Phoenix Wright: Ace Attorney Trilogy HD

i primi tre capitolo di Phoenix Wright: Ace Attorney arrivano in un'edizione unica. Siete pronti ad entrare in aula con l'avvocato Phoenix Wright?

Pubblicato il 22 Aprile 2019 alle ore 20:00
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di Dario Bin
@DrioAkuma

Capcom rilascia su PlayStation 4Xbox OneNintendo Switch e PC (Steam) i primi tre capitoli dello storico brand di Phoenix Wright: Ace Attorney, nato originariamente nel 2001 per GameBoy Advance e successivamente Nintendo DS.
In questa serie vestiamo i panni dell’avvocato difensore alle prime armi Phoenix Wright, che ha il compito di salvare i suoi clienti dall’accusa di omicidio e scovare il vero assassino.
Il gioco è un misto tra avventura e visual novel, in cui è necessaria ogni singola informazione per la risoluzione del caso.

La trilogia si suddivide con: “Phoenix Wright: Ace Attorney”, “Phoenix Wright: Ace Attorney – Justice for All” e “Phoenix Wright: Ace Attorney – Trials and Tribulations”; nell’insieme i tre giochi comprendono ben quattordici episodi che potranno essere ripercorsi per coloro che hanno familiarità o rivelarsi un’interessante esperienza per chi non ha mai affrontato il titolo.
In questa recensione andiamo a spiegare aspetti e meccaniche che hanno decretato il suo successo, valutando se questa opera di remastered è stata compiuta a dovere per le piattaforme di attuale generazione.

Objection!

Il primo episodio di ogni capitolo ci lancia sin dall’inizio in quello che è il cuore pulsante del gioco, il processo, spiegandone le singole meccaniche che lo compongono.
Conosceremo il nostro cliente e qual’è stata la situazione che lo ha portato ad essere arrestato con l’accusa di omicidio; una volta in aula, dovremo usare tutto ciò che abbiamo a nostra disposizione per fare il nostro lavoro.
Non mancherà comunque una figura pronta a darci contro e metterci in difficoltà: parliamo del procuratore, che cercherà di ostacolare la nostra difesa tramite nuove prove ed eventuali testimoni.

Quando arriva il testimone si inizia con la prima “deposizione del testimone”, che racconta la sua versione di eventi specifici; una volta fatto, è nostro compito iniziare il “contro-interrogatorio”: in questa fase bisogna guardare ogni singola frase per trovare la contraddizione e dimostrare chi sta mentendo, mostrando la prova presente nel “registro processuale”.
Quest’ultimo è accessibile in qualsiasi momento del gioco e permette di tenere d’occhio le prove raccolte (con relative informazioni) e i profili delle persone coinvolte nella storia.
Durante il “contro-interrogatorio” è possibile in ogni frase “incalzare e tale azione permette di poter ottenere delle informazioni aggiuntive che possono modificare i dettagli di alcune dichiarazioni o nuove prove da poter mostrare la contraddizione presente nella testimonianza.
Bisogna fare sempre molta attenzione quando si cerca di dimostrare che quanto dichiarato è falso o errato, perché vi è un limite di errori indicato da una barra in alto a destra e, se questa si esaurisce, non avremo più modo di difendere il nostro cliente che sarà giudicato colpevole (Game Over).
Affrontando le diverse testimonianze si arriverà a trovare il vero colpevole e risolvere il caso, dimostrando l’innocenza del nostro cliente e concludendo l’episodio.

Queste avventure non avvengono solamente nell’aula di tribunale, che è la location principale. Tutti gli altri episodi (tolti i capitoli 1 dei singoli titoli) avranno diverse ambientazioni nelle quali si snodano i relativi eventi narrativi.
Essendo una visual novel, i luoghi che visiteremo sono a sfondi fissi e si potranno scegliere le seguenti azioni: esaminare, muoversi, parlare e mostrare.
Esaminare nasconde gli eventuali personaggi presenti nello scenario e fa apparire un’icona a forma di lente di ingrandimento da spostare liberamente sulla schermata; quando diventa gialla sta a significare che c’è un’interazione e, per facilitare un po’ il gioco, se qualche elemento è già stato analizzato, apparirà una V sull’icona.
Muoversi comporta una semplice transizione tra uno scenario e l’altro, quando si sblocca una nuova zona, l’immagine di anteprima viene rappresentata sotto forma di schermo con interferenza e punto di domanda.
Quando è presente un personaggio nella schermata è possibile il più delle volte parlare con esso; l’elemento importante consiste nell’interagire con ogni dialogo presente, così da poter sbloccare eventuali conversazioni con coloro con i quali si sta interloquendo al momento o eventuali altre persone.
In certi casi sarà necessario usare il comando “mostrare” e usufruire delle prove (o profili) nel “registro processuale” per poter ottenere nuove informazioni.
Per proseguire la narrazione nei diversi episodi bisogna analizzare a dovere ogni singolo scenario e parlare con i personaggi presenti, così da avere tutto il necessario per affrontare i processi; una meccanica presente in alcuni capitoli è la presenza dei “lucchetti psichici”: alcuni dialoghi saranno bloccati da questi ultimi per indicare che la persona sta attualmente nascondendo un segreto.
Per rompere il lucchetto (che varia da uno o più) bisogna trovare la prova che funge da “chiave” come nel contro-interrogatorio, e anch’esso comporta dei rischi; dare la risposta sbagliata ridurrà la barra utilizzata in tribunale quando si intende dimostrare una contraddizione, mentre nel momento in cui si supera il test, la barra si ricaricherà in parte.

