AWAY: The Survival Series

Vi diamo il benvenuto nella sorprendente vita di un petauro dello zucchero

Pubblicato il 25 Ottobre 2021 alle ore 11:48
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Ben ritrovati cari compagni della Tribù, il titolo di cui vi parleremo oggi è la prima pubblicazione di uno studio indipendente fondato da Laurent Bernier, Nathanael Dufour e Sebastiano Nadeau, nomi noti per aver lavorato a serie come Assassin’s Creed, Far Cry e Prince for Persia.
Presentato come un grande documentario interattivo dei toni survival, la storia riguarda interamente la dura vita di un Petauro dello zucchero; se il dolce animaletto [che vogliamo precisare, è davvero bellissimo N.d.R] è riuscito a destare il vostro interesse, possiamo cominciare!

Sviluppato e pubblicato dallo studio indipendente Breaking Walls, Away: The Survival Series è un’avventura narrativa ispirata ai documentari naturalistici, disponibile dal 28 settembre 2021 per Playstation 4, Playstation 5 e PC al costo di 29,99€.

Benvenuti nel nuovo mondo

Nel mondo di Away un tremendo cataclisma ha portato all’estinzione del genere umano e molte delle specie sopravvissute, animali e vegetali, hanno subito alcune mutazioni volte ad adattarsi al nuovo clima; una di queste è proprio quella dei petauri dello zucchero che, già noti per essere animali estremamente sociali, per poter sopravvivere sono riusciti a creare una maggior coesione fra loro.

Il nostro protagonista è un giovane petauro di nome Joey e, mentre lui e il padre stanno rientrando nella propria tana, un tremendo temporale distrugge l’albero dove si stanno arrampicando, trascinando con sé l’esemplare adulto; in questo modo il nostro marsupiale parte alla ricerca di un nuovo posto dove stare assieme alla madre e alla sorellina.
Da questo momento inizieremo la nostra avventura verso la sopravvivenza, esplorando moltissime zone della natura selvaggia e difendendoci da terribili predatori pronti ad ucciderci in ogni momento.

Il Petauro più forte del mondo

Away: the survival series presenta tutte le caratteristiche di un ottimo documentario: a narrare la storia troviamo una voce fuori campo in perfetto stile National Geographic che commenterà ogni mossa del nostro scoiattolo volante e la visuale in terza persona ci aiuterà a vivere l’intera avventura con immersività, grazie anche a delle riprese degne dei migliori obiettivi fotografici.
Detto questo, andiamo subito a chiarire una cosa importante: il titolo parte con delle premesse che possono sembrare verosimili, ma già completando la prima ora di gioco, la storia prenderà delle pieghe molto più fantasiose e volutamente esagerate, trasportandoci così in un mondo dove sopravvivere è una sfida all’ultimo sangue e i pericoli si nascondo nei posti più inaspettati.
Per quanto ci riguarda abbiamo capito la scelta di rendere più ludico un titolo così particolare, ma troviamo che un racconto più veritiero avrebbe dato maggior pregio al tutto, soprattutto in relazione al taglio documentaristico utilizzato.

Durante la presentazione del gioco, avvenuta inizialmente tramite una campagna Kickstarter, gli sviluppatori avevano posto un accento sulla componente survival del titolo che, a conti fatti, non è poi così marcata.
Oltre a dover badare ai pericoli che la natura ci offre, le statistiche da monitorare saranno solamente due: energia e vitalità.
Se pensate di trovare una vera sfida in questa meccanica vi state sbagliando, in quanto per tenere sotto controllo i parametri basterà mangiare qualche fungo o insetto [di cui il sottobosco è colmo N.d.R.] e il vostro petauro non avrà problemi a sopravvivere.
In termini di gameplay, il cibo che mangeremo apporterà degli effetti secondari sulle nostre abilità: se consumare un determinato tipo di funghi aumenterà il recupero dell'energia, alcune bacche ci aiuteranno ad avere più resistenza durante una planata, ma, anche in questo caso, la meccanica è appena accennata e queste differenze poco interferiranno con l’andamento di gioco. Anche quando ciò che ingerirete sarà indigesto o velenoso, gli orribili effetti secondari di una possibile intossicazione non si faranno mai vedere.

