recensione

Akimbot

Un drone e un robot alla riscossa!

Pubblicato il 9 Settembre 2024 alle ore 11:22
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Proseguiamo in questo periodo di speciali con una nuova recensione, questa volta di un titolo di cui abbiamo parlato proprio in uno degli articoli che il vostro Cangre ha scritto per la Gamescom 2024, ovvero Akimbot! Come detto nel Provato, questo titolo, sviluppato da Evil Raptor e pubblicato da PLAION, mi aveva ricordato tanto i tempi dei Jak and Daxter e, dopo averlo giocato fino al suo roboante finale, vi posso dire che le sensazioni sono andate molto di più verso Ratchet & Clank, verso quella spensieratezza unita a disperazione che ha sempre caratterizzato la coppia.
Questo tipo di giochi non si vede molto di questi tempi, quindi tornare indietro a sensazioni provate quando giocavo da bambino è stato molto bello ed emozionante; Akimbot comunque presenta alcuni piccoli problemi in alcune sezioni di gioco, ma nel complesso si presenta molto bene ed è diverte.
In ogni caso, vi informo ancora del fatto che il codice ci è stato fornito per Xbox Series X|S dal publisher e che questo titolo mi ha impegnato per circa quindici ore di esplosioni alla Michael Bay e azione mozzafiato alla John Wick.

E ora, senza ulteriori indugi, ecco a voi la recensione di Akimbot!

Akimbot, la storia di un drone e di un robot diventati eroi

Nell'universo creato dal team di Evil Raptor, i droidi sono la specie dominante, capace di viaggi interstellari, di estrazione di risorse a livello planetario e di teletrasporto tra una zona dello spazio e l'altra. Esistono anche altre forme di vita, come alcune basate su pesci come squali e simili, ma nel presente la maggior parte sono estinte. In questo mondo robotico, noi interpretiamo Exe, un robot umanoide che possiede capacità molto particolari che ha acquisito durante la sua lunga carriera [semicit. N.d.R.] e Dataset, un drone quasi senza abilità, estremamente chiacchierone e lamentoso, un compagno che risulta perlopiù inutile, ma che è sempre presente quando il momento si fa importante.

Conosciamo questi due personaggi mentre sono in un'auto della polizia, in gabbia per crimini diversi non meglio specificati. Dataset pensa ad un piano per tirarli fuori, spiegandolo ad un Exe che gli risponde solamente a versi, facendoci credere che avremmo avuto a che fare con la classica coppia del drone chiacchierone, ma inutile in battaglia, e dell'androide incazzatissimo, ma estremamente abile con qualsiasi tipo di arma [in parte giusto, in parte no N.d.R.]. Dopo un incidente causato da Dataset, i due sono liberi e noi otteniamo il controllo. Iniziamo a girare per l'isola dei concerti, dove possiamo fermarci a ballare e iniziamo a scoprire le verità che questo universo nasconde: sentiamo parlare di Malware [il gran cattivo N.d.R.], dell'Algoritmo, ovvero il governo di questa galassia, e iniziamo a conoscere l'Ambasciatore, il rappresentante dell'Algoritmo, nonché sua sorta di governatore/dittatore.

La trama prende subito piede, con Exe e Dataset che, dopo essere sopravvissuti ad un'invasione del pianeta su cui si trovano, vengono incaricati di recuperare un particolare manufatto dalle mani di Malware. Attraverso mille battaglie di diverso tipo, terrestri e spaziali, in una torretta o correndo in giro per il campo di battaglia e tante sezioni di parkour in costante evoluzione, scopriremo quale sia il piano di Malware e perché sia importante fermarlo, nonostante l'iniziale riluttanza di Exe ad accettare il lavoro offertogli da un "lacchè dell'Algoritmo" che agisce secondi i dettami del governo.
Questo viaggio ci porterà a navigare non solo nello spazio, ma anche nel tempo, portandoci a scoprire un passato estremamente antico e dimenticato ai giorni nostri.

La trama si presenta come una classica da film d'azione, in pieno stile Mission Impossible, con un ridotto cast di personaggi che aiuteranno i nostri eroi e uno immenso per i nemici che ci troveremo ad affrontare. Inoltre, i personaggi, dai primi agli ultimi, sono caratterizzati estremamente bene, ognuno con le proprie unicità e particolarità, come la sbadataggine di Processor o l'avidità delle tre apibot del negozio, che ci offrono i loro servizi per potenziare le nostre armi [anche di questo parleremo più avanti N.d.R.]. Ogni personaggio rimane impresso nella testa del giocatore, grazie anche ad un ottimo doppiaggio che permette un'immersione ancora maggiore all'interno della storia.

