Tribù, come siamo oramai abituati, questo è il periodo in cui il noto brand di Call of Duty torna in scena sul mercato; questa volta Infinity Ward ha deciso di toccare un tasto sotto certi aspetti “delicato”, riproponendo un nome che è rimasto nel cuore dei fan: Modern Warfare.
Questo azzardo sarà valso la pena? Non resta che scoprirlo insieme in questa recensione.
Partiamo con la modalità Campagna per il singolo giocatore: sin dall’inizio Infinity Ward mette in allerta i giocatori che vogliono cimentarsi con essa. Ogni volta che si accede, compare un messaggio che avverte dei forti temi e contenuti a cui si andrà incontro, per cui bisogna essere sicuri se si vuole procedere o tornare al menù principale.
Opzione ben gradita, la storia di Call of Duty: Modern Warfare prende quelli che sono ormai dei cliché: armi chimiche, russi, americani e terroristi; nonostante questo, sotto diversi aspetti classici, per alcuni punti di vista è narrata bene.
Si vivranno le vicende tramite due personaggi, il marine Alex e il membro delle SAS Kyle; i due, assieme al capo dei ribelli Karim (che combatte la tirannia dei terroristi di Al-Qatala guidati dal Lupo), si collegano ad un personaggio storico del brand di Modern Warfare: il capitano John Price.
Nonostante si giri intorno ad argomenti già sentiti più volte, non si può negare il fatto che ci siano andati giù in maniera molto cruda in diversi momenti; Infinity Ward ha puntato in alto, cercando nella sua narrazione di mostrare quanto il male del genere umano, la guerra, non guardi in faccia a nessuno.
Più volte assisteremo a scene, o saremo davanti a decisioni, che colpiranno allo stomaco. Nonostante stiamo parlando di un videogioco, dobbiamo comunque pensare che queste situazioni avvengono realmente nel nostro mondo… Una scelta che speriamo aiuti a far ragionare le persone con un minimo di coscienza e intelligenza, invece di pensare solo all’aspetto politico, dimenticandosi di quello umano.
A livello di gioco, passiamo fra missioni totalmente frenetiche e dinamiche ad altre in cui muoversi silenziosamente in stealth è vitale per riuscire ad avanzare; nel mezzo, sono presenti alcune situazioni ed eventi narrativi in cui avvengono dei piccoli quick time event o ci sono delle scelte da affrontare.
Il tutto viene vissuto in 14 missioni, affrontabili in quattro livelli di difficoltà diversi; c’è da dire che l’IA dei nemici risulta sotto certi aspetti squilibrata, passando da alcuni particolarmente astuti ad altri invece non propriamente svegli.
Elemento non molto tollerabile è la comparsa ogni tanto di alcuni nemici in stanze che erano totalmente vuote dopo un attenta osservazione, così, come per “magia”… un fattore frustrante a difficoltà alte.
Non è un’esperienza perfetta, ma non si può negare che a livello di sceneggiatura e inquadratura sia stato fatto un ottimo lavoro, con interessanti passaggi dalle cutscene a filmati tramite la grafica di gioco.
Andiamo a parlare del lato più bramato dai giocatori, il multigiocatore online.
Call of Duty: Modern Warfare cerca di tornare ai fasti del periodo in cui portava questo nome, con diverse modalità di gioco ed un gameplay frenetico; sotto certi aspetti c’è riuscito, mentre su altri lascia diverse perplessità.
Come nei precedenti titoli, alle prime partite si potrà usufruire solo di equipaggiamenti preimpostati; una volta raggiunto il grado necessario (senza troppa fatica), si potranno creare i propri set personalizzati composti da: arma primaria, secondaria, letale, tattico e le tre specialità.
Immancabili le serie di uccisioni che forniscono rilevanti bonus in battaglia in base alla propria combinazione realizzata (sempre fino ad un massimo di tre); in aggiunta, arriva il potenziamento da campo, abilità che ha un tempo di carica prima della sua attivazione, fornendo aiuti (ad esempio la cassa di munizioni e il drone) o capacità particolari per un periodo di tempo (silenzio di tomba).
Più si eseguiranno uccisioni con le armi, più queste saliranno di livello, sbloccando nuovi componenti; questi potranno essere applicati nel menù dell’equipaggiamento, sia in lobby che durante le partite (accettando il rischio di essere dei bersagli immobili), ma si potrà tenerne un numero massimo in base alla somma del costo di ogni singolo pezzo.
Sono disponibili alcune versioni delle armi con un kit componenti già applicato: si tratta di progetti che hanno un valore di rarità variabile come epico o leggendario, e un modo per sbloccarli è completando una serie di missioni disponibili presso la caserma.