All’interno del gioco è presente uno scarno albero abilità, che progredirà effettuando semplici azioni come correre o combattere e migliorerà leggermente le nostre performance; probabilmente il titolo ha sofferto di alcuni tagli in un secondo momento dello sviluppo e questo assomiglia ad un lascito di qualche meccanica molto più ragionata.
Per quanto riguarda le abilità del nostro Joey, quello che abbiamo tra le mani risulta essere il killer in miniatura più intelligente mai visto al mondo: grazie alla capacità di arrampicarsi, planare e saltare riusciremo ad evitare anche le catastrofi peggiori, portando a termine moltissime fasi dedicate al platforming [e possiamo dirlo, queste sono riuscite a divertirci in più di un frangente N.d.R.].
Eppure non dobbiamo dimenticarci di essere un animale dalle piccole dimensioni, per cui sono molti i predatori che cercheranno di ostacolarci o, alla peggio, divorarci: anche in questo caso l’istinto di sopravvivenza è dalla nostra e, grazie alla capacità di trovare dei perfetti ripari per superare ragni, lupi e avvoltoi o combattere a sangue freddo contro serpenti e scorpioni, il nostro caro scoiattolo volante riuscirà ad uscirne sempre vittorioso e superare anche alcune fasi stealth.

Insomma, Away racchiude in sé moltissimi generi diversi, tra l’action-avventure fino ad arrivare a situazioni survival contornate da una serie di quick time event ad alta tensione.
Da segnalare anche la presenza di una mappa di gioco, contenente tutte le tane da noi scoperte, che potremo utilizzare come spostamento rapido per passare da una zona all’altra [ma non ne sentirete mai il bisogo N.d.R.], realizzata probabilmente in funzione di alcune missioni secondarie esistenti in game ma del tutto futili e anche poco intuitive.

I bug di Away e la modalità esplorazione

Ora che vi abbiamo parlato del gameplay generale del gioco, possiamo soffermarci sul vero problema che affligge l’intero titolo: il sistema di controllo.
Se le premesse sono buone e sembrano interessare, pad alla mano ciò che si crea è un’esperienza confusionaria a tratti frustrante; per quanto carino possa essere, il giovane Joey riuscirà a far perdere le staffe a tutti quanti dato che la calibrazione del gioco rende davvero impossibili alcune parti di gameplay.
Molto spesso capiterà che il petauro si incastri tra i vari rami di un albero o all’interno di qualche roccia, smetta totalmente di attaccare o lo faccia senza effettivamente creare danno, plani in direzioni non richieste e finisca in zone mai create della mappa senza innescare l’animazione della morte, costringendo così a riavviare la partita dall’ultimo checkpoint raggiunto.
Anche la gestione della telecamera risente gravemente di questi problemi e, nei momenti più concitati, questa potrebbe decidere di non seguire più i movimenti del vostro personaggio, portandovi a spasso in un tour ai limiti della mappa, mentre lo scoiattolino volante finisce divorato da qualche predatore [infondo si sa: lontano dagli occhi, lontano dal cuore N.d.R.].

Insieme a questo tripudio di problemi, anche la modalità sandbox “Esplorazione” [che attualmente è in beta N.d.R.] non è da meno: in questo caso non avremo nessuna storia da seguire e abbandoneremo il nostro petauro per prendere le forme di una spora in grado di possedere qualsiasi animale che appaia a schermo!
Ci troviamo davanti ad un mondo “Open World” dalle incredibili possibilità: passando da una semplice farfalla, potremo prendere il controllo anche di anfibi, insetti, rettili, pesci, uccelli e mammiferi.
Per ogni animale che controlleremo, dovremo imparare i suoi comandi ma, ahimè, anche questa volta siamo davanti ad un muro di problemi: questo mondo fantastico è sostanzialmente un grande vuoto e sarà difficilissimo trovare qualche forma di vita da controllare; inoltre essere buttati fuori dalla mappa o finire al di sotto del terreno è all’ordine del giorno e già dopo pochi minuti di prova avrete l’impulso di uscire per non rientrare mai più.

