Pongiornissimo, ragazzi della Tribù! Spero siate pronti almeno quanto me a qualcosa di un pochino insolito, poiché il gioco che andremo a recensire oggi è peculiare a cominciare sin dal suo nome. Il titolo di oggi è infatti un otome, ovvero un genere di visual novel giapponesi rivolte principalmente a un pubblico femminile in cui l’obiettivo è quello di conquistare l’interesse amoroso di uno dei ragazzi presenti nella storia. Non posso dire di essere un esperto di questa sottocategoria di giochi narrativi, diciamo, pur non essendo estraneo al genere delle visual novel (la mia precedente recensione casca proprio a fagiolo).
Come mai, in una redazione in cui non mancano videogiocatrici, sia stato selezionato io per questo pezzo non ci è dato saperlo… ma spero di aver comunque svolto il mio compito egregiamente. Ora, issate le vele e preparatevi a scoprire cosa ha in serbo per noi My Next Life As A Villainess: All Routes Lead to Doom! -Pirates of the Disturbance-!
My Next Life As A Villainess: All Routes Lead to Doom! -Pirates of the Disturbance- [cercherò di non scriverlo troppe volte in versione integrale, promesso N.d.R.] ha come base narrativa una light novel giapponese di genere comico-romantico (che ha poi generato sia una serie a fumetti manga che due anime) intitolata proprio My Next Life As A Villainess: All Routes Lead to Doom!. Pur deviando in un punto preciso e in maniera chiara della trama originale, è inevitabile pensare che il tutto sia probabilmente più apprezzabile da chi già conosce l’opera originale, ma il gioco riesce bene nel non far pesare tale mancanza ai meno colti, spendendo tempo a introdurre i neofiti al suo mondo e ai suoi personaggi.
A ogni modo, la protagonista della storia, Catarina Claes, è una giovane nobile di un mondo fantasy che, dopo una forte botta in testa, riesce a ricordare la sua vita precedente, in cui era una studentessa del liceo dei nostri tempi appassionata, non a caso, proprio di giochi otome. Dopo l’incidente, ella capisce però anche di essersi reincarnata non nella protagonista di uno dei giochi da lei tanto amati, chiamato Fortune Lover, bensì di esserne diventata la cattiva principale.
Come in molti altri isekai [il genere di storie nipponiche in cui il protagonista si reincarna o risveglia in un modo fantastico dopo un incidente o la morte N.d.R.], la giovane sente da subito la pressione di dover mettere in campo le sue conoscenze per cambiare gli eventi che la attendono. Sfruttando l’esperienza ottenuta dopo aver giocato per molte ore a Fortune Lover, ella sa infatti benissimo che Catarina è sempre destinata a fare una brutta fine nel caso le eventuali storie d’amore della protagonista del gioco dovessero concretizzarsi, sia nel bene che nel male. È così che la ragazza, all’età di soli otto anni, inizia a stringere amicizia con tutti i personaggi principali del fittizio gioco, creando una solida rete di rapporti umani per scongiurare il suo infausto destino, rappresentato dalle “doom flag”, il simbolo dei finali peggiori per la sua controparte malvagia.
Gli eventi di Pirates of the Disturbance partono quindi durante la pausa primaverile del primo anno accademico della ragazza: Catarina è sicura, dopo ormai tanti anni, di averla fatta franca e aver schivato le sue tanto temute “doom end” ed è pronta a godersi delle meritate vacanze lontana dai libri!
Dopo questa lunga premessa, necessaria a comprendere meglio il tono e il setting del franchise, possiamo ora parlare di ciò che attende i giocatori nel titolo. Nei panni di Catarina, sarà nostro compito goderci il viaggio sulla Vinculum, una nave di lusso creata dagli sforzi congiunti dei paesi di Sorcier (magico regno natale della nobile) e Quid (paese tecnologicamente all’avanguardia), assieme ai nostri amici e amiche. Tutto molto bello, sennonché il viaggio non sarà tutto rose e fiori, dato che una nuova doom flag si manifesterà all’orizzonte, sotto forma di un attacco pirata ai danni della nave da crociera su cui si trovano i ragazzi.
Con una storia che tiene molto ben in equilibrio comicità e romanticismo, in cui non ci addentreremo oltre per evitare di rovinare possibili sorprese, possiamo dirvi che Pirates of the Disturbance è un ottimo racconto interattivo. Gli autori hanno confezionato un intreccio che si basa su tanti trope e cliché noti ai più [come in fondo fa la stessa opera originale N.d.R.]; ciononostante la storia incuriosisce e invoglia alla lettura, soprattutto se si considera la mole di scelte possibili che porteranno la trama in varie direzioni, amorose e non.
