Bentrovati prodi lettori, oggi ci riuniamo attorno al falò della fenice di Tribe Games per proporvi la recensione dei giochi di nona generazione del brand Pokémon: Pokémon Scarlatto e Pokémon Violetto. Per essere direttamente franchi con voi prodi lettori è bene precisare che l'insoddisfazione ha colto noi della Tribù direttamente dalle prime ore di gioco, il lavoro sul mondo in cui vivremo le nostre avventure è stato fatto con superficialità e poca cura e traspare, davvero visibilmente, in ogni sfaccettatura del gioco, anche nelle funzioni online, di solito le più curate da Game Freak.
Ma senza indugiare in altre anticipazioni è bene che cominciamo.
In Pokémon Scarlatto e Pokémon Violetto il nostro giovane allenatore comincia la scuola dopo pochi giorni dal suo trasferimento nella regione di Paldea. L’accademia, poco distante dalla sua dimora, è ricca di attività e di nodi dialogici per l’avanzamento di alcune quest sia della storia principale che secondarie.
Ma quali costituiscono quelle principali e quali quelle secondarie?
Nei giochi di nona generazione il team di sviluppo Game Freak si è deciso finalmente a disciogliere il vincolo delle palestre dall’esplorazione della mappa, e di conseguenza affrontarle tutte ed otto rimane una fra le principali attività di gioco, ma appunto una. Tra le altre attività a cui potremo dedicarci una volta iniziata l’avventura su Paldea abbiamo il percorso segnato dai Pokémon Dominanti presenti sulla superficie regionale e, in successione, i diversi membri della crew di bulletti ambulanti, i tipici antagonisti presenti in tutti i giochi Pokémon: il Team Star.
Quindi, prodi lettori, i possibili percorsi da seguire una volta terminato il tutorial iniziale corrispondono a quelli già preannunciati durante la lunga campagna marketing attuata da Game Freak e corrispondono, come abbiamo già detto in un precedente articolo, al Cammino dei Campioni, il Sentiero Leggendario ed infine il Viale della Polvere di Stelle.
A questi tre tracciati gli sviluppatori hanno scelto di affidare una caratteristica funzione ciascuno: al primo, quello dei Campioni, che ci vedrà fronteggiare i capi palestra, è affidata la prerogativa del controllo dei Pokémon che possediamo. Per precisare, non propriamente di quelli che possediamo, ma di quelli di cui entriamo in possesso. In Pokémon Scarlatto e Pokémon Violetto si può esplorare la mappa liberamente e provare a catturare esemplari in zone in cui i livelli dei selvatici superano quelli dei membri della nostra squadra non è una cosa inconsueta; avere le diverse medaglie ci aiuterà a controllare a dovere ogni Pokémon della regione, catturato dalla sua forma selvatica o ottenuto attraverso lo scambio. Inoltre, le palestre di questa regione non posseggono un ordine proposto intuibilmente dalla storia principale, pertanto proporremo il metodo utilizzato da noi della Tribù per avanzare nell’escalation sino alla Lega Pokémon:
In sostanza prodi lettori questa non è che una piccola lista che noi della Tribù teniamo a condividere per ottimizzare l’esperienza di gioco, già abbastanza dispersiva così per come viene proposta.
La funzione che Game Freak ha invece abbinato al secondo filone della storia, il Sentiero Leggendario, rimane legata ai Pokémon di copertina di questa nona generazione: per chi avesse acquistato Pokémon Scarlatto, si tratta di Koraidon; mentre per chi avesse scelto Pokémon Violetto, Miraidon.
I Pokémon Dominanti, selezionati come dei boss di fine livello per proseguire nelle fasi del gioco legate al Sentiero Leggendario, sono un diretto retaggio di Leggende Pokémon: Arceus e funzionano quasi nella medesima maniera. La loro sconfitta sancirà la riuscita collaborazione con l’allenatore Pepe, che dall’inizio dell’avventura si interfaccerà come compagno in questa sezione della storia e ci aiuterà nel fronteggiare questi temibili avversari. Una volta sconfitto il dominante con cui si ingaggia uno scontro, questo scomparirà, consentendoci di sbloccare delle funzioni aggiuntive per il leggendario che a tutti gli effetti funge da cavalcatura e, di conseguenza, di sfruttarlo per l’esplorazione al pieno delle sue potenzialità.
