Ben ritrovati compagni della Tribù, oggi andremo a raccontarvi di un titolo che tenta una sfida provata da tanti, ma che in pochi sono riusciti ad affrontare uscendone vittoriosi: unire uno o più sottogeneri ad una storia punta e clicca. Già conosciuto per il titolo del 2016 “Demetrios: The Big Cynical Adventure”, il francese COWCAT Games è tornato con una nuova produzione che, rispetto alla sua prima impresa, ben fa sperare per i futuri piani di sviluppo. Grazie a quell’ispirazione tipica dei giochi dal sapore anni ’90, l’intera avventura di Brok ci porterà in un mondo contornato da feeling retrò e leggermente cyberpunk, con moltissime sequenze beat ‘em up ben mescolate con la classica avvenuta punta e clicca.
BROK the InvestiGator è un titolo d’avventura che mescola più generi al suo interno. Sviluppato da COWCAT Games, il gioco è disponibile su Playstation 4, Playstation 5, Xbox One, Xbox Series X|S, Nintendo Switch e PC al prezzo di 24,99€ su console e 19,99€ su Steam.
Ambientato in un mondo futuristico, dove gli umani sono stati sostituiti da essere antropomorfi e l’inquinamento ha completamente distrutto l’ecosistema terrestre, una cupola è stata costruita per preservare le forme di vita, ma vivere al suo interno non è così scontato. Divisi in base a reddito e notorietà, le persone fanno parte di due classi sociali diverse: una esclusa da ogni bene e relegata all’esterno, l’altra agiata con ogni servizio, che vive nella comodità di un mondo robo-servito. Le due classi vengono rispettivamente chiamate Slumers e Drumers e sono pochissime le possibilità di scalata sociale per chi arriva dai “bassifondi”. Il nostro protagonista è un alligatore di nome Brok, ex-pugile e ora investigatore privato tuttofare che vive fuori dalla cupola insieme a Graff, figlio adottivo della compagna deceduta.
Una mattina Brok riceve una chiamata particolarmente nervosa da un poliziotto che richiede le sue doti da investigatore per ritrovare la pistola perduta, una ricerca apparentemente semplice ma che porterà il nostro detective a infilarsi in una cospirazione governativa che potrebbe cambiare le sorti del mondo.
Il plot è abbastanza semplice ma ben costruito e, seppur la partenza non sia delle più avvincenti, la narrazione che il titolo offre una volta superate le prime scene introduttive risulta davvero interessante, con tantissimi dettagli riguardanti il mondo dispotico in cui ci troviamo, che riescono a far immergere sempre di più il giocatore. Più si avanzerà nei capitoli più avremo informazioni non solo riguardanti il nostro caso, ma anche sulla storia, cospirazioni ed eventi passati della città. Questo ci permetterà di comprendere a fondo tutto quello che vivremo e sarà un grandissimo punto a favore arrivati nei tratti finali del gioco, dove ci verrà richiesto di prendere alcune decisioni che influenzeranno il finale, creando così la possibilità di vivere diverse esperienze in base alla propria conoscenza e deduzioni.
Una delle caratteristiche principali meglio riuscite di tutto il gioco è l’interattività delle relazioni e delle missioni secondarie in cui si imbatterà il nostro caro alligatore: se il plot principale riesce ad avanzare senza particolari exploit narrativi, sono proprio le interconnessioni il vero cuore del gioco. Salvare o meno una persona, trovare un impiego ad un vecchio robot destinato allo smaltimento e simili diventano facilmente uno dei punti di interesse dell’intero titolo, portando il giocatore a completare con maggior curiosità tutte queste storie prima di avanzare nei capitoli.
Una delle più importanti fra queste, è proprio la difficile lotta interiore che sia Brok che Graff affronteranno per tutto il gioco: come può un alligatore sempre sul filo del rasoio essere un buon genitore? E come può un adolescente superare la perdita dei propri genitori senza conoscere la verità dietro alla morte della madre? Insomma, una serie di domande e dilemmi che riescono a trovare un proprio spazio nella narrativa senza mai stuccare e che creano alcuni dei momenti migliori di tutta la narrazione.