Quello che ha permesso al brand di Phoenix Wright di raggiungere il suo successo attuale è l’affascinante trama presente in ogni singolo episodio, seguito dall’impegno del giocatore di cercare ogni informazione necessaria e portarlo ad analizzarle minuziosamente per trovare la logica giusta nella risoluzione del caso.
In aggiunta, abbiamo un forte lavoro di caratterizzazione. Ogni singolo personaggio presente nei tre giochi è unico, e anche quelli che si incontrano solo una volta riescono comunque a lasciare la loro piccola impronta; il tutto seguito da linee di dialogo e le poche animazioni espressive che enfatizzano la situazione, riuscendo sia a divertire che (in certi casi) a commuovere ed empatizzare.

Tecnicamente parlando

Dato che si parla di una remastered, andiamo ad analizzare com’è stato svolto il lavoro di “ristrutturazione” di Phoenix Wright: Ace Attorney Trilogy HD.
Capcom è riuscita a svecchiare e riadattare i tre giochi con le piattaforme di attuale generazione, realizzando a livello visivo scenari e animazioni ben curate e pulite; buona anche la gestione dei menù, semplici ed intuitivi, con la possibilità, inoltre, di poter salvare su più slot (cosa non possibile per le versioni originali che tenevano salvataggi monoslot).
Un po’ legnosa è la gestione della lente di ingrandimento quando si usano mouse e tastiera; inoltre questi ultimi vengono citati nei tutorial anche quando si sta utilizzando il controller.

Un elemento piacevole per i fan della serie è la presenza della colonna sonora originale, che al solo ascoltarla farà riaffiorare piacevoli ricordi del periodo in cui si giocava nelle loro piattaforme d’origine.

Dietro a questo buon lavoro vi è un grosso MA, purtroppo… Un aspetto che va a influire particolarmente sul voto globale che troverete alla fine di questa recensione.
Il gioco è stato attualmente rilasciato in lingua inglese e giapponese, e questo non è un grosso problema. A lasciare l’amaro in bocca sono gli aggiornamenti futuri; nelle schede di gioco Capcom informa sulla prossima introduzione delle lingue francese e tedesco, ma non vengono menzionati italiano e spagnolo.
Di solito si critica la barriera linguistica con determinati giochi, anche se allo stesso tempo siamo d’accordo che nel 2019 la questione dei giochi in inglese dovrebbe essere oramai sdoganata… per cui vi potreste domandare, perché facciamo questa critica sull’assenza della nostra lingua?
La risposta è semplice: Capcom non avrebbe bisogno di lavorare per una traduzione, dato che i giochi originali su GameBoy Advance e Nintendo DS erano GIÀ in possesso della lingua italiana sia nei testi che nelle poche frasi doppiate; quindi ci chiediamo: qual’è la ragione per cui la nostra lingua (e quella spagnola) non verranno introdotte, mentre le altre citate sì?
Tale critica la portiamo anche per un’altra ragione, ossia se l’obbiettivo è quello di far conoscere un brand storico per coloro che non l’hanno mai giocato, ma allo stesso tempo si è i primi a creare una barriera linguistica che non dovrebbe esserci, come si può pretendere di raggiungere buone vendite sul nostro mercato? [motivo per cui è stato tolto un punto al voto finale che leggerete in calce alla recensione per questa grave mancanza N.d.P]

Lasciamo a voi la risposta. Onestamente noi siamo rimasti amareggiati su questo aspetto, specialmente quando si parla di titoli che hanno accompagnato la nostra carriera videoludica.

Conclusioni

Per cui, cosa dire di Phoenix Wright: Ace Attorney Trilogy HD?

Possiamo dire che Capcom ha saputo fare un notevole lavoro su questa remastered in alta definizione sui primi tre giochi della serie Phoenix Wright, almeno per quanto riguarda la qualità tecnica.
È sicuramente un piacevole ricordo per coloro che hanno vissuto questa esperienza ed è certamente un titolo consigliato per chi ama spremersi le meningi se si vuole giungere alla soluzione finale.
Ciò che ribadiamo criticare è la barriera linguistica, perché escludere una lingua precedentemente presente nelle opere originali equivale letteralmente a darsi la zappa sui piedi; se invece questo aspetto non vi crea problemi, ve lo consigliamo vivamente come titolo da aggiungere alla vostra libreria.

Good

Si scoprono le origini di Phoenix Wright
Un buon lavoro sul comparto di riaddatamento tecnico
La colonna sonora originale

Bad

Potrebbe essere un titolo non adatto a tutti
Parte della gestione dei controlli legnosa
Imbarazzante l'assenza della lingua italiana in futuri aggiornamenti quando già presente nelle opere originali
8.2
PEM-PEM

Sviluppatore: Capcom
Distributore: Capcom
Data di uscita: 9 aprile 2019
Genere: Avventura, Visual Novel
PEGI: 12
Piattaforme: PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch, PC, iOS

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