variabile di una corrispettiva valuta e dentro si potranno trovare diversi contenuti tra: skin, equipaggiamenti, konsumabili per la torre, ingredienti, ricette, fatality, brutality, e molti altri contenuti da collezione.
Non tutti gli scrigni saranno disponibili sin dall’inizio: per alcuni sono necessari dei manufatti sparsi nella mappa e serviranno per accedere a zone precedentemente inaccessibili; anche se in alcuni casi è richiesto ulteriormente di pagare con una specifica valuta di gioco per aprire determinati passaggi.
Tra i vari contenuti presenti vi è la fornace, la quale permette di creare oggetti Konsumabili da utilizzare nelle modalità Torri, sempre se si è in possesso degli ingredienti necessari e un’ eventuale ricetta.
Se da un lato è molto apprezzata l’originalità con cui ci si approccia all’esplorazione della Krypta per scoprirne segreti, tesori ed eventuali easter egg, dall’altro lato c’è da contare una presenza così ampia di contenuti collezionabili da usare o meno in gioco, tanto che il farming diviene d’obbligo.
Per quest’alta mole di contenuti, sono presenti degli artefatti che richiudono gli scrigni già aperti per poterli aprire una seconda volta (pagando ovviamente) e sperare di trovare nuovi contenuti.
In alternativa c’è una quarta valuta citata precedentemente (i Kristalli temporali) che si può ottenere in parte dal gioco stesso e in parte acquistandola con reale contante.
È disponibile una sezione Negozio nel menù principale in cui è possibile acquistare coi Kristalli eventuali contenuti da Kollezione invece di usufruire della fortuna nella Krypta o alle Torri del Tempo.
Tali contenuti sono limitati ad un numero relativamente basso, circa cinque, che cambia ciclicamente ogni tot di ore, mentre ad essere permanenti sono i Chip per le Fatality facili, acquistabili sempre tramite i Kristalli.
Sorprendente è l’alto livello di personalizzazione dei singoli personaggi, non solo dal puro lato estetico: infatti,citiamo anche della possibilità di creare diverse combinazioni per avere bonus efficienti in combattimento e tecniche.
Ogni personaggio ha una serie di mosse speciali che si possono equipaggiare nei set personalizzati e questi occupano uno o due slot su un valore massimo sommabile di tre; bisogna leggere con la dovuta attenzione le descrizioni delle singole e fare attenzione in quanto alcune vanno in conflitto tra loro.
Tra gli elementi di personalizzazione ci sono anche tre equipaggiamenti che in gran parte comprendono: testa, arma e cintura (o altro aspetto terziario in base a chi è); in tal caso non si parla solamente del puro lato visivo, si deve tenere conto anche di quello capacitivo.
Più si combatte e più gli equipaggiamenti otterranno dei “punti esperienza”; una volta raggiunto il valore richiesto, si sblocca uno slot potenziamento fino ad averne massimo tre per ognuno e una volta sbloccati è possibile inserire su di essi dei miglioramenti che forniscono aiuti al personaggio (esempio una maggiore percentuale di danno con una tecnica specifica).
I miglioramenti si ottengono in più modi, come un colpo di fortuna aprendo una cassa nella Krypta e sono specifici per ogni singolo combattente.
Questi valori bonus non vengono tenuti in considerazioni per le sfide in Kompetitiva, dove viene richiesto solo le capacità del giocatore di sfruttare al meglio le tecniche dei combattenti; per quanto riguarda le modalità Kasual si può decidere dal menù se tenere in considerazione i miglioramenti o meno.
Tra gli altri elementi di personalizzazione (in questo caso puramente estetici) vi sono le skin del vestiario, introduzione, posa di vittoria e provocazioni, seguiti dal alcuni elementi permanenti come nuove Fatality e Brutality.
Come già detto precedentemente, per quanto sia ricco sotto una certa prospettiva, dall’altro eccede in maniera fin troppo prepotente; un esempio la troppe skin estetiche, che a volte sono semplicemente lo stesso vestiario con solo una variante di colori differenti l’uno dall’altro.
A farne sentire fortemente il peso c’è da calcolare (e sottolineare) che tutti gli elementi estetici, equipaggiamento e konsumabili hanno un livello di rarità variabile da mortale (comune) fino a raggiungere i livelli mitici, comprensibile sotto alcuni aspetti, mentre su altri non era necessario.