Per riuscire ad esplorare la mappa in tutta la sua superficie sarà necessario sconfiggere tutti i dominanti e qui vi presentiamo il più pratico modo di procedere, data la dispersività della mappa di gioco e la scarsità di linee guida fornite per interfacciarsi correttamente allo scontro con i rispettivi dominanti:
Il terzo filone narrativo della trama si avvolge attorno alle vicende del Team Star che prende il nome dall’immagine che questi, gesticolando prima della battaglia, rappresentano con dei fasci di luce: una stella. La funzione di questo percorso, noto come Viale della Polvere di Stelle, è strettamente legata al parco MT di cui potremo disporre per il potenziamento dei nostri mostriciattoli tascabili; infatti, ogni conseguimento in questo arco narrativo sbloccherà potenziamenti alla Macchina delle MT, presente in ogni rinnovato Centro Pokemon della regione di Paldea, il quale ci consentirà di craftare questa o quella specifica macchina tecnica ottenuta una volta abbassato il vessillo con la stella in ogni base del team.
Anche in questo caso proponiamo una tabella di marcia per confrontarsi adeguatamente con i vari boss del Team Star le cui sfide non sono così scontate come invece accade con i capi palestra. Anche nel caso del Team Star ogni comandante avrà una squadra basata su di un tipo specifico, come è per un capo palestra, ma la loro determinazione pare più viva e convincente di quella dei loro legittimi corrispettivi cittadini, oltre che più scenograficamente elaborata:
L’aspetto più significativo, oltre a quello scenografico, che concede spessore a questo arco narrativo è quello tematico. Tutti gli incontri coi boss saranno inquadrati secondo la tematica del bullismo, che in questa versione dei giochi Pokémon sembra aver ricavato grande rilievo nei nodi di trama. Il ché, per noi della Tribù, rimane senz’altro sotto i riflettori, ma non può essere solamente oggetto di lode. In questa consapevole scelta tematica è celata una altrettanto consapevole scelta di target da parte degli sviluppatori. Il fatto di non volersi proporre compiutamente come un gioco non soltanto per bambini, ma anche per ragazzi ed adulti inizia a stringere, specialmente per gli appassionati del genere che cominciano a trovare questi esili aspetti narrativi di poco spessore, poco coinvolgenti o addirittura ripetuti di generazione in generazione.
Per quanto la tematica del bullismo possa essere di notevole modernità e profondità per un gioco pubblicato nel 2022, non basta ai giocatori veterani che si aspettano ogni anno una variazione di tema, una modificazione dello scheletro di gioco, una novità che al fine non giunge mai.
Riguardo alle missioni secondarie, prodi lettori, è davvero brutto ammetterlo, ma non ci sono a tutti gli effetti vere e proprie side-quest in questo gioco Pokémon. Nonostante siano una prerogativa basilare di ogni open world, in questo, a detta di Game Freak, non sono state necessarie e le uniche, che come palliativo sono state inserite nella architettura di trama per questo titolo, hanno tutte sede nell'accademia e quindi non sfruttano affatto la vastità della mappa in cui il gioco s'articola.
Oltre a ciò, la maggior parte di queste non sono che delle mere sessioni di prolissi dialoghi-tutorial che forse aiutano i più piccoli, ma non fanno che rendere tediosa la vita nell'accademia per tutto il resto del pubblico.
