Giusto una settimana fa vi ho parlato di Atelier Ayesha, primo capitolo della trilogia Dusk di Atelier nella recensione del titolo, arrivato nella sua versione Deluxe su piattaforme di questa generazione. Oggi tocca ad Atelier Escha & Logy: The Alchemists of Dusk Sky, sequel di Ayesha che continua la storia introducendo nuovi personaggi e nuovi misteri riguardanti il mondo di gioco che abbiamo conosciuto. Nonostante siano passati anni dall’uscita della versione originale, Escha & Logy resta ancora oggi uno dei titoli più divertenti realizzati da Gust e nelle prossime righe vi spiegherò perché.
Come suggerisce il nome, Atelier Escha & Logy ha due protagonisti, Escha Malier e Logix Ficsario. La prima vive nella tranquilla città di Colseit, famosa per il suo meleto, mentre Logy (così si fa chiamare dagli amici) è un alchimista che viene da Central City, la più importante città del mondo del gioco. Particolarità del titolo è che prima di iniziare dovremo scegliere tra uno dei due personaggi, in modo da vivere la sua storia che non cambia molto a parte qualche evento secondario: la trama di base resta invariata a seconda dal personaggio scelto, l’unica differenza è il punto di vista dal quale vivremo gli eventi.
La cittadina di Colseit farà da base grazie al fatto che qui si trova una divisione del governo di Central City, con Escha e Logy che inizieranno il loro lavoro di funzionari governativi in qualità di alchimisti, gli unici presenti nel luogo e che dovranno quindi condividere l’Atelier. Laddove Escha è la classica alchimista della serie, Logy si differenzia per un tipo di alchimia diversa che vede l’uso di strumenti particolari per la creazione di oggetti (meccanica che si ripercuote anche nel gioco e di cui vi parlerò nello specifico più avanti) i due protagonisti quindi si completano a vicenda e si supportano, con buona metà della storia ci permetterà di conoscere meglio non solo loro due, ma anche gli abitanti di Colseit e altri personaggi che arriveranno in città nel corso del gioco.
Proprio per questo la trama è uno dei punti deboli del titolo (a differenza di Ayesha) : se nella prima metà succede nulla, nella seconda inizia a svilupparsi una storia che sarebbe anche interessante se non fosse per il fatto che si sviluppa troppo in fretta e finisce allo stesso modo. Il risultato è due storie in una, la prima che vede il cast alle prese con la via di tutti i giorni, la seconda che si ricollega al passato e la storia del mondo di gioco, approfondendo il fenomeno Dusk (che nel terzo capitolo sarà chiamato Twilight) che sta lentamente consumando le terre. Vista la qualità narrativa di Ayesha e tutto il background che sta dietro la trilogia Dusk, la scelta di Gust di dare una trama vera e propria ad Escha & Logy resta discutibile tutt’oggi, anche perché Atelier è da sempre garanzia di cast di un certo livello, che poteva benissimo essere approfondito nel corso degli eventi secondari dedicati ai personaggi piuttosto che nella prima metà di gioco.
Come qualsiasi altro Atelier, anche questo titolo si divide tra la classica creazione di oggetti e l’esplorazione ai combattimenti. Proprio come Ayesha, anche qui avremo un tempo limite, questa volta di 5 anni, nei quali ci verranno affidati dei compiti a cadenza quadrimestrale e nostro obiettivo sarà quello di portarli a termine entro i 120 giorni a disposizione. Normalmente portare a termine il compito principale non è difficile in quanto basterà solo sintetizzare un determinato item con l’alchimia di Escha o esplorare un determinato luogo cosa che può farci perdere un 20-30 giorni al massimo e tutto il tempo restante lo dedicheremo alle moltissime attività e compiti secondari che prevede il quadrimestre corrente in modo da ottenere bonus come soldi extra, nuove ricette alchemiche e incremento delle statistiche del personaggio che abbiamo scelto ad inizio del gioco. Esistono anche le tipiche quest secondarie ma in Escha & Logy le subquest non servono a farci guadagnare denaro, bensì a ottenere dei dolcetti di vario genere da dare agli Homunculus, piccole e graziose bestiole in grado di replicare gli oggetti da noi creati durante l’alchimia in cambio di biscotti, dandoci così la possibilità di creare svariati oggetti senza perdere giorni preziosi. Il sistema di crafting degli oggetti resta più o meno lo stesso di quello visto in Ayesha, con Escha che si occupa di creare svariati item utilizzabili per qualsiasi necessità, mentre Logy creerà armi e armature, indispensabili per affrontare le tante battaglie che ci attendono.