Un numero così elevato porta il giocatore nel sentirsi obbligato ad un farming molto forzato, che non a tutti potrebbe andare a genio se desiderano sbloccare determinati elementi, come la seconda Fatality del proprio personaggio preferito.
Per tale situazione, calza a pennello dire “il troppo, stroppia”.
Interessante l’ultimo aspetto di personalizzazione legato all’IA: attraverso un sistema di punti da distribuire, si decide quale approccio ogni nostro personaggio può avere contro gli avversari umani che li sfideranno direttamente o la loro versione dei campioni, realizzando delle squadre dove un combattente affronta lo scontro in maniera più diretta e aggressiva, mentre un altro si dedica maggiormente ai contrattacchi e attacchi a distanza.
Arriviamo quindi a parlare dell’aspetto tecnico di Mortal Kombat 11.
Sul lato grafico c’è da dire che è stato fatto un ottimo lavoro con i personaggi, molto ricchi di dettagli grazie anche ai tanti contenuti estetici.
Stesso discorso vale per gli stage che variano con molte tipologie di ambientazioni e nonostante la grande mole di elementi a schermo gli scontri scorrono fluidi senza intoppi.
Apprezzata la crescita di alcuni personaggi come Cassie Cage e Jacqui Briggs, caratterialmente maturati rispetto alla loro prima comparsa in Mortal Kombat X; questo aspetto è stato tenuto in considerazione data la tiepida accoglienza che ricevettero ai tempi del precedessore, con il timore che la “nuova generazione” non arrivasse in quest’ultimo capitolo.
Molto apprezzati gli effetti X-Ray applicati nell’esecuzione di alcune mosse ben eseguite, così come per i Final Blow e le Fatality.
Nell’insieme, abbiamo un titolo che visivamente ha compiuto un ottimo lavoro di coreografia e spettacolarizzazione durante gli scontri, così come nelle cutscene della modalità Storia.
Per quanto riguarda il comparto audio, un lodevole lavoro è stato fatto per le musiche che sanno trasmettere la giusta atmosfera nelle diverse situazioni; valido anche il doppiaggio in lingua italiana, nonostante in poche frasi (fortunatamente) si nota terribilmente un problema nel lip synch dovuta alla differenza di alcune frasi tra l’inglese e il nostro idioma.
Siamo arrivati alla fine di questa recensione. Dunque, che dire quindi di Mortal Kombat 11?
NetherRealm Studios ha saputo creare un prodotto soddisfacente, con una modalità Storia apprezzata a livello narrativo grazie a una sceneggiatura che sa trasportare il giocatore tra un combattimento e l’altro.
Ben curata la parte Tutorial, che permette di rendere il gioco accessibile sia per chi ha esperienza col gioco sia a coloro che sono alle prime armi, partendo dalle nozioni base fino a raggiungere aspetti approfonditi come tecniche avanzate, parata perfetta e calcolo dei fotogrammi.
Buoni i contenuti per il giocatore singolo, con la modalità delle Torri che propongono sfide cicliche variabili e la Torre Klassica, assieme alla presenza di consumabili che fornisce un approccio tattico aggiuntivo.
Valido anche il reparto multigiocatore tra tornei locali con gli amici, sfide casuali con altri giocatori online ed il lato competitivo, se non si calcola la presenza di partecipanti con il vizio del “rage quit” che, incapaci di accettare la sconfitta, preferiscono abbandonare per cercare di non far guadagnare punti in classifica all’avversario.
Nonostante il livello di personalizzazione, molto elevato sia a livello visivo che a livello dello stile di gioco; un così spropositato numero di contenuti sbloccabili rendono veramente difficile poter apprezzare appieno questo lato del gioco.
Se la Krypta è una modalità ben congegnata e curata sotto diversi aspetti, non si può negare che questo Mortal Kombat 11 chieda un notevole lavoro di farming rispetto ai suoi predecessori; troppe tipologie di valute e contenuti da sbloccare, tanto da portare quasi un senso di “soffocamento” per coloro che desiderano sbloccare cose semplici dei loro personaggi preferiti affidandosi solamente alla fortuna.
Se si prova a distogliere lo sguardo da questo aspetto, abbiamo tra le mani un altro titolo che, come i due precedentemente usciti, riesce a riportare alla luce quello che è il tecnico quanto sanguinolento universo di Mortal Kombat.
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