Ben ritrovati ragazzi in questa nuova recensione. Oggi vi parlerò di Children of the Sun, titolo indie molto particolare edito dai nostri pazzi amici di Devolver Digital. Buona lettura!
La maggior parte dei giochi ha una sola possibilità di impressionare e Children of the Sun di René Rother, un elegante ibrido tra sparatutto e rompicapo, è costruito attorno a un solo colpo, che va sfruttato al meglio. La protagonista mascherata e senza nome ha a disposizione un solo proiettile per livello, ma lo usa così abilmente, guidandolo telecineticamente nell'aria, che è tutto ciò di cui lei o il gioco hanno bisogno. In fin dei conti è meglio così, perché qualsiasi tipo di trama, al di là degli scorci del malvagio leader della setta contro cui si cerca di vendicarsi, incepperebbe inutilmente il gioco.
Questo non vuol dire che si tratti di un gioco privo di riflessioni. Non si può semplicemente puntare e sparare, e la prima metà di ogni livello viene spesa girando intorno ai bersagli, cercando di individuare e marcare i cultisti vestiti di giallo tra gli ambienti dalle tinte fosche. Una volta fatto questo, bisogna capire come creare una sanguinosa catena di vittime mentre si reindirizza il proiettile da un cadavere all'altro, ottenendo in seguito le abilità di rallentare e piegare il proiettile, in stile Wanted, dietro gli angoli, di accelerare abbastanza da perforare l'armatura o di spingere il proiettile [come se lo si stesse risparando N.d.R.] in una nuova direzione.
L'arma a doppio taglio di Children of the Sun è il tentativo di aumentare la difficoltà. Nei primi due terzi, questo obiettivo viene raggiunto soprattutto attraverso l'ambiente, che diventa sempre più fortificato man mano che si passa dai campeggi nella foresta, alle cabine a un piano e, infine, al complesso principale del culto. Queste ambientazioni vi costringono abilmente a trovare nuove angolazioni da cui far zigzagare il vostro proiettile, che si tratti di rimbalzare ulteriormente sul serbatoio di un'auto in derapata, di sparare a tempo attraverso i vagoni di un treno in movimento o di sbirciare dietro le tende per entrare e uscire al meglio dalle stanze dei motel.
L'atto finale del gioco, tuttavia, introduce dei rivali sensitivi che possono temporaneamente reindirizzare i proiettili che passano nella loro sfera di influenza. A questo punto, Children of the Sun perde un po' della sua affascinante precisione, diventando meno simile agli scacchi dei cecchini e più al backgammon dei cecchini. Ciò è ancora più frustrante se si considera che questi ultimi livelli sono anche i più lunghi e che, dato l'espediente del colpo singolo, un singolo errore alla fine di una serie di 16 uccisioni può farvi tornare all'inizio del livello. Detto questo, a meno che non stiate puntando al primo posto nella classifica dei punteggi o cercando di scoprire alcuni degli obiettivi bonus più criptici di ogni livello, Children of the Sun è abbastanza indulgente. Anche con una buona dose di tentativi, errori e fallimenti, i suoi 20 livelli possono essere superati in meno di cinque ore.
Al di là del prolungato terzo finale e di una scala di difficoltà poco precisa, Children of the Sun non è certo favorito dai dialoghi, con alcuni che sembrano scritti da dei bambini “Ho appena ucciso un uomo, ora sono arrapato” o troppo sdolcinati “Presto il sole comincerà a splendere attraverso un buco a forma di proiettile nella tua testa”. Però si impenna ogni volta che si pianifica un'azione che viene portata a compimento in modo esplosivo, e per fortuna questo è all'ordine del giorno.
In conclusione possiamo affermare che si potrebbe, come sempre, rigirare la frittata e lodare lo sviluppatore René Rother per aver progettato una struttura meccanica molto specifica e per aver poi voluto inchiodare il gameplay all'interno di essa, piuttosto che espanderla continuamente. Questo è assolutamente vero e, ai fini delle classifiche, c'è sicuramente spazio per una forte comunità che vuole completare gli scenari nel modo più rapido ed efficiente possibile. Però, per quelli di noi che giocano una volta sola e che cercano un'esperienza un po’ più profonda, è abbastanza semplice e purtroppo poco evoluto dal punto di vista delle meccaniche, anche se quello che si sta facendo è divertente.
Il codice ci è stato fornito per PC dal publisher.
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