Ben ritrovati ragazzi in questa nuova recensione. Finalmente posso parlarvi di Clair Obscur: Expedition 33, gioco che al suo annuncio fu un fulmine a ciel sereno per tutti gli amanti dei giochi di ruolo a turni. Probabilmente lo avrete già capito dal voto che avete visto in home page del sito o prima di leggere questi pezzo, ma per me Clair Obscur: Expedition 33 è stato non dico superiore (anche se probabilmente lo è), ma al pari di quello che fu Persona 5 come emozioni e segno che mi ha lasciato dentro! Potrei continuare dicendo che questo studio ha creato questa opera d'arte in trenta persone e con un budget "modesto", e non si capisce come altri studi con centinaia e centinaia di persone e budget milionari non riescano a fare altrettanto... anzi, si mettono di impegno per fallire su tutta la linea, ma mi fermerò qui altrimenti rischio di diventare polemico. Quindi bando alle ciance e benvenuti a Lumière.
Il genere dei giochi di ruolo ha attraversato innumerevoli evoluzioni negli ultimi anni e, credeteci, li abbiamo vissuti praticamente tutti. Dai classici a 8 bit che hanno acceso la nostra immaginazione alle imponenti produzioni odierne. Dopo così tanti titoli, pensavamo che ormai poche cose potessero ancora sorprenderci. E poi è arrivato Clair Obscur: Expedition 33. Non esageriamo nel dire che questo gioco ci ha letteralmente tolto il fiato. Quello che inizia, nelle prime ore, come un “semplice gioco di ruolo” già però brillante nelle sue fondamenta si trasforma ben presto in un’esperienza totalizzante, una di quelle che ci ha incollato allo schermo come non succedeva da anni. Più volte abbiamo dovuto ricordarci che si tratta del debutto di Sandfall Interactive, perché ciò che i ragazzi hanno costruito ha la maturità e la cura di uno studio con decenni di esperienza [e ricordiamo che sono solo in trenta N.d.R.].
Dopo oltre 40 ore intense possiamo affermare di esserci innamorati di ogni singolo aspetto: dalla narrazione coinvolgente degna dei migliori romanzi, al sistema di combattimento che trasforma ogni scontro in una danza strategica entusiasmante. Questa recensione non è solo una valutazione tecnica: è una dichiarazione d’amore verso un’opera che ha colto alla sprovvista anche noi. La premessa di Clair Obscur: Expedition 33 ci ha colpito come un pugno nello stomaco: un’entità misteriosa, la Pittrice, ogni anno dipinge un numero su un monolite, causando la morte istantanea di chiunque abbia quell’età. E il numero scende, anno dopo anno, minacciando le generazioni più