Bentornati amici e amiche della Tribù. Oggi è arrivato il momento di parlare del terzo e ultimo capitolo della trilogia Dusk di Atelier, Atelier Shallie: The Alchemists of Dusk Sea DX, titolo che non solo mette fine alle vicende iniziate con Ayesha, almeno per ora, (e il perché di questa affermazione lo spiegherò più avanti) ma che fa un taglio netto con quello che la serie di RPG di Gust è stata fino ad Escha & Logy, cambiando formula e dicendo addio ad ambientazioni piccole e limiti di tempo, facendo così del gioco il capostipite di quello che Atelier è diventato oggi.
La storia di Atelier Shallie cambia a seconda del personaggio che scegliamo all’inizio, almeno nella sua premessa. Da una parte abbiamo Shallistera Argo, figlia del capo villaggio di Lugion che giunge nella città di Stellar per chiedere aiuto in quanto l’acqua nel suo villaggio è quasi sparita, dall’altro lato invece abbiamo Shallotte Elminus, alchimista e apprendista di Wilbell (personaggio ricorrente della serie Dusk) che vive con la madre e sogna di avere una vita piena di successi, entrambe le ragazze hanno una cosa in comune, il soprannome: Shallie. A fare da sfondo alla storia delle due ragazze c’è il fenomeno Twilight (chiamato Dusk nel primo capitolo) i cui effetti iniziano a vedersi in quanto i mari nella regione intorno a Stellard sono scomparsi e vi è acqua solo in questa città e che sta lentamente consumando la vita così com’è conosciuta da una parte abbiamo quindi una trama incentrata sugli obiettivi della protagonista scelta, dall’altra invece dovremo risolvere il problema legato all’acqua e che comunque ricopre gran parte della storia principale a prescindere dal personaggio scelto all’inizio dell’avventura. A differenza di Escha & Logy dove sia la storia che gli eventi secondari erano uguali a seconda del personaggio scelto (esclusi alcuni finali) in Atellier Shallie vi sono eventi secondari esclusivi per le due ragazze, facendo si che il giocatore sia invogliato a vivere la storia di entrambe, aumentando di conseguenza la longevità del titolo. Anche i finali cambiano e per assistere al true end è necessario completare la storia con tutti e due i personaggi. Essendo questa versione DX un porting di Shallie Plus, vi sono molti eventi aggiuntivi che vanno a rimediare a svariati buchi narrativi presenti nella versione originale uscita su PS3, che spiegano più a fondo il fenomeno Twilight e vedono interazioni tra tutti i protagonisti della serie Dusk (Ayesha, Escha, Logy e le due Shallie) dando così la possibilità di capire meglio la storia che però resta ugualmente incompiuta a differenza di altre serie di Atelier, lasciando di proposito spazio ad un ipotetico quarto capitolo, se mai uscirà.
La vera particolarità della storia però sta nel fatto di essere suddivisa in capitoli, non più legati al limite di tempo classico di ogni Atelier e che di conseguenza lo rende più simile al classico JRPG, una rottura col passato a livello narrativo che ha avuto una grande influenza nei giochi successivi a Shallie.
Come già detto in precedenza il gioco segna un punto di rottura col passato e mette le basi per quello che Atelier è diventato oggi. L’addio ai limiti di tempo è solo una delle tante novità introdotte in questo titolo e che sono state riproposte nei giochi successivi, come ad esempio ambientazioni più grandi, molti luoghi esplorabili, possibilità di muovere la telecamera a 360° e molto altro ancora. A seconda della protagonista scelta avremo un Atelier differente che farà da base alle nostre attività, una cabina nella nave di Shallistera o la casa di Shallotte, non cambia invece la città di Stellard e la possibilità di esplorare la città in lungo a in largo per i vari distretti, dalla fonte d’acqua al porto e da li man mano che avanzeremo con la storia sbloccheremo nuove località da raggiungere in qualsiasi momento senza preoccuparci di sprecare giorni, idem per l’alchimia, che prende le basi di Escha & Logy e inserisce nuove opzioni come abilità particolari sbloccabili con l’aumentare del livello dedicato. Un esempio pratico sono le proprietà degli oggetti, che si possono ottenere solo inserendo le apposite skill card, ognuno in base ad un elemento specifico. Il fuoco ad esempio può diminuire il costo di un determinato materiale o diminuirlo, il vento invece sblocca le citate proprietà e aumenta il numero di materiali ottenuti e così via. Queste skill card hanno anch’esse un costo in termini di slot che può essere diminuito solo aumentando di livello, non a caso Shallie permette di arrivare un livello di alchimia pari a 99 a differenza del 50 dei vecchi Atelier.
