La serie degli Atelier è sicuramente una delle più prolifiche ed apprezzate nel mondo dei JRPG. Non dovrebbe quindi sorprendere troppo l’uscita di un seguito diretto di Atelier Ryza, titolo che già a suo tempo ha riscosso un certo livello di successo. Ryza 2 esce tra le altre cose forte di una versione next gen, adattata per poter sfruttare appieno le capacità della nuova console di casa Sony. Ma bado alle ciance e parliamo del gioco in se, partendo con il dare una buona notizia a tutti coloro che non hanno mai giocato il primo capitolo. Atelier Ryza 2 non vi richiederà infatti di conoscere a menadito le vicende accadute in precedenza, gli eventi che vivrete in questo sequel sono infatti in larga misura scollegati e, in caso di riferimenti a personaggi o momenti contenuti nel prequel, ci verranno ugualmente fornite tutte le informazioni necessarie a comprendere la situazione.
Atelier Ryza 2 ci butta all’interno del suo universo narrativo semplicemente prendendo le distanze dagli eventi del primo capitolo della serie. Tre anni sono passati, e la vita è andata avanti per tutti con Ryza che continua la sua attività di alchimista e maestra sull’isola di Kurken. Questo finché due cose in particolare non porteranno la nostra alter ego virtuale a partire verso la capitale del regno. I due eventi in questione sono un oggetto misterioso ricevuto da Ryza, su cui le viene chiesto di indagare usando l’alchimia, ed il secondo un invito da parte di un vecchio amico, Tao Mongarten, a farle visita proprio alla capitale per aiutarlo con alcune ricerche legate a delle rovine collocate nelle vicinanze. Come avrete già compreso tutto ciò sarà solo il prologo ad un’avventura molto più grande, e che ben presto vedrà collegarsi lo strano artefatto alle rovine dimenticate attorno alla capitale. Ryza però, come spesso accade nella serie, non dovrà solamente preoccuparsi di risolvere misteri ed esplorare rovine, ma avrà anche un secondo compito altrettanto importante, aiutare la popolazione della città come può usando la sua alchimia. Questa missione ci viene infatti affidata da un locale benefattore che è molto interessato a mantenere la popolazione unita, e in tal senso ci proporrà questa condizione come una sorta di pagamento sostitutivo dell’affitto della nostra casa / laboratorio in città. Questo insieme di missioni, esplorazioni ed eventi che potremo trovare all’interno della capitale, non sono però solo materiale aggiunto per allungare il brodo e strappare qualche ora in più al conteggio finale. Al contrario molte missioni, anche quelle apparentemente più ripetitive, sono un’ottima occasione per raccogliere materiali, uccidere pericolosi mostri (e recuperarne i materiali) ed infine livellare in tutta calma i personaggi del party. Ryza sarà infatti molto spiazzata in un primo momento dato che in questa parte di mondo buona parte degli ingredienti le sono sconosciuti. Sarà quindi un’ottima idea raccoglierne il più possibile e sperimentare con il nostro calderone per ottenere oggetti sempre più utili e potenti, fermo restando che molti elementi alchemici e materiali da sintetizzare saranno anche oggetto di missioni secondarie e richieste da parte dei cittadini.
Come ogni buon Atelier che si rispetti anche in Ryza 2 l’alchimia ricopre un ruolo fondamentale all’interno del gioco, permettendoci di realizzare praticamente qualsiasi cosa ci possa venire in mente o ci possa tornare utile nelle nostre spedizioni fuori porta. Creare oggetti con l’alchimia non è però un processo banale, e richiede tutta una serie di passaggi che, come risultato finale, possono produrre un oggetto con una certa qualità, potenza ma anche con certi attributi. Lungi da noi l’idea di voler creare in questa recensione una guida esaustiva sul crafting all’interno di Atelier Ryza 2, ma ugualmente ci piacerebbe spendere due parole su alcuni aspetti salienti del processo. Non basta infatti disporre dei materiali giusti per poter realizzare il nostro oggetto, al contrario quando apriremo la schermata per aggiungere ingredienti, potremo scegliere diversi elementi per ogni slot. Ogni ingrediente aggiunge diverse cose al calderone, tra cui l’elemento che porta con sé, eventuali attributi e persino la qualità. In base agli elementi combinati, alla quantità di questi ultimi, alla loro qualità e persino dagli attributi che hanno, potremo ottenere un oggetto che avrà sempre lo stesso effetto di base, ma che potrà variare grandemente in termini di potenza, valore ed effetti. Se stiamo cercando di sintetizzare una bomba, ad esempio, il risultato finale sarà sempre una bomba, indipendentemente dagli ingredienti che decideremo di impiegare. Ma, come abbiamo detto l’oggetto finale potrà variare enormemente nei suoi effetti secondari, nella sua qualità e nel suo valore. A complicare le cose, alcuni oggetti o sintetizzazioni richiedono come ingredienti degli oggetti a loro volta da sintetizzare. Ad esempio per fabbricare un’arma sarà necessario prima sintetizzare il corrispettivo lingotto del metallo necessario. Questo permette letteralmente di creare un effetto cascata che vi permetterà di creare oggetti sempre migliori e sempre più ambiziosi, a mano a mano che progredirete ed avrete accesso a materiali più pregiati e ricette più complesse (che quindi vi permetteranno di combinare più materiali ed in maggiore quantità.