Proprio i combattimenti sono uno degli elementi più interessanti del gioco, tant’è che ad oggi il titolo resta quello col battle system migliore dell’intera serie di Atelier. Considerando che questa versione DX è basata su quella Plus per PS Vita, il giocatore avrà a disposizione un largo numero di personaggi giocabili, per un massimo di 6 che possono essere schierati in combattimento e utilizzabili in qualsiasi momento grazie all’opzione di cambio e la barra supporto, che permette di eseguire azioni offensive e difensive finché abbiamo a disposizione punti. Qualsiasi nostra azione standard aumenta la barra di supporto ma possono essere anche utilizzati item specifici per farla aumentare più velocemente ma non è tutto: ogni attacco da via ad una catena dove non solo più alta sarà la percentuale e maggiore sarà il danno inflitto, ma superato il 200%, l’ultimo personaggio rimasto potrà utilizzare uno speciale attacco di supporto. Come se non bastasse, Ogni singolo personaggio può utilizzare la tipica mossa finale una volta caricata l’apposita barra, mentre Escha e Logy hanno a disposizione lo speciale comando Double Draw, che se usato a inizio e fine della catena, da vita ad un colpo speciale esclusivo dei due personaggi con effetti che possono essere devastanti se usati a fine catena e con armi create per massimizzare i danni.
In Escha & Logy le battaglie non stancano mai, anzi il gioco sprona a provare gli scontri contro nemici più forti del solito usando il sistema di ricerca presente nelle mappe e che aumenta dopo le battaglie o aver raccolto oggetti, inoltre la presenza del dungeon aggiuntivo incluso nel titolo aumenta il livello di sfida e richiede la creazione dei migliori oggetti possibili per essere completato. Questo rimedia ad una certa scarsità di luoghi esplorabili nel gioco, davvero pochi paragonati a qualsiasi altro Atelier recente o precedente a questo gioco in particolare, evidentemente gli sviluppatori hanno preferito dare più attenzione alla città di Colseit e i suoi dintorni piuttosto e il gameplay piuttosto che il resto.
Giusto qualche giorno fa nella recensione di Ayesha avevo detto come il gioco sentisse il peso degli anni a livello tecnico, complice anche il fatto che si trattava di un semplice porting senza alcuna miglioria particolare. Discorso diverso (e meno male aggiungo) va fatto per Escha & Logy per una serie di motivi che adesso spiegherò nel dettaglio. Innanzitutto graficamente c’è stato un passo avanti rispetto al primo capitolo, sia nei modelli dei personaggi che delle ambientazioni in generale, ulteriore prova della versatilità del PhyreEngine capace di adattarsi a qualsiasi tipo di gioco si voglia realizzare. Un peccato quindi che il gioco abbia così pochi ambienti a disposizione perché anche se in un titolo di nicchia come questo la grafica non è certamente uno dei punti principali, sarebbe stato comunque interessante vedere come avrebbero reso ambienti diversi da qualche rovina o città. In secondo luogo la versione Plus su Vita soffriva di fastidiosi cali di framerate e un instabilità generale che Gust ha prontamente sistemato approfittando di questa versione DX ma il lavoro degli sviluppatori non si è limitato a questo in quanto, come su Ayesha, sono stati inseriti tutti i DLC del gioco e intere o quasi colonne sonore da moltissimi titoli di Gust del passato e addirittura usciti dopo Escha & Logy, bonus che sicuro farà piacere ai fan dello sviluppatore nipponico.
Per il resto il titolo vanta sia l’audio originale giapponese che quello giapponese, presente anche nelle edizioni passate ma resta uguale anche la localizzazione, buona si, ma con alcuni errori gravi di traduzione nella descrizione degli oggetti e degli effetti, dove sono stati invertite le categorie S, M ed L che quindi in ordine di potenza adesso sono L, M ed S, creando parecchia confusione quando di deve sintetizzare o usare un oggetto. Koei Tecmo avrebbe almeno potuto sistemare l’errore approfittando del rilascio di questa versione DX ma purtroppo non è successo.
Dopo tutti questi anni, e nonostante qualche difettuccio di troppo, l’opinione su Atelier Escha & Logy non cambia: il gioco resta uno dei migliori Atelier disponibili sul mercato, accessibile più o meno a tutti i giocatori visto l’ampio limite di tempo messo a disposizione e un sistema di crafting rapido e intuitivo.
La versione DX di Escha & Logy è senza alcun dubbio quella definitiva del titolo e può essere un punto di inizio per avvicinarsi alla serie tenendo conto del fatto che i collegamenti al capitolo precedente sono solo nelle battute finali del gioco, insomma, se volete avvicinarmi alla serie Dusk questo gioco è quello che fa per voi.
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