Wo Long: Fallen Dynasty

‘’Dopo le lezioni devo dedicarmi allo studio delle cronache dei Tre Regni!’’ disse un giorno un onorevole saggio, che se potesse provare Wo Long: Fallen Dynasty ne diverrebbe immantinente il primo fan.

Pubblicato il 17 Marzo 2023 alle ore 10:33
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Bentrovati prodi lettori, oggi ci riuniamo attorno al falò di Tribe Games per parlare del meraviglioso ultimo titolo di Team NINJA: Wo Long: Fallen Dynasty. Un sensazionale gioco di impronta storica e mitologica che si inquadra in un genere affine ai souls-like per quanto, considerato il tipo di gameplay molto più impegnativo di quello di un souls qualsiasi, Wo Long tende ad emanciparsi come genere sempre più autonomo guidato dal retaggio di giochi come Nioh piuttosto che i famosissimi di casa From Software.

Le cronache dei Tre Regni

In questo prima parte della recensione analizzeremo gli elementi della trama di Wo Long Fallen Dynasty, gioco dalla fervente ambientazione mitologica mescolata ai fatti storici contenuti nel romanzo delle Cronache dei Tre Regni. Sono proprio le vicende di questo periodo storico, o meglio, il loro cominciamento, a segnare l’inizio dell’avventura del nostro protagonista senza nome nella Cina dell’impero Han.

Wo Long: Fallen Dynasty

Posto che, quando si parla delle storie della Cina di quel periodo, moltissimi dati enfatizzano una componente favolistica legata alle leggende popolari e alle loro figure mitiche, possiamo ben comprendere come i ragazzi di Team Ninja abbiano trovato, in quel ricettacolo di fantasia orientale, un ottimo punto di partenza per il loro titolo, oltre ad un utile specchio di riproposizione per un archetipo narrativo già testato e apprezzato con Nioh e Nioh 2.

Rimanendo entro i confini del vasto Impero Cinese del 184 d.C., vediamo calato il nostro protagonista in una realtà tutt’altro che favolistica. I pacifici paesaggi che fanno da sfondo all’immaginario di una Cina equilibrata e votata al raccoglimento e all’ascesi, in questo gioco vengono dati completamente alle fiamme della guerra civile. Questo per la Cina è un periodo di grandi tumulti, cominciati con la ribellione, alla corte dell’imperatore, di una setta di fondamentalisti, i Turbanti Gialli, capeggiati dai tre fratelli Zhang i quali promisero al popolo che, mediante violenta insurrezione, si sarebbe potuti giungere ad uno status di ideale ricchezza ed eguaglianza per ciascuno. Ciò logicamente è impossibile nel mondo moderno, figurarsi in quello della Cina medioevale; di fatto la rivolta fallì, producendo il crollo della dinastia imperiale e l’avvio del periodo leggendario della storia cinese noto appunto come periodo dei Tre Regni.

Nella trama di gioco tutte queste premesse storiche vengono soddisfatte, attraverso raffinate cinematiche di presentazione dei livelli e delle boss fight e mediate dalla componente mitologico-demoniaca in puro stile Team Ninja. Infatti, giunti alla boss fight della prima area del gioco, gli sviluppatori hanno optato per riproporre la consueta storia che abbiamo già visto in Nioh: un mago oscuro [stregone taoista in questo caso N.d.R.], il tipico cattivone stereotipato, in possesso d’un arcano segreto per allungare la vita, che non può essere ottenuto senza una truce trasmutazione in orrori senza quasi più senno. In questo la narrativa cade un poco nel consueto, ma non certo si abbassa ad un grado di insufficienza, anzi, risale verso la vetta presentando i protagonisti della storia dei Tre Regni, come il prode Cao Cao, i pacifici fratelli del pescheto Guan Yu e Zhang Fei, il formidabile comandante di cavalleria Zhao Yun e tutti gli altri eminenti membri della storia cinese di quel periodo leggendario.