La trama quindi ci è piaciuta molto, risulta fluida, coerente e piena di colpi di scena da far cadere la mascella, con personaggi estremamente particolari, ai quali ci si affeziona facilmente e che alla fine non vorremo lasciare.
La trama però non è la parte migliore di Akimbot, perciò passiamo a parlare del gameplay, la vera perla di questo titolo.

Akimbot

Prima spara, poi chiedi

Che dire del gameplay di Akimbot… semplicemente eccellente, quasi perfetto in quel che vuole fare. Parliamo subito della mira, l'unica cosa che non permette a questo reparto di essere considerato perfetto. Purtroppo il sistema di mira di questo gioco sembra realizzato quasi unicamente per mouse e tastiera, così da avere gran precisione anche in movimento, ma con il pad [nel mio caso dell'Xbox N.d.R.], mirare mentre si salta da una parte all'altra del campo di battaglia diventa la cosa più frustrante dell'intero titolo, essendo estremamente imprecisa e difficile da calibrare. È presente una sorta di auto-aim che aiuta nel movimento, ma dato che fermarsi a mirare fa rallentare il personaggio rendendolo un facile bersaglio con sempre meno salute, alla fine dei conti ci si trova meglio a sparare senza usare la modalità di mira [dopo i primi venti minuti a cercare di mirare, ho smesso e ho iniziato a sparare senza mirare e a superare gli stage con molta più facilità N.d.R.].

Tolto questo, il gameplay è estremamente divertente e vuole farci sentire come Rambo, permettendoci di cambiare l'arma in uso in qualsiasi momento, lasciandoci scegliere tra una delle quattro a disposizione: il fucile da cecchino, il mitragliatore classico, una gatling e un lanciarazzi.
Ognuna di queste armi risulta infatti utile in situazioni diverse e permette così di personalizzare il proprio stile di gioco [io, per esempio, ho giocato quasi solo con il cecchino, per colpire da grandi distanze ed evitare di essere colpito a mia volta N.d.R.]. Oltre al normale arsenale che ci portiamo dietro, avremo anche delle armi chiamate Definitive, che possono essere equipaggiate da uno dei negozi dei sopracitati apibot: in questo negozio avremo anche la possibilità di potenziare queste armi speciali, mentre quelle base non sono soggette a miglioramenti [e sinceramente non ne hanno bisogno N.d.R.].
Come detto nel Provato, queste armi sono quattro e variano molto l'una dall'altra: per esempio una spara getti di acido sui nemici, mentre un'altra spara raggi di nanobot che distruggono tutto quello che trovano sulla loro strada. Queste armi, per quanto già piuttosto potenti, possono essere migliorate spendendo una valuta che recuperiamo da tutte le casse e gli oggetti distruttibili. I potenziamenti le portano a livelli superiori di utilità, aumentandone il danno o il tipo di danno inferto o ancora aggiungono un danno nel tempo.

Questa è solo la punta dell'iceberg del gameplay di Akimbot. Infatti, esso si sviluppa in maniera eccezionale attraverso il suo sistema di movimento, che permette doppi salti, corse sui muri, scatti in aria e la possibilità di mirare e sparare in volo. Questo sistema è chiaramente uno dei punti di eccellenza del titolo: permette di combinare il rinculo causato dallo sparo di armi come il fucile da cecchino o il lanciarazzi per effettuare un'ulteriore salto in aria che ci permetta di arrivare molto in alto, mantenendoci in costante movimento mentre facciamo danni agli avversari che abbiamo davanti, senza subire danni a nostra volta. Inoltre, il titolo presenta vari minigiochi che riescono a spezzare il ritmo alla perfezione; Exe è anche un abile hacker che può entrare nei sistemi informatici per disattivare barriere, attivare meccanismi di porte, o ancora per far apparire muri olografici su cui poter correre. Il team ha deciso di inserire cinque minigame a tempo diversi da risolvere per l'hacking, da un semplice Snake, in uno stile adatto all'ambientazione, fino al gioco delle tre carte o alla semplice pressione dei tasti che appaiono a schermo. Questi minigiochi non sono niente di esageratamente innovativo, ma spezzano bene il ritmo e aiutano a enfatizzare la pressione provata da Exe e Dataset in un determinato momento.

