Nioh 2 Archivi - Tribe Games https://www.tribe.games/nioh-2/ Videogiochi, Cinema, Giochi da Tavolo, Serie Tv, Podcast e Live Sun, 01 Sep 2024 18:08:07 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.6.2 https://www.tribe.games/wp-content/uploads/2021/08/cropped-avatar_facebook2021-32x32.png Nioh 2 Archivi - Tribe Games https://www.tribe.games/nioh-2/ 32 32 Nioh: cosa vogliamo vedere nel terzo capitolo https://www.tribe.games/nioh-cosa-vogliamo-vedere-nel-terzo-capitolo-speciale/ https://www.tribe.games/nioh-cosa-vogliamo-vedere-nel-terzo-capitolo-speciale/#respond Mon, 20 Apr 2020 08:00:00 +0000 http://https://tribe.games/senza-categoria/nioh-cosa-vogliamo-vedere-nel-terzo-capitolo-speciale/ Di Nioh e del suo sequel vi abbiamo parlato tanto nelle ultime settimane, del resto il titolo di Koei Tecmo e Sony ha […]

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Di Nioh e del suo sequel vi abbiamo parlato tanto nelle ultime settimane, del resto il titolo di Koei Tecmo e Sony ha così tanto da offrire che limitarsi alla sola e classica recensione sarebbe stato troppo poco. Dopo aver vissuto le avventure di William e un personaggio creato da noi in Nioh 2 che si è rivelato essere un prequel, viene lecito chiedersi se vedremo mai un terzo capitolo della serie, cosa più che possibile considerati il successo e le vendite ottenute, ma è anche vero che il rischio di minestra riscaldata è dietro l’angolo, quindi non sarebbe male se con l’arrivo di PS5 gli sviluppatori osassero qualcosa di più non solo dal punto di vista del gameplay, ma anche di level design.

Oggi voglio esplorare con voi alcune teorie su come Nioh 3 potrebbe essere, in modo da non risultare lo stesso gioco e soprattutto sfruttare un eventuale hardware più potente.

Dire addio agli stage e dare il benvenuto ad una struttura più libera

Uno dei pochi “difetti” di Nioh è la natura lineare dei suoi stage. In un setting come quello del Giappone feudale, che ha come contorno la cultura degli yokai e della mitologia giapponese in generale, limitarsi a singole ambientazioni sapendo cosa potenzialmente avrebbe da offrire il titolo dal punto di vista di level design è un gran peccato, ma in occasione di un terzo capitolo su console next le cose potrebbero cambiare, anche perché Koei Tecmo ha già esperienza nella creazione di mondi vasti e liberamente esplorabili.
Per distinguersi davvero dai suoi predecessori, un possibile Nioh 3 dovrebbe abbandonare la struttura a stage e abbracciare quella di semi-open world o open world vero e la cosa funzionerebbe in entrambi i casi. Dynasty Warriors 9 è il primo capitolo della serie ad essere interamente open world, abbandonando proprio la struttura a livelli dei vecchi capitoli, e si tratta di un gioco con una mappa sconfinata; basti pensare che per andare da un capo all’altro della Cina del gioco occorrono circa 30 minuti reali a cavallo, figuriamoci quindi quanto ci vorrebbe a piedi. Adesso immaginate di poter fare lo stesso su Nioh, magari proprio con una cavalcatura che diminuisce i tempi, con una parte di Giappone interamente esplorabile nelle sue meraviglie alla scoperta di luoghi nascosti e nuovi.
Non vi piace l’idea di un Nioh completamente open-world? In questo caso l’alternativa sarebbe realizzare un titolo stile Toukiden 2, dove abbiamo una “città principale” che farebbe da hub principale con negozi di vario tipo, NPC e possibilità di scegliere le missioni, principali o storia, per poi partire all’esplorazioni di tantissimi luoghi, collegati tra di loro da punti che fanno sia da checkpoint che viaggio rapido. Tutte cose viste nel recente Sekiro di From Software, titolo che restando fedele alla sua natura di “Souls-Like” ha saputo distinguersi proprio per aver inserito un mondo di gioco interamente esplorabile e pieno di segreti senza essere open-world.
Insomma, non c’è motivo che Nioh 3 debba essere la solita minestra riscaldata anche in considerazione del fatto che Koei Tecmo ha già avuto a che fare con mondi di gioco di grandi dimensioni. 

Rendere il sistema di combattimento più realistico

La sfida senza dubbio più difficile per un ulteriore sequel di successo sarebbe senza dubbio un cambiamento nei combattimenti, punto di forza dei primi due capitoli, ma troppo simili tra loro. Una buona idea sarebbe quella di rendere i combattimenti più realistici dove possibile. Siamo dei samurai, guerrieri esperti che con una mossa possono eliminare l’avversario, quindi perché non introdurre colpi specifici, magari contrattacchi fatti apposta che si sono già presenti, ma incidono poco sull’andamento di un combattimento con un nemico più forte del normale. L’idea sarebbe proprio di ispirarsi a Sekiro, dove parate, contrattacchi e spade incrociate sono all’ordine del giorno sia contro nemici normali che boss. Copiare quindi? No, ma prendere ispirazione non è un crimine e può aiutare. A livello di armi c’è poco da migliorare vista la varietà, ma si potrebbe introdurre un sistema di combo per rendere l’azione più frenetica e stimolante per il giocatore che piuttosto che limitarsi ad usare le sue armi preferite e basta, imparerebbe anche a usare mosse di vario genere.

Un Nioh 3 con duelli intensi a fil di spada sarebbe fantastico. 