Oltre il danno…

Paradossalmente, rispetto a quanto detto in precedenza, dal punto di vista artistico quello che vedrete riuscirà a lasciarvi a bocca aperta: gli scenari di gioco, specialmente nei primi momenti, potrebbero fare concorrenza a moltissime produzioni Tripla A del momento e riusciranno ad emozionarvi come se fossero delle vere riprese di Discovery Channel. Anche i nostri petauri dello zucchero risultano davvero ben fatti, creando quasi una sensazione di estrema morbidezza grazie ai dettagli con cui gli stessi peli sono stati ridefiniti; eppure anche sul lato grafico abbiamo alcuni problemi.
Guardando meglio il mondo di gioco, scopriremo che molti animali e piante sono privi di dettagli e texture, creando una netta differenza con il protagonista e ci è dispiaciuto trovare delle discrepanze così grandi in un mondo apparentemente magnifico. Purtroppo questo si traduce anche in alcuni problemi di stabilità del software e in molte situazioni il framerate ha smesso di collaborare.

Per quanto riguarda il comparto audio, Away vanta di una colonna sonora mozzafiato, realizzata da Mine Raznik e iscrivendosi al sito web ufficiale, è possibile scaricare dei set di paesaggi sonori registrati direttamente in gioco.
Per quanto il lavoro orchestrale sia degno di plauso, anche il comparto audio presenta dei problemi di localizzazione: la lingua italiana è resa disponibile come sottotitolo, ma, oltre ad alcune parti di traduzioni mancanti, la sincronizzazione dei sottotitoli è pessima: infatti questi non terranno mai il passo con la voce narrante e molte frasi risultano completamente mancanti.

Conclusioni

Come avrete capito Away: the Survival Series è uno di quei titoli che di potenziale ne è ricolmo, ma sfortunatamente non riesce ad esprimerlo.
Siamo consci che questo sia il primo prodotto di uno studio recentemente nato e abbiamo preso in considerazione anche questo fattore, ma presentare e pubblicare un titolo per cui sono stati stanziati degli ingenti fondi con un sistema di controllo ed una calibrazione così problematici, pensiamo che non sia il miglior biglietto da visita con cui proporsi.

La storia di Joey è riuscita ad emozionarci per più volte in tutte le sei ore [otto contando i momenti in cui il titolo ha smesso di rispondere ai comandi N.d.R.] che il gioco richiede per essere completato ed insieme ad una colonna sonora e un comparto artistico davvero fenomenale, non possiamo che dare una seconda possibilità ai progetti che verranno di Breakig Walls, augurandoci che il caro petauro sia stato un punto di partenza verso un futuro più radioso.
Quindi, sperando in qualche copioso aggiornamento e al rilascio ufficiale della modalità esplorazione, continueremo a tenere sott’occhio Away seppur, al momento, il titolo non raggiunga del tutto la sufficienza.

Good

Interessante il taglio informativo del titolo…
La storia narrata riesce ad emozionare
Colonna sonora e voce narrante di qualità
Scenari e modelli dei petauri magnifici…

Bad

…ma si perde in situazioni estremamente paradossali
Sistema di controllo impreciso e sfiancante
Bug disseminati in ogni punto di gioco
…ma il resto del titolo non è così dettagliato
Meccaniche di gioco poco approfondite
5.7
OCCASIONE MANCATA

Sviluppatore: Breaking Walls
Distributore: Breaking Walls
Data di uscita: 28 settembre 2021
Genere: Simulazione, avventura
PEGI: 12
Piattaforme: PlayStation 5, PlayStation 4, PC

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