Insomma, prodi lettori, la gestione della storia di Pokémon Scarlatto e Pokémon Violetto ha del diverso rispetto ai giochi precedenti, anche se non è esattamente quella diversità che ci aspettavamo per un titolo propagandato come open world. In ogni caso, una volta terminati i tre percorsi, tutti questi si rinsalderanno nelle aule dell’accademia sbloccando la via per la parte finale del gioco della quale non approfondiremo la trattazione per evitare spoiler. Resta il fatto che lo scheletro iniziale di questa trama si lascia giocare, non certo con quel senso di coinvolgimento che attira incondizionatamente, ma per un fan del brand, nonostante la noia e la ripetizione costante di alcuni modelli narrativi di generazione in generazione, rimane una piacevole passeggiata nella storia, dal passato verso il futuro.
In merito al gameplay ci troviamo davanti ad un unicum nella storia della serie Pokémon.
In questo titolo, come già specificato, abbiamo a che fare con una nuova dinamica che stravolge l’andare canonico del gameplay: la mappa aperta.
Nei titoli di nona generazione quindi avremo a che fare con un open world che presenta la maggior parte delle prerogative del genere, anche se con notevoli punti dolenti disseminati in quasi tutte le funzioni di gioco. Queste ultime si potrebbe dire che sono sette in totale: esplorazione, battaglie, completamento del Pokedex, caccia agli shiny, il Picnic, i Raid e la Teracristallizzazione.
In Pokémon Scarlatto e Pokémon Violetto l’esplorazione della mappa è appannaggio di tutti i giocatori immediatamente dopo la fine del prolisso tutorial iniziale. Ciò di fatto consente una libertà di movimento all’interno dell’universo di gioco pressoché totale, se uno sa come muoversi, mentre potrebbe avere risvolti controproducenti per gli inesperti.
Infatti i due lati della medaglia tendono ad uno sbilanciamento incontrovertibile sin dalle prime fasi di esplorazione. Il livello dei Pokémon che incontreremo non sarà pareggiato con quello dei mostriciattoli che compongono la nostra squadra, ma sarà fisso zona per zona. Un fatto, questo, che in un mondo aperto come quello di Pokémon Scarlatto e Violetto rende quasi vano l’avvio dell’esplorazione in alcune zone del gioco, specialmente nell’early game.
Oltre a ciò è doveroso precisare che la mappa presenta modulazioni assai tipizzate per il brand [ad eccezione del vulcano che in questa generazione pare essere stato lasciato da parte N.d.R.] ed i biomi presenti rimangono immancabilmente medesimi: dalle vallate, ai deserti, sino alle brughiere innevate la mappa di Paldea non brilla certo per originalità o inventiva. L’assenza di enigmi ambientali, tipici del brand, la mancanza di veri e propri ostacoli all’esplorazione e una vastità incommensurabile di spazi vuoti rende il gameplay legato all’aspetto esplorativo spoglio e tedioso.
Inoltre, la topografia ambientale è davvero mal gestita, oltre che presentare tratti di natura tecnico-grafica davvero scadenti, come evidenti ritardi nel caricamento di un panorama a schermo o salite di percorsi che sembrano vere e proprie rampe parcheggiate sul fianco di una parete rocciosa; altri bug come Pokémon selvatici che rimangono incastrati negli elementi ambientali circostanti non rendono certo, ai nostri occhi, il gioco un titolo curato.
In ultimo luogo l’assenza dei segnalini che in Leggende Pokémon: Arceus aiutavano la marcatura delle zone per i Pokémon che ivi si trovava è davvero poco piacevole: l’unico segnalatore apponibile sulla mappa di gioco è quello della destinazione, una meccanica davvero insoddisfacente per un gioco propugnato durante la campagna marketing come open world.
In Pokémon Scarlatto ed in Pokémon Violetto le sfide, o battaglie che dir si voglia, presentano tre tipologie di casistiche differenti se rimaniamo legati alla parte offline del gioco: battaglie contro gli allenatori; battaglie contro i selvatici e le battaglie automatiche innescate dalla dinamica del ‘’manda avanti’’.
Procedendo con ordine presentiamo il primo caso: le battaglie contro gli allenatori.
