recensione

SCHiM

Saltellando tra le ombre

Pubblicato il 15 Luglio 2024 alle ore 10:00
0

Uno Schim è il cuore e l’anima residente in ogni oggetto, sia che esso sia vivente o inanimato e, nel nostro titolo odierno, questo viene rappresentato come un esserino che vive all’interno della nostra ombra, seguendoci nella vita di tutti i giorni. Può però accadere, molto raramente, che un oggetto o un essere vivente possa venir separato dal suo Schim con effetti quanto mai nefasti. Uno Schim deve infatti fare tutto quanto in suo potere per ricongiungersi con il suo proprietario, prima che sia troppo tardi e, anche se non è del tutto chiaro cosa possa succedere in caso contrario, ci viene fatto intendere chiaramente che non si tratta di nulla di buono.

In SCHiM vestiremo quindi i panni di uno… Schim, esatto, e dovremo cercare in tutti i modi di ricongiungerci con il nostro umano prima che accada il peggio. Gli Schim sono però assai limitati nei loro spostamenti e, oltre a ciò, dispongono anche di poca influenza sul mondo che li circonda. Per ricongiungerci con la nostra metà mancante dovremo infatti muoverci tra le ombre attorno a noi, sfruttando di tanto in tanto la nostra influenza per interagire con il mondo esterno, per eseguire certe azioni o lievi manipolazioni. Per il resto la nostra sarà una corsa contro il tempo, durante la quale saremo condannati ad osservare inermi la vita della nostra controparte umana che prosegue senza di noi.

Un platform di luci e ombre

Come avrete intuito, SCHiM è un platform in cui il nostro principale obiettivo sarà quello di trovare il percorso migliore per raggiungere la nostra meta nello scenario corrente. Questa di solito è rappresentata da un’ombra specifica [differente esteticamente dalle altre, ma non sempre così facilmente riconoscibile N.d.R.] che fungerà da tramite per portarci verso la nuova area di gioco.

Per spostarci all’interno delle varie zone avremo pochi strumenti, ma decisamente efficaci. Il primo è rappresentato dal salto, il metodo principe con cui transiteremo tra due ombre. Questo può essere dosato in base al tempo di pressione del tasto. Più a lungo terremo premuto il salto, più in là verremo portati. Tenete a mente che il nostro Schim non ama la luce diretta, ma questo non significa che non possa resistere per qualche istante sotto ad essa. Atterrare fuori da un ombra non ci ucciderà all’istante, ma avremo la possibilità di eseguire ancora un piccolo salto (questo non sarà lungo come il primo, ma ci consentirà comunque di tentare di raggiungere la salvezza). Se con il secondo salto giungeremo in un ombra, oppure se un ombra dovesse raggiungerci mentre siamo fermi a terra, saremo salvi e potremo continuare la nostra corsa. Se invece dovessimo dopo questo breve periodo essere ancora allo scoperto, non preoccupatevi, il nostro Schim non svanirà per sempre, ma si ritroverà proiettato nell’ombra checkpoint più vicina [non tutte le ombre infatti rappresentano un checkpoint; non ci è chiaro se esiste un modo per distinguerle, ma sappiate che potrebbero non essere sempre vicinissime a dove siete svaniti N.d.R.].

SCHiM

La nostra seconda abilità riguarda la capacità di interagire con oggetti e persone mentre ci troviamo all’interno della loro ombra. Premendo un tasto infatti saremo in grado di “interferire” con l’oggetto o la persona di turno, facendo eseguire una specifica azione a quest’ultima [l’azione è standard ed è unica per ogni oggetto/persona N.d.R.]. Ad esempio potremo fermare una persona facendola starnutire, suonare il clacson di una macchina o cambiare le luci di un semaforo per far defluire il traffico. Tutte queste azioni, mescolate ai salti e al dinamismo dei vari ambienti, renderanno la nostra esperienza a tratti più simile ad un rompicapo, in cui più che essere rapidi, dovremo essere in grado di scovare il percorso pensando non solo in termini di distanze, ma anche di interazioni con il mondo circostante. Modificare la forma delle ombre, muoverle oppure farsi trasportare da un veicolo o una persone sono solo alcuni degli esempi a cui potremo ricorrere nei nostri spostamenti e, per tale ragione, saremo costretti spesso a sperimentare e provare nuovi approcci, prima di trovare la soluzione corretta.