Ultimo ma non per importanza gli Spiriti Guardiani. Nel primo capitolo si fondevano con la spada, nel secondo con il nostro personaggio; una bella idea sarebbe quella di evocare realmente i nostri spiriti in modo da affiancarci in battaglia per un tempo limitato, magari con tanto di mosse combinate tra il protagonista e lo spirito e perché anche controllabili sempre per un breve periodo, oppure no. Le idee per migliorare o cambiare il gameplay di Nioh sono davvero tante e tenendo a mente le potenzialità che la next gen porterà riproporre le stesse meccaniche una terza rischia di stufare sia critica che giocatori; certo, dal punto di vista di investimento e guadagni si andrebbe sul sicuro, ma perché non rischiare e osare a fare qualcosa di più?

Chissà, magari KT deciderà di non cambiare nulla o forse prenderà in considerazione qualche mio suggerimento a seguito di un miracolo che gli farà leggere queste righe.

La cosa certa è che vogliamo Nioh 3.

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Ormai è passato un mese dall’uscita di Nioh 2 e della nostra recensione (che potete leggere a questo link) e dopo aver giocato tanto al titolo è giusto cercare di dare risposta a una domanda più che lecita: il titolo di Koei Tecmo e Sony è veramente difficile o è più semplice di quello che si pensa?

Punitivo, non difficile 

Ebbene al contrario di quanto si pensa Nioh 2 non è poi così difficile; quindi vuol dire che semplicemente il 90% di chi ci gioca è scarso? No, troppo semplice ridursi a dire questo e nelle prossime righe vi spiego il perché.
Innanzitutto, quello che rende il gioco più “facile” di quanto si pensi è proprio il fatto che si tratta di un seguito; come detto nella recensione, il cuore del gameplay resta invariato rispetto al primo capitolo e chi ci ha già giocato è certamente più preparato rispetto a chi si avvicina a questa serie per la prima volta, il quale ovviamente andrà incontro a più difficoltà, almeno inizialmente. Come il suo predecessore, il livello del proprio personaggio e le abilità apprese giocano un ruolo chiave nella difficoltà generale del gioco: basta essere ad un livello sufficientemente elevato per avere la meglio sui nemici in un determinato stage, di conseguenza in Nioh 2 la difficoltà cala con l’aumento del nostro livello, un po’ come un RPG.
Oltre al fattore livello, poi c’è ovviamente da tenere a mente l’abilità di ogni giocatore: c’è chi è più portato alle sfide che si troverà davanti nel corso del gioco, chi meno, è inutile affermare il contrario, ma la pratica rende perfetti e un giocatore abile può superare qualsiasi cosa gli si pari davanti…però anche in questo caso la morte è qualcosa a cui dobbiamo farci l’abitudine perché Nioh 2 può punire il giocatore in qualsiasi momento, non importa quale sia il nostro livello né quanto siamo bravi, alla minima distrazione anche un banale mostriciattolo può condannarci alla morte, magari proprio mentre stiamo andando a recuperare amrita ed ecco che tutti i nostri progressi vanno a farsi benedire.

In poche parole Nioh 2 è un gioco che richiede la giusta attenzione e dedizione, nulla di troppo complesso o proibitivo, altrimenti preparatevi a sentire il seguente motivetto tante, ma tante volte:

Equipaggiamenti che fanno la differenza

Se pensate che un buon livello ed essere bravi basti a rendere Nioh 2 meno difficile, beh, vi sbagliate. Potete essere forti e bravi quanto volete, ma senza buone armature qualsiasi nemico può ammazzarvi con un singolo colpo, quindi è bene equipaggiarvi in modo giusto, magari con set e determinate armi che danno bonus dedicati. Un consiglio che vi posso dare è quello di non concentrarvi troppo nell’usare sempre le stesse due armi, ma di variare ogni tanto anche perché così facendo sbloccherete nuovi punti abilità per sbloccare skill che possono essere utilizzare indipendentemente dall’arma in uso. Nioh 2 offre veramente tantissimi tipi di armi ed armature, ognuna con una determinata rarità, effetto e via dicendo e non è semplice capire quale build sia adatta a noi, ma per fortuna viviamo nell’era di internet, dove trovare informazioni è un attimo senza dimenticare che ogni gioco ha una sua comunità pronta ad aiutare con guide e video.

Indecisi su come armare il vostro personaggio? Eccovi un esempio:

E un interessante guida approfondita a tutto quello che può servire nella vostra avventura https://nioh2.wiki.fextralife.com/Builds

Non esistono giochi difficili, Nioh 2 non fa eccezione

Sfatiamo questo mito che Nioh, i Souls e compagnia siamo giochi al limite dell’impossibile, siamo noi giocatori che stabiliamo se un gioco è veramente difficile o no (tra l’altro il discorso che ho fatto oggi lo si può applicare benissimo a tutti i titoli di From Software, con le dovute differenze).
Sembra quasi che a dire che Nioh 2 non sia difficile voglia sminuirlo, ma non lasciatevi ingannare da queste mie parole, del resto come ho detto nella recensione del gioco stiamo parlando di uno dei migliori action attualmente disponibili su PS4, ma quello che  ho cercato di farvi capire è semplicemente come, con le giuste conoscenze e la dovuta dedizione, anche un titolo tosto come questo può risultare decisamente più semplice. 

Detto questo spero però che Koei Tecmo mantenga la linea e non decida di rendere tutto troppo semplice solo per far leva su un pubblico più “casual”: di giochi come Nioh 2 ne abbiamo un gran bisogno.