Ora, è noto che il punto debole di Team Ninja sia la narrativa, è altrettanto noto che un gioco del genere non è stato pubblicato con la mira di ottenere premi come il G.O.T.Y., ma è assolutamente importante riconoscere agli sviluppatori l’ottimo lavoro compiuto con Wo Long: ha nettamente superato Nioh, ma partendo da un archetipo narrativo già visto. I background dei personaggi sono caratterizzati in maniera canonica, ma con quel tocco mitografico modificato in stile moderno ed accordato perfettamente alla trama del gioco; il nostro personaggio non ha certo il rilievo che potrebbe avere William in Nioh e Nioh 2, ma si inserisce negli eventi con incidenza effettiva, maggiorata dall’intervento dei nostri alleati. In sostanza, non potremo certo dare punteggio pieno ad una storia di questo tipo, ma rimanere su un voto medio-alto ci è parsa la scelta che rendesse maggior giustizia al lavoro svolto su Wo Long Fallen Dynasty.

Riguardo al nostro personaggio, questo, come detto prima, si inserisce nell’andare degli eventi con il giusto rilievo [anche se in alcuni momenti pare abbastanza forzoso N.d.R.], affiancandosi ai protagonisti della storia dei Tre Regni e stringendo con loro delle alleanze di spirito. Questa trovata narrativa (già vista sempre in Nioh e Nioh 2) giustificherà l’accrescimento dei nostri spiriti guida, ottenuti con il superamento di alcuni livelli chiave che consentono il procedere della storyline. Missioni secondarie e training zone non avranno ricompense legate agli eventi della trama, come può avvenire una volta aiutati Cao Cao o Liu Bei, ma proporranno intense sessioni di combattimento nelle quali cimentarsi nelle tecniche apprese non solo aiuterà il giocatore a padroneggiare il timing necessario per abbattere i nemici, ma sarà utile anche per testare le numerosissime armi e build ad esse legate che il gioco propone agli utenti.

Un ultimo fattore degno di nota della storia di gioco è, come lo è stato per Nioh, l’accuratezza dei dati storiografici proposti. Prima abbiamo anticipato come facile sia scivolare nella storia romanzata quando si parla di eventi come quelli che vediamo far da sfondo in questo gioco, ma i ragazzi del Team Ninja, forti della loro consolidata metodologia d’approccio a problematiche storiografiche e contenutistiche già gestite nei loro precedenti titoli, hanno optato per un menù descrittivo. Questo è un elemento di cardinale importanza per i giocatori più curiosi, che saranno ben felici di comprendere tutto riguardo alle vicende dei Tre Regni attraverso questa raccolta di informazioni presentate a compendio e facilmente consultabili dal menu di gioco. In quest’enciclopedia della storia mitizzata della Cina compariranno: un elenco completo dei personaggi a noi alleati e nemici; un bestiario; una raccolta cronachistica delle vicende vissute nelle missioni principali del gioco.

Wo Long: Fallen Dynasty

Infine, ci troviamo davanti ad una storia eroica, nel vero senso della parola, animata dal fervore di guerrieri appassionati e giusti, che guarderanno sempre alla ragion di stato con una fedeltà esemplare e tipica di un condottiero del mondo antico, tanto occidentale quanto orientale.
L’espressività resa nelle scene cinematiche dai personaggi principali enfatizza tutti quanti questi fattori portando personalità già note ad un livello superiore di eroismo ed approfondimento psicologico. Le espressioni facciali, si noti, hanno un’incidenza meravigliosa all’interno delle scene: fanno intendere approvazione, rifiuto, sensuose emozioni e definiscono con realismo tangibile l’espressività del volto umano. Dagli sguardi dei personaggi capiamo molto, dalle loro parole altrettanto e da nessuno ci si aspettano colpi di scena. Proprio l’assenza di ciò nei personaggi alleati accresce il loro calibro, la coerenza e la virtù appaiono come i veri valori di spicco per dei personaggi che vivono la storia della Cina dei Tre Regni. Commozione, stupore e ammirazione, insomma, sono tutte emozioni ravvisabili sui volti dei protagonisti della storia, in tutti quanti, dal sinistro Cao Cao con uno sguardo sempre rivolto alla crescita della sua figura nella corte, sino ai due protettori del sovrano dei regni del sud, Guan Yu e Zhang Fei, l’uno sempre imperscrutabile e composto, l’altro ridente e grottesco, ma sempre entrambi devoti al loro signore Liu Bei, proposto agli occhi del pubblico di giocatori con tali sensi di umiltà e dignità degni di un sovrano giusto e valoroso.

Combattimento, potenziamento e... guerra!