Cuore pulsante di un gioco in cui si intraprendono storie d’amore devono ovviamente essere i suoi personaggi. Catarina in primis è un’eroina che, per sfuggire a un infausto destino, ha sviluppato rapporti sinceri con le persone che la circondano, grazie a un carisma travolgente e a una grande capacità di parlare a cuore aperto. I suoi comportamenti sopra le righe, così come il gorgoglio tonitruante [ho imparato una parola incredibile e ora la imparerete anche voi N.d.R.] del suo stomaco, scandiscono una storia piena di dialoghi che non si prendono mai troppo sul serio, scritti però con attenzione e personalità.
Non dimentichiamoci poi dei pretendenti al cuore della giovane, che sono ben sei (quattro dall’opera originale e due esclusivi) e coprono molti degli archetipi a cui si può pensare: c’è il ragazzo distaccato e restio a mostrare i suoi sentimenti, così come quello molto più diretto e geloso di lei, fino ad arrivare al tipo sanguigno e imprevedibile. Ognuno di loro, dopo aver guadagnato la giusta affinità, porterà la trama in direzioni inedite, svelandone nuove sfaccettature. Considerando che il gioco ha più di venti conclusioni possibili, c’è tanto da leggere e scoprire!
Essendo My Next Life As A Villainess una visual novel, non vi sono delle vere e proprie meccaniche al di là del compiere scelte in punti precisi della trama per influenzarla e avere la possibilità di (farci) conquistare (da) qualcuno. Nonostante ciò, gli sviluppatori hanno cercato di introdurre trovate carine, come la possibilità di sbloccare i cosiddetti “memory scenario”, racconti di vita vissuta dei personaggi che orbitano attorno a Catarina e possono svelarci momenti chiave che li hanno portati, dal loro punto di vista, a stringere con lei un’amicizia.
A livello tecnico il gioco non ha oltretutto nulla da invidiare a tanti altri prodotti. Le opzioni sono molteplici e permettono di personalizzare l’esperienza e la lettura. I caricamenti sono incredibilmente rapidi e consentono di saltare da un punto all’altro della storia con grande facilità, per riprendere da punti specifici o verificare scelte diverse a quelle già fatte in precedenza. Aggiungiamo a ciò un supporto al cento per cento per la modalità portatile, e touch, di Nintendo Switch [per cui il titolo è stato appositamente sviluppato N.d.R.] e la totale assenza di bug e il gioco è fatto: davvero un ottimo lavoro!
Non ci resta quindi che parlare degli aspetti artistici che caratterizzano il titolo, a loro volta ben gestiti, a cominciare soprattutto da quello visivo. Pirates of the Disturbance è infatti molto bello graficamente, con una direzione artistica che riprende le opere a cui si ispira e mantiene intatto lo stile della disegnatrice originale. I ritratti dei personaggi sono vari e, pur non rivoluzionando nulla, il gioco usa saggiamente un codice di colori per indicare al giocatore in modo rapido sia le caselle di testo di tutti i personaggi, sia le scelte che aumentano correttamente l’affezione cogli interessi amorosi (opzione che può anche essere disabilitata se si preferisce andare più “alla cieca”).
Conclude la nostra analisi il giusto plauso al comparto audio che, con un accompagnamento musicale ben gestito, in cui svetta soprattutto la scelta dell’energica canzone d’apertura, tiene compagnia ottimamente allo spettatore. A noi sono piaciute molto anche le voci dei personaggi [gioco alcoolico: bevi ogni volta che qualcuno dice “Catarina-sama” N.d.R.], che anche qui sono indice di quanto curati siano i doppiaggi tipici dei prodotti nipponici, eseguiti con la massima attenzione.
My Next Life As A Villainess: All Routes Lead to Doom! -Pirates of the Disturbance- è un titolo che ci ha sorpreso molto, in positivo. Essendo questo un otome tratto da un’opera che parla di otome, ci si ritrova in più occasioni in situazioni che sfondano la quarta parete, tra “Strategy Meeting” (già visti nell’opera originale) in cui Catarina tiene riunioni con diverse versioni di sé stessa all’interno della sua mente [dove oltretutto si fanno scelte che possono portare a svolte cruciali N.d.R.] e palesi riferimenti videoludici, situazioni che ci hanno ben mostrato l’estro creativo degli sviluppatori.
Arrivati alla fine di questa nostra analisi possiamo dirvi che, nella nicchia di cui fa parte, questo è decisamente un gioco pensato e fatto nel migliore dei modi. La storia è stata creata per incentivare il giocatore a riviverla più volte, così da riuscire a scoprire tutti i lati della vicenda narrata. Ci sentiamo senza dubbio di consigliare Pirates of the Disturbance a un’appassionata (ma anche appassionato, perché no) del genere, riservandoci di dire che potrebbe anche regalare sorprese e momenti molto divertenti a chiunque sappia lasciarsi coinvolgere!
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