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Nioh 2 https://www.tribe.games/recensione/nioh-2-recensione/ https://www.tribe.games/recensione/nioh-2-recensione/#respond Mon, 23 Mar 2020 10:00:00 +0000 https://https://tribe.games/?post_type=recensione&p=3689 Salve a tutti amici e amiche della Tribù, come ormai sapete abbiamo fatto di Nioh 2 il gioco del mese di […]

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Salve a tutti amici e amiche della Tribù, come ormai sapete abbiamo fatto di Nioh 2 il gioco del mese di Marzo e nelle scorse settimane abbiamo avuto modo di parlare della cultura degli Yokai che hanno ispirato il gioco e anche di una prova approfondita della demo finale. Oggi finalmente è il momento della recensione di questo “sequel”, virgolette perché a livello narrativo avremo modo di vedere come sia un prequel degli eventi del primo capitolo, ma soprattutto se il gioco è riuscito nel compito di migliorare quanto visto nell’originale Nioh, cosa non sempre successa per i sequel. Team Ninja arriva preparato e fin dal primo trailer ha promesso una serie di cambiamenti, senza snaturare le basi che hanno contribuito al successo di quella che oggi è diventata una serie a tutti gli effetti.

Il mutaforma

Come detto qualche riga sopra, Nioh 2 è un prequel del capitolo precedente, per l’esattezza gli eventi narrati si svolgono una cinquantina di anni prima e vedono per protagonista un personaggio che viene creato dal giocatore e che ha la capacità di tramutarsi in Yokai, un mutaforma. Nonostante sesso ed aspetto possano essere impostati a piacere, il nome del nostro avatar sarà quello presente in un coltello che porta sempre con sé: Hide. Ricevuta una lettera, il protagonista inizia la sua avventura in un Giappone che non solo è in guerra, ma che si ritrova infestato da Yokai potenti e pericolosi; nel corso del gioco non saremo soli e presto ci sarà affiancato un simpatico mercante dai modi un po’ grezzi che, a poco a poco, ci farà conoscere alcune figure storiche giapponesi come Oda Nobunaga, qui ancora vivo e molto più giovane rispetto a quello visto e affrontato da William e che Hide e il suo amico finiranno per servire per buona parte del gioco.
A differenza di Nioh, dove avevamo William che arrivava in Giappone per riprendersi lo spirito che gli era stato rubato (quindi un protagonista con uno scopo), la storia di Nioh 2 è abbastanza semplice se non addirittura abbozzata per gran parte del gioco che ci vede spettatori di un conflitto, mentre ad un certo punto inizieremo a saperne di più sul protagonista, sulle sue origini e sulla sua capacità di trasformarsi in Yokai. Difficile dire se la storia un po’ blanda dipenda dal fatto che il protagonista sia un semplice avatar del giocatore, quindi poco caratterizzato se non per le sue origini, o perché gli sviluppatori hanno preferito creare una storia di contorno per quello che è un titolo che fa del gioco giocato il suo punto di forza.

Samurai personale

In maniera simile a quanto visto nella demo, il primo passo da fare in Nioh 2 è quello di “dar vita” al nostro avatar. L’editor si presenta con un’interfaccia intuitiva e semplice da usare, l’ideale per navigare tra le svariate opzioni a disposizione: sesso, statura, colore della pelle, capigliatura, eventuali segni particolari come cicatrici e molto altro altro; fatto questo, il gioco ci porta in un’ area speciale dove sarà possibile scegliere due armi e uno di tre spiriti a disposizione, ognuno dei quali dà accesso ad una delle tre diverse forme Yokai (del quale vi parlerò approfonditamente in seguito). Una volta fatte le nostre scelte è tempo di iniziare il gioco vero e proprio.
Nioh 2 si presenta esattamente come il capitolo precedente per quanto concerne sia la struttura del gioco (missioni principali, secondarie e crepuscolo) sia a livello di gameplay, con la possibilità di impugnare le nostre due armi da mischia in tre modi diversi: impugnatura alta, media e bassa e due armi a distanza che si dividono in Archi, Arcibughi e Cannoni; le armi sono le stesse viste in Nioh e i suoi tre DLC, ma in occasione di questo secondo capitolo sono state introdotte delle novità come le accette doppie e la Switchglaive. Tornano anche la familiarità delle armi, parametro che aumenta quando utilizziamo l’arma di turno equipaggiata e le armi elementali. Novità assoluta sono le due tipologie di arma viste nella demo, ovvero le Benedette e Corrotte, in grado di scatenare effetti particolari in base al nemico affrontato. Le battaglie, o meglio il modo in cui si svolgono, sono le stesse di quanto visto in passato con nemici particolarmente aggressivi che se affrontati senza fare attenzione possono ucciderci in un istante e la chiave della vittoria sarà diminuire il loro Ki e renderli inoffensivi; una presenza quella del Ki che comporta il ritorno del Ritmo Ki, tecnica che ci permette un ristoro istantaneo di un certo numero di Ki dopo aver portato una combo in seguito alla pressione del tasto R1 quando un’aura pervade il nostro personaggio dopo un colpo; come sempre il ritmo Ki non solo serve a poter combattere più a lungo senza effettuare pausa, ma anche a dissipare i piccoli regni Yokai generati dai vari mostri sparsi in giro nella mappa. Ecco, parlando dei Regni Yokai una delle novità di Nioh 2 sono delle vere e proprie sezioni all’interno del livello: il nostro Ki si ricarica più lentamente e gli Yokai nemici risultano più potenti e aggressivi, e l’unico modo per dissipare il regno è eliminare un nemico in particolare o distruggere la fonte che lo ha generato. Il resto è pressoché identico al primo Nioh, con il giocatore che dovrà esplorare la mappa di turno alla ricerca del boss o dell’obiettivo prefissato per portare a termine la missione (nel caso di quelle secondarie) con i santuari sparsi in vari punti che fungono da checkpoint e punto dal quale ripartiremo in caso di morte. La presenza dei santuari vede quindi il ritorno dei piccoli Kodama da cercare in giro per i vari livelli e regioni in modo da attivare i bonus quali maggior rilascio di oggetti, equipaggiamenti, elisir e così via; inoltre viene introdotto il Bazar Kodama, luogo nel quale è possibile acquistare oggetti di vario tipo tramite una valuta ottenuta quando offriamo equipaggiamenti che non servono più.
Una cosa che mi ha colpito di Nioh 2 in modo estremamente positivo è la presenza di alcune trovate che rendono il gioco più accessibile, a tratti anche più facile, quale la possibilità di evocare dei bot che ci aiuteranno per un determinato lasso di tempo o finché non saranno sconfitti, al contrario dei Redivivi che tornano anche qui e che se evocati andranno battuti. Questo però non rende il gioco facile: Nioh 2 può essere estremamente punitivo se preso alla leggera, ma, proprio come nel primo capitolo, premia l’abilità del giocatore; bisogna anche dire che spesso per avere la meglio su nemici che danno problemi basta salire di livello e trovare armi e armature migliori.

