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Bentornati amici e amiche della tribù. Se seguite attivamente le nostre pagine, avrete sicuramente già sentito parlare di Disintegration, (tra l’altro provato l’anno scorso alla Gamescom dal nostro Boss) particolare FPS con elementi strategici sviluppato da V1 Interactive, uno studio fondato da Markus Letho, nome piuttosto conosciuto nel settore in quanto una delle menti che hanno dato vita al franchise di Halo. Uscito su PS4, PC e Xbox One lo scorso 16 Giugno, ho passato le ultime due settimane alle prese con il gioco in questione che si è rivelato essere molto più interessante di quanto potessi immaginare e nelle prossime righe vi spiegherò il perché grazie alla nostra recensione del titolo.

Un futuro distopico

Come ogni FPS che si rispetti, Disintegration presenta una modalità giocatore singolo con tanto di trama di durata media. La storia è ambientata circa 150 anni nel futuro dove l’umanità ha patito guerre e sofferenze e adesso rischia l’estinzione, rimandata solo grazie all’intervento del colosso tecnologico Sang Froid, che ha sviluppato un sistema per trasferire la mente umana in corpi robotici, allo scopo di preservare la razza in attesa di tempi migliori: questo processo viene chiamato Integrazione. Con una tecnologia del genere ovviamente nascono i problemi, e infatti  vediamo come le persone vengano quasi forzate all’Integrazione, arrivando addirittura a costringere i Naturali (così vengono chiamati gli umani che hanno deciso di restare tali) a fare una scelta: traferire la loro mente nei corpi robotici o morire in quanto l’essere umano è ormai considerato una forma di vita debole e inferiore. Coloro che ritengono che l’umanità debba abbracciare l’Integrazione sono conosciuti come Rayonne e il loro obiettivo ultimo è la completa eliminazione di ogni forma di vita biologica sulla Terra. Qui facciamo la conoscenza del protagonista della storia, Romer Shoal, un ex pilota di Gravicicli che metterà su una banda di ribelli in Nord America con lo scopo di opporsi al capo dei Rayonne, Black Shuck, e salvare così il genere umano dall’eliminazione.

Considerando che si tratta della prima produzione di uno studio nato da poco, era lecito non avere alte aspettative per quanto riguarda la storia, anche col nome di Letho dietro, infatti pretendere di trovarsi davanti ad un altro Halo è sbagliato ma il rischio che la cosa potesse accadere c’era, parlo al passato proprio perché questo rischio non si è concretizzato e Disintegration ha una sua identità ben costruita, con un mondo di gioco definito e con una storia senza dubbio affascinante e capace di catturare il giocatore, cosa fondamentale per una modalità storia che sarà divisa in 12 missione per una durata totale di circa 7-8 ore, forse anche qualcosina di più o meno a seconda dell’abilità del giocatore. Come detto prima quindi una durata accettabile per quella che è solo una parte dell’esperienza completa del gioco.

FPS e RTS insieme funziona

Uno dei dubbi riguardo il gioco che è lecito avere è senza dubbio legato alla sua natura di FPS con elementi strategici, dubbi subito spazzati via da un gameplay ottimo che prende quello che funziona nel genere e aggiunge un pizzico di strategia agli scontri grazie ai comandi che permettono di gestire la nostra squadra ma per spiegarvi meglio come funziona Disintegration andiamo nello specifico. Innanzitutto il a differenza del classico FPS, il nostro protagonista non impugna armi direttamente ma si muove grazie al Graviciclo, una sorta di moto volante dotata di armi pesanti che guideremo in battaglia. Dotato di arma principale e secondaria, il nostro mezzo non serve solo ad eliminare i tantissimi nemici che pullulano le missioni, ma tramite esso potremo impartire ordini alla nostra squadra, cosa fondamentale per avere la meglio negli scontri senza però dimenticarmi che anche noi siamo armati e possiamo combattere, infatti è bene non limitarsi a lasciare fare tutto all’IA tramite i nostri ordini anche perché dobbiamo assicurarci che i compagni con vengano annientati; in Disintegration il gioco di squadra paga e piuttosto che andare in giro a sparare alla cieca è meglio studiare con cura le proprie mosse. 
Il problema del gioco però è una certa ripetitività e sensazione di tutto già visto che arriva troppo in fretta, accettabile da un certo punto di vista visto che si tratta di un FPS, ma aver avuto a disposizione una maggiore libertà di scegliere equipaggiamenti e di personalizzazione sarebbe stata sicuramente più gradita. Proprio parlando della personalizzazione, questa è limitata ad una serie di upgrade da effettuare tramite la raccolta delle risorse necessarie per essere applicati sia al nostro personaggio che la squadra.
Fatto questo il gioco non ha molto altro da offrire e non resta che passare alla modalità Multiplayer. 