Niente panico però, non sarà necessario ricorrere all’alchimia di continuo per creare consumabili o pozioni. In Atelier Ryza 2 infatti gli oggetti non si consumano, anche quando vengono usati durante le battaglie, ma al contrario una volta creati potranno essere sfruttati in ogni occasione in cui potremmo averne bisogno. Vien da se che quindi è meglio realizzare un singolo oggetto molto potente, piuttosto che dividere le risorse e farne di più deboli. Questo discorso però, fate molta attenzione, vale in particolar modo per quegli oggetti che useremo sui nostri personaggi: equipaggiamenti, oggetti, cure ecc… ma in alcuni casi va fatto un distinguo. Dato che alcuni elementi che produrremo saranno destinati ad essere venduti, oppure ad essere consegnati sotto forma di materie grezze o oggetti sintetizzati in alcune missioni, potrebbe valer la pena dividere le risorse e le sintetizzazioni in modo da trarne il massimo vantaggio. Ad esempio consegnare materiali di bassa qualità nelle missioni secondarie, per tenere quelli migliori per le sintetizzazioni. In ogni caso tenete a mente che eseguire delle sintetizzazioni, non è mai sbagliato e, comunque vadano le cose, otterrete per ogni operazione fatta presso il vostro calderone un certo ammontare di SP, ovvero punti da investire nello sblocco di nuove ricette, poteri e materiali nello skill tree alchemico a vostra disposizione.
Atelier Ryza 2 è sicuramente un gioco che fa dell’alchimia il suo motore principale, ma come vi abbiamo detto fin dal principio non è solo questo. Ryza nel risolvere i vari misteri che la circondano avrà a che fare con varie rovine da esplorare, un sacco di persone in città che le chiederanno aiuto, e avrà persino modo di raccogliere mobili e decorazioni per la sua stanza. Ma andiamo con ordine, e iniziamo a parlare dell’esplorazione e dei combattimenti.
Esplorare gli ambienti è importante a vari livelli e consente, oltre che proseguire nella storia principale, anche di raccogliere preziose risorse e accumulare punti SP per sbloccare nuove ricette alchemiche. Dedicare tempo a gironzolare per gli angoli più remoti del gioco non vale solamente per le rovine e le zone selvagge, ma ha anche una sua utilità se fatto all’interno della capitale. Dentro al perimetro cittadino potrete non solo trovare materiali utili alla vostra carriera alchemica, ma potreste anche incontrare persone bisognose del vostro aiuto o vecchi amici e conoscenti che potrebbero affidarvi compiti e missioni al di fuori della bacheca degli annunci posta all’interno della caffetteria.
Ryza 2 è però anche un JRPG, è questo significa che prima o poi dovremo cimentarci nei suoi scontri. In queste battaglie avremo modo di controllare il nostro team (originariamente formato solo da Ryza, ma destinato ad allargarsi), ma solo fino ad un certo punto. Il combat system ci consente infatti di controllare un solo personaggio per volta, mentre gli altri verranno guidati dall’IA. Saremo comunque in grado di passare da un personaggio ad un altro per impartirgli ordini di persona e, in ogni caso, potremo definire un comportamento per i nostri alleati(Aggressivo o difensivo). Una cosa da tenere a mente è che il sistema non è propriamente a turni, ma si basa sulla velocità di ogni partecipante allo scontro (cosa visibile in una barra che indica la distanza dal proprio turno di alleati e nemici). Fuori dal nostro turno saremo in grado solo di difenderci (azione che ci permette di ridurre i danni se premiamo il tasto di parata con il giusto tempismo) ed eventualmente di usare un’azione rapida per sfruttare gli oggetti equipaggiati, a patto di possedere il numero adeguato di punti azione. Questi ultimi sono fondamentali per poter far uso delle abilità dei personaggi, e per usare gli oggetti fuori dal proprio turno. A dirla tutta per questi ultimi è necessario accumulare anche un altro tipo di punti denominati CC (Core Charge) che vengono generati usando le abilità dei personaggi. Quello che dovete sapere è che ogni volta che eseguirete un attacco base, o una parata con il giusto tempismo nei confronti di un nemico, accumulerete AP (Action Point), e questo vale per voi e per gli altri componenti del vostro gruppo. Finché la squadra è in modalità difensiva, l’IA si limiterà ad usare l’attacco base per generare AP, lasciando a noi l’onere di scegliere quando usare le nostre abilità. Passando in modalità aggressiva invece i nostri alleati daranno fondo agli AP accumulati facendo liberamente uso delle abilità. Tenete comunque a mente che la difesa è un’abilità sempre e solo utilizzabile dal giocatore, quindi per ridurre il danno sarete costretti a prendere il controllo direttamente del personaggio in questione.
