Ancestors: The Humankind Odyssey

Ancestors: Humankind Odyssey si propone che un titolo fuori dagli schemi ma con qualche difetto da rivedere

Pubblicato il 21 Ottobre 2019 alle ore 17:00
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di Lorenzo Longoni
@Lorenzo Longoni

Evolution

Ancestors: The Humankind Odyssey è un titolo nato dalla mente di Patrice Deciles, creatore della serie di successo planetario firmata Ubisoft: Assassin’s Creed. Ancestors, al contrario della saga degli Assassini, è un titolo estremamente autoriale e sperimentale, dove tutto si focalizza non solo su una visione più concreta e meno narrativa, ma si esprime attraverso le meccaniche, anziché una vera e propria regia o studiata a tavolino. Tutto è fruito attraverso una linea di linguaggio universale, una flebile ma potente connessione che tutti i componenti di questo universo hanno, un legame profondo che ci permette di proseguire un cammino, attraverso il miglioramento della specie e della propria progenie, un legame chiamato evoluzione. La formula di Ancestors è quella di raccontare la storia dell’uomo, ma non uomo inteso solamente come essere vivente, bensì come parte di un grande sistema che lo tiene ancorato alla scoperta di ciò che lo circonda.

Un mondo crudele

I primi passi in Ancestor li muoviamo con non poca fatica, tra animazioni non sempre precise e comandi non totalmente intuitivi. Ci troviamo catapultati in un mondo senza scrupoli, ostile, dove non esistono amici o nemici, ma solo la propria sopravvivenza. Le foreste che ci circondano oltre ad essere fitte di alberi ed appigli su cui rifugiarci, arrampicarsi, saltare, e naturalmente cadere rovinosamente, risultando fatali, brulicano di bestie pronte a predare il nostro alter ego scimmiesco, mostrandoci una profondità disarmante in un mondo vivo, che respira e che ci avvolge totalmente. L’obiettivo dell’intero titolo è quello di portare avanti una vera e propria progenie, in cui il pool genetico migliora di generazione in generazione, e per fare in modo che ciò accada bisogna prima comprendere e prendere conoscenza di tutti gli elementi che compongono il nostro cammino. Il tutorial volutamente approssimativo ci lancia all’interno del mondo di gioco completamente nudi per quanto riguarda il da farsi, le uniche cose che sappiamo, oltre ai comandi base, sono solamente l’età ed il sesso del nostro protagonista, ma nient’altro. Saremo abbandonati quindi al nostro istinto primordiale e alla scoperta delle interazioni e dell’analisi nei confronti di ciò che ci troveremo davanti. Le prime del titolo ci sembreranno estremamente frustranti al giocatore i problemi che inizieranno ad incombere nel nostro tragitto evolutivo sembreranno insormontabili, ma lasciandoci guidare dall’ingegno, dallo spirito di adattamento e dalle abilità come l’olfatto o l’udito, inizieremo a notare diversi miglioramenti nel momento in cui l’evoluzione farà il suo corso. In questo modo, ci sarà un progredire graduale una progenie dopo l’altra. Naturalmente, vanno soddisfatti anche tutti i requisiti base per vivere come fame, sete e riposo, ma anche tutto questo va dedotto dai comportamenti del nostro scimmiotto e dalle esigenze cui dovremo far fronte.

Ogni scarrafone è bello a mamma sua

Come abbiamo detto prima, il riprodursi dando alla luce un nuovo individuo fa sì che le abilità neurali e conoscitive del nuovo nato siano tali da rendere ciò che è stato fatto prima più semplice, ma soprattutto fa migliorare le sue statistiche, rendendolo così più resistente. Per fare in modo che ciò accada bisogna però prendersi cura del piccolo. Tutto ciò che faremo andrà ad influire sulla miglioria della progenie successiva, questo se passeremo del notevole tempo con il piccolo sulle spalle. Ad esempio, se ci spingeremo sulle cime degli alberi, rafforzeremo il suo vagare attraverso le fronde, i punti di interesse riusciranno a far sì che l’intelligenza aumenti e così via. L’utilizzo di utensili, che siano adibiti per la caccia, per la difesa o per creare rifugi, sono la base dell’implemento dei progressi cognitivi dell’evoluzione.

Combattere e crescere

Il combat system di Ancestors si basa naturalmente sugli action, anche se la fuga su alberi o punti più alti, dove i predatori non possono arrivare, il più delle volte è la scelta meno frustrante e tediante. L’intelligenza artificiale dei predatori è davvero un punto da rivedere totalmente, poiché essi rimangono imbambolati in attesa del nostro passaggio e il più delle volte il moveset dei “nemici” è davvero troppo veloce e randomico. Le loro animazioni ci appaiono molto imprecise, scattanti e il più delle volte senza una fisica ben precisa, e lo stesso vale anche per quella delle scimmie solitarie. Come detto precedentemente, molto spesso ci ritroveremo a rieffettuare le run per ripopolare la nostra progenie: questa meccanica ci ha lasciati decisamente perplessi, in quanto le azioni da ripercorrere sono sempre le stesse e riproporre tutte e volte i medesimi passaggi non favorisce di certo la fluidità del titolo, tanto meno l’effetto frustrazione, che si fa sentire più che mai data la mole di ripetitività delle attività.

Concludiamo

Ancestors: Humankind Odyssey è un titolo da un incipit geniale, data da una maestria nel game design invidiabile. E’ un mondo vivo che brulica di esseri viventi e una corsa all’evoluzione contornata dallo stupore della scoperta. Un titolo innovativo, non esente da difetti, ma di certo una grande occasione sperimentale che ci ha fornito uno spunto dal sapore diverso e che ci ha fatto divertire.

Good

Meraviglia della scoperta
Sistema evolutivo molto profondo
Meccaniche sempre molto originali

Bad

Troppa frustrazione
Ripetitività
IA da rivedere totalmente
7.0
"PRETTY GOOD"

Sviluppatore: Panache Digital Games
Distributore: Private Division
Data di uscita: 27 agosto 2019
Genere: Azione, Sopravvivenza
PEGI: 16
Piattaforme: PlayStation 4, Xbox One, PC

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