Yokai vs Yokai

Uno degli elementi più interessanti di Nioh 2 è certamente legato ai cambiamenti apportati all’uso degli spiriti. Se nel primo questi aiutavano William fondendosi con la spada, in questo secondo capitolo gli spiriti si fondono direttamente col nostro protagonista, facendolo trasformare in uno Yokai vero e proprio. Le funzioni di base rimangono le stesse, come il dover caricare la barra tramite l’assorbimento di amrita e, una volta in modalità Yokai, questa avrà una durata limitata che diminuisce in base ai danni subiti e inflitti. La differenza vera sta nel potenziamento dei nostri spiriti che avviene in due modi differenti; il primo è tramite i già citati punti abilità, che aumentano la loro durata, difesa, potenza offensiva e tanti altri bonus che vanno applicati alla trasformazione in generale, mentre i singoli spiriti vengono potenziati grazie ai Nuclei d’Anima che gli Yokai nemici e i Boss lasciano cadere di tanto in tanto. Ogni spirito possiede un determinato numero di punti armonizzazione dal quale dipende quale tipo di Nucleo possiamo inserire. Inizialmente infatti sarà difficile inserire due nuclei di Yokai particolarmente potenti negli spiriti di base che il gioco ci fornisce, cosa che sarà più semplice una volta ottenuti spiriti migliori; i nuclei però non servono solo ad aumentare alcune statistiche dei nostri spiriti, ma posso essere usati in battaglia grazie alla terza barra presente oltre quella della salute e del Ki tramite il tasto R2 e quello relativo alla posizione che abbiamo scelto per il nucleo d’anima. L’attacco portato svuoterà la barra che potrà essere ricaricata man mano che eliminiamo i nostri avversari.
Anche se il gioco propone un buon numero di spiriti da collezionare, le trasformazioni possibili sono solo tre: Bruto, Feroce e Spettro. La forma Bruto è una trasformazione che predilige l’attacco fisico alla velocità e grazie ad essa potremo infliggere un numero spropositato di danni a tutti i nemici, boss inclusi. Una forma perfetta per liberarsi da situazioni difficili, ma che ha come difetto la poca rapidità e un’apertura eccessiva agli attacchi nemici nel caso dovessimo trovarci circondati. La Forma Spettro è l’esatto opposto del Bruto: attacco basso, ma grande rapidità di movimenti e possibilità di schivare i colpi nemici, consigliata per chi vuole un approccio più cauto e difensivo così da correre meno rischi; infine abbiamo la Forma Feroce che altro non è che una via di mezzo tra bruto e spettro e di conseguenza offre un buon compromesso tra attacco, difesa e velocità. In ogni caso la trasformazione Yokai è l’ideale per passare indenni o quasi i vari Regni Yokai presenti all’interno dei livelli o quelli evocati dai boss, in quanto i suoi effetti non si sentono durante la mutazione. La conseguenza di tutto ciò è che cambiare spiriti e forme diventa indispensabile per avere la meglio sui nemici e avanzare nel gioco, a differenza del primo Nioh in cui bastava potenziare uno spirito a piacere.