A questo tipo di battaglia è strettamente legata una naturale meccanica insita in ogni gioco: il grado di sfida. Quindi la domanda sorge spontanea ancora prima di cimentarsi nell'analisi dei vari sfidanti: sono veramente impegnative le sfide contro questi allenatori?
A parere personale di un giocatore veterano, come i molti che abbiamo avuto modo di sentire in questi giorni dal lancio dei due titoli, no, per nulla, gli allenatori non avvalorano nemmeno di una virgola il fattore sfida [tanto per un veterano quanto per un bambino N.d.R.], come invece avveniva per quasi tutti i titoli precedenti a Leggende Pokémon: Arceus. Il doversi confrontare con gli sfidanti in origine era un utile metodo per farmare un poco di esperienza per i propri Pokémon, per affinare la propria perizia in merito agli effettivi vantaggi di alcuni tipi su altri; invece ora che nella regione di Paldea hanno perduto anche la funzione di ‘’ostacolo’’ (che garantiva la sfida diretta con ciascuno di quei personaggi) molti vengono lasciati indietro, perdendo una delle diverse occasioni per expare. Senza che pensiate, prodi lettori, che anche in Scarlatto e Violetto questi allenatori abbiano una squadra davvero ricca e potente preciserò subito che ciascuno di loro raramente si confronterà con voi con una squadra di più di uno o due Pokémon. Pare che Game Freak abbia preferito basare il grado di cimento più sulla quantità numerica dei singoli allenatori che sui membri delle loro squadre o sulla loro strategia. In vero, oltre che essere veramente rapidi, i combattimenti con questi allenatori hanno del ripetitivo, spesso utilizzano mosse senza senso, non riciclando le modifiche alle statistiche e perdendosi in potenziamenti sino allo spirare del loro Pokémon. In questo sta la principale caratteristica di tedio che contraddistingue il fattore sfida con gli allenatori di Paldea, e badate, non soltanto quelli che si incontrano per le strade o per i diorami della regione, ma anche quelli della Lega [che incido è sfidabile per una volta soltanto N.d.R.] e i vari capi palestra. Gli unici che conservano in minima parte l’autentico grado di sfida che era dei primi giochi di Pokémon sono i boss del Team Star [ma anche questi non brillano per ingegno N.d.R.].
Per quel che riguarda invece le battaglie contro i selvatici abbiamo un esile miglioramento.
La scomparsa del cambio di fondale in luogo dell’ingaggio dello scontro con un Pokémon selvatico rende la lotta oggettivamente più dinamica, senza interrompere il senso di continuità fra esplorazione e caccia ai Pokémon che vogliamo. Qui si fermano tutte le migliorie. Un combattimento dopo l’altro ci aiuterà a capire quanto il sistema che elimina la variazione del fondale per le battaglie sia stato congeniato con superficialità, in primo luogo per i bug che vedono i Pokémon immersi nel prato o nella roccia sottostante le loro zampe, oppure ancora i Pokémon che sprofondano nell’oscuro blu di un lago se sfidiamo un selvatico in riva ad uno specchio d’acqua, o ancora, gli scontri con i Pokémon che volano, che davvero raramente incominciano e finiscono con una dignità grafica degna di un gioco uscito nell’anno 2022.
Insomma, questi gli aspetti legati alla battaglia in senso ambientale, per quanto invece concerne all’intelligenza dei singoli selvatici incontro dopo incontro, beh, prodi lettori, i Pokémon non hanno mai brillato di uno sfavillante intelletto e così è rimasto nei titoli di nona generazione, in cui si ostinano ad utilizzare mosse inefficaci per attaccarci oppure altre mosse che non fanno altro che aumentare loro le statistiche senza scopo effettivo. In sostanza anche qui il livello di sfida è davvero minimo, al netto insoddisfacente e noioso come per l’esplorazione, forse adeguato al target, ma di ciò noi della Tribù non siamo propriamente certi. Essendo inoltre il confronto con i selvatici parte integrante dell’esplorazione, il suo essere studiata con tangibile leggerezza rende ancora meno avvincente l’esperienza di gioco legata alla nuova dinamica per la quale questo gioco avrebbe dovuto essere rivoluzionario, la chimerica mappa open world, più aperta a problematiche tecniche che ad altro.