A rendere le cose più complicate, ma anche più interessanti, il gioco ci propone la possibilità di realizzare attacchi combinati tra alleati, scatenando la potenza distruttiva di più personaggi. Questo è possibile soddisfacendo alcune condizioni che i nostri compagni ci comunicheranno durante lo scontro sotto forma di dialoghi vicino ai loro nomi (cose del tipo “Infliggi del danno Magico” ecc…). Per concludere avremo anche occasione di fiaccare il nostro nemico infliggendogli uno status chiamato Break. Una volta riempita questa barra significa che saremo riusciti a spezzare la difesa del nostro nemico, cosa che ci consentirà di stordirlo ed infliggerli un maggior numero di danni per un breve periodo di tempo.
Parlando dell’aspetto estetico Atelier Ryza 2 può farsi bella facendo uso, per chi potesse, della maggior potenza di Playstation 5 [Versione che abbiamo provato in fase di recensione n.d.r.]. Anche con questo bonus però Ryza 2 non brilla esattamente per qualità grafica o estetica. La scelta di adottare una direzione artistica molto vicina allo stile degli anime non è infatti una novità per un Atelier, ma nel complesso dimostra spesso e volentieri un certo distacco tra i modelli dei personaggi e le ambientazioni che potrebbe non piacere a tutti. Ad onor del vero il colpo d’occhio realizzato dagli sviluppatori risulta comunque nel complesso piacevole e, anche se alcuni elementi sono ben lungi dalla perfezione, non sarà certo un problema che impatterà in qualche modo rilevante il nostro gameplay, il cuore del gioco è decisamente altrove. Detto questo la capitale, gli ambienti e le rovine anche se possono sembrare molto basilari come impostazione e resa, assolvono comunque al loro compito senza troppi problemi, donandoci anche qualche scorcio decisamente sopra alla media di tanto in tanto.
Atelier Ryza 2 è un gran titolo. Solido come gameplay e estremamente longevo per i più meticolosi. Per concludere la storia principale assieme ad alcune secondarie sarà necessario impiegare circa 25 ore. Questo valore può scendere di ancora qualcosina se ci si limita con il contenuto opzionale e la raccolta delle risorse, ma potrebbe attestarsi tranquillamente attorno alle 40 ore se decidessimo di affrontare un gran quantitativo di secondarie, dedicarci massivamente all’alchimia e all’ottimizzazione dei personaggi. Forse l’unico difetto reale che abbiamo potuto riscontrare è una certa mancanza di vera difficoltà nel comparto battaglie, ma sospettiamo che questo dipenda grandemente da quanto tempo si perde ad organizzarsi e sintetizzare armi e risorse. Facendo un uso utile dell’alchimia si riesce infatti ad avere accesso ad oggetti molto utili in combattimento, oltre che armi estremamente più forti rispetto a quello che si trovano occasionalmente esplorando. L’altro “ostacolo” a chi potrebbe voler giocare Ryza 2 è rappresentato dalla lingua del gioco, che non presenta una localizzazione italiana, cosa che potrebbe scoraggiare chi non mastica almeno un pochino l’inglese. Certo non è un vero e proprio difetto, ma è qualcosa che per qualcuno va sicuramente tenuta a mente.
Per tirare le somme quindi dobbiamo ammettere che Atelier Ryza 2 ci ha convinto, dimostrandosi un valido RPG con tutte le carte in regola per accompagnarci per svariate ore di esplorazione e sintetizzazioni alchemiche.
Devi essere connesso per inviare un commento.