Nioh 2 è uno dei migliori action su PS4

A livello tecnico Nioh 2 è identico al suo predecessore, dal motore grafico alla possibilità di impostare la modalità di gioco tra una ad alta risoluzione e framerate stabile a 30fps oppure la modalità azione a 60fps. In ogni caso il framerate è abbastanza stabile a prescindere dalle impostazioni scelte. Un vantaggio per gli sviluppatori è quello di non usare un motore grafico migliore, ma che rende palese l’uso, anzi il riuso eccessivo, di assets e moveset dei nemici visti nel primo Nioh, tant’è che fin dalle battute iniziali del gioco c’è una grande sensazione di già visto se non fosse per il level design, evocativo e molto ispirato. Vera pecca del gioco è la colonna sonora, blanda come nel predecessore e alquanto dimenticabile, mentre il gioco vanta l’audio in inglese e giapponese, almeno all’apparenza perché il gioco “forza” il doppiaggio originale giapponese a meno che non usciamo dal gioco, impostiamo il doppiaggio giapponese e torniamo a giocare, cosa decisamente diversa da Nioh dove i giapponesi parlavano appunto la loro lingua, mentre i personaggi stranieri parlavano in inglese. Per finire, il gioco vanta un’ottima traduzione in italiano che fa il suo dovere. 
Eccoci arrivati al momento di rispondere alla domanda posta all’inizio della recensione. Nioh 2 è meglio o peggio del suo predecessore? La risposta sta nel mezzo, né migliore né peggiore; questo perché le novità introdotte a livello di gameplay rendono il titolo certamente più fresco, ma la sensazione di già visto nei vari stage del gioco, unito ad assets palesemente presi dal primo capitolo danno l’impressione che Nioh 2 sia più un’enorme espansione che un gioco completamente nuovo e va benissimo così. Perché? Per il semplice fatto che Team Ninja non ha voluto rischiare e ha preferito mantenere la formula di successo vista in passato e riproporla con qualche piccolo cambiamento senza stravolgere nulla e il risultato finale è un gioco che si pone allo stesso livello del capitolo precedente, reso anche leggermente più accessibile dalla presenza dei bot nelle missioni, le quali rendono più facile giocare e la possibilità di giocare in cooperativa con altre due persone. Detto questo, Nioh 2 è senza il minimo dubbio uno dei giochi d’azione migliori attualmente disponibili su PS4A quando Nioh 3?

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Nioh e la cultura degli Yōkai https://www.tribe.games/nioh-e-la-cultura-degli-yokai-speciale/ https://www.tribe.games/nioh-e-la-cultura-degli-yokai-speciale/#respond Tue, 10 Mar 2020 09:00:00 +0000 http://https://tribe.games/senza-categoria/nioh-e-la-cultura-degli-yokai-speciale/ Ben ritrovati, cari ragazzi della Tribù, in questo speciale dedicato ai mostri, agli spiriti e alle altre strane creature divine […]

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Ben ritrovati, cari ragazzi della Tribù, in questo speciale dedicato ai mostri, agli spiriti e alle altre strane creature divine e demoniache che hanno fatto la loro apparizione in Nioh o che incontreremo in Nioh 2. Cercheremo dunque di apprendere qualcosa in più sul mondo degli yōkai che popolano il folclore giapponese e vivono da sempre in dipinti, storie e leggende. Non ci resta che addentrarci in questo affascinante mondo in cui ciò che immaginiamo di vedere non è così ben distinguibile da ciò che potremo vedere davvero…

CREATURE, SPIRITI E ALTRI PRODIGI

Innanzitutto, dobbiamo tenere presente che, a differenza della visione cristiana in cui Dio è in primis “padre e buono”, in Giappone uno spirito, un demone o una divinità sono in primo luogo potenti. Il confine tra dio o demone è molto vago perché questi esseri hanno in comune la capacità di influenzare gli uomini nelle loro azioni. Quindi, kami (divinità) e yōkai (spirito, apparizione inquietante) sono entità molto simili in quanto dotate di potere; la differenza è che i kami vengono onorati, mentre gli yōkai sono temuti o al massimo ignorati. Tuttavia, un kami non è sempre per forza buono e uno yōkai non è sempre malvagio: non esistono infatti esseri che incarnino il Bene o il Male in assoluto.
Premesso ciò, andiamo a vedere più nello specifico cosa sono gli yōkai, i cui kanji 妖怪 significano rispettivamente “apparizione” e “misterioso”. Essi sono degli esseri che hanno da sempre tale forma, alcuni più animalesca, altri sono antropomorfi, altri ancora somigliano ad oggetti. Forse uno dei più conosciuti è il kappa, un essere dalla pelle verde, le dita palmate e una sorta di pozza in testa; c’è poi il tengu, dall’aspetto umano ma simile ad un uccello, o ancora il kasabake, un ombrello con un occhio e una gamba per manico. Gli incontri tra umani e yōkai sono frequenti, a volte amichevoli e altre volte no. Spesso sono spiritelli burloni e dispettosi, altre volte si tratta di veri spiriti cattivi; di certo, sono una presenza costante che esercita una certa influenza nella vita quotidiana. Nel folclore giapponese ci sono centinaia di yōkai dall’aspetto strano e curioso, e le storie che li hanno per protagonisti risalgono ai tempi antichi. Ancora oggi queste leggende sopravvivono nel Giappone moderno e grazie ai film di animazione, come quelli di Miyazaki Hayao (ad esempio Totoro o La città incantata), hanno superato i confini nipponici si sono fatte conoscere in tutto il mondo.

Altre creature simili agli yōkai e appartenenti sempre al mondo degli spiriti sono i bakemono, gli oni e gli yūrei.
bakemono 化け物, ossia “cosa che è mutata”, sono i mutaforma che, cambiando il loro aspetto, ingannano gli uomini. I più famosi sono i tanuki, ossia i cani procioni, e i kitsune, ovvero le volpi.
Gli oni 鬼 sono simili agli orchi o ai demoni occidentali. Sono antropomorfi e hanno zanne, corna e artigli. Essi sono in genere identificati come guardiani degli Inferi dai poteri distruttivi.
Gli yūrei 幽霊, traducibile con “spirito evanescente”, sono i fantasmi del folclore giapponese. Si tratta per la maggior parte di spiriti di donne e sono anime che non riescono a proseguire il loro cammino a causa di situazioni irrisolte con i mortali.