Un novità per questo gioco Pokémon generazionale invece è quella legata allo sfruttamento del primo Pokémon della propria squadra per ‘’mandarlo avanti’’ e fargli sconfiggere rapidamente gli avversari selvatici. Dinamica questa ereditata direttamente da Leggende Pokémon: Arceus, dalla quale però non pare si sia modificato nulla, in questo caso un mero trapianto d’organi si direbbe, da un corpo videoludico ad un altro. La meccanica di per sé torna utile in zone in cui i selvatici pareggiano i livelli dei propri membri della squadra in quanto il ‘’mandarli avanti’’ ci consentirà di poter expare rapidamente [nonostante sconfiggere in questo modo i selvatici dimezzerà l’esperienza ottenuta N.d.R.] e senza interrompere l’avanzamento per le zone di gioco, ma diventa abbastanza difficile da gestire nel momento in cui si sceglie contro chi scagliare il proprio mostriciattolo. Il sistema di lock del nostro personaggio non è affatto pratico, avvicina eccessivamente la visuale, impedendo di mantenere ben orientabile la telecamera di gioco e raramente finisce per inquadrare la creaturina contro cui vogliamo sguinzagliare il nostro primo Pokémon. Una positività invece riscontrata in questa meccanica è quella che le vulnerabilità tipiche vengono conservate, quindi mandare avanti un Pokémon di Tipo Fuoco a fronteggiare un Tipo Erba finirà con l’immediata sconfitta dell’avversario in quanto debole al Tipo Fuoco, mentre se sguinzagliato contro un Tipo Acqua sortirà l’effetto opposto vedendo i PS del nostro primo Pokémon abbassarsi sino al limite minimo di 1. Questo provocherà la ritirata del nostro mostriciattolo verso la nostra posizione costringendoci a sostituirlo oppure a ritirarci a nostra volta.
In sostanza, la novità apportata da questa funzione è sensibile, ma comunque rimane farraginosa, Game Freak sta manifestando la sua volontà di compiere passi avanti, seppur con quel temperamento timido e schivo che non apre completamente le sue porte al rinnovamento, facendo trasparire ancora una volta una scarsità di definizione e di attenzione ai dettagli nel lavoro compiuto.
In merito al completamento del Pokedex abbiamo riscontrato finalmente un piacevole miglioramento. Partendo dalla nuova interfaccia che incorpora in sé i dettagli fotografici di New Pokémon Snap (come la fotografia del Pokémon nel suo habitat naturale come prima di copertina per la sua pagina identificativa) per poi arrivare al pratico sistema di scorrimento orizzontale dato all’elenco consultabile dei Pokémon della regione, il Pokedex di Paldea ha finalmente portato una fresca ventata di originalità al sistema di catalogazione delle creature del mondo dei Pokémon.
Inoltre questo è contenuto nello smartphone che ci viene donato da nostra madre al cominciamento dell’avventura ed è apribile dal medesimo menù utilizzato per la mappa, il che ne velocizza la consultazione. Per quel che riguarda invece le comodità che questo nuovo Pokedex porta ai cacciatori più famelici, non vi si riscontrano precise coordinate di inquadramento per gli esemplari nel momento in cui si sceglie quale andare a cacciare e ciò provoca una notevole dispersione della sua funzionalità effettiva. Insomma, come per la maggior parte degli elementi sondati sino ad ora Game Freak dimostra di camminare facendo un passo in avanti e due all'indietro.
