Buongiorno a tutti e benvenuti in questo nuovo articolo in compagnia del Nonno che oggi è qui per parlarvi della Beta di un gioco che sto seguendo da molto molto tempo. Stiamo parlando naturalmente di Escape from Tarkov, titolo ancora in fase di sviluppo da parte di Battlestate Games, di cui abbiamo avuto modo di avere un codice Beta di quelli superfighi [qui tutti quelli disponibili. NdN], il migliore in circolazione chiamato Edge of Darkness Limited Edition, che garantisce l’accesso alla Beta con già molti equipaggiamenti in nostro possesso.
Vi avevo già parlato di questo titolo nello Speciale di Colonia della nostra rivista Tribe Gamezine a pagina 57, perché durante la fiera avevamo avuto modo di incontrare uno degli sviluppatori il quale ci ha mostrato, nel poco tempo a nostra disposizione, una piccolissima parte di gameplay. Se per sbaglio vi siete persi la lettura del numero di lancio della rivista vi invito a correggere questo errore quanto prima, andando immediatamente a scaricarla gratuitamente da questo link e farci sapere cosa ne pensate con un commento.
Grazie all’accesso alla Beta abbiamo potuto esplorare il titolo in lungo e in largo e adesso possiamo finalmente parlarvene con un po’ più di precisione e prendendoci il tempo necessario.
Tempo: in queste poche righe ho già utilizzato questa parola diverse volte e continuando a leggere vedrete che il concetto del tempo sarà sempre più presente, ne bene e nel male.
Come vi dicevo seguo questo titolo da un bel po’ di tempo, già da quando non si era nemmeno sicuri di che razza di gioco sarebbe stato.
Quando vidi le prime immagini, la prima impressione fu di un titolo single player con una trama orizzontale ben marcata, con parti di gioco maggiormente survival ad arricchire il classico gameplay fps. Ammetto sia stato uno dei primi [unici? NdN] giochi che mi hanno spinto ad iscrivermi al sito degli sviluppatori per ricevere mano a mano le immagini rilasciate, le news e i diari di sviluppo.
Sono stato un po’ deluso infatti nello scoprire che il gioco non sarebbe stato minimamente ciò che avevo sperato.
Da buon Nonno apprezzo i giochi che hanno una trama coinvolgente e appassionate a livello emotivo durante la narrazione, sono i titoli che ciascun giocatore si ricorda di più e che rimangono nella memoria. Ho detto che sono rimasto deluso ma non per il fatto che questo Escape from Tarkov altro non sia che un MMO con elementi RPG e Simulativi, ma solo per la paura che questo titolo diventi uno dei tanti titoli fps multiplayer fotocopiati, che ormai da anni ammorbano i nostri PC, le nostre console e i vari social.
Provandolo con mano però abbiamo visto che questo titolo presenta molte differenze e innovazioni rispetto ad altri titoli dello stesso genere; andiamo a vederle tutte quante.
Volendo semplificare al massimo il titolo potremmo dire che il gioco consiste nel riuscire a portare in salvo il nostro personaggio al di fuori da Tarkov, zona di guerra di una ipotetica terra russa in cui la società civile è andata a ramengo e le uniche persone rimaste sono i combattenti mercenari appartenenti a fazioni diverse più o meno leali allo stato, oppure cittadini che cercano di sopravvivere sciacallando provviste e tutti i materiali commerciabili. Questa lettura superficiale e semplicistica racchiude in se tanto del gioco che abbiamo avuto modo di vedere, ma tralascia alcuni aspetti fondamentali.
Il gioco è un grande ‘tutti contro tutti’, in cui sarà essenziale raccogliere equipaggiamenti, risorse, armi, munizioni ed equipaggiamenti medici per riuscire a rimanere in vita e fuggire da questo territorio ostile.
Il menù di gioco iniziale è un grande hub in cui potremo fare diverse cose [limitate per ora perché molte funzioni non saranno attive in questa Beta. NdN].
Innanzitutto avremo a disposizione due modalità di gioco, le quali ci permetteranno di scegliere se giocare come Scav o con il nostro personaggio principale. Iniziamo dalla modalità Scav, in cui ci ritroveremo all’interno della mappa con un equipaggiamento casuale [solitamente sopra la media. NdN] e avremo la possibilità di cercare equipaggiamenti e risorse, oltre a dare la caccia ad altri giocatori. Una volta fatta incetta di materiali di qualsiasi tipo potremo raggiungere una delle uscite della mappa e mettere così in salvo l’equipaggiamento trovato, che potrà in questo modo essere usato durante le nostre partite con il personaggio principale. Naturalmente, per evitare che i giocatori esagerino nelle proprie partite come Scav, tra una partita e l’altra dovremo attendere trenta minuti.
Prima di iniziare una partita con il nostro personaggio principale dovremo decidere con quale equipaggiamento entrare in gioco, con quali armi, con quale vestiario [dunque quanto spazio avremo a disposizione nell’inventario. NdN], se portare cibo o acqua o uno vari medikit.
Naturalmente dovremo fare molta attenzione alla quantità di materiale che ci porteremo dietro e questo per 2 motivi differenti: il primo è che lo spazio nel nostro inventario è molto limitato e più cose ci porteremo dietro, meno spazio rimanente avremo per i vari drop che troveremo; mentre il secondo motivo è che se dovessimo morire in azione prima dello scadere dei 100 minuti, perderemo [quasi sicuramente. NdN] tutto il nostro equipaggiamento. Il “quasi sicuramente” è dato dal fatto che, prima di iniziare la partita, potremo assicurare la nostra attrezzatura pagando uno dei mercanti e dunque, nel caso in cui nessun giocatore in-game spogli il nostro cadavere di tutti i nostri averi, avremo indietro ciò che abbiamo assicurato.
