Per tutte le persone nate fino alla metà degli anni ’90, uno dei luoghi di riferimento per il divertimento in solitaria o accompagnati da amici era la Sala Giochi, magari disponibile solamente durante qualche fiera di paese o presso i luoghi di vacanza, ma, sicuramente, è stata una scoperta importante nella vita di ogni persona di quegli anni.
Con Button City abbiamo riscoperto tutte le emozioni che quel luogo è riuscito a donare ai ragazzi della nostra età, in quanto si presenta come una divertente rappresentazione di tutto ciò che una Sala Giochi può offrire: divertimento ed amicizia.
Nelle prossime righe vi porterò alla scoperta di un titolo dal carattere leggero ma che è riuscito a farci divertire, grazie ad un piccolo tocco di nostalgia.
Sviluppato e pubblicato da Subliminal, Button City è un arcade game di avventura tridimensionale con grafica Low-Poly ed è disponibile dal 10 agosto 2021 su PC, Playstation 5, Xbox Series X/S e Nintendo Switch [la versione Old Gen del titolo è in sviluppo ed arriverà più avanti nel tempo N.d.R.] al prezzo di 19.99€
Il protagonista di questa storia è Fennel, un ragazzino dai tratti di una volpe antropomorfa che si è appena trasferito con la madre in una nuova città. Isolato nella sua stanza e triste per il nuovo cambiamento, Fennel si ritrova da solo in un posto che non conosce senza neanche l’ombra di un amico a parte il suo game boy; le vicende hanno inizio grazie ad una scusa della madre che, per via del poco tempo a disposizione dopo il lavoro, lo manda in città per una commissione e qui veniamo a conoscenza di un’incredibile notizia: la nuova città ha una sala giochi di nome Button City!
Esaltato per la scoperta, il nostro volpino corre immediatamente verso l’isola del divertimento, non sapendo che quel giorno sarebbe stato il primo di moltissime avventure. Grazie ad alcuni scenari comici, Fennel fa la conoscenza di un gruppo di giocatori chiamato Fluff Squad e Sorrel, il leader della squadra, approfitta del nuovo arrivato per portare avanti una competizione con il gruppo avversario chiamato Tuff Fluffs: battere i classici bulletti più grandi a Gobabots.
Dopo aver imparato le basi del gioco Arcade più importante della sala giochi, Fennel decide di unirsi alla Fluff Squad e sbaragliare gli avversari nella sfida a Gobabots e un clima di serenità sembra essersi instaurato nella sua vita…
Il nostro protagonista sente di aver finalmente trovato degli amici e un passatempo importante, ma una brutta notizia scuote tutti i partecipanti del torneo: Button City sta per chiudere e verrà acquistata da un magnante di nome Pepperbottom!
Con la sala giochi in pericolo, i membri di entrambe le squadre si daranno man forte per salvare ciò che più hanno a cuore: portare a termine il torneo per decretare la squadra vincente e salvare il loro luogo di ritrovo preferito.
Button City si presenta come un divertente gioco dalla semplice narrazione che, seppur manchi di una localizzazione italiana, è facilmente fruibile anche per i meno esperti e riesce sempre a strappare un sorriso, anche grazie all’uso di citazioni tratte da alcuni dei “meme” più conosciuti degli ultimi anni [come il famosissimo “Let Me In” di Eric Andre N.d.R.].
Parlando dell’aspetto grafico del gioco, abbiamo particolarmente apprezzato la scelta di utilizzare una palette colori vivida e iper satura in relazione ad una grafica Low-Poly tridimensionale, rendendo così l’aspetto generale del titolo un enorme inno agli estroversi anni ’90 anche grazie alle buffissime espressioni facciali, accompagnate da dalle teatrali pose di squadra; tutti i personaggi presenti sono animali antropomorfi i cui nomi prendono spunto da varie spezie ed alimenti vegetali, ed ognuno di loro ricorda appieno la moda tipica di quegli anni: il fluo e gli accostamenti più impensabili la fanno da padrone, mentre i “bulletti” ed i più fighi rubano la scena con le migliori giacche di jeans o di pelle.
Per quanto riguarda il comparto audio, Button City non brilla per la presenza di una soundtrack particolarmente memorabile e, nonostante i vari temi di sfondo siano di compagnia, nessuno di questi riesce davvero a spiccare [personalmente ho amato Sorrel ed il suo Metal Yoga, è forse l’unica nota positiva a riguardo N.d.R.].
Il gameplay utilizza la tridimensionalità del titolo per dividere la mappa di gioco in singoli blocchi, ognuno dei quali ospiterà un’unica ambientazione esplorabile: per poter passare da una zona all’altra, basterà teletrasportarsi ed istantaneamente ci ritroveremo nell’area da noi scelta.
