Quello di Captain Tsubasa è un mondo magico, fatto di tanto calcio e spettacolo. Ce lo ricordiamo probabilmente per i campi infiniti visti durante la fascia oraria delle 16 quando eravamo piccoli, le sfide con Mark Lenders (Koijiro Hyuga) e Benjamin Price (Genzo Wakabayashi) hanno praticamente dominato la nostra gioventù. Dopo aver analizzato, nei giorni scorsi, tutti i titoli riguardanti la serie di Captain Tsubasa, siamo finalmente arrivati al momento della verità. Sarà Captain Tsubasa: Rise of New Champions un titolo degno di essere ricordato dai fan o sarà stato l’ennesimo fallimento per una serie che non riesce a ottenere un adattamento videoludico decente? Scopriamolo insieme con questa recensione.
La modalità storia di Captain Tsubasa: Rise of New Champions propone ben due diverse campagne, una dedicata alla storia dell’ultimo campionato delle Medie, con la Nakatsu che deve difendere il proprio titolo dall’assalto di tutte le altre scuole, e un’altra dedicata al nostro calciatore che andrà creato e proporrà una storia riguardante il campionato mondiale giovanile. Il capitolo dedicato a Tsubasa ci metterà nei panni della Nakatsu che, come detto in precedenza, dovrà affrontare l’ultimo campionato delle medie con Tsubasa che ha in mente solamente di raggiungere Roberto in Brasile e mostrargli i suoi progressi. Proprio come nel fumetto (e nell’anime ovviamente) i ragazzi dovranno prima passare le selezioni cittadine contro le altre scuole medie prima di approdare ai nazionali. Le partite toccano gran parte degli avvenimenti delle opere principali in maniera praticamente perfetta, ogni scena sarà infatti proposta in grafica di gioco andando a toccare vette altissime per i fan dell’intera saga. Le partite al loro interno, infatti, avranno delle particolari scene che andranno sbloccate con determinate condizioni più o meno complicate: se alcune infatti avverranno in maniera automatica, per altre sarà necessario effettuare alcuni step che andranno a ripercorrere proprio l’opera originale. Prendiamo ad esempio la partita con la Haniwa dei gemelli Tachibana, dopo svariati Skylab Hurricane i due tireranno fuori un tiro combinato che ricorda molto quello di Tsubasa e Misaki alcuni anni prima. Purtroppo, però, la condizione in game per sbloccare questa scena è molto restrittiva in quanto prima sarà necessario far usare tante volte ai gemelli lo Skylab Hurricane e questo dovrà avvenire durante la normale partita. Abbiamo dovuto effettuare molti tentativi prima che questo accadesse e l’impossibilità di saltare alcune scene ha reso l’intero processo tedioso e pesante. Una volta terminato il match è possibile cercare le condizioni di sblocco nel menù principale nella sezione dedicata proprio a queste scene, durante la nostra prima run (complice anche una buona conoscenza del manga) siamo riusciti a sbloccarne l’80% senza guardare i requisiti richiesti. Le partite, inoltre, non sono considerabili facili, infatti alcune (tipo quella con l’Haniwa o la finale con la Toho) proporranno una sfida aggiuntiva proprio in virtù della presenza di personaggi, che faranno poi parte della nazionale giapponese, molto forti e con alcune abilità speciali molto interessanti e – soprattutto – per il nostro povero Morisaki.
Terminato il campionato delle medie verremo introdotti alla modalità dedicata al New Hero. Alcune nazionali che erano state escluse dall’originale torneo mondiale giovanili di Parigi si sono infatti ribellate e han deciso di creare un torneo alternativo in America, andando di fatto a cancellare quello francese. Per prepararsi a questo torneo, allora, in Giappone viene indetto un nuovo torneo delle medie per aiutare gli organizzatori a scegliere i giocatori che andranno a rappresentare il paese e qui entra in gioco il nostro personaggio creato. Il New Hero potrà scegliere tre scuole di appartenenza tra le più famose (Furano di Matsuyama, Toho di Hyuga e Musashi di Jun Misugi) e iniziare il proprio percorso che lo porterà a scontrarsi contro tutti i più forti. Una volta terminato il torneo inizierà la parentesi internazionale, con la presenza di nazionali mai viste come il Senegal o gli USA, o viste meno come l’Olanda insieme a pezzi grossi come l’Italia di Gino Hernandez e la Germania del Kaiser Karl Heinz Schneider. Durante la storia del New Hero durante ogni match avremo indicata a schermo una valutazione che indicherà come sta giocando in base a ogni azione che verrà effettuata sul campo da calcio. Passare la palla, tirare o dribblare aumenterà il nostro grado e una buona prestazione ci garantirà di avere un aumento considerevole delle statistiche. Se queste saranno influenzate da come giocheremo, le tecniche speciali invece saranno un po’ più casuali. Infatti prima di ogni match avremo una serie di carte tra cui poter scegliere e al termine salirà un indicatore di “amicizia” con quei particolari giocatori scelti. Una volta raggiunto un grado, ci verrà insegnata una tecnica o un’abilità tra quelle conosciute dalla carta selezionata. Sarà così possibile imparare sia il Drive Shot di Tsubasa che il Tiger Shot di Hyuga durante il torneo delle medie e con la nazionale prendere possesso del fantastico Fire Shot di Schneider senza alcun problema.
