La line-up di SwissGames – Hands-On [Gamescom 2024]

Pubblicato il 22 Ottobre 2024 alle ore 10:56
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Grüetzi, amici della Tribù! Oggi torniamo finalmente a parlare di tutte le belle cosine che il vostro redattore ha potuto vedere nel corso della sua prima visita alla Gamescom di quest'anno. L’articolo di oggi, inoltre, sarà leggermente diverso da tutti gli altri visti finora, dato che non si concentrerà su un singolo titolo… ma lasciatemi prima spiegare.
Durante la prima giornata di fiera, io e il Boss redazionale abbiamo avuto modo di visitare lo stand dedicato a SwissGames, ovvero l’iniziativa che promuove le numerose produzioni videoludiche dei nostri vicini elvetici. Accompagnati quindi tra le varie postazioni, abbiamo così avuto modo di vedere e provare con mano una piccola fetta dei vari giochi presenti in fiera (considerate che in totale lì ce n’erano diciannove). Nel corso di questo speciale, dunque, cercherò di analizzare ciò che ho avuto modo di scoprire assieme ai nostri amici svizzeri e che prime sensazioni mi ha lasciato poter mettere le mani in pasta con ben cinque titoli diversi. Buona lettura!

Wizdom Academy [Kipwak Studio]

Il primo titolo di cui parleremo oggi è Wizdom Academy, un gioco gestionale e di simulazione che ci ha subito colpito a livello visivo per la sua resa grafica e la sua direzione artistica. Facciamo notare che questo è l’unico titolo della carrellata di oggi che non abbiamo effettivamente giocato noi direttamente, dato che il tutto ci stava venendo esposto da una sviluppatrice [ma ciò forse è stato un bene, vista la mia inettitudine coi giochi di questo genere N.d.R.].
Wizdom Academy, come si potrebbe evincere dal nome, pone il giocatore in un contesto sia fantasy che scolastico, ma in un ruolo decisamente particolare, quello di vero e proprio preside di un istituto magico. Sì, gente, avete capito bene: invece di essere l’Harry Potter della situazione, potrete finalmente vestire i panni di Silente, per una buona volta, e scoprire cosa si prova a poter amministrare direttamente una scuola di magia!

Il gameplay di questo titolo ci è parso assai stratificato, dato che la gestione dell’accademia fantastica a noi affidata non si limita solo alla parte di mera costruzione di edifici o di logistica. Infatti, ci è stato mostrato come, nel corso di una partita, al preside spetteranno anche compiti come la valutazione e l’accettazione dei nuovi studenti, potendo quindi attivamente regolare l’afflusso di nuove leve all’interno dell’istituto, o la negoziazione col corpo docente. Gli insegnanti avranno modo di fornirci missioni e mostrare il loro apprezzamento per il nostro operato: riuscire a soddisfare le loro richieste sarà la chiave per sbloccare potenziamenti e poter così mano a mano ampliare attivamente la nostra scuola. La struttura di gioco, insomma, ci è sembrata molto solida e ben calibrata, in grado di permettere al giocatore di progredire nello sviluppo dell’accademia grazie a bonus e sistemi diversi che sono stati creati per lavorare come ingranaggi ben oliati della stessa macchina.
Non è tutto oro quel che luccica e, per aggiungere un po’ di pepe in più, i ragazzi di Kipwak Studio hanno deciso che ci toccherà anche il compito di indagare e cercare di risolvere il mistero che avvolge le improvvise carenze di mana che affliggono la zona. Si sa che un incantatore non è niente senza la sua energia magica, in fondo… figurarsi un’intera scuola piena di maghi!

Per concludere, possiamo dire che Wizdom Academy ci è parso un titolo molto promettente. L’idea alla base del gioco è ben congeniata e quella vena di investigazione che il titolo sembra avere aggiunge ancora più carisma a un pacchetto già accattivante.
Nel caso siate curiosi di provare voi stessi con mano questo titolo, vi consigliamo di fare un salto sulla pagina Steam del gioco per scaricare la demo gratuita. Demo che, oltretutto, sta venendo monitorata e aggiornata nel corso del tempo e che ha ricevuto il suo ultimo aggiornamento proprio la settimana scorsa [a dimostrazione di quanto i ragazzi di Kipwak tengano al progetto N.d.R.].

