Dopo una pausa con vari Hands-on e Hands-off, il vostro crostaceico redattore vi riporta nel reame delle recensioni con Chains of Freedom, un tactical RPG sviluppato e pubblicato da Nordcurrent Labs. Questo titolo ci porta in un paese fittizio dell'est Europa in seguito ad un evento catastrofico, nel quale le persone hanno iniziato ad essere contagiate dall'EDEN, una sostanza in grado di trasformare gli umani in mostri. Quindi il popolo si è riunito sotto il potere e la legislazione di Sovereign, unico in grado di permettere al Paese di sopravvivere a questi tempi oscuri e unico che sia stato in grado di riorganizzare una difesa contro la pandemia di EDEN, con una metodologia sconosciuta alla massa.
Cominciamo dicendo che Chains of Freedom offre all'incirca una decina di ore di gameplay e che il titolo è disponibile su PlayStation 4, PlayStation 5, PC tramite Steam e Xbox Series X|S a partire da oggi.
Questo gioco ci ha catapultati in un'atmosfera distopica nella quale bisogna prendere in mano le redini del nostro destino, per sopravvivere e permettere al Paese di tornare a vivere davvero. Sicuramente i primi momenti ci hanno incuriosito, ma vediamo insieme com'è andata la nostra esperienza su Chains of Freedom.
Il gioco di casa Nordcurrent Labs si presenta come un classicissimo GDR tattico a turni, nel quale dobbiamo controllare la nostra squadra, composta da tre o quattro personaggi.
La trama, per mantenersi sullo stesso piano, risulta anch'essa come una storia estremamente classica, che racconta di un gruppo di soldati convinti e fedeli, che finisce per scoprire le malvagità dell'organizzazione (che sia una corporazione, un gruppo segreto o persino la loro stessa nazione) per cui lavora.
In Chains of Freedom, infatti, facciamo subito la conoscenza di Corban, Derek, Fidel e Sola, quattro soldati di un corpo chiamato Peacekeepers. Siamo al servizio di Sovereign e siamo incaricati di vari tipi di missioni con l'obiettivo, come dice il nome stesso del nostro gruppo, di mantenere la pace e l'ordine nella nazione. In questo caso siamo stati inviati ad assassinare un dottore che ha tradito il Paese, decidendo di ribellarsi ad esso.
Presto inizieremo a vedere i primi indizi sulla verità dietro la storia, dietro ciò che il gruppo di soldati è convinto sia giusto fare. Scavando e scavando, andando sempre più a fondo nelle informazioni che otterremo nel corso del gioco, ci renderemo conto di quanto sia sporca la realtà.
Definitivamente non un intreccio che possa sorprendere, e, infatti, anche quello che sarebbe dovuto essere il "grande colpo di scena", ha finito per essere solo una nozione che ci è stata comunicata, senza alcun vero e proprio percorso emotivo che ci abbia portato a rimanerne sorpresi o travolti dall'impatto.
Nemmeno i personaggi rimangono molto impressi nella mente, dato che sono poco realistici, più vicini a delle caricature del ruolo assegnatogli, dal capo testardo al soldato sempre diffidente. Di conseguenza possiamo dire che la trama di Chains of Freedom sia senza infamia e senza lode, sicuramente efficace in quello che cerca di fare, ma incapace di far sì che il giocatore si senta veramente coinvolto dalla storia.
Chains of Freedom offre un gameplay classico per tutti i GDR tattici a turni, nel quale controlliamo i personaggi del party da una visuale isometrica, dando loro ordini che si riflettono in determinate azioni, come sparare ad un nemico o raccogliere delle risorse dal terreno. Il combattimento è quindi gestito tramite gli Action Point (AP) e bisogna spenderne un certo numero per svolgere una determinata azione, ad esempio otto per poter sparare ad un nemico con una pistola. Ogni azione, quindi, dallo sparare al rianimare compagni, fino a lanciare granate, richiede un diverso numero di AP per poter essere portata a compimento. L'esperienza è divertente per le prime ore, ma, vista la poca evoluzione del combattimento, che offre gli stessi comandi per il corso di tutto il gioco, finisce per essere alquanto noioso verso il finale. Inoltre, gli incontri coi nemici sono o estremamente facili o estremamente difficili, senza una vera via di mezzo.
Oltre al combattimento, il gioco si espande nell'esplorazione, essenziale per far sì di avere abbastanza risorse per il crafting; il crafting è utile a realizzare munizioni, granate sia offensive che curative, medpack e bendaggi, nonché molotov e bombe fumogene. Ma non solo, il titolo presenta anche un sistema di progressione del personaggio che si basa principalmente sul miglioramento dell'equipaggiamento e sull'utilizzo dei biocristalli, che possiamo trovare addosso ai mostri che combatteremo o in particolari zone delle mappe che esploreremo; questi cristalli offrono generalmente bonus, sia statistici che meccanici, dato che possono permettere al soldato che li equipaggia di utilizzare delle abilità particolari e molto utili, in aggiunta al bonus statistico. Questa è probabilmente la parte migliore del gameplay, poiché riesce ad offrire un'ottima profondità strategica nella scelta di quali biocristalli utilizzare e di quali sinergie realizzare per poter falcidiare i nemici che troviamo sul nostro percorso.
In ogni caso, il gameplay di Chains of Freedom non è nulla di particolarmente unico o iconico, ma anzi rimane abbastanza nel generico. Un ottimo livello di generico, ma sicuramente non è un modo di giocare che rimarrà impresso nelle menti dei giocatori per lungo tempo.
Infine, parliamo delle parti del gioco più tecniche, a partire da quella sonora: Chains of Freedom propone un gioco basato su dialoghi interamente doppiato in inglese con una certa capacità e qualità. Non stiamo ovviamente parlando di un doppiaggio di livello eccelso, ma riesce bene a supportare il resto dei reparti e a dare personalità a dei personaggi che avrebbero sofferto enormemente se fosse mancato. La colonna sonora delude un po', con melodie abbastanza anonime e dimenticabili, mentre gli effetti sonori di spari, urla, oggetti che cadono, eccetera, sono eccellenti e realizzati con cura.
A livello grafico non sorprende, lo stile grafico a metà tra il realistico e il cartoon è esattamente ciò di cui Chains of Freedom aveva bisogno, ma il risultato è un aspetto grafico visto già più volte in passato e che ormai passa in secondo piano. Le atmosfere sono giuste, i colori anche, i nemici sono abbastanza ben definiti come pure i nostri personaggi, ma rimane alquanto dimenticabile.
Infine, sotto l'aspetto grafico, il titolo si presenta più che decentemente, offrendo un framerate stabile, pochi bug e un'esperienza in generale abbastanza appagante senza bisogno di applicare mod o di migliorare il nostro computer.
Onestamente siamo entrati in partita non sapendo bene cosa aspettarci, pronti ad essere sorpresi da meccaniche nuove e una trama interessante, ma quello che abbiamo ottenuto è stato un gioco in linea con la media, divertente per alcune ore, ma incapace di mantenere davvero l'attenzione del giocatore dall'inizio alla fine.
Chains of Freedom è un gioco che quindi si posiziona come ottimo per entrare in questo genere, ma che annoia facilmente chi è esperto e chi ha già giocato molti titoli di questo tipo. Consigliato, ma solo se in saldo.
Devi essere connesso per inviare un commento.