Dal puro lato gameplay, Captain Tsubasa: Rise of New Champions è un titolo che si dissocia molto dall’idea di videogioco calcistico che abbiamo visto negli ultimi tempi. Come prevedibile, infatti, una volta entrati in campo ci siamo trovati davanti a un gioco completamente arcade che fa del divertimento e delle mosse speciali il suo cuore. Ogni giocatore avrà un indicatore stamina che, una volta in zona rossa, sarà indicativo dell’impossibilità di effettuare mosse speciali e costringerà quindi a passare il pallone a un compagno. Questo indicatore si riempirà col tempo oppure effettuando due dribbling di seguito (eseguibili con i tasti R1 ed R2): quest’ultima azione ci permetterà anche di caricare molto più velocemente l’indicatore per il tiro o per l’azione speciale che intendiamo eseguire. Queste possono essere principalmente di tre tipi: tiri, cross e passaggi. Per gli ultimi due si tratta semplicemente di riempire l’indicatore fino alla sezione apposita per effettuare l’azione corrispondente, questa non potrà essere intercettata dall’avversario (a meno che questi non abbia un blocco speciale come il blocco di faccia di Ishizaki o lo Skylab Hurricane difensivo da parte dei fratelli Tachibana) e raggiungere un compagno in modo da proseguire l’azione. Per quanto riguarda i tiri, invece, il discorso diventa leggermente più ampio. Raggiunti i mondiali, infatti, si sbloccherà una sorta di secondo tiro speciale che sarà molto più potente rispetto al primo (tipo il Neo Tiger Shot inventato da Hyuga), ma che sprecherà inevitabilmente molta più energia, un supertiro non significa la matematica certezza del gol in quanto anche i portieri possiedono una barra stamina e in base alle loro caratteristiche potranno parare anche abbastanza semplicemente a meno che questa non venga esaurita. Gli estremi difensori, inoltre, avranno la possibilità di svuotare la barra dedicata alla Zona V (una sorta di super tattica di squadra che si può attivare con la pressione del tasto R2 una volta riempita la barra apposita) per effettuare una parata speciale, stiamo parlando di quelle azioni viste mille volte tra manga e anime come ad esempio il salto sul palo di Ken Wakashimazu.
Per quanto riguarda la fase difensiva, invece, sarà necessario avere un occhio di riguardo rispetto a quella offensiva in quanto i difensori saranno spesso fondamentali per la vittoria. Una volta che ci chiuderemo in difesa, infatti, sarà necessario decidere con accuratezza quando attivare lo scontro, in quanto un solo dribbling effettuato correttamente dall’attaccante sarà molto pericoloso e ci renderà aperti ai super tiri degli Tsubasa o Hyuga di turno. Alcuni difensori avranno la possibilità di attivare dei contrasti speciali che saranno evitabili solamente da giocatori molto tecnici e garantiranno al 90% di riconquistare il pallone. Non esistono, purtroppo, tecniche particolarmente difensive se non queste scivolate o le tecniche di blocco già citate in precedenza, favorendo in maniera incredibile l’attacco rispetto alla difesa.
Quello a cui ci troviamo davanti è probabilmente uno dei migliori videogiochi dedicati a un manga o anime. Questo grazie alla fedeltà assoluta che trasuda da ogni singolo pixel mostrato a schermo. La trama è stata rispettata in ogni piccolo particolare (anche se mancano un paio di scene iconiche come Tsubasa che buca il pallone in finale con il primo Drive Shot) e tutti i grandi fan avranno la lacrimetta che scende al finale di uno degli archi più belli di tutta l’opera. Dal puro punto di vista del gameplay, il gioco offre un sano divertimento arcade utile a serate piene di alcool e Captain Tsubasa con amici oppure a sessioni online contro altri umani; l’unico problema potrebbe essere l’eccessiva ripetitività di alcune situazioni in incontri contro la CPU. Il target è quello di coloro che sono dei fan folli dell’opera originale (come il sottoscritto) che hanno sempre desiderato vedere – con una grafica ottima e senza particolari problemi visivi – i beniamini visti mille volte in televisione da piccoli. Consigliamo al 200% l’acquisto, magari a un prezzo ridotto se non siete così fanatici per il brand.
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