Oltre alla storia principale, sarà possibile prendere parte ad alcune sfide nella sala giochi e completare moltissime quest secondarie; alcune di queste non ci hanno particolarmente convinto e avremmo preferito poter approfondire maggiormente alcune storie interessanti piuttosto che perderci in fetch quest prive di veri e propri stimoli che ci hanno portato a dover affrontare lunghe sessioni di backtracking fra le aree di gioco.
Le meccaniche di gioco sono semplici ed intuitive, in quanto basterà l’utilizzo di pochi tasti per svolgere tutte le azioni richieste, ma alcune animazioni non sono così fluide come ci si aspetta e, durante la nostra partita, ci siamo imbattuti in alcuni bug e rallentamenti che hanno penalizzato la fluidità di gioco, incidendo negativamente sul comparto tecnico del titolo e rendendo alcune quest non completabili al 100% [dettaglio che potrebbe far storcere il naso ai completisti più accaniti N.d.R.]
Al contrario, una nota di plauso agli sviluppatori è doverosa per quanto riguarda l’inserimento di argomenti importanti quali la sensibilizzazione ambientale, l’accettazione delle diversità e l’inclusione in un titolo che a primo impatto appare come una storia divertente dai buffi e carini personaggi: raccogliere lo sporco disseminato per la città, aiutare la nostra compagna di squadra paraplegica e tante altre piccole situazioni sensibili ci hanno tenuto compagnia durante l’intera esperienza di gioco.
Il vero cuore pulsante del titolo è Button City e vogliamo parlarvi di tutto quello che troverete all’interno [e non solo N.d.R.] della sala giochi più amata della città. Partiamo con l’arcade game maggiormente sviluppato: Gobabots
In questo mini gioco ci ritroveremo in una sfida 4 Vs. 4 dove entrambe le squadre impersoneranno degli eroi a forma di robo-vegetali e l’obbiettivo sarà quello di raccogliere il maggior numero di frutta possibile da inserire nel frullatore centrale all’arena. In punti fissi della mappa saranno presenti degli alberi da distruggere per raccogliere la frutta da frullare; per arrivare alla meta bisognerà vedersela non solo con gli avversari e le loro armi, pronti a distruggere il nostro robottino, ma anche con alcuni robo-bot volanti che ruberanno la nostra frutta!
Come ogni buon arcade game, durante ogni partita appariranno dei boost che ci ricaricheranno gli HP o daranno uno slancio temporaneo alla nostra velocità di movimento, rendendo così possibile rimontare e riprende il possesso della partita. Durante la storia sarà possibile acquistare o vincere alcuni nuovi robot con nuove armi ed attacchi speciali, che ci aiuteranno a sbaragliare anche i nemici più ostici.
Oltre a questo, la sala giochi offre anche altri due minigiochi per cui ci ritroveremo a sfidare molti NPC: rEVolution Racer e Prisma Beats
rEVolution Racer è un minigioco di guida dalla grafica cartoonesca in cui per battere l’avversario sarà necessario imparare il sistema di Drift e l’utilizzo perfetto della barra turbo, e no, non è così semplice come pensate, ci ha dato parecchio filo da torcere!
Prisma Beats è un rhythm game ispirato a “Dance Dance Revolution” e per quanto rappresenti un classico intramontabile, troviamo che sia il minigioco meno riuscito in quanto le sequenze di tasti e la musica proposta non rappresentano pienamente l’anima arcade del gioco; oltre a questo dobbiamo segnalare che alcuni NPC da sfidare faranno partire una sequenza con alcuni bug, rendendo così necessario concludere la sfida senza poterla portare a termine.
Tutti i minigiochi ci faranno guadagnare dei punti spendibili nel negozio al piano superiore della sala giochi e sarà possibile acquistare abiti, nuovi robot per Gobabots, accessori per la propria cameretta e sbloccare alcuni oggetti secondari per gli arcade game.
Il nuovo titolo di Subliminal arriva durante una caldissima estate e ci propone un’esperienza di divertimento dai toni sarcastici e dalle tinte super colorate.
Abbiamo veramente apprezzato il messaggio di positività che Button City porta con sé e, nella sua semplicità, la trama riesce a coinvolgere abbastanza, portando il giocatore a vivere un’avventura piacevole con molte quest secondarie pronte a farci scoprire i retroscena di moltissimi personaggi.
Dal lato tecnico sono presenti molte pecche che rendono il titolo meno fruibile, arrivando a creare alcuni momenti di noia e sconforto durante la partita che mal si legano al ritmo di gioco pensato; se la presenza dei due minigiochi opzionali aiuta a vivere maggiormente l’idea dell’arcade-game, la difficoltà di movimento e i bug potrebbero portare alcuni giocatori a spegnere momentaneamente la console per riprendere in un secondo momento.
In definitiva Button City è un titolo piacevole, che potrebbe tener compagnia a tutte le persone che sono pronte a chiudere un occhio su un aspetto tecnico poco brillante e che vogliono cimentarsi in una buffa avventura in chiave low-poly, capace di mandare un messaggio e creare un’ottima nostalgia dei passati anni ’90.
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