Flying Toyz [Momento Games]

Secondo nella nostra rassegna di SwissGames è il gioco nato da un’idea di due fratelli italiani, tanto folle quanto affascinante: cosa succede se a Rocket League si unisce Overwatch? Beh, si ottiene Flying Toyz [scherzosamente ribattezzato per l’occasione “OverLeague” N.d.R.]!
Il concetto alla base del titolo è infatti quello di prendere la caratteristica del calcio in miniatura resa popolare dal primo gioco, sostituendo alle celebri macchinine dei personaggi con abilità e armi, rifacendosi quindi agli hero shooter, gli sparatutto a base di eroi dotati di caratteristiche e ruoli unici. Gli eroici protagonisti del gioco non sono in questo caso guerrieri muscolosi o signorine che cavalcano robottoni, bensì giocattoli, che mantengono quindi una taglia minuta e si sfidano [impossibile non pensare a Toy Story N.d.R.] in ambienti che fanno riferimento al nostro quotidiano, come la cameretta di un ragazzino.

Flying Toyz è un progetto dal grande cuore, pensato non per andare in diretto contrasto col gioco da cui prende chiaramente ispirazione, ma per poter fornire un'alternativa dotata di una personalità distinta e di un gameplay più variegato.
Pad alla mano, abbiamo potuto vedere come, dopo la selezione del personaggio, ci siamo trovati lanciati in sfide davvero coinvolgenti. La meccanica principe del gioco è che il nostro personaggio non è semplicemente in grado di "calciare" il pallone, ma può agganciarsi in giro per la mappa e direttamente alla sfera, in modo da poter prendere la mira e poi sparare con maggior precisione la palla in qualunque direzione. Il possesso del pallone chiaramente non è infinito, la possibilità di potersi muovere liberamente per il campo da gioco, però, seguita poi dalla capacità di poter mirare e cercare di segnare, ci ha subito colpito per la sua immediatezza e fluidità. Il tutto è merito di un sistema di controllo che, per quanto non ancora definitivo, mostrava già i segni di grande lavoro dietro le quinte per essere reso divertente e soddisfacente.

Per quanto riguarda la presentazione, Flying Toyz ha dei colori belli saturi e una direzione artistica un po’ “grezza”, ma non intendiamo in modo negativo. Avete presente quel periodo storico in cui studi come Pixar e DreamWorks stavano ancora sperimentando con la CG? Ecco, diciamocelo, se un gioco come questo vuole favorire un senso di comunità e familiarità, non possiamo che essere quantomeno incuriositi da questa scelta un po’ nostalgica a livello grafico.
Collegandoci al discorso della community, inoltre, possiamo dire come gli sviluppatori abbiano intenzione di confezionare un prodotto multipiattaforma completo di tutti gli strumenti del caso, quali supporto per controller, cross-platform e il caro e vecchio split screen. Pur non essendo presente una demo del titolo, vi consigliamo comunque di aggiungere il gioco alla vostra lista dei desideri su Steam… in futuro potreste ricevere dei graditi regali!

Shoe it All! [Amberbite]

Il terzo titolo da noi provato [e da me adorato, non lo nasconderò affatto N.d.R.] è stato Shoe it All!, un’avventura fuori dagli schemi in cui le vostre scarpe, o, meglio, le scarpe del vostro protagonista, saranno lo strumento definitivo per potersi ribellare… a tutto! E quale posto migliore per mostrare il proprio anticonformismo e il desiderio di non volersi omologare a ciò che ci dicono gli altri se non a cavallo di un’altalena? Se pensiate che siamo ammattiti, ricredetevi, perché non lo siamo, è tutto vero.

In Shoe it All! si prende il controllo di Lace, un ragazzo che sta andando in altalena, e si ha davvero la possibilità di far volare la propria scarpa in direzione dei più disparati oggetti o personaggi, bersagli del nostro messaggio di ribellione dai ritmi punk rock. Ogni livello è basato sulla fisica e ci pone infatti davanti a un sfida differente, in cui avremo modo di dondolare a più non posso per poi scaraventare la nostra calzatura tramite precise parabole verso ciò che ci si para davanti (con apparenti munizioni infinite).
Se credete che il concept di questo gioco non possa divertire per più di una manciata di minuti, probabilmente non avete mai sentito parlare di Angry Birds. Dopo aver impugnato il vostro controller, sarete con alta probabilità rapiti dal carisma di questo titolo, posti davanti alla possibilità di risolvere molti dei quadri (come se ci si trovasse davanti effettivamente a un puzzle game) in maniera personale e non per forza univoca. Nel corso dell’avventura, poi, scoprirete anche come le vostre scarpe possano essere potenziate grazie a effetti temporanei; nella demo da noi provata, per esempio, ci è stato mostrato cosa succede quando vengono mandate attraverso una fonte di calore e vengono quindi rese a tutti gli effetti delle armi incendiarie.