VISTI DA VICINO…

Andiamo a vedere ora più in dettaglio le caratteristiche di alcuni degli yōkai che sono apparsi in Nioh o che vedremo in Nioh 2.

KODAMA


Il kodama木魂 letteralmente è l’anima di un albero. Non si sa esattamente che aspetto abbiano: alcuni sostengono che siano spiriti invisibili, altri che abbiano forma umana. In Nioh, come in alcuni film di animazione, essi sono raffigurati come piccoli omini che vivono sugli alberi. Non tutti gli alberi sono dotati di anima e quelli abitati da un kodama non si possono distinguere da quelli che invece non lo sono; tuttavia, se si abbatte un albero in cui risiede un kodama, la sfortuna si abbatterà su chi l’ha tagliato e su tutto il villaggio. Per questo motivo in Giappone gli alberi ritenuti sede di uno di questi spiriti sono segnalati da shimenawa, corde sacre.

KAPPA


Il kappa 河童è uno degli yōkai più conosciuti. Esso ha le dimensioni di un bambino, la pelle verde e squamosa, mani e piedi palmati, un guscio sulla schiena, è dotato di un becco simile a quello delle tartarughe e sulla testa ha una conca circondata da peli ispidi. Esso vive in laghi, fiumi e stagni e trae la sua forza dall’acqua che contiene nella pozza sulla testa: se l’acqua viene versata, il kappa è debole e innocuo. È ghiotto di cetrioli e di interiora di esseri umani. Infatti, grazie alla sua forza è capace di trascinare in acqua un uomo adulto e farlo annegare, così da succhiare il sangue e le viscere dall’ano. A dispetto di ciò, i kappa sono creature molto educate, amano il sumō e possiedono conoscenze mediche che sono disposti ad insegnarle agli umani che si sono dimostrati gentili con loro.

KASABAKE


Il kasabake, o kasaobake 傘おばけ, cioè “spettro ombrello”, è uno yōkai della famiglia degli tsukumogami, spiriti che si generano dagli oggetti di uso comune una volta raggiunti i cento anni. Esso ha l’aspetto di un ombrello con un solo occhio e una gamba umana al posto del manico. Il kasabake, come gli altri tsukumogamisviluppa la sua indole in base al trattamenti ricevuto quando era un oggetto: se veniva trattato male o è stato gettato perché ritenuto inutile, diventa uno spirito maligno e vendicativo; se invece veniva trattato bene dal proprietario, diventa uno spirito benevolo e innocuo.

ONIBI


Lo onibi鬼火, “fuoco demoniaco”, è una fiammella simile al fuoco fatuo che aleggia in aria. Quando appaiono uno o più onibi è molto probabile che si manifesti un fantasma, specialmente in cimiteri, spiagge o lungo le coste. Il colore degli onibi azzurro e rosso è dato dal colore dei due demoni avvolti nelle fiamme dell’inferno, Ao Oni (demone blu) e Aka Oni (demone rosso).

KARASUTENGU


Il karasutengu 烏天狗 sono i tengu-corvo. I karasutengu possiedono corpo umano, artigli, ali piumate e un forte becco. Vivono nelle foreste e costruiscono i loro nidi sui pini, dove si riproducono e depongono le uova. Sono yōkai malvagi, accusati di rapimento di essi umani, specialmente bambini e donne, i quali vengono poi ritrovati lontano dal luogo del rapimento in uno stato di follia.

HYAKUME


Lo hyakume 百目, ossia “cento occhi”, è uno yōkai dal corpo interamente ricoperto di occhi, perciò preferisce vagare di notte quando la luce del sole non può accecarlo. Quando incontra un uomo, uno dei suoi occhi schizza in fuori e inizia ad inseguire il malcapitato, per poi ritornare al suo posto. Esso appare vicino a templi vecchi o abbandonati per difenderli dai ladri. Non ha una bocca, quindi non si sa in che modo o di cosa si nutra. Non è uno yōkai pericoloso, ma è decisamente raccapricciante.

NURIKABE


Il nurikabe 塗り壁, “parete intonacata”, ha l’aspetto di un muro che blocca il passaggio. Se si cammina di notte lungo un sentiero e all’improvviso non si riesce più a proseguire, allora è probabile che sia opera di questo yōkai. In caso di pericolo i nurikabe possono diventare invisibili e quindi difficilmente individuabili; essi perseguitano la loro vittima facendole credere di aver perso per sempre la strada e gettandola nel panico assoluto. Si dice che, per scacciare questo spirito, si debba agitare per terra il proprio bastone o colpire la base del nurikabe. In Nioh sono presenti molti di questi yōkai sparsi per la mappa di gioco.

ROKUROKUBI


rokurokubi 轆轤首, “collo a tornio”, sono yōkai che hanno fattezze umane di giorno, in genere sono donne molto belle e raffinate, ma di notte si trasformano e il loro collo si allunga così tanto che la testa può andare dove vuole molto lontano dal corpo. Alcuni di essi non sanno di essere tali, sono timidi e si mostrano solo a ubriaconi e pazzi, altri invece sono malvagi e si nutrono dello spirito delle loro vittime addormentate. Si dice che i rokurokubi siano la reincarnazione di persone peccaminose o che hanno infranto i precetti della fede buddhista.