In Wo Long: Fallen Dynasty abbiamo a che fare con un meraviglioso lavoro di design, non solo per la resa dei fatti storici nel gioco o per la ricostruzione dell’espressività dei personaggi, ma anche per quanto riguarda ogni aspetto del gameplay. Dopotutto è noto che Team Ninja in questo insegna, ed insegna in maniera stupefacente, riproponendo versioni sempre migliorate della base rappresentata dal primo titolo di Nioh, il quale ha istituito un genere vero e proprio, non più confinabile alla dicitura di souls-like.

In vero Wo Long Fallen Dynasty è a tutti gli effetti un Nioh-like: i tratti di storia umana sono filtrati attraverso una lente caleidoscopica che riversa il demoniaco nelle vicende; il sistema di combattimento non ammette ignoranza alcuna, o si prende confidenza con timing e meccaniche di gioco o si continuerà ad incorrere in sconfitte devastanti e frustranti. E' un gioco in cui i livelli progrediscono in maniera lineare e sono selezionabili da una mappa geograficamente e storicamente alquanto accurata; il sistema di loot è esponenzialmente maggiore di quanto non lo è in un souls di marca Fromsoftware e il multiplayer, meccanica meravigliosamente ordita, coinvolge un massimo di due giocatori ospiti alla volta all’interno di un party di gioco che non si scioglie alla morte del host.

Nel titolo targato Team Ninja la dinamicità dei combattimenti emerge sin da subito.
Wo Long, come del resto il suo antecessore Nioh, corrisponde a quella categoria di giochi dal grado di difficoltà elevato. In questo caso specifico, fuoriuscendo dalla sfera d'influenza di Nioh e Nioh 2, ci troviamo davanti ad un'avventura il cui gameplay ha davvero le caratteristiche tipiche del gioco veramente, veramente difficile.

A quanto sembra, l'ambientazione cinese e l'eroicità degli accadimenti influisce sulla resa nel gameplay, elevando il grado di sfida rispetto a Nioh e conferendo non solo epicità agli scontri, ma una difficoltà che rende necessaria la maturazione di un’ottima coordinazione occhio mano in luogo delle sessioni di combattimento. Premesso ciò, viene naturale domandarsi se il gioco conferisce all’utente la possibilità di sviluppare questa capacità. Beh, sì, Wo Long: Fallen Dynasty è un gioco completo di tutto, anche delle sessioni di training in cui migliorare la propria capacità di coordinazione. Infatti, nella mappa di gioco, una volta sbloccata la possibilità di muovercisi liberamente, compariranno dei ’’livelli di addestramento’’ nella sezione della mappa denominata come ’’altro’’. In questi sarà possibile affinare la propria manualità con il controller per padroneggiare la meccanica dei parry.

Ma cosa sono i parry in Wo Long: Fallen Dynasty?
I parry in generale corrispondono a delle parate effettuate in maniera precisa nel momento in cui un nemico sferra il colpo contro di noi. In Wo Long si parla di parry quando noi premiamo il tasto cerchio [nella versione PS5 testata da noi di Tribe Games N. D. R.], quest’azione non genererà propriamente una parata, ma una deviazione dell’attacco che aprirà uno spiraglio per pestare colpi su colpi contro il nemico con l’auspicio di riempirgli, nel minor tempo possibile, la barra della postura.

A cosa corrisponde la barra della postura?
La barra della postura è quell’indicatore che sta sotto alla barra della vita di ogni nemico e che, man mano che effettuiamo dei parry o mandiamo a segno dei colpi, andrà colorandosi di un acceso color arancio. Una volta riempita la barra il nemico perderà stabilità e gli avremo rotto la postura, avendo l’opportunità di effettuare un colpo critico che infliggerà considerevoli danni. Ciò, sommato alla dinamica dei parry, rende essenziale padroneggiare entrambe le meccaniche combinate per affrontare le sfide proposte dal gioco.

Riguardo alle mappe.

In Wo Long Fallen Dynasty avremo a disposizione una mappa generale della Cina al tramonto del secondo secolo, all’interno della quale potremo avviare le missioni per i livelli disponibili in ciascuna zona. L’avanzamento per le zone avviene mediante un canonico susseguirsi di eventi o di time skip, esattamente come avveniva in Nioh, non originale certo, ma decisamente funzionale per un gioco in cui un menu di questo tipo si limita ad interfacciarsi all’utente come una metodologia pratica per effettuare i viaggi rapidi. Ognuna di quelle zone ha due tipologie di livelli, quelli della trama principale e quelli che vengono sbloccati superando i livelli legati alla storyline. Nel primo caso le mappe sono sempre diverse ed intricatissime con un originale sviluppo tanto orizzontale quanto verticale; questo conferisce al gioco un altro punto degno di nota: la densità dei livelli.