Buon Multiplayer, ma poca scelta

Per quanto riguarda il comparto multiplayer, si vede come V1 Interactive abbia dato maggior risalto a quest’ultima, con la campagna in singolo che per quanto buona è una sorta di preparazione a quello che ci aspetta online, ovvero affrontare altri giocatori.
Il multiplayer di Disintegration offre tre modalità di gioco differenti, ognuna con scontri 5vs5: Controllo Zona, Recupero e Collezione e una serie di Classi tra cui scegliere per scendere in battaglia.
In Controllo Zona l’obiettivo è quello di mantenere dei punti specifici della mappa sotto il nostro controllo fino al termine della partita,praticamente si parla di Conquistare e difendere queste postazioni e guadagnare punti; vince chi allo scadere del tempo ne possiede di più.
Recupero vede i giocatori intenti a difendere e dover attaccare delle postazioni a parti alterne. Questa particolare modalità altri non è che il solito Deathmatch a Squadre perché è abbastanza facile intuire che eliminando tutti gli avversari con continuità, distruggere o difendere la base è piuttosto semplice.
Infine in Collezione saremo chiamati a recuperare determinati oggetti, anche dai nemici sconfitti, al fine di fare meglio del team avversario.
Per quanto riguarda le Classi del gioco, queste sono in tutte 9, ognuna con vantaggi e svantaggi rispetto al altre ma che di fondo sono tutte abbastanza inutili contro i Lost Ronin, classe sbilanciatissima in termini di gioco in quanto assolutamente superiore a tutte le altre (ed è quasi inutile dire che  molti giocatori usano solo questa, che fantasia). Nota negativa del multiplayer non è tanto la scarsa scelte di modalità (anche perché sono previsti aggiornamenti per il gioco che sicuramente andranno ad aggiungere nuovi contenuti) quanto il fatto che l’uso della squadra diventa superfluo e gli elementi RTS vanno a farsi benedire: in Multiplayer Disintegration è il classico FPS, nient’altro. 

Tecnicamente valido

La versione del gioco da noi provata è stata quella PS4, giocata su PS4 Pro. A livello visivo il gioco non eccelle ma neanche delude con una grafica buona e un framerate più o meno stabile, gli effetti visivi sono di buona fattura come esplosioni o parti di edifici che possono essere distrutti, indicatore di un certo livello in termini di “interagibilità” dell’ambiente. Buoni i modelli dei personaggi, per quanto il design “robotico” sia piuttosto semplice e un po’ banale e anche le ambientazioni non sono da meno, sebbene siano un po’ piccole. Per quanto riguarda il sonoro, in generale l’audio è decisamente ottimo, tra musica ed effetti sonori come ad esempio le esplosioni e da meno non è il doppiaggio, disponibile in un più che buono inglese.

Qual’è il nostro giudizio su Disintegration quindi? Decisamente positivo. Personalmente non sono un grande amante dei FPS ma ammetto che la prima fatica di V1 Interactive ha fatto il suo dovere e mi ha intrattenuto parecchio e divertito il giusto. Non sarà di certo un gioco innovativo per il genere e non vuole rivoluzionarlo, ma Disintegration sarà senza dubbio in grado di regalare ore di sano divertimento a tutti, che siate amanti dei FPS o no. 

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Disintegration è un titolo che sulla carta sembra piuttosto complicato. Infatti si tratta di uno sparatutto fantascientifico in prima persona, tranne per il fatto che stai guidando un hoverbike fluttuante e controlli simultaneamente più compagni di squadra guidati da una I.A., ognuno con specialità di combattimento e abilità che possono essere utilizzate individualmente, in pratica un FPS/RTS. Penso che il miglior complimento che possiamo fare a Disintegration sia che, alla fine dei 20 minuti con il suo multiplayer, non solo non lo abbiamo trovato complicato, anzi l’opposto, ma ci è rimasta una sana voglia di continuare a giocarlo.
Lo sviluppatore V1 Interactive sa che sta gettando i giocatori in qualcosa di nuovo, che all’inizio può sembrare strano e destabilizzante, ma ha trovato una soluzione accurata: il focus è incentrato sullo sparare, per ridurre il divario tra FPS e RTS. Premendo il grilletto destro si spara come ci si aspetterebbe, ma premendo il bumper destro si aprono i comandi degli ordini del proprio team per mandare ovunque i mirini puntino. Funziona in modo simile all’eccellente sistema Ping di Apex Legends, passando da “vai qui” a “rivendica quell’obiettivo” in base a ciò che stai indicando.