UMI BŌZU


L’ umi bōzu 海坊主, letteralmente “monaco marino”, è un gigantesco yōkai interamente nero che vive nell’oceano e gli unici dettagli visibili sono gli occhi luccicanti e un becco. Esso di solito appare di notte e vicino alle zone costiere. Esiste anche una versione di questo mostro senza occhi, naso o bocca. Se appare un umi bōzu, l’unica cosa da fare è stare in silenzio, altrimenti, in caso qualcuno provi a parlargli o si agiti, la nave verrà subito rovesciata con tutto l’equipaggio.

MUJINA


Il mujina 貉, “tasso”, fa parte della famiglia dei bakemono, ossia i mutaforma, cui appartiene anche il tanuki (cane procione). Si ritiene che i mujina possano stregare le persone anche meglio dei tanuki o delle volpi; infatti; si racconta che un mujina stregò il bonzo di un tempio, ne prese le sembianze e occupò il suo posto per ben sei anni prima che qualcuno se ne accorgesse.

KITSUNE


La kitsune 狐, ossia la “volpe”, è forse il bakemono più noto. In Giappone la volpe è considerata una creatura estremamente intelligente e astuta, oltre che molto longeva. Più una kitsune è anziana, più è saggia e più code possiede, fino a nove. Si ritiene che, una volta raggiunti i cento anni, questi yōkai acquisiscano la capacità di mutare forma, e la loro preferita è quella di bellissime fanciulle. Esse posso essere sia benevole che malvagie, a seconda di come vengono trattate, e portare beneficio o sciagura alla casa nella quale si infiltrano. Le kitsune possiedono molte capacità: riescono a possedere le persone, causando isteria o allucinazioni, hanno la facoltà di entrare nei sogni, possono sputare fuoco o fulmini (kitsunebi, “fuoco di volpe”), riescono a volare e a diventare invisibili. Alcune di esse si nutrono dell’energia vitale degli essi umani anche attraverso un rapporto sessuale.
Le kitsune sono strettamente legate al dio Inarikami dell’abbondanza, del riso e della campagna; nel santuario di Fushimi Inari Taisha, vicino Kyoto, vi sono innumerevoli statue raffiguranti volpi, considerate le messaggere del dio, con in bocca la chiave dei depositi di riso.

YUKI ONNA


La yuki onna 雪女, cioè la “donna della neve”, è uno yōkai che appare di notte durante le tormente di neve come una donna bellissima, dalla pelle bianca e i capelli nerissimi, avvolta in uno splendido kimono. Camminando non lascia impronte nella neve e in alcune versioni non possiede piedi, accomunandola agli yūrei. Nonostante l’aspetto, la yuki onna è crudele e le sue vittime vengono trovate morte congelate nella neve a causa del suo bacio.

NUE


Il nue 鵺, letteralmente “misterioso uccello notturno”, è uno yōkai che ha testa di scimmia, corpo di tanuki, coda da serpente e zampe di tigre. E’ un essere malvagio portatore di disgrazie e si dice che abbia abilità di mutaforma, in genere appare come una nuvola nera in cielo.

JORŌGUMO


Il jorōgumo 女郎蜘蛛, “donna-ragno”, è uno yōkai bakemono che di giorno ha le sembianze dei una bella donna, ma di notte si trasforma in un ragno enorme che sputa un fumo blu, il quale si trasforma in tanti piccoli ragni capaci di possedere gli uomini succhiando il loro sangue. Il ragno è da sempre considerato un animale sinistro nel folclore giapponese ed esistono molte storie e leggende sul suo conto; si dice anche che se si vede un ragno al mattino bisogna lasciarlo andare, ma se lo si vede la sera va subito ucciso.

ONMORAKI


Gli onmoraki 陰摩羅鬼, termine che indica un demone oscuro che non ha raggiunto l’illuminazione, sono gli spiriti dei defunti che si radunano in un tempio e cambiano forma, trasformandosi in uccelli neri simili agli aironi, con il volto che ricorda quello umano, gli occhi luccicanti e che sputano fiamme blu lanciando stridii inquietanti. Si dice che gli spiriti dei corpi che non ricevono subito una cerimonia funebre si trasformino in onmoraki.

YAMATA NO OROCHI


Lo Yamata no Orochi八岐の大蛇, “grande serpente dalle otto ramificazioni”, è un mostro gigantesco che possiede otto teste e otto code, dagli occhi rossi, in grado di oscurare otto valli e otto montagne, e sul cui dorso cresce del muschio e cipressi. La leggenda vuole che lo Yamata no Orochi ogni anno mangiasse una fanciulla del regno di Izumo e fu infine sconfitto dal dio Susanoo no Mikoto, che lo fece ubriacare e poi uccise con la sua spada sacra.

NIŌ


Per concludere, dedichiamo un piccolo approfondimento anche alle due figure dei Niō che danno il titolo al videogioco.
Niō 仁王, i “due re benevoli”, chiamati anche Kongōrikishi, sono due guardiani del Buddha, molto muscolosi e minacciosi. Le loro statue si trovano solitamente all’ingresso di un tempio, nel Niōmon (cancello dei Niō), per spaventare e scacciare gli spiriti maligni.
I due si chiamano Agyō e UngyōAgyō è quello con la bocca aperta e i denti scoperti a pronunciare il suono “a”; esso porta una bastone del fulmine e una mazza, e rappresenta la violenza, l’agire secondo la propria volontà e la nascita. Ungyō, con la bocca chiusa a formare il suono “hum”, è rappresentato a mani nude o con una spada (è talmente forte da non avere bisogno di armi) e simboleggia la forza latente e la morte. Insieme, i due Niō rappresentano l’”Aum”, il Tutto assoluto, l’inizio e la fine di tutte le cose.