Ma cosa intendiamo per densità?
Nel titolo ogni livello della trama principale è diverso dall’altro (cosa che non accade per quelli secondari che ripropongono le mappe dei principali) e propone al giocatore una mescolanza fra esplorazione e combattimento logicamente volta a prediligere il combattimento. In ogni caso, la componente esplorativa, seppur confinata alla semplice prosecuzione del livello nella maggioranza dei casi, non lascia insoddisfatti. La disposizione stessa delle ricompense per l’esplorazione fa intendere che del lavoro è stato fatto, ed anche molto precisamente, seppur non apparirà subitamente evidente. La densità che ravvisiamo quando ci approcciamo ad un gioco del genere consiste principalmente in due fattori: il primo nella ricompensa visibile oltre ad un ostacolo e il secondo all’ostacolo in sé che spesso è rappresentato da un nemico che sbarra il passo. Non muoverà certo per concedervelo s’intende, dovrete guadagnarvela quella ricompensa, e spesso sudandoci anche abbastanza. Per questa ragione definiamo densi i livelli di Wo Long Fallen Dynasty, poiché in fondo non abbiamo a che fare con mappe sconfinate, tuttavia queste sono curate in ogni loro millimetro consegnando al plauso il lavoro svolto dagli sviluppatori per il level design. Nemici e ricompense balzeranno fuori da ogni angolo, non arrestando mai l’esperienza dinamica offerta dal titolo e garantendo una costante prosecuzione dell’effetto di sospensione che viene generato dal primo abbattimento di ogni livello e che si protrae sino al suo termine.

Altro fattore determinante in questo gioco è costituito dal sistema di loot.

Wo Long: Fallen Dynasty

Nei titoli come Nioh o come Wo Long il sistema che eroga gli oggetti una volta abbattuto un nemico è esponenzialmente generoso. Ci troveremo, una volta issato lo stendardo che funziona da checkpoint del livello, ad avere un inventario davvero stracolmo di roba: armi, elmi, corazze, guanti e schinieri, assieme alle varie tipologie di talismani equipaggiabili, si addenseranno in fitti elenchi all’interno del nostro inventario, il che non sempre può risultare agevole. Infatti un difetto che i ragazzi di Team Ninja si portano dietro sin dal primo Nioh consiste nella pesantezza di tale sistema di erogazione delle ricompense che vengono convogliate all’interno di un inventario la cui consultazione molte volte risulta essere prolissa e a tratti confusionaria. Tali oggetti per altro sono tutti quanti utilizzabili nell’immediato (eccezion fatta per le armature il cui peso inficia notevolmente sul nostro muoverci agilmente per la mappa), ma non certo tutti erogano la stessa potenza.
Il sistema di valutazione degli oggetti reperiti ricrea ancora una volta un metodo molto distaccato dai souls classici, fatto di valutazioni a stelle per ogni corazza o arma, queste scaleranno in determinate statistiche a seconda delle loro propensioni verso una virtù preconfigurata per tipologia di armamentario.

Ma quali sono le statistiche in questo gioco?

Wo Long: Fallen Dynasty

In Wo Long le statistiche sono tradotte col termine virtù. Queste sono divise secondo i canoni della teoria dei cinque elementi: legno, fuoco, terra, metallo, acqua e ciascuna presenterà non solo dei vantaggi intrinsechi nel momento in cui andremo ad aumentare il livello di tale virtù, ma un intero campionario di incantesimi stregonerie che accresceranno il vostro potenziale offensivo a dismisura, se ben calibrate e utilizzate nel momento giusto. Il bilanciamento fra i vari tipi di virtù che il gioco propone è fondamentale, generalmente sceglierne due appare il metodo più corretto e garantisce un notevole vantaggio in combattimento. Noi della Tribù abbiamo optato per la build appoggiata sulle virtù Legno e Terra, quindi incentrata sull’effetto torre [ovvero quando un personaggio tende a non perdere la stabilità durante la battaglia e continua a menare colpi anche mentre li riceve N.d.R.], ma le combinazioni sono numerosissime e tutte quante testabili senza nessuno sperpero di risorse. Il variare la propria build, da che si è incominciato a giocare, non comporterà alcuna spesa e sarà possibile farlo in qualsiasi momento della partita ed anche molto facilmente; ciò consentirà ai giocatori di esperire ogni build presente nel gioco.