L’altra rinomata dinamica che è presente anche in questo gioco Pokémon è la caccia agli shiny, meglio nota come Shiny Hunting. Per questa meccanica di gioco, come al solito, bisogna prestar fede alle canoniche percentuali di possibilità d’incontro di uno shiny che abbiamo avuto per tutti quanti gli altri giochi. Ma anche qua abbiamo una sensibile novità, testata e funzionale. La caccia agli esemplari shiny è stata resa una vera e propria meccanica sondabile, da tutti e senza una eccessiva dispersione di tempo: è infatti grazie al sistema del ‘’manda avanti’’ che questo modo di giocare ai titoli Pokémon ha trovato un suo riscatto, e chi lo sa, magari una maggiore legittimità all’interno dei titoli. Infatti questa meccanica abbassa notevolmente il rapporto che ci consente di imbatterci in una creaturina cromatica e mantiene la loro rarità sempre elevata, ma con una percentuale di spawn più umana e probabile. Però non è questo il luogo per una guida dedicata alla caccia agli shiny, nonostante il processo non sia così impossibile, basti dire che questa modificazione ha stupito la community e noi di Tribe Games che siamo rimasti soddisfatti dell’umanizzazione portata ai giochi in questo frangente, oltre che dall'abbinamento di questa meccanica con quella del Picnic.
In Pokémon Scarlatto e Pokémon Violetto il picnic è diventato il cuore pulsante della attività di gioco, che sia per il competitive, sia per l’amicizia necessaria a certe evoluzioni o per la caccia agli esemplari cromatici, questa nuova funzione ha sostituito differenti elementi dei titoli precedenti. Infatti l’allestimento del picnic diventa fondamentale se si vuole far produrre delle uova a propri Pokémon, se si vuole giocare con loro o se si vuole preparare un panino per ottenere dei bonus cibo per avvantaggiarsi nella caccia o nella lotta. Specialmente riguardo alle uova, il picnic ha preso il sopravvento rispetto ad un ambiente dei vecchi giochi: la pensione. Questa in Pokémon Scarlatto e Violetto non esisterà più e al suo posto dovremo allestire un banchetto all’aperto per poterne riaccendere la memoria e la funzione. Infatti un picnic è dotato della tavola imbandita, degli strumenti per lavare e giocare coi nostri Pokémon e di una cesta che ci consente il monitoraggio della produzione di uova del nostro team [che ricordiamo risulta utile per il metodo masuda come per la creazione di pokemon con statistiche adeguate per giocare competitivo N.d.R.]. In sostanza la velocità con cui possiamo allestire un picnic e la funzionalità che questo porta a fronte dell’esperienza di gioco complessiva porta a sostenere che sarà una preponderante prerogativa di questo come dei giochi a venire del leggendario brand di Game Freak.
Un'ultima coppia di meccaniche che sono parte dell'ossatura del gameplay di Pokémon Scarlatto e Pokémon Violetto sono i Raid e la Teracristallizzazione. Per quel che riguarda i Raid siamo ad un punto critico della negatività per questo titolo Pokémon. La gestione dei turni è praticamente incomprensibile, un'eclissamento, a quanto pare, della canonica distinzione in fasi della battaglia ha colpito questa meccanica ed il drammatico numero di bug che l'avvelena ha contribuito a renderla poco, davvero poco, godibile. Al netto di una regalia immane di strumenti davvero rari da reperire nella mappa, il Raid non si propone ai giocatori come una piacevole dinamica con cui interfacciarsi: la confusione dei turni, la scarsità di definizione tecnica e la potenza sconsiderata della maggior parte dei Pokémon presenti nei Raid di livello più alto rende questa una meccanica dall'incidenza più negativa che positiva nella valutazione interna al gameplay.
Spostandoci invece sulla Teracristallizzazione abbiamo a che fare con il nuovo espediente che gli sviluppatori hanno elaborato per portare una ventata di novità a questo titolo. In effetti l'idea non è male, anzi, introduce una componente di imprevedibilità nelle lotte, che con Spada e Scudo, per i più avvezzi al competitive, avevano maturato una staticità, sia per i membri della squadra, che per la consapevolezza riguardo i vantaggi tipologici sfruttabili, ormai pedante. In questa nuova meccanica di gioco invece scorgiamo il vero e proprio zeffiro sereno del cambiamento che senz'ombra di dubbio consentirà ai titoli di riscattarsi quantomeno sull'aspetto delle battaglie online.