Parlando di pagare, all’interno dell’hub iniziale saranno presenti diversi mercanti che potranno barattare o vendere ed acquistare merce di qualsiasi tipo; alcuni di questi mercanti accetteranno solo soldi mentre altri vorranno tipologie differenti di equipaggiamento in cambio della merce. Parlando di soldi, durante i nostri raid troveremo sia rubli (in grande quantità) sia banconote in euro o in dollari con cui potremo acquistare merce di valore superiore. I vari mercanti ci potranno dare anche delle quest da portare a termine, che potranno aumentare [nel gioco definitivo. NdN] il livello di lealtà verso gli npc.
La quantità di oggetti che potremo trovare risulta veramente estesa: cibarie liquide e solide con caratteristiche differenti che ad esempio ci riempiono la barra della fame di una determinata quantità ma ci alzano la sete, oppure viceversa, che ci dissetano ma non influiscono sull’energia. Questa caratteristica non è da ignorare, difatti più di una volta siamo morti di fame e di sete, perdendo tutto ciò che avevamo solo perché non eravamo equipaggiati con acqua e/o cibo.
Oltretutto, potremo trovare attrezzi di tutti i tipi, batterie, pezzi di computer che potremo decidere di vendere ai vari mercanti e naturalmente troveremo armi e attrezzature correlate. Le armi sono il punto focale di questo gioco. Solo in questa Beta vengono messe a disposizione pistole, fucili a pompa, a ripetizione, mitragliatori pesanti e leggeri, munizioni di qualità differenti e accessori vari come mirini, slitte, impugnature. La cura dedicata alla sezione armi è veramente maniacale e non sarà semplice capire come districarsi in questo universo. Dovremo leggere menù su menù, ispezionare ogni singolo oggetto e avere molta, ma molta pazienza nel non mollare subito il titolo.
Il gioco difatti non è “user-friendly”, soprattutto per giocatori magari meno abituati ai giochi simulativi di guerra e survival.
Come accennato, Escape from Tarkov non è un gioco per tutti.
Oltre ad essere complesso nelle meccaniche non è sicuramente un titolo da giocare nei ritagli di tempo. Prima di entrare in partita, tra la preparazione iniziale e i caricamenti geologici [il più veloce è stato di 4 minuti mentre altre volte abbiamo superato i 6. NdN], avremo bisogno di almeno 15 minuti e sommando i 100 minuti di partita canonica, dovremo mettere in conto un bel po’ di tempo da dedicare a questo gioco.
Se poi dopo i 15 minuti iniziali moriremo appena messo piede all’interno della mappa [magari per via di uno spawn davanti a dei nemici. NdN], dovremo fare attenzione a non richiamare tutto l’arco dei santissimi incastonando il mouse nello schermo.
A livello tecnico il gioco è ancora insufficiente e mostra esattamente il livello di sviluppo a cui è arrivato. La grafica non è male, così come l’illuminazione e l’atmosfera generale, ma il titolo è pesante e richiede un sacco di risorse per girare decentemente; a livello di ottimizzazione comunque c’è ancora molto da fare.
Le mappe sono enormi e ricche di dettagli, sviluppate sia in orizzontale e sia in verticale, le case sono ammobiliate [non in mille modi diversi ma si nota lo sforzo nel differenziarle. NdN], però nonostante questo vi è la necessità di qualche ritocco. In alcune zone paludose, ad esempio, non ci si rende conto della presenza dell’acqua fino a che non si sente il rumore del personaggio che entra in acqua e si nota il rallentamento pei propri passi.
Anche a livello audio è stato fatto tanto lavoro ma ancora non sufficiente. Il rumore dei nostri passi cambierà significativamente in base al tipo di pavimento/terreno su cui staremo camminando e i rumori ambientali sono mappati decentemente all’interno dell’ambiente. Quello che non ci ha convinto del tutto è l’equalizzazione dei volumi in relazione alla distanza della fonte sonora rispetto al nostro personaggio.
Come già accennato, anche l’hud in genere non è per nulla semplice da usare a livello utente, i menu [anche quelli in game. NdN] sono piccoli e squadrati, così come gli inventari e i sistemi di acquisto/vendita con i vari mercanti.
C’è sicuramente ancora molto lavoro da fare prima che il gioco sia pronto per il rilascio ufficiale, ma già così offre un sacco di divertimento e un livello di difficoltà non indifferente. Escape from Tarkov non è un gioco da affrontare alla leggera, perché ha la capacità di sculacciare forte e di scoraggiare immediatamente il giocatore incauto, a rischio di abbandonarlo definitivamente fin da subito.
Per concludere questo lungo articolo, posso dire che sentiremo ancora parlare a lungo di Escape from Tarkov, un gioco che ci ha sorpreso nel bene e nel male e che non vediamo l’ora di poter giocare nella sua release finale, sperando che la Battlestate Games ascolti a fondo il parere dei tanti giocatori [magari anche il nostro. NdN] che stanno provando il titolo e corregga al meglio i tanti difetti che ancora mostra.
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