Graficamente, tutti gli elementi a schermo vengono resi come un graffito o uno scarabocchio fatto su un foglio, il che aiuta a rafforzare l’idea di ribellione alla base del titolo, con colori pastello che tengono alta l’attenzione del giocatore. Per non parlare delle divertenti scritte che compaiono a schermo quando si colpisce il proprio obiettivo, accompagnate da uno sfondo che viene pervaso da strisce di colori e nelle nostre orecchie risuona una potente schitarrata. A chiudere questo pacchetto di spudorata sfacciataggine vi è infatti un comparto audio che, come ci hanno spiegato gli sviluppatori stessi, si rifà pesantemente alle correnti alternative della musica rock, come il punk, divenuto un simbolo di anticonformismo e di lotta contro qualsiasi forma di controllo.
Le menti geniali di Amberbite hanno voluto confezionare Shoe it All! come un gioco pieno di fisica, colori, (auto)ironia e musica [da godersi rigorosamente con le cuffie, come è stato permesso a noi N.d.R.]. E noi non vediamo davvero l’ora di mettere le mani sopra la versione completa di questo gioco, quando verrà rilasciato su PC!

Eldritch Empathy [LUAL Games]

Con il tempo che correva veloce, era già arrivata l’ora di spostarsi in un’altra postazione, dove ci siamo trovati davanti a Eldritch Empathy, un’avventura che ci ha colpiti nuovamente per il suo stile grafico, ma che nascondeva un gameplay assai differente. La ragazza che ci ha introdotto al gioco [che solo dopo abbiamo scoperto far parte della coppia di sviluppatrici dietro a questo lavoro N.d.R.] ha cominciato a spiegarci quale fosse il punto di partenza per la realizzazione del titolo, fortemente ispirato ai lavori di H. P. Lovecraft.
Molti dei prodotti che si rifanno alle opere dello scrittore statunitense si basano sull’aspetto meramente visivo che gli orrori cosmici scatenano quando entrano in contatto con il nostro mondo. Eldritch Empathy cerca invece di spostare il focus della narrazione su un altro aspetto legato ai grandi antichi (e alle ripercussioni che la loro presenza ha sulla psiche dell’uomo), ovvero il linguaggio, tinteggiato dall’incomprensione e dall’incomunicabilità di quando ci si trova a che fare con qualcosa che è al di là di ciò che è umano. Inutile dire che questo punto di vista inedito ci ha catturati facilmente.

La protagonista di questo Rogue-lite, al contrario di tutte le persone che la circondano, non è (ancora) uscita di testa dopo che un essere lovecraftiano ha raggiunto il mondo. Ella, anzi, ha ottenuto la capacità di carpire, seppur parzialmente, il linguaggio di questo orrore e si rende quindi conto di essere l’unica che può fare qualcosa per risolvere la situazione. Anche se non sa come, beninteso.
Giunge per noi il tempo di avventurarci nella foresta per capire il da farsi e affrontare a viso aperto la progenie e le creature mutate dall’oscura presenza. A ogni incontro, si ha la possibilità di aumentare le nostre conoscenze, tramite l’uso di strumenti, che sono quindi in grado di aiutarci a capire come i vari esseri necessitano di venir approcciati. Alcuni sono aggressivi, altri cercano conforto perché in ansia, mentre alcuni invece non sono che stressati… Ogni creatura è diversa e presenta un diagramma che mostra le sue tendenze, che noi possiamo influenzare tramite il linguaggio, ovvero i simboli occulti che abbiamo nel nostro diario. Con noi c’è anche una pistola, ovviamente con colpi limitati, nel caso la situazione dovesse farsi complessa, ma va ricordato che siamo studiosi, non combattenti: le conseguenze delle nostre azioni ci attendono dietro l’angolo!

