Se lo scrittore Gianni Rodari sosteneva che per un binomio fantastico perfetto bisognava prendere in analisi due elementi che apparentemente sembrano non avere nessun punto in comune dando così vita a qualcosa non solo di totalmente nuovo ma estremamente divertente, diciamo che Cadence Of Hyrule (da ora abbreviato con “COH”) incarna questa legge drammaturgica alla perfezione. Gli amici di Brace Yourself Games infatti hanno unito il mondo del giovanissimo ma già famoso rithmic/roguelike “Crypt Of The NecroDancer” e la pluridecennale nonché punta di diamante di Nintendo “The Legend Of Zelda”, riunendo il tutto sotto un unico tetto attraverso un’estetica che non solo accomuna i due titoli, ma è stata realizzata con minuziosità e freschezza lodevoli.
Come anche il nome del titolo suggerisce, il luogo in cui si svolgerà la nostra vicenda è appunto lo stesso (o quasi) attraverso il quale vengono narrate le vicende di The Lengend Of Zelda, ossia Hyrule. Nei panni di Cadence (protagonista di Crypt Of The NecroDancer) dovremmo svegliare l’eroe Link o la Principessa Zelda; in base a cosa sceglieremo, avremo notevoli ripercussioni sul gameplay, ma non di certo nei confronti del canovaccio narrativo del titolo, che, a ragion di questo, manterrà il corso degli eventi inalterato, permettendo non solo al giocatore di sbloccare anche il personaggio non scelto nella fase iniziale del gioco, ma di alternarsi in base alle proprie preferenze e necessità che si possono riscontrare nel corso dell’avventura. La principale minaccia in questo mondo pullulante di pericoli e brulicante di coloratissimi personaggi, è Octavo, con i suoi quattro adepti (citazione ai Colossi The Legend Of Zelda: Breath Of The Wild). Il nostro consiglio è di non aspettarvi una comparto narrativo eccessivamente profondo, anche perché questo è un gioco che mira anche alla rigiocabilità, ma soprattutto ad un’impronta estremamente più legata al metodo di gioco e alle meccaniche invece che alla narrazione. Di certo non mancano citazioni di personaggi giocabili e non, che, da più di trent’anni hanno colorato la saga dell’eroe Nintendo per eccellenza.
Scordatevi totalmente il gameplay adottato dalla grande N nei confronti di Zelda: qui ci si discosta quasi totalmente dalla canonicità del brand della casa di Kyoto, e, come è accaduto ad esempio con “Mario + Rabbids: Kingdom Battle” di Ubisoft Milan, si parla di un gioco totalmente nuovo, totalmente inedito al normale Media Franchise a cui siamo abituati, qualcosa che pone le proprie radici portanti nell’universo di Brace Yourself Games, ossia quello di Crypt Of The NecroDancer. Infatti le modalità di gioco sono apportate di pari passo all’interno del titolo in analisi. Ogni movimento che dovremmo effettuare all’interno del mondo di gioco indipendentemente se si sta camminando, attaccando o difendendo, dovrà rispettare il ritmo di uno dei brani della fantastica colonna sonora che sarà presente in quel determinato luogo, il tutto arricchito da profondissime meccaniche roguelike e level design geniali. Naturalmente se si rompe il ritmo veniamo penalizzati con repentini malus e rallentamenti; non dimentichiamoci inoltre che non siamo soli tra le lande di Hyrule, infatti, anche i nostri nemici si muoveranno seguendo il ritmo della soundtrack, e ogni nostra azione che sia d’attacco o di spostamento deve essere calcolata anche in base agli ostacoli intorno a noi e all’avanzata inesorabile dei nemici. L’acquisto di oggetti è fondamentale per liberarsi delle orde nemiche. La meccanica del Game Over bypassabile che già abbiamo potuto vedere in Crypt Of The NecroDancer qui può essere effettuabile attraverso il pagamento di speciali diamanti accumulabili attraverso le esplorazioni nell’overworld. Come detto in precedenza usare Link o Zelda apporta non poche modifiche al gameplay: mentre Link appare alle nostre fruizioni estremamente robusto attraverso l’ausilio dello scudo e classico con l’uso della spada ed attacco caricato, Zelda invece fa uso della magia, ed anche se a tratti più fragile, appare notevolmente potente a distanza e veloce. Il gioco inoltre presenta anche una modalità co-op locale dove entrambi i personaggi possono essere sfruttati al massimo del loro potenziale.
A livello artistico COH è strabiliante, una pixel art dettagliatissima e coloratissima (soprattutto in modalità portatile), un mondo di gioco vivo e credibile dato da un comparto grafico realizzato magistralmente in ogni suo dettaglio. Le animazioni che vediamo a schermo combaciate ritmicamente con la colonna sonora sono estremamente piacevoli se pur semplici, ricchissime di dettagli facendo scorrere il gioco in maniera fluida e leggera. Veniamo quindi al pezzo forte, come in ogni rythmic game che si rispetti, la colonna sonora è il perno fondamentale su cui tutto gira, e lasciateci fare una grande lode al team per la magnifica ed impeccabile OST che ci accompagna per tutto il corso della narrazione, un lavoro egregio in cui troviamo brani remixati che hanno fatto la storia non solo del brand ma dei videogiochi, davvero eccezionale.
Cadence Of Hyrule è un gioco di abilità, che fonde due universi che hanno fatto scalpitare i giocatori di tutto il mondo; è un gioco equilibrato che fonde i generi a modo suo, artisticamente validissimo e divertentissimo. Di certo non è esente da difetti e uno tra tutti è la curva di difficoltà a volte con picchi inaspettati e la durata troppo breve del titolo. COH inoltre non è un gioco per tutti, di certo consigliamo ai giocatori di ogni tipo di dare a questo titolo una chance, ma se i giochi basati sul ritmo non vi vanno giù statene alla larga (c’è una modalità di gioco che non sfrutta il ritmo della OST, ma così si perde totalmente il senso e la concezione videoludica che COH porta con sé).
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