Pokémon Scarlatto e Pokémon Violetto, grazie anche all’introduzione della mappa aperta hanno allungato notevolmente l’esperienza di gioco, considerate le cinquanta ore necessarie al completamento della trama possiamo dire che il lavoro, quantomeno per la prima parte, è stato fatto dignitosamente. Saranno cinquanta ore tutto sommato piacevoli, come già detto è un gioco che, nonostante i gravi errori tecnici, si lascia giocare tranquillamente. A parte questo, la sua longevità è un discorso altro. Il gioco una volta terminato e presa visione dei titoli di coda [accompagnati dalla poco elaborata colonna sonora che riprende quasi pedissequamente il medesimo motivo musicale, tranne per quelle poche composizioni elaborate da Toby Fox che sono originali ed incalzanti N.d.R.], inizia a spogliarsi di tutti i suoi colori per piombare, dopo le ultime missioncine pianificate dal team di sviluppo per l’end game, in un grigiore quasi costante, se non fosse per le funzioni online. Il gioco di per sé una volta esplorata la mappa, terminata la trama e completato il Pokedex non ha quasi più nulla da offrire nella sua sfera offline. In merito invece a quella online potremo spezzare una lancia a suo favore, ma per ora ci limitiamo a dare una valutazione appena sufficiente alla sua sfera offline che si mantiene gradevole solamente entro i limiti della trama.
Ora prodi lettori il vostro Zuntapp cede il passo al Big Boss della nostra Tribù, le cui sapienti parole vi illumineranno sull'ultimo tasto dolentissimo che ha condannato questo gioco di nona generazione ad aspre critiche e numerosi utenti insoddisfatti.
Ragazzi, non starò a tediarvi con un immenso paragrafo sulla spiegazione a livello tecnico dei gravi ed enormi problemi che affliggono questo Pokémon, però una cosa ci tengo a dirla! Se uno studio di sviluppo a determinati livelli non è capace di capire o, peggio ancora, realizzare una "if" per far sì che il gioco non uccida le prestazioni facendo spuntare i suddetti mostriciattoli in tutto il mondo di gioco rispetto alla nostra posizione, piuttosto che, utilizzando la famosa "if" farli spuntare da dove siamo noi fino ad un certo punto di distanza, allora è arrivato il momento di lasciare il testimone a qualcuno più abile di loro [questo è solo uno della marea di motivi per cui il gioco ha dei gravi problemi tecnici, per spiegarvi in maniera molto semplice se il gioco ogni secondo deve calcolare tutto quello che c'è nel mondo comprese le variabili se sono shiny e tutto quello che vi può venire in mente, quando non riesce a farlo comincia a calare di frame rate fino, nei casi peggiori, a scattare per guadagnare tempo per finire i calcoli N.d.R.].
Quindi, per quanto Switch sia vecchio come hardware, le scuse stanno a zero, c'è gente del calibro di Monolith che ha ampiamente dimostrato con [Xenoblade Chronicles 3 N.d.R.], che questo Pokémon avrebbe potuto benissimo avere più che una dignità. È arrivato il momento che Game Freak smetta di sviluppare Pokémon e rimanga [forse e non per forza N.d.R.] solo come consulente artistico e lasci il gioco a chi sa lavorare ed in questo caso molto, ma molto bene!
Detto questo scusate l'acrimonia e vi lascio alla conclusioni del vostro Zuntapp.
Insomma, prodi lettori, un gioco per il quale abbiamo atteso molto tempo si è rivelato un drastico disastro a livello tecnico e nonostante le milioni di copie vendute si spera che i membri di Game Freak proporranno presto un aggiornamento capace di revitalizzare un gioco che sembra esser nato più per fretta che per naturale processo d'attento sviluppo.
Per ora quindi vi salutiamo proponendovi questa recensione, e nell'attesa d'un miglioramento sensibile, vi aspettiamo al prossimo falò.
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