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A meno di due settimane dal lancio di Nioh 2 nel mercato, lo scorso 28 Febbraio Koei Tecmo Europe ha rilasciato la Demo finale del gioco ultima occasione per provarlo prima della release ufficiale e il sottoscritto ha colto l'occasione per immergersi nel mondo del Giappone feudale alle prese con gli yokai.
Va detto però che ho approfittato del fuso orario per scaricare la demo giapponese, rilasciata alle 16:00 del 27 Febbraio per aver modo di giocare un po' di più, ma, di contro, non era presente la lingua italiana (a differenza della demo europea che era tradotta), che nel gioco finale sarà inclusa proprio come il primo capitolo, ragion per cui alcuni dei termini e strumenti che menzionerò sono basati sulla traduzione inglese.

Pronti a morire, di nuovo

Prima di iniziare la demo, il gioco offre la possibilità di scegliere in che modo giocare, con la modalità con framerate stabile a 30fps o quella da 60fps, stessa tipologia di opzione presente anche nel primo capitolo. Per l'occasione ho optato per il framerate stabile a 30fps in modo da avere sempre sotto controllo lo svolgersi dell'azione senza il rischio di eventuali cali che possono verificarsi in modalità 60fps, cosa che, trattandosi di una demo, conta comunque ben poco.
Iniziata la demo, la prima cosa da fare sarà creare il nostro personaggio: Nioh 2 infatti non ha un protagonista fisso come William nel primo capitolo, ma un avatar interamente personalizzabile dal giocatore, dal sesso ai capelli, fino alla corporatura e l'espressione del viso. Ultimata la creazione, potremo finalmente iniziare il gioco vero e proprio, non prima però di un breve tutorial dove ci verranno fatte scegliere due armi tra quelle disponibili che includono tutte quelle già viste in Nioh, incluse quelle aggiunte nei DLC, più una inedita: la Switchglaive, una falce che cambia forma e dimensione in base alla postura; io ho deciso di affrontare la demo proprio con quest'arma insieme alla Kurisagama, la mia preferita nel gioco originale.
La prima missione della demo (su un totale di tre disponibili, di cui una Crepuscolo) ci vede impegnati in un'area abbastanza variegata in termini di ambientazione in quella che sembra una zona montuosa, per poi passare da una risaia fino ad un piccolo campo di battaglia. Qui troviamo qualche nemico già visto in passato insieme a delle novità, quali la Nure Onna, testa di donna e corpo di serpente in gradi di paralizzarci con lo sguardo o stritolarci tra le sue spire; questa è stata l'occasione ideale per mettere alla prova la switchglaive che, con postura base o alta, prende la forma di falce e permette di infliggere pesanti danni stando ad una distanza di sicurezza. Avanzando nel gioco i nemici lasceranno cadere oggetti, soldi e armi che includono una topologia del tutto nuova: benedette e demoniache. Le armi benedette sono ideali per affrontare gli yokai, in quanto infliggono più danni alo loro KI, rendendoli inabili all'azione più facilmente, mentre le demoniache hanno altri effetti sempre a beneficio del giocatore; inoltre, entrambe le armi presentano una barra che si carica attaccando i nemici e che una volta piena ne potenzia gli effetti per qualche secondo. Un'altra novità del gioco è il Regno Yokai, zone particolari nella mappa dove il nostro KI si consuma più in fretta e si ricarica più lentamente e dove i nemici risultano più resistenti e potenti; per poter superare indenni queste zone abbiamo due possibilità: distruggere i cristalli e purificare la zona, oppure eliminare i nemici: in entrambi i casi ad aiutarci c'è la trasformazione, che vede il nostro personaggio unirsi allo spirito selezionato e diventare uno yokai di diverso tipo in base allo spirito selezionato. La trasformazione funziona in maniera simile alla fusione con l'arma vista in Nioh e dura per un breve periodo di tempo, a meno che non venga potenziata tramite i punti abilità che fanno il loro ritorno anche in questo seguito. Non è però chiaro dalla demo se gli spiriti e i loro effetti possono essere potenziati solo tramite punti abilità o anche con l'uso di Amrita come succedeva nel primo capitolo. Comunque esiste la possibilità di aumentare la potenza degli spiriti equipaggiandoli con i Soul Core, anime degli yokai sconfitti che ogni tanto posso essere raccolte e utilizzate grazie ad una terza barra a punti presente sotto quella della vita e del KI.
Insomma, le novità in Nioh 2 ci sono e si vedono, ma il cuore del gioco resta invariato, tant'è che personalmente non ho avuto grandi difficoltà a finire le tre missioni a disposizione proprio perché i cambiamenti non sono molti e chi ha giocato al titolo originale si troverà perfettamente pronto e allenato per il sequel.

Tante certezze e pochi dubbi

E allora, com'è Nioh 2? La demo è stata più che soddisfacente e le basi per un ottimo sequel ci sono tutte, si a livello di gameplay che di novità. Resta però qualche dubbio legato alla storia, di cui si sa davvero poco, e all'aspetto tecnico, con il motore grafico pressoché identico e un eccessivo riutilizzo di assets e moveset dei nemici che non hanno subito alcuna modifica, almeno per quanto riguarda quelli visti nel primo Nioh. Tengo comunque nuovamente a precisare che questa era soltanto una versione di prova, la stessa dello scorso anno tra l'altro, e che quindi il gioco finale sarà sicuramente migliore; anzi, l'unico vero problema è che finita la demo la voglia di mettere le mani su Nioh 2 è davvero tanta e nonostante manchi poco all'uscita, l'attesa sarà durissima.

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