Ben ritrovati ragazzi nella recensione del gioco, per me, più importante dell’anno, ossia Indiana Jones e l’antico Cerchio, e devo dire fin da subito che quando MachineGames, lo studio dietro la serie Wolfenstein, è stato annunciato come sviluppatore del nuovo videogioco dedicato a Indiana Jones, la notizia mi è parsa immediatamente sensata. Dopo tutto, il team eccelle nell’unire azione in prima persona con intensità narrativa, specialmente nel contesto di epiche battaglie contro i nazisti. Tuttavia, ciò che nessuno si aspettava era un mix esplosivo di esplorazione aperta, simile alla serie Dishonored, gameplay emergente in stile Hitman, e combattimenti corpo a corpo ispirati ai sottovalutati titoli della saga di Chronicles of Riddick, che fanno parte del DNA creativo di MachineGames. Potrei parlare per ore di tutte le aspettative e i pensieri che avevo all’annuncio di Indiana Jones e l’antico Cerchio, delle sensazioni dopo averlo visto alla Gamescom di quest’anno, di quanto abbia influenzato la mia infanzia, adolescenza e vita, o del perché sia così importante come personaggio e franchise per me, ma vi ammorberei e basta. Quindi bando alle ciance e benvenuti nella recensione di Indiana Jones e l’antico Cerchio!
Indiana Jones e l’antico Cerchio si apre in modo sicuro, riproponendo l’iconica sequenza iniziale de I Predatori dell’Arca Perduta. Questa introduzione serve a mostrare la grafica all’avanguardia e a familiarizzare con il sistema di movimento e il platforming. Sebbene possa sembrare un omaggio nostalgico, l’effetto funziona: ci siamo trovati a sorridere mentre ripercorrevamo quella scena cult [e ci sono dei testimoni oculari che possono confermare N.d.R.]. Fin da subito, è evidente che Todd Howard [autore della storia e promotore del progetto N.d.R.] e il team di MachineGames abbiano colto perfettamente il tono e il linguaggio visivo che rendono unica la saga di Indiana Jones. Realizzare un moderno action-adventure basato sull’archeologo più famoso del cinema sarebbe potuto essere semplice, considerando l’eredità di titoli come Tomb Raider e Uncharted. Invece, MachineGames ha osato con un approccio diverso: un’avventura più ampia, dal ritmo lento e profondamente immersiva. Certo, non mancano sezioni lineari e momenti spettacolari, ma il gioco non si limita a offrire un’esperienza “rollercoaster”. Al contrario, permette di vestire davvero i panni di Indiana Jones, con ricerche approfondite, travestimenti, furtività nelle basi nemiche e combattimenti improvvisati. Questo approccio potrebbe non soddisfare chi cerca un’azione più frenetica, ma è proprio questa audace visione che rende Indiana Jones e l’Antico Cerchio una perla rara. Ogni elemento del design si combina in modo così naturale che ci si chiede come mai nessuno abbia mai provato a realizzare un’avventura simile prima d’ora.
Dopo le prime ore passate a esplorare il Vaticano, risolvendo enigmi mentre ci si muove travestiti da servitori della Chiesa o da membri del partito fascista, il gioco trova il suo ritmo. Le ambientazioni principali offrono un mix di libertà esplorativa e sezioni più tradizionali, sempre con uno spettacolo visivo degno del grande schermo. La scelta di adottare una visuale in prima persona, anziché il classico terza persona, rende l’esperienza più intima e coinvolgente. Non si gioca semplicemente nei panni di Indy: siamo Indy. Il combattimento, pur presente, non è il fulcro. Indiana Jones non è un maestro d’armi né un esperto di arti marziali: si affida all’improvvisazione e alla furbizia. Questo spirito permea ogni aspetto del gameplay, dalla furtività agli scontri, che risultano sempre autentici e mai superflui. La progressione è semplice, ma efficace. I “punti avventura” guadagnati completando missioni o scoprendo segreti possono essere investiti in potenziamenti legati alle abilità di base, senza aggiungere complessità inutile. Questo minimalismo mantiene l’attenzione sull’azione e sull’immersione. Dal punto di vista narrativo, la storia brilla per personaggi memorabili e colpi di scena ben orchestrati, il tutto in un’avventura di 15-20 ore che si inserisce perfettamente tra I Predatori dell’Arca Perduta e L’Ultima Crociata. La scrittura cattura l’essenza dei film, regalando momenti di pura emozione che culminano in un finale che ci ha lasciati soddisfatti, ma desiderosi di nuove avventure.
Anche il comparto tecnico è eccellente; grazie a un motore grafico derivato dall’id Tech 7, il gioco è visivamente spettacolare e fluido. Il comparto audio, come da tradizione LucasArts, è impeccabile, con una colonna sonora che richiama magistralmente i temi di John Williams, curata da Gordy Haab.
In definitiva, Indiana Jones e l’Antico Cerchio è una delle migliori esclusive Xbox degli ultimi anni e una delle avventure più audaci e innovative mai realizzate. Se amate i film di Indiana Jones, l’archeologia e il brivido dell’esplorazione, questo è il gioco che stavate aspettando.
Il gioco ci è stato fornito dal publisher per PC
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