Accompagnato da ambienti e personaggi in 2D estremamente stilosi e mostri in 3D che risaltano quindi maggiormente, Eldritch Empathy si è messo in mostra molto bene come gioco narrativo di chiara ispirazione a Papers, Please. Il sito di LUAL Games lascia intendere che i lavori su questo progetto siano ancora lungi dal finire, riportando il 2026 come finestra di uscita, ma noi rimarremo certamente in attesa di poter scoprire cosa questo titolo ha in serbo per gli appassionati!

Roots of Fury [knit'n'purl game studio]

Ed eccoci giunti all’ultima parte di questa carrellata di titoli visti in compagnia dei nostri amici di SwissGames. Il gioco che ha concluso la nostra visita è stato Roots of Fury, precedentemente noto solo come Roots, presente in fiera con un’apposita demo che permetteva di affrontare un intero livello, livello che noi [incredibile a dirsi N.d.R.] siamo riusciti a completare. La demo oltretutto è anche disponibile su Steam per tutti e supporta già il multiplayer per due giocatori, quindi lanciatevici pure dopo aver finito di leggere il nostro articolo!

Immaginate di essere una scienziata un po’ pazzerella, diciamo, e che dei fastidiosi insetti abbiano deciso di invadere il vostro giardino. Quale sarebbe la vostra soluzione per cercare di risolvere il problema? Se la vostra risposta è stata: “Rimpicciolirmi per fare in modo che se la prendano con qualcuno della loro stessa taglia!”, beh, complimenti, perché la premessa di questo ultimo titolo è proprio questa!
Imbracciando armi da mischia e fantasiose pistole, in Roots of Fury porterete quindi la guerra ai parassiti direttamente nel giardino di casa vostra. Il vostro obiettivo sarà quello di esplorare vari livelli e dungeon, schivando gli attacchi nemici e colpendo al momento giusto per sopraffare gli avversari, fino al raggiungimento del boss di fine area, così da poter ottenere il bottino più succoso. In questa impresa non sarete soli, però, dato che ad accompagnarvi ci saranno degli alleati improbabili tanto quanto l’idea della nostra protagonista, ovvero delle formiche. La scienziata sarà infatti in grado di stringere un sodalizio con questi industriosi insetti, sbloccando l’accesso non solo al formicaio (che diventerà la vostra base operativa), ma anche all’abilità di cavalcare diverse formiche in battaglia nel corso dei livelli.

Roots of Fury è un action RPG che si rifà ai titoli della serie Souls, ponendo un grosso focus sulla libertà di approccio agli scontri e all’esplorazione dei livelli dopo aver personalizzato il proprio equipaggiamento. La versione di prova del gioco era piuttosto piccina [il che ha senso, ci è stato spiegato che il tutto è stato ricostruito da zero dopo aver deciso di rendere il progetto totalmente in 3D N.d.R.] e non presentava ancora molte funzionalità, come la creazione di oggetti o il poter mettersi a cavallo di combattive formiche.
Malgrado ciò, la demo metteva già bene in mostra il loop principale del gioco, dove ci si deve avventurare in aree più o meno lineari e fare incetta di materiali e armi sconfiggendo orde di insetti. Vi assicuriamo che il tempismo nelle schivate (associate alla classica stamina) e un occhio attento alla barra vitale (per determinare quando o meno avrà senso arrischiarsi a prendere del danno) sono due abilità che sono state per noi messa già alla prova. Restiamo in attesa di novità… e di vedere quali assurdi insetti si dovranno affrontare nelle fasi avanzate del gioco!

Conclusioni

Per concludere questo articolo, immaginiamo abbia poco senso dilungarsi in troppe altre chiacchiere. Come avrete potuto leggere, la nostra visita presso lo stand di SwissGames è stata costellata di titoli molto promettenti e assai diversi, facendoci indubbiamente comprendere come il panorama dei videogiochi indipendenti svizzeri sia davvero prolifico e ricco di persone con idee vulcaniche che non aspettano altro che venire alla luce ed essere date in pasto ai giocatori. Tenete gli occhi aperti per tutti questi titoli, parola nostra.
Non possiamo fare altro che ringraziare caldamente Luciana, Andrea, Stefano e tutte le altre sviluppatrici e sviluppatori [con cui non ho purtroppo avuto modo di presentarmi a dovere N.d.R.] che ci hanno permesso di dare uno sguardo ai loro giochi. Ah, ovviamente, grazie ancora per il cioccolato!

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