Black Skylands è un interessante tiolo indie su cui abbiamo avuto modo di mettere le mani e che ci ha piacevolmente sorpresi durante tutto il tempo in cui lo abbiamo sperimentato. Il gioco prende infatti ispirazione da tutta una serie di altri titoli, mescolando assieme diverse meccaniche per realizzare qualcosa di originale ed estremamente interessante. Ci siamo quindi armati di tutto punto per metterci alla guida del nostro vascello ed esplorare le profondità di questi cieli oscuri, ma anche ricchi di pirati ed avventure.
Il mondo di Black Skylands è un luogo dove l’umanità vive e prospera in larga misura nelle profondità del cielo. Che abiti grandi isole volanti o a bordo di grandi aereonavi, la gente di queste parti però deve fare i conti con qualcosa di assai pericoloso [se conoscete il manga/anime Radiant, potreste avere un buon metro di paragone N.d.R]. Ai margini del mondo abitato si estende una tempesta che gradualmente si sta espandendo, fagocitando le poche terre abitabili e riversando creature tutt’altro che piacevoli nelle zone circostanti. Gli Swarmer sono infatti mostri che rendono la vita nei cieli sempre più pericolosa, distruggendo interi villaggi e navi e, di conseguenza, riducendo sempre più le poche opzioni nelle mani dei coloni e della popolazione superstite. A bordo della Fathership le cose per noi e la nostra famiglia sono ancora piuttosto “normali”, ma la spada di Damocle della tempesta e degli Swarmer non tarderà a far sentire la sua presenza. Sarà però un evento assai particolare a scandire e alterare il nostro destino, ed il responsabile sarà nostro padre che, di ritorno da una spedizione nella tempesta, porterà con sé una creatura apparentemente non ostile proprio da quelle terre inospitali. La sua opinione è che la speranza dell’umanità sia proprio avventurarsi all’interno della tempesta per scovare nuove terre e individuare una possibile soluzione a questi mostri ormai sempre più vicini al cuore delle terre abitate. Purtroppo per lui però la creatura riportata sulla Fathership sarà al centro di un brutto incidente che, oltre a chiudere la porta ad eventuali future spedizioni nella tempesta, creerà anche un certo scisma all’interno della popolazione. A distanza di anni, infatti, la situazione sembra degenerare ulteriormente e, oltre alla già presente minaccia rappresentata dagli Swarmer, dovremo fronteggiare anche questa nuova fazione che si è messa a spadroneggiare sulle isole e sulle navi proponendosi come “protettrice” della popolazione. Sarà quindi cooperando tra gli abitanti della Fathership ed altre personalità sparse nell’arcipelago che inizierà la nostra piccola rivoluzione. Armati di tutto punto a bordo della nostra piccola aereonave, inizieremo quindi una serie di scorribande per tutte le isole limitrofe perseguendo i nostri obiettivi e liberando dal gioco dell’occupazione diverse isole, tutto per cercare di donare un futuro a ciò che resta delle nostra gente.
Il gameplay di Black Skylands si compone di diversi momenti, alcuni più esplorativi ed action, altri più gestionali. Il primo di cui vi parleremo è proprio la porzione di combattimento ed esplorazione condotta a piedi dalla nostra eroina. In Black Skylands ci si muove con WASD e si mira con il mouse [oppure con i due stick analogici se state usando un controller N.d.R.]; come in Enter the Gungeon, infatti, potremmo muoverci e sparare in modo completamente indipendente, disponendo anche di una schivata utile ad evitare i proiettili nemici, ed un attacco corpo a corpo comodo per infliggere danni da vicino e distruggere eventuali ostacoli senza sprechi di pallottole. Ad aiutarci nelle nostre avventure avremo, oltre a ciò, un pratico rampino, una compagna falena ed un buon numero di armi. Partiamo con il dire che il rampino non è solo uno strumento esplorativo, ma una vera e propria arma di distruzione di massa con proiettili infiniti ed un danno decisamente niente male. Non solo potrete usarlo per attirarvi vicino a pareti od oggetti o per raccogliere casse di rifornimento a distanza, ma potrete anche usarlo per salvarvi da cadute potenzialmente letali e avvicinare i vostri nemici e colpirli con un attacco corpo a corpo che, oltre ad infliggere un buon numero di danni, vi permetterà anche di scaraventare i meno pericolosi nel vuoto lasciandoli in balia della forza di gravità. Nel caso poi che ad un certo punto doveste sentirvi non all’altezza, beh sappiate che oltre a disporre di una serie di comode cure, di diverse armi, alcune anche incredibilmente strane ed eccentriche, sarete in grado di modificare queste ultime con delle mod per ottenere ulteriori bonus e funzionalità [vedremo a breve come questo sarà possibile N.d.R.].
La seconda meccanica che vogliamo esplorare assieme a voi è il volo con l’aeronave. Partiamo con il dire che, proprio come le armi, anche quest’ultima è completamente personalizzabile; a partire dal serbatoio, passando per motore e cannoni, ogni elemento può essere costruito e sostituito, persino la nave stessa. A fronte di ciò, ci sentiamo di consigliarvi caldamente di potenziare la nave quando possibile; la nostra nave volante sarà infatti nostra compagna in gran parte delle nostre avventure e non sarà utile solamente negli spostamenti tra i vari luoghi di interesse, ma anche e soprattutto avrà un ruolo centrale negli scontri navali e come fuoco di soppressione a terra, permettendoci in molte occasioni di eleminare diversi nemici in sicurezza dalla distanza.