Passando infine alla chiusa della sezione dedicata al gameplay, è doveroso porre sotto la lente anche la modalità multiplayer.

Wo Long: Fallen Dynasty

Questa, gestita in maniera pratica e senza l’ausilio di oggettistiche particolari come avveniva per Nioh, consente ai giocatori di riunirsi in party e proseguire nella loro avventura avvalendosi dell’ausilio dei propri amici. Procedere in cooperativa nei livelli logicamente porta i nemici a modificare le proprie statistiche in base al numero di giocatori presenti, scelta volta a mantenere un grado di sfida appagante ed elevato, ma non rende impossibili le aree di gioco. Forse l’opzione multiplayer per alcuni boss come Lu Bu è sconsigliabile, in quanto raddoppiare la vita di un boss così ostico diventa un problema, ma per la maggior parte dei nemici e dei boss non si riscontrano gravose criticità date dall’aumento della difficoltà intrinseca al momento della chiamata alle armi dei propri alleati.
L’avvincente modalità inoltre propone un sistema di drop degli oggetti sempre uguale alla modalità single player che nella versione cooperativa genera drop diversi per ogni alleato, concedendoci di scambiare gli oggetti più utili fra di noi. Quindi, maggiore vita ai nemici e la possibilità di scambiare oggetti coi propri alleati sono le due validissime aggiunte per questa modalità, la quale agevola la prosecuzione dei livelli e rende il giocare a Wo Long Fallen Dynasty in compagnia un passatempo gradevolissimo ed incalzante. Lo stesso fattore di creazione di un party di gioco all’interno del quale, alla morte del host, non si rende necessario ricreare la partita per giocare assieme una volta ancora è una comodità che non sempre vien data così per scontata.

Una guerra così lunga?

Wo Long Fallen Dynasty tutto sommato si stima posa durare una trentina di ore se lo si percorre rapidamente e seguendo le missioni principali della trama, il che conduce a pensare che ancora una volta il gioco prenda ad emanciparsi dai titoli più noti della categoria, per i quali tali ore di gioco risulterebbero utili ad affrontare forse una parte dell’intera esperienza. Ma in questo una criticità di valutazione: il gioco è veloce, velocissimo, i combattimenti sono mozzafiato e sospendono il giocatore in un limbo vorticoso che è fatto di parry, schivate e fendenti in puro stile Team Ninja.

Per questo è bene spezzare una lancia a favore della brevità di un titolo come questo che è dinamico, veloce e incalzante. Spesse volte vi troverete a voler procedere senza potenziarvi verso l’evento di trama successivo, rapiti dal ritmo di gioco che non vi abbandona mai. Pertanto ad un gioco come Wo Long non si può certo affidare un giudizio eccelso in merito a longevità, ma è bene tenere a mente il fattore di rapidità con cui il nostro personaggio combatte e si muove nei diversi livelli che gli dona una fluentissima soluzione di continuità.

Li Ben, Xian Shi e Huang-Kong ancora uniti

Per quanto i tratti di longevità facciano rimanere la valutazione di tale elemento nella media, i fattori musicali invece rendono giustizia all’ambientazione. Le 53 tracce che compongono la colonna sonora del titolo hanno davvero dell’evocativo, riescono a ricreare delle atmosfere ideali per generare un onesto effetto di immedesimazione ed ingresso virtuale nelle scene di gioco. La compartecipazione alla composizione delle trame musicali da parte di Kenichiro Suehiro, che già lavorò su Golden Kamuy, rende il tutto ancora più interessante.

I virtuosi che suonano alla rivelazione della geografia naturalistica scelta per alcuni livelli producono un effetto di sensazionale immersività e godimento del paesaggio, i momenti di tensione invece sono prodotti tanto dall’inquadramento dei nemici con cui confrontarsi quanto dalle movenze musicali in grado di evocare nel giocatore quel senso d’agghiaccio e d’angoscia prima del grande balzo verso la battaglia, o ancora, le vittorie gloriose dopo un lungo scontro sono accompagnate da sonate eroiche e glorificatrici in grado di rapire l’immaginazione dell’utente rivolgendola in maniera diretta verso il livello successivo. L’effetto di sospensione già citato nei paragrafi precedenti è molto debitore alla componente musicale di questo gioco, in grado di distaccare, assieme all’intensità del gameplay, il giocatore da ciò che è al di fuori dello schermo. Certo, i momenti di esplorazione, se non giunti in punti specifici della mappa, non hanno del sensazionale a livello musicale, per quanto i rumori ambientali siano precisi, e lasciano cadere il trionfo musicale di questo titolo in una completezza parziale che inficia mediamente a fronte della valutazione.