Il gameplay di Akimbot ha poi continuato a sorprenderci nel corso di tutto il gioco, presentando sezioni di gameplay che variano tanto da quella base TPS: siamo finiti a giocare sezioni di guida sia a terra [la dune buggy in stile Jak and Daxter continuerà a farmi esaltare ogni volta che la vedrò N.d.R.] che nello spazio, di combattimenti picchiaduro nello stile dei vecchi Street Fighter, di stealth e altre in stile Flappy Bird. Akimbot si presenta quindi come un gioco dal gameplay in continua evoluzione, dal momento in cui si preme "Nuova Partita" al momento in cui si leggono i titoli di coda.
Pensiamo davvero che questa sia la vera forza del titolo, perché mantiene la novità costantemente, non lasciando mai un momento di pausa che possa far perdere attenzione al giocatore, grazie anche ad un'esplorazione che, nonostante le mappe siano quasi dei corridoi, nasconde svariati segreti da trovare [e il vostro redattore, nonostante sia stato attento, ne ha trovati pochi N.d.R.].

Akimbot

La tecnica, la grafica e la musica

Akimbot presenta una grafica cartoon, molto definita e molto bella da vedere, supportata da ottime animazioni sia nelle cutscene che nel gameplay. I personaggi infatti non hanno espressioni facciali, ma trasmettono le loro emozioni con le movenze e il linguaggio del corpo. Persino personaggi come Dataset, un drone composto letteralmente da una coda meccanica e un corpo trapezoidale, sono capaci di far capire quando passano da uno stato emotivo all'altro, anche se una buona metà del lavoro la fa l'eccellente doppiaggio in inglese. A livello grafico, quindi, il titolo risulta eccellente, nonostante qualche pop-up di elementi dell'ambiente abbastanza presente.

Continuando a parlare del doppiaggio menzionato poco fa, il team di Evil Raptor ha eseguito un ottimo lavoro, sia per i personaggi principali che per i secondari; essendo robot hanno voci molto meccaniche, ma compensano con accenti spiccati o toni della voce che li contraddistinguono alla perfezione.
Si percepisce molto anche l'emozione dei personaggi, grazie a battute pronunciate bene e con il ritmo giusto a seconda della scena. Insomma, aggiungendo anche degli effetti sonori immersivi e un'eccellente colonna sonora [capace di farmi tenere il ritmo costantemente, che fosse piccchiettando a terra col piede o muovendo la testa avanti e indietro N.d.R.] dal ritmo sempre alto, il comparto sonoro di Akimbot non potrebbe essere migliore.

Finiamo discutendo dell'aspetto tecnico di questo videogioco: il titolo riesce a mantenere sempre un ottimo framerate, con poche occasioni di lag. Nonostante ciò, il gioco ha dei problemi, specialmente in alcuni trigger per avanzare alla zona successiva; nel corso del nostro playthrough, ci siamo ritrovati un paio di volte a dover chiudere e riaprire il gioco per cercare di superare il bug di turno, come,
ad esempio, delle piattaforme nella lava che non si facevano vedere, rendendo impossibile passare dal lato opposto.
Ci sentiamo di dire che questo è il comparto più debole di Akimbot, che comunque supera agilmente la sufficienza.

Akimbot

Conclusioni su Akimbot

Akimbot è un titolo che mancava nel panorama videoludico da un po' di tempo, uno sparatutto in terza persona con elementi puzzle e gameplay estremamente variegato, divertente e con una storia intrigante da seguire, sicuramente lineare, ma capace di colpi di scena imprevisti.
Il titolo di casa Evil Raptor è uno di quelli che meritano di essere giocati dagli amanti degli alti ritmi e dell'azione pressoché continua, da coloro a cui piace una coppia di eroi per caso in costante battibecco e in costante pericolo. Abbiamo percepito questo gioco come un erede spirituale dei Ratchet & Clank, capace di farci provare quella nostalgia, ma di catturarci con le sue novità.
Non fosse per alcuni problemi, Akimbot sarebbe da lode.

Good

Gameplay divertente e in continua evoluzione
Grafica eccellente e di supporto
Colonna sonora dal ritmo alto e costante
Varie tipologie di armi
Un sistema di movimento eccellente
Una trama intrigante e ben eseguita
Personaggi divertenti, ben caratterizzati e capaci di momenti strappalacrime

Bad

Alcuni problemi tecnici
La modalità di mira
9.2
TRIBE APPROVED

Sviluppatore: Evil Raptor
Distributore: PLAION
Data di uscita: 29 agosto 2024
Genere: Action-Adventure Platformer
PEGI: 7+
Piattaforme: Playstation 5, PC, Xbox Series X|S

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