BROK the InvestiGator si pone come ibrido tra una tradizionale avventura punta e clicca e un picchiaduro a scorrimento e - a nostra sorpresa - ben riesce a superare l’impresa: il gameplay divide le sezioni di azione a quelle di ricerca con la semplice pressione di un tasto, rendendo così attivabile/disattivabile la modalità di azione in ogni momento. Questa meccanica ci porterà a poter interagire maggiormente con gli elementi a schermo, selezionando - come da tradizione- con l’analogico il punto di interesse da ispezionare e seguire le moltissime linee di dialogo dei personaggi, ma dando anche la possibilità di combattere, rompere oggetti, interagire con l’ambiente, saltare ed arrampicarsi per arrivare in zone che non avremmo mai potuto pensare di controllare senza la possibilità di azione. Insomma, il titolo richiederà a tutti i suoi giocatori di unire l’acume con la violenza, utilizzando sia il cervello che le mani per risolvere i moltissimi (pur semplici) puzzle che ci si pareranno davanti durante le nostre ricerche. Oltre a questo, quando avremo raccolto abbastanza informazioni, e qui starà al nostro senso di ricerca, potremo passare alla fase di interrogatorio del nostro indiziato, ponendogli domande e traendo conclusioni in base agli indizi e prove raccolte. Il titolo permette di abbandonare la sezione in ogni momento in modo da poter tornare sui propri passi e cercare nuovi indizi che porteranno alle giuste deduzioni e, per un aiuto extra, sarà possibile raccogliere tre badge pubblicitari nascosti in ogni livello, che serviranno come aiuto bonus per trovare le piste da seguire.
Il titolo offre tre difficoltà di gioco e selezionando la più semplice si avrà la possibilità di saltare completamente tutte le fasi di combattimento che, detta fra noi, riescono a divertire per il sistema di combo, utilizzo oggetti dello scenario e level up presente, ma non convincono pienamente per la loro “goffaggine”. Menare pugni contro i Tribots o gli Squealers – una gang di ratti che infesta gli Slums – è sì una sezione di gameplay carina ma non troppo definita; infatti non sempre sarà possibile capire come un nostro colpo sia andato a segno o come si è stati colpiti e atterrati da qualcuno. Nel tempo libero, Brok avrà anche la possibilità di guadagnare qualche spicciolo in più grazie ad un allenatore VR, che ci metterà nelle condizioni di combattere contro enormi gruppi di nemici e boss, arricchendoci e facendo alzare più velocemente il nostro livello. Oltre al detective, anche Graff sarà un personaggio giocabile, e da una sezione in poi avremo la possibilità di passare da uno all’altro liberamente, avanzando così in dualità nella storia.
Con più di 15 ore di gioco per poter essere completato, undici diversi finali e moltissime linee narrative secondarie, alla sua conclusione, BROK the InvestiGator darà la possibilità di capire le scelte fatte nella propria partita, dando degli hint su come comportarci per sbloccare i percorsi alternativi e, soprattutto, permetterà di saltare dialoghi e puzzle precedentemente risolti.
Con una copertura di oltre dieci lingue, il titolo offre più di 23mila linee di dialogo completamente doppiate in inglese e sottotitolate in italiano. La colonna sonora risulta abbastanza dimenticabile, di compagnia sì, ma senza suscitare particolari emozioni. Altro discorso invece per il comparto grafico, che si ispira completamente al design del programma “Il Pomeriggio Disney” degli anni ’90. I personaggi sono tutti antropomorfi (o robot) e design ed espressioni facciali risultano davvero riuscite, dando personalità ad ognuno di loro. Purtroppo questa espressione massima non si riversa nelle animazioni, che non sempre convincono del tutto, soprattutto per via di una continua staticità nei personaggi, che anche nelle scene più concitate, non riesce proprio a dare la giusta enfasi.
Uno dei fattori a cui rendere i giusti complimenti a COWCAT è l’accessibilità del titolo: oltre alle audiodescrizioni dedicate ad ogni elemento testuale, tutti i puzzle e i combattimenti sono pensati anche per non vedenti, utilizzando dei segnali audio per indicare la posizione degli elementi a schermo. Inoltre è anche possibile attivare la funzione di vibrazione a ridosso delle pareti, aumentare la grandezza dei font e il contrasto e, se necessario, saltare tutti gli elementi puzzle e battaglia.
BROK the InvestiGator è un titolo che riesce a creare un buon mix tra la narrativa di una punta e clicca e l’azione di un picchiaduro, risultando abbastanza interessante anche al netto di tante piccole imperfezioni. La storia non parte propriamente benissimo, ma, se riuscirete ad andare oltre ai primi momenti, vi accorgerete che quello che avete tra le mani è un titolo di autoproduzione divertente e appassionante, soprattutto grazie alle tantissime storie contenute al suo interno. Noi lo abbiamo provato su PlayStation 5, console su cui si è comportato egregiamente, tuttavia il nostro consiglio è quello di acquistarlo su PC, in quanto meglio si presta a questo genere di produzione.
Insomma, COWCAT è sicuramente riuscito a compiere un enorme passo avanti rispetto al primo titolo e vi consigliamo davvero di dare una possibilità all’ex-pugile&Co.
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