Tecnicità e accuratezze

Per quanto riguarda invece l’ultima parte della nostra disamina, rivolta alla cura tecnica e grafica posta in questo prodotto dagli sviluppatori, si posso spendere poche parole ma decisamente affettate.

Wo Long: Fallen Dynasty

La pubblicazione di Wo Long segna imprescindibilmente l’ingresso di Team Ninja nell’albo dei nuovi titoli da provare per next gen. Si badi che noi di Tribe Games abbiamo testato questo prodotto per console PS5 e quindi le notazioni riferite agli elementi qui presi in esame riguardano una versione adattata alle nuove generazioni di console. In vero, su Playstation 5 il gioco gira meravigliosamente: pochissimi (se non da confinare al multiplayer) sono i cali di frame, che emergono unicamente quando numerosi nemici compaiono a schermo, spesso e volentieri anche in presenza di un’ospite nella propria partita; rari se non addirittura inesistenti nel giocatore singolo. Questo sintomo di cura estrema per lo sviluppo del titolo non può che portare grande vantaggio. Se a questo si aggiungono una cura maniacale per i particellari prodotti dagli incantesimi, stregonerie e un’ottima attenzione ai dettagli estetici di armature, nemici, texture dei paesaggi e degli elementi ambientali, il gioco potrebbe dirsi distinto sotto il punto di vista progettuale. A far calare la valutazione troviamo il farraginoso sistema dei menù, e la sproporzionata quantità di loot erogata in game dall’abbattimento dei nemici a cui si sommano la rottura degli elementi ambientali che, non appena toccati, esplodono in mille piccoli frammenti.

Wo Long: Fallen Dynasty

In sostanza, prodi lettori, siamo avanti ad una reinterpretazione brillante delle Cronache dei Tre Regni capace di far appassionare anche chi a Dinasty Warriors non ha mai giocato, dotata anche di un gameplay vorace e coinvolgente degno della casa di sviluppo Team Ninja. Le pecche ravvisate posso essere identificabili nella poca innovazione portata al di fuori della meccanica dei parry o nella conservazione del sistema di drop copioso durante le sessioni di gioco, che provocano un accavallamento di oggetti da confrontare all’interno di un denso inventario pesante alla consultazione.
Comunque Wo Long: Fallen Dynasty è un gioco che ci ha appassionato, nonostante una storiella a tratti banale, ma glorificata da figure di rilievo quali i protagonisti della storia della Cina dei Tre Regni e da una precisa spiegazione dei fatti storici che aiutano ad intendere le mosse dei nostri alleati. La migliore qualità di questo gioco senza dubbio rimane l’immersività. Il che è paradossale vista la normalità di una storia senza colpi di scena sensazionali, ma assolutamente naturale considerato un gameplay capace di rapire i giocatori addentro i disegni della Cina medioevale.
Non è stato facile valutare un titolo carico a tal punto di elementi cirtici ed elementi di spicco, ma comunque pensiamo che, per quanto questo sia un gioco che rimane nella media, il futuro titolo di Team Ninja sarà pronto per rivoluzionare il genere e portare la categoria dei Nioh-like ad un livello superiore. Ciò detto noi di Tribe Games vi porgiamo i nostri saluti e speriamo di rivedervi al prossimo falò.

''In sella ai draghi e al vento prendo il volo, il mondo intero si unisce sotto un nome solo.''

Good

Gameplay sensazionale
Ambientazione evocativa
Colonna sonora immersiva
Cura nei dettagli grafici e storici
Possibilità di testare ogni build del gioco
Approfondimento psicologico degli alleati
Effetto di sospensione in game duraturo

Bad

Trama alquanto canonica
Sistema di loot esagerato
Poca innovazione generale
8.2
PEM-PEM

Sviluppatore: Team Ninja
Distributore: Koei Tecmo Games
Data di uscita: 3 marzo 2023
Genere: Nioh-Like - Action
PEGI: 18
Piattaforme: Playstation 4 e 5; Xbox Series X|S e One; Project xCloud; Microsoft Windows

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