Attenzione però che manovrare la nave non sarà facilissimo, soprattutto perché i comandi che regolano la velocità hanno un bel po’ di inerzia e ci costringeranno a fare estrema attenzione nelle manovre a bassa velocità, specialmente se vorrete evitare di grattuggiarvi la carrozzeria contro ostacoli imprevisti. Mentre pilotiamo la nostra nave saremo in grado fare fuoco con i cannoni, oltre che modificarne l’orientamento per colpire più facilmente i nostri avversari. Non sarà però possibile sparare all’impazzata sperando di colpire il nostro bersaglio per pura fortuna: non solo i colpi non sono infiniti e gratuiti [e nemmeno il carburante N.d.R.], ma le armi dopo un certo periodo si surriscalderanno costringendovi, volenti o nolenti, al silenzio. Non disperate però: oltre a poter sopperire al surriscaldamento di un cannone manovrando e sfruttando quello sulla fiancata opposta, potrete anche lasciare temporaneamente i comandi della vostra fida compagna per raffreddare manualmente le vostre armi, azione piuttosto rischiosa, ma a volte necessaria.
Esplorare e combattere ci porta quindi naturalmente ad altri due elementi fondamentali da analizzare del vostro vascello, ovvero loot e autonomia. La nostra nave ci consente infatti non solo di combattere e viaggiare, ma dispone al suo interno di una “capiente” stiva [espandibile con dei miglioramenti realizzabili nell’officina N.d.R.] e di un serbatoio. Raccogliere materiali e ricompense sarà molto importante e, sebbene all’inizio vi costringerà a fare diversi viaggi su e giù correndo sulle isole per tornare al vostro veicolo, progredendo nella storia potrete addestrare la vostra falena non solo a trasportare voi alla nave, ma anche a trasportare direttamente materiali alla stiva, risparmiandovi diversi viaggi inutili e una marea di tempo. Il contro di tutta questa versatilità sta però nell’autonomia che il vostro serbatoio può offrire. Se sfrutterete il viaggio rapido verso la Fathership non ci sono problemi, vi ritroverete con la nave pronta all’attracco e con il pieno [non gratis naturalmente N.d.R.], ma se vi ritroverete a corto di carburante sarà il caso di disporre di alcune taniche per rabboccare il serbatoio, in caso contrario potrebbero essere dolori.
Concludiamo quindi parlando della Fathership, centro nevralgico non solo degli eventi narrati nella storia, ma anche hub per ogni nostra operazione. Qui avremo la possibilità di realizzare il nostro “covo”, liberando dalle macerie il ponte e realizzando gli edifici che più ci possono servire. L’intera Fathership è sfruttabile per costruire diversi edifici che ci permettono di sbloccare giardini dove coltivare piante ed elementi utili, officine dove costruire e migliorare le nostre armi, carpenterie dove migliorare e costruire i nostri vascelli e anche fonderie ed edifici per processare i materiali che raccoglieremo in giro. In soldoni, dovremo organizzarci in modo da avere a disposizione una filiera produttiva e di processamento dei materiali il più efficiente e produttiva possibile. Le informazioni però non finiscono qui: anche liberare le isole [e mantenerle libere da nemici esterni N.d.R.] avrà la sua importanza. Ogni isola dispone infatti di un certo numero di abitanti che, una volta liberati, potremmo mettere a lavorare a nostro vantaggio. Questo ci fornirà una serie di bonus sbloccabili a mano a mano che si potenziano gli edifici sulla nostra Fathership: per ottenere un bonus basta infatti assegnare il numero di persone richieste al potenziamento, e da quel momento in avanti questo si attiverà permettendoci di sfruttarlo passivamente. Vien da sé che se in futuro dovessimo perdere popolazione potremo ritrovarci con troppo pochi lavoratori, cosa che ci farà perdere alcuni bonus, almeno finché non troveremo nuove persone da assegnare.
Siamo giunti infine a tirare le somme su questo Black Skylands e ci sentiamo di partire proprio dicendo che siamo rimasti piacevolmente sorpresi progredendo nel gioco. A conti fatti, il momento forse che meno ci ha convinto è proprio l’inizio dove, per motivi di trama e tutorial, disponevamo di meno varietà e opzioni. Di primo acchito, infatti, abbiamo trovato alcune meccaniche rozze e poco rifinite, ad esempio il fatto di dover portare le casse trovate in giro per la mappa una per una alla nostra nave, la mancanza di un puntatore per i cannoni, disporre di solo una cura e di una stiva piuttosto limitata, eccetera. Proseguendo nel gioco, però, ci siamo resi conto di come molte di queste meccaniche fossero in realtà disponibili come potenziamento in una delle officine, oppure come abilità sbloccabile progredendo nella trama. Alcune funzionalità siamo arrivati a sbloccarle persino dopo diverse ore di gioco e anche a trama avanzata, rendendo a tutti gli effetti Black Skylands sempre in evoluzione e quasi sempre appagante e divertente. Questo ottimo ritmo prosegue tranquillamente per le prime 10 ore di gioco, e solo dopo che avrete scoperto tutte le meccaniche disponibili nel titolo inizierete a sentire un po’ la ripetitività delle azioni. Tra missioni di trama, missioni secondarie, isole da liberare, isole da difendere e spedizioni per raccogliere materiali sarete bene o male sempre impegnati in qualche attività, delegando la noia alle fasi più avanzate, quando dovrete e affrontare le isole meglio difese e più popolose che, per loro stessa natura, tendono a diventare più tediose. Tenendo presenti la grafica estremamente ispirata in pixel art e un comparto sonoro non eccelso, ma comunque estremamente ispirato e funzionale, davvero non ci sentiamo di criticare in nessun modo questo titolo indie; al contrario, come già detto, ci ha piacevolmente sorpresi donandoci ore e ore di spedizioni e divertimento.
Devi essere connesso per inviare un commento.