Questa filosofia si estende: l’attivazione delle abilità dei membri della tua squadra sono legate al D-pad che farà aprire un reticolo, mostrando l’area di effetto o la direzione dell’attacco. Questo metodo di mappatura del pad ci è piaciuto particolarmente: ci vorrà del tempo per imparare quali pulsanti fanno cosa, ma non c’è quasi alcuna curva di apprendimento su come ciascun comando agirà quando lo si attiva.
Questo schema di controllo è fondamentale sia per la campagna per giocatore singolo che per il multiplayer. L’unica cosa che sappiamo sulla modalità in singolo è il plot iniziale, cioè che ci troviamo in questo futuro distopico in cui i cervelli umani sono stati impiantati nei corpi dei robot per evitare una pandemia [un processo chiamato “Integrazione”, bel gioco di parole N.d.R.], e i fuorilegge stanno combattendo per riottenere il loro corpo umano dopo che un regime post-umano ha preso il controllo. Il personaggio principale, Romer, guiderà questi Gravcicle e comanderà una squadra assalto. Non abbiamo visto nulla della modalità in single player, ma V1 promette una campagna in costante evoluzione e di aggiornamenti constanti per tutto quello che riguarda sia i vari membri delle squadre sia degli equipaggiamenti.

Quello che ci hanno mostrato è il multiplayer 5v5 del gioco. Abbiamo giocato una modalità chiamata Retrieval, una variante di attacco-difesa che vede una squadra cercare di impedire a un’altra di raccogliere i nuclei di energia e consegnarli a un punto di estrazione. Gran parte del marketing intorno a Disintegration è incentrato sul suo creatore, Marcus Lehto, e sulla sua esperienza con la serie Halo. Questo potrebbe essere un indizio per la costruzione del mondo di Disintegration, ma il nuovo gioco di Lehto sembra più un misto di combattimento spaziale, di Titanfall e persino elementi MOBA. Il gravcycle è una cosa intelligente, e funziona bene per quanto riguarda la parte FPS e con l’abilità aggiuntiva di cambiare l’altezza di volo [fino a un certo livello – non si può semplicemente allontanarsi dallo scontro N.d.R.], ma anche la parte RTS da le sue soddisfazioni e funziona senza nessun problema. Questo si traduce in essere abbastanza agili da volare attraverso le porte e verso le aree interne, senza dare quella sensazione di oppressione o legnosità nei movimenti e si sviluppa in bellissime battaglie sia per quanto riguarda lo sparatutto che per quanto riguarda la parte strategica.
Anche i gravcycle e le squadre che li accompagnano sono abbastanza vari. Il multiplayer ti consente di scegliere tra squadre preimpostate [presentate più come squadre sportive violente che guerrieri fuorilegge N.d.R.] ognuna delle quali agisce secondo regole specifiche. La mia scelta è ricaduta sulla squadra con un equipaggiamento da samurai e senza saperlo mi sono ritrovato un’ottima squadra, molto bilanciata sia per quanto riguarda l’attacco che la difesa.

Il mio nuovo gravcycle aveva due modalità di fuoco: la prima era una specie di mitragliatori laser, mentre la seconda era un lancia granate. La mia squadra, nel frattempo, era equipaggiata con due membri che potevano creare campi di energia che rallentavano chiunque li attraversasse, e un mech gigante con un attacco di mischia ad alto danno ed un attacco ad area che faceva cadere un bombardamento dal cielo. Divenne presto chiaro che avrei potuto rallentare più squadre e bombardarle dall’altro facendo una strage. Questo fa capire come si possa unire e sia ben bilanciata la frenesia di uno sparattutto e la strategia di un RTS. Tutto questo si traduce in gioco che all’inizio ti sembra spiazzante, ma una volta apprese le basi e imparato la mappatura del pad e le abilità delle squadre non vorrete più staccarvi!

Ora non ci resta che aspettare un nuovo appuntamento con il gioco per vedere la campagna in singolo giocatore, ma se queste sono le premesse non vediamo l’ora di provare di più e giocarci di nuovo.

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