SCHiM

Un dualismo interessante

SCHiM è uno di quei giochi che, fin dai primi momenti, dimostra in modo chiaro ed inequivocabile di avere un’identità forte ed interessante. Da un punto di vista artistico il gioco è sobrio, ma ben strutturato, e la cura dei dettagli la si vede nel modo in cui il mondo viene rappresentato con poche linee e colori, che però appaiono sempre molto chiari e sufficienti a rappresentare la scena nella sua interezza. I giochi di luce e ombra proiettati dal sole, ma anche da ogni singola sorgente di luce nel gioco, sono ben delineati e riescono ad offrire un colpo d’occhio sempre piacevole, pensate che persino il colore dei led del pad [il nostro gameplay è stato su console PlayStation 5 N.d.R.] rispecchia il colore dominante della scena. Oltre a questo la narrativa silente che ogni sezione offre è ben strutturata e risulta il più delle volte abbastanza chiara ed efficace a descrivere il momento. Tutto sommato SCHiM è un titolo molto ben congeniato che, mettendo assieme tutti i suoi componenti, riesce a creare una formula che in fin dei conti funziona. Purtroppo però, come anche il gioco stesso è raccontato tra luci e ombre, anche la sua struttura ha, a tratti, sporto il fianco ad alcune ingenuità ed imprecisioni.

Alcuni elementi di SCHiM, infatti, ci hanno fatto un po’ storcere il naso e, a tratti, portato il gameplay ad essere decisamente meno gradevole e rilassante del previsto. Tralasciando piccole dimenticanze, come oggetti che non poriettano ombre, o le proiettano talvolta nella direzione errata, i principali problemi che abbiamo rilevato sono legati in particolar modo alla mobilità e, molto più spesso, alla visuale.

SCHiM

In primis i controlli del nostro amichetto ombroso non sono sempre precisissimi e, a volte, il comportamento del nostro alter ego saltellante risulterà abbastanza imprevedibile. Le collisioni con le ombre (complice una visuale a tratti ingannevole con la profondità) non è sempre immediata e ci porterà talvolta a morire senza capire esattamente il perché. Oltre a questo il “secondo salto”, disponibile dopo essere atterrati fuori da un ombra, non sarà sempre disponibile, ed anche in questi casi non sarà sempre chiaro perché ciò accada. Oltre a ciò la disposizione dei checkpoint lungo i livelli non è sempre chiara e, spesso, è anche messa in modo abbastanza arbitrario riportandoci indietro anche di diversi salti. Anche la visione del nostro obiettivo (tasto R2 su PlayStation) è a tratti poco chiara, essendo posizionata magari solo vicino alla nostra meta, ma senza che quest’ultima sia sempre evidenziata in modo efficiente.

Per concludere, sarà possibile in ogni momento ruotare e muovere la visuale per rendere più semplice l’individuazione dei percorsi da seguire, questi movimenti però non tengono conto del mondo circostante e, purtroppo, spesso porteranno il nostro punto di vista ad essere completamente bloccato da edifici o strutture poste attorno a noi.

SCHiM

Conclusioni

SCHiM è sicuramente un gioco che nasce da un’idea interessante, e che sfrutta in modo intelligente molte meccaniche di gioco, facendo leva sulla creatività e malleabilità del giocatore. Purtroppo, essendo un titolo a basso budget, soffre di alcuni difetti ed imperfezioni che rendono il gameplay decisamente più spigoloso e meno godibile di quanto non potrebbe essere. L’art direction, la storia e persino la struttura ad enigmi non sono affatto male, e considerando che si tratta di un gioco che sostanzialmente si fonda su poco più di due azioni, riesce a tenere banco molto bene. Anche una volta finito avrete infatti l’opzione di rigiocare i singoli livelli affrontati, in modo da raccogliere tutti gli oggetti nascosti che potreste esservi persi, completando quindi il titolo al 100%. Come già scritto in precedenza, però, i difetti presenti in questo titolo portano inevitabilmente la godibilità di quest’ultimo verso il basso, motivo per cui ci sentiamo di consigliarlo per lo più agli amanti dei rompicapo con una buona dose di pazienza.

Good

Artisticamente curato
Interessanti idee nel gameplay
Una storia silenziosa, ma comprensibile

Bad

Checkpoint poco chiari e non sempre vicini
Visuale spesso intralciata da elementi dello scenario
Qualche sbavatura nelle collisioni con le ombre
7
"PRETTY GOOD"

Sviluppatore: Ewoud van der Werf, Nils Slijkerman
Distributore: Extra Nice, PLAYISM
Data di uscita: 18 luglio 2024
Genere: Platform/rompicapo, casual, indie
PEGI: 3+
Piattaforme: PC, Playstation 4/5, Xbox One, Xbox Series X|S, Nintendo Switch

Approfondisci:

Lascia un commento

Tribe Games ® Tutti i diritti riservati.
tagbubblehistorycheckmark-circlecross-circle