Ci sono gli obiettivi giornalieri e le missioni, queste ultime sono suddivise in diverse sezioni e bisogna selezionare quella di interesse se la si vuole completare; le ricompense saranno punti esperienza, progetti armi e altri materiali, come i biglietti da visita da applicare sulla propria scheda.
La possibilità di completare delle missioni multigiocatore per poter ottenere dei corposi premi è interessante, perché invita i giocatori a compierle per qualcosa di concreto; allo stesso tempo potrebbe squilibrare l’esperienza di gioco rispetto a coloro che non sono ancora in possesso di questi.
Sulla quantità di modalità non ci si può affatto lamentare: immancabili le più classiche, ben note nel brand di Call of Duty (come deathmatch a squadre o dominio), gestibili nella sessione di ricerca veloce, potendone impostare dei filtri in base alle proprie preferenze.
Tra le modalità presenti abbiamo: Battaglia Terrestre, Scontro, Tutti contro Tutti, Realismo e Partita Privata.
Battaglia Terrestre è la novità di questo capitolo, in cui vi è un alto numero di giocatori che si affrontano presso una mappa molto vasta rispetto a quelle delle altre modalità; simile a Dominio, bisogna conquistare le zone e mantenerle per accumulare i punti richiesti a vincere lo scontro.
In più, le due fazioni sono divise in sotto squadre da quattro giocatori e sono presenti anche i veicoli per spostarsi più velocemente sulla mappa, sia di solo movimento che di assalto come i carri armati.
Durante la partita, ogni volta che si viene uccisi, si può tornare in campo tramite una scelta: dal proprio quartier generale, usando uno dei punti controllati in mappa o vicino ad un compagno di squadra.
Non è possibile usare queste ultime due scelte se la zona è sotto conquista o se il proprio alleato in quel momento è impegnato con uno scontro.
Questa modalità è sicuramente frenetica, però allo stesso tempo è molto caotica se non si è abituati a così tanti giocatori in una sola mappa così grande, che possiede anche un notevole fattore di verticalità come enormi palazzi da cui ci possono sparare.
Accattivante la modalità Scontro, una piccola sfida tra quattro giocatori divisi in a coppie; in una piccola mappa, avranno tutti lo stesso equipaggiamento che cambierà casualmente durante i round. Lo scopo è semplice: eliminare i due contendenti avversari.
Divertente quanto ostica, richiede un buon gioco di squadra tra i due ed una capacità di adattamento per quanto riguarda la mappa e ciò che avranno equipaggiato al momento.
Se vogliamo dirla tutta, in generale il multiplayer è una gradevole esperienza perché riprende gli albori dei Modern Warfare, aggiornandone alcuni contenuti nella crescita del personaggio e inserendone di nuovi.
Purtroppo però ci sono altri problemi: il matchmaking e alcune mappe.
Il Cross Platform è sicuramente un contenuto importantissimo, rompendo la barriera che tormenta da anni i videogiocatori; non importa su cosa lo si gioca, l’importante è poterlo fare tutti assieme.
Lascia avvolte amareggiato il matchmaking, che trova i giocatori, ma crea delle squadre squilibrate; non che il livello determini al 100% la qualità del giocatore, però i gradi più alti hanno vantaggi nel possedere molti più contenuti sbloccati rispetto al resto.
Ciò che più diventa massacrante è un problema già accennato da noi nell’articolo della Beta, qui ancora presente: i punti di respawn, specialmente in alcune mappe.
Non sono mancate partite dove il sottoscritto e la propria squadra sono stati massacrati perché non potevano fare un passo; più volte, appena il tempo di tornare in vita e qualcuno ci uccideva da lontano col cecchino o si rinasceva proprio a fianco ad un nemico che non perdeva tempo ad aliminarci.
Precisiamo che è successo anche l’opposto, cioè è stata la mia squadra ad aver lasciato gli avversari senza via di scampo; questo non giustifica affatto un problema che, in alcune sessioni, porta a chiudere il gioco e passare ad altro.
Arriviamo infine a parlare della modalità cooperativa, consigliata da affrontare una volta concluso il gioco, perché si rappresenta come un nuovo “seguito” degli eventi dopo quel che succede nella campagna principale.
In questa fase si tratta di una squadra composta da 4 giocatori che affronteranno l’IA del gioco, con lo scopo di completare una serie di missioni a obiettivi; l’esperienza è molto divertente e interessante, perché possiede una buona nota strategica sin dai preparativi.