Per quanto riguarda il sistema di combattimento, il gioco ne presenta uno molto simile ad Escha ed Logy, con un massimo di 6 personaggi che possono prendere parte alla battaglia ma che va a cambiare il modo in cui funziona il supporto, non più legato ad un numero di punti bensì al singolo personaggio che potrà effettuare nuovamente un azione di supporto, difensiva o offensiva, solo dopo un determinato lasso di tempo. Il resto rimane praticamente uguale con ogni personaggio che può utilizzare skill, attaccare o nel caso delle due Shallie utilizzare gli oggetti creati con l’alchimia con l’apposita opzione. Superato un certo livello inoltre avremo accesso agli attacchi speciali (questa volta a disposizione anche delle protagoniste) e di un opzione speciale che al costo degli MP duplica un item selezionato ci permette di usarlo senza consumare il numero di usi previsto, piccola novità è il tasto dedicato alla guardia, novità di questo capitolo.
Un sistema di gioco legato alle battaglie completamente nuovo ed esclusivo di Shallie è il Growth System, che ad ogni livello dal 40 fino al 99 ci darà un punto da spendere per aumentare le statistiche dei personaggi a disposizione, potenziandoli oltre il massimo ottenibile normalmente o dagli equipaggiamenti creati con l’alchimia, va detto che il Growth system serve più per i boss opzionali di fine gioco e il dungeon extra piuttosto che per gli scontri della trama principale, a meno che non si giochi al livello di difficoltà massimo per aumentare un livello di sfida chee si bilanciato, ma la presenza dei personaggi extra (come Logy ed Ayesha, non presenti nella versione originale) rende il gioco a tratti veramente troppo facile, cosa che Atelier non è mai stato dal punto di vista delle battaglia a difficoltà elevate.
Con il gioco diviso a capitoli e senza limiti di tempo, per avanzare con la trama il gioco propone un simpatico sistema chiamato Life Task system, che chiede di svolgere determinati compiti che aumentano un barra speciale che una volta piena ci permette di passare al capitolo successivo. Assolvere i compiti del Life Task è piuttosto semplice in quanto si tratta solo di completare le quest, raccogliere materiali, creare oggetti e affrontare un determinato numero di battaglie, in pratica svolgere le classiche attività comuni a qualsiasi Atelier ed è possibile comunque continuare a fare quello che vogliamo senza avanzare con la storia in quanto il gioco ci da la possibilità di continuare quando vogliamo.
Atelier Shallie DX è praticamente lo stesso gioco visto su PS Vita, con la sola differenza di una grafica ovviamente più pulita e una stabilità maggiore, sebbene in alcune fasi vi siano ancora alcuni cali di framerate, ennesimo segno che Koei Tecmo si sia limitata solo a portare i giochi sulle piattaforme attuali piuttosto che cercare di migliorare quello che non andava nelle console dove il gioco è uscito prima. Questo non vuol dire che il titolo soffra di altri difetti, anzi su PS4 (la versione testata come del resto anche le altre) Shallie è un bel vedere tra la città di Stellard e le tante altre location che avremo modo di esplorare sebbene queste siano un po’ troppo vuote e vista la tematica del gioco non è chiaro se sia un effetto voluto o semplice svogliatezza degli sviluppatori, la cosa però funziona lo stesso, quindi nel complesso va bene così. Come nel caso delle altre versioni DX anche qui sono presenti le colonne sonore di moltissimi titoli di Gust, anche se va detto che l’OST di Shallie è la migliore della trilogia ed una delle più belle in generale mai create dalla software house abbellite dalla presenza dell’audio originale giapponese oltre a quello in inglese (uno degli ultimi doppiaggi per Atelier). A finire c’è la localizzazione, rimasta la stessa, ma che a differenza di Escha & Logy non contiene errori e non c’è stato quindi bisogno di apportare modifiche. A conti fatti si tratta di un buon porting, come del resto lo sono anche i due capitoli precedenti.
Atelier Shallie DX è un buon gioco che segue le orme di una trilogia a dir poco eccezionale. I cambiamenti e le aggiunte dalla versione Plus lo hanno reso più completo, divertente e longevo quindi rispetto a PS3 e Vita il giudizio migliora. Un ottima “conclusione” di quella che resta una delle serie migliori di Atelier ma che proprio per questo motivo merita un ulteriore capitolo che chiuda gli eventi. Purtroppo la decisione finale spetta solo a Gust e Koei Tecmo ma la speranza è che gli ottimi riscontri avuti dalle versioni DX della trilogia Dusk porti al sequel tanto atteso dai fan, me incluso ovviamente.
Detto questo Shallie è un JRPG validissimo per via delle tante novità che presenta, ma che non è adatto per chi volesse avvicinarsi alla serie in quanto la storia è legata fortissimamente ai due capitoli precedenti.
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