Dune: Awakening - Hands-On [Gamescom 2024]

Pubblicato il 4 Settembre 2024 alle ore 9:41
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Tra i titoli più attesi di questa Gamescom 2024, Dune: Awakening è sicuramente uno di quelli che eravamo più curiosi di provare e che qui a Colonia abbiamo giocato per circa un’ora, per poi chiacchierare per una ventina di minuti riguardo il gioco. Gli sviluppatori hanno portato un segmento di gameplay posto al termine del tutorial, ma dopo qualche tempo hanno proposto di fornici qualche oggetto in più in modo da poter provare anche il mid e late game, in cui saranno presenti anche veicoli di terra e ornitotteri per volare.

Partiamo però dalle basi. Dune: Awakening è un titolo survival che pone l’accento sulla sopravvivenza su Dune (Arrakis), un pianeta desertico caldissimo e inospitale popolato da pochissime creature viventi e dai Fremen, una civiltà in stretta simbiosi con l’ambiente. Questo corpo celeste, a dispetto della sua natura estrema, è divenuto enormemente importante per la comunità galattica a causa della spezia, una potente sostanza psico-attiva che si accumula sulla superficie desertica del pianeta, e che è fondamentale per il viaggio nello spazio. In questa versione videoludica della Space Opera però le cose non vanno proprio come si vede sia nei libri che nelle opere cinematografiche, e per la precisione Paul Atreides non vedrà mai la luce, dato che la madre deciderà di seguire i dettami della sorellanza Bene-Gesserit e darà alla luce una bambina. Questo porterà, una volta che gli Atreides si saranno insediati su Arrakis, al fallimento dell’invasione degli Arkonnen, i quali riusciranno a sbarcare sul pianeta, ma non a sopraffare l’esercito antagonista. Con Leto Atreides ancora in vita e l’avversario sul pianeta le cose si complicheranno non poco, ed avrà inizio una vera e propria guerra tra le due fazioni. Sarà a questo punto che l’imperatore stesso darà il suo consenso allo svolgersi del conflitto, purché il rifornimento di spezia non sia interrotto. In tutto questo il nostro alter ego [del quale potremo specificare il background in fase di creazione N.d.R.] si ritroverà a dover sopravvivere sulla superficie del pianeta e nel mentre fonderà una vera e propria gilda che, con l’aumentare dell’influenza e degli esponenti che riuscirà ad attrarre, diventerà un tassello sempre più centrale nello scontro tra Atreides e Arkonnen.

Arrivati a questo punto non ci resta che parlare però del gameplay di Dune: Awakening; come di consueto permetteteci quindi di inserire le solite precauzioni di rito riguardo lo stato dei lavori. La build che abbiamo avuto modo di giocare non è infatti definitiva, e come tale non rappresenta lo stato finale dei lavori, va presa quindi con grano salis come uno stato di avanzamento dei lavori che ci permette di avere un’idea di quello che sarà poi il gioco una volta concluso al 100% il lavoro di sviluppo e di polishing.
Ad ogni modo, una volta catapultati nel gioco ci sono subito un paio di elementi che hanno attratto la nostra attenzione (e su cui abbiamo chiesto anche qualche approfondimento). Il primo, e anche piuttosto chiaro, è l’esposizione alla luce del sole di Arrakis (Canopo), indicatore che sale piuttosto alla svelta e ci condurrà ad una atroce quanto precoce dipartita se non ci muoveremo a trovare riparo alla svelta. Il secondo indicatore è più insidioso, e compare solo se rimarremo per lunghi periodi di tempo nella stessa zona, ed è la vicinanza di un grande verme delle sabbie. Come accade nei film, queste gigantesche creature sono attratte dalle vibrazioni che indicano la presenza di attività in superficie, motivo per cui permanere e correre in una stessa zona a lungo incrementerà la possibilità di essere scoperti da queste creature. Attenzione però, i vermi delle sabbie non compariranno dal nulla per darci la caccia, ma bensì seguiranno delle ronde lungo tutto il deserto e si accorgeranno di noi solamente in caso fossimo troppo vicini, facendo comparire questa specie di simbolo a forma di sismografo a schermo.

Le meccaniche survival di Dune: Awakening sono per il resto molto classiche e prevedono la gestione di acqua, cibo e stanchezza come nei migliori titoli del genere. Aggiungete alla formula il crafting di armi e armature, oltre ai i veicoli, ed avrete un interessante spaccato di quelle che sono le opzioni a vostra disposizione mentre esplorate la superficie di Arrakis.

Detto ciò, vorremmo porre l’accento su alcune meccaniche rese qui molto interessanti. In primis la gestione dell’acqua è un tema molto sentito all’interno dell’opera che è Dune, e quindi anche nel gioco gode di un trattamento di riguardo. Il giocatore avrà diversi livelli di idratazione e finché manterremo il nostro corpo idratato non ci saranno grossi problemi. L’indicatore è però diviso in diverse aree, e per riempirlo al massimo (godendo così di tempo in abbondanza prima di doversi rifornire ancora) richiede qualche accorgimento. Se infatti è possibile recuperare un minimo di idratazione da alcuni piccoli arbusti sparsi alle pendici delle grosse formazioni rocciose (azione che può caricare al più la prima barra), per ottenere un livello più soddisfacente dovremo procurarci dei liquidi più sostanziosi. Questo è possibile usando dei contenitori tipo borracce, ricaricabili presso delle fonti, o anche tramite i propri nemici. Come da migliore tradizione Fremen, sarà possibile adoperare dei filtri collegati a degli aghi per estrarre dal sangue dei caduti direttamente la preziosissima acqua a noi tanto utile. 

L’altro elemento molto importante è il combattimento, qui riportato sia con le armi bianche che con le armi da fuoco (armi praticamente inutilizzabili nell’universo di Dune a causa dell’esistenza degli scudi personali che però non sono utilizzabili nel deserto perché attirano i vermi delle sabbie). Ora, fino a qui il gioco ci ha fatto un’ottima impressione e, salvo un comparto grafico non proprio eccezionale, il gioco si è comportato in modo più che dignitoso. Purtroppo con il test effettuato in combattimento e soprattutto con l’uso dei veicoli, sono saltate fuori alcune criticità che ci hanno dato un po’ da pensare. Dune: Awakening sembra infatti ancora abbastanza indietro sul lato del polishing e, se da un lato siamo davanti ad una build di test, dall’altro molte animazioni e anche alcune interazioni con l’ambiente ci sono sembrate molto abbozzate. Gli attacchi in corpo a corpo e i colpi delle armi non trasmettono una buona fisicità, la guida dei veicoli è senza peso e a pilotare una moto delle sabbie sembra di essere in groppa a una saponetta sul ghiaccio. Al contrario la fisica del volo con l’ornitottero, sebbene non sia subito facile da padroneggiare, funziona decisamente meglio, offrendo un mezzo di trasporto sicuramente da endgame, ma almeno rapido e malleabile.

Per concludere, dopo questa prova Dune: Awakening ci è sembrato un buon prodotto e un buon survival, ma con ancora diversi elementi acerbi e alcune meccaniche abbozzate; certo, di tempo ce n'è ancora, il gioco è previsto in uscita nel 2025 su PC e console, però forse, complice anche una Ip basata su un brand ormai così famoso e di successo, ci si aspettava qualcosa in più.

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