Si possono scegliere dei ruoli (inizialmente quattro), in cui ognuna di esse ha un’abilità attiva e una passiva: ad esempio, il Medico può rianimare istantaneamente tutti i compagni di squadra che sono a terra e come abilità passiva può farli rialzare più velocemente, quando lo fa manualmente.
Ognuno può equipaggiarsi con fino a tre supporti: munizioni, granate e armature sono gratis; tutti gli altri si potranno acquistare ed equipaggiare pagandone un costo ottenibile dai punti fatti in partita.
Una volta pronti si può entrare in azione e affrontare la missione. Se durante gli scontri un alleato cade a terra può essere rialzato, ma se non viene salvato entro un certo limite di tempo muore e deve attendere un tempo di resurrezione, poi venire lanciato da un aereo per poter scendere col paracadute presso un punto che si sceglie di raggiungere.
La missione fallisce se non si raggiungono determinati obiettivi o se tutta la squadra viene eliminata, in tal caso si decide se riprovare o abbandonare.
In cooperativa sono presenti anche la modalità Sopravvivenza, per mettere alla prova sé stessi e la propria squadra, e la modalità Operazioni Speciali Classiche.
Call of Duty: Modern Warfare è notevolmente ricco di contenuti sia in singolo che in multigiocatore; purtroppo la grande mole di contenuti porta anche diverse imprecisioni ed errori, che in certe situazioni diventano sovrane rispetto alle buone qualità presenti.
Andiamo quindi a parlare degli aspetti tecnici del gioco.
Possiamo dire come prima cosa che a livello grafico è stato fatto un lavoro notevole, le ambientazioni della campagna singolo giocatore sono affascinanti e coinvolgenti, specialmente le ambientazioni notturne.
Ottimo lavoro anche per quanto riguarda il comparto texture delle espressioni facciali dei diversi personaggi, con un dettaglio ben curato che si rende convincente anche nei passaggi tra filmato e cutscene in gioco.
Solo di rado c’è stato qualche popup delle texture, ma per il resto non si sono presentate altre situazioni particolari; gli effetti particellari riescono a spettacolarizzare gli eventi di gioco, ma, purtroppo, quelle viste dalla lunga distanza rivelano una povertà di pixel ben visibile a occhio nudo, facendo un po’ storcere il naso.
Nel comparto multiplayer abbiamo invece un menù alquanto caotico e confusionario, che lascia spaesati i giocatori per le tante categorie e sezioni, alcune nascoste, come quella delle missioni, che bisogna prima trovare e poi ricordarsi di selezionare manualmente quale si vuole svolgere, altrimenti non sarà contata durante le partite.
Numerose e ben dettagliate le diverse mappe presenti, nonostante alcune siano dispersive e molte si rendano un luogo perfetto per i giocatori che applicano abitualmente lo stile dei senza mani, chiamati “camper”; in aggiunta al problema citato precedentemente c’è quello dello spawn killing, fornendo in certi casi dei luoghi perfetti per i cecchini che possono uccidere in tempo zero quando si torna in gioco.
Ottimo il comparto audio con musiche che sanno dare la giusta atmosfera ad ogni situazione ed un valido doppiaggio italiano che riesce a trasmettere le sensazioni espresse da ogni singolo personaggio.
Valido anche per quanto riguarda gli effetti audio di armi ed esplosioni, ben strutturato l’effetto dei passi, che permette di percepire chi si ha intorno mentre si corre per la mappa.
Quindi, tirando le somme, cosa possiamo dire di questo Call of Duty: Modern Warfare?
Infinity Ward ha puntato in alto, portandosi nuovamente alle spalle il nome di Modern Warfare e possiamo dire che ci è riuscito, anche se in maniera imperfetta.
La campagna singolo giocatore è una forte esperienza di gioco, non solo per quanto riguarda la difficoltà.
Parliamo di una storia che non si pone limiti a mostrare la crudeltà della guerra, cercando di essere non solo un semplice mezzo di intrattenimento, ma portando i giocatori a riflettere sulla crudele realtà di questo mondo, perché noi qua ci giochiamo, ma queste cose avvengono realmente intorno a noi e raramente se ne parla, mentre dovremmo rifletterci su.
Il comparto multigiocatore è sicuramente molto ricco e variegato, che porta con sé ore e ore di gioco sia da soli che in compagnia; purtroppo la grande molte di contenuti è anche accompagnata da problematiche che possono condurre velocemente da partite divertenti ad esperienze frustranti.
Cerchiamo di essere fiduciosi che Infinity Ward trovi delle soluzioni per questi problemi, perché tolti questi (che hanno il loro peso) parliamo di un valido titolo nella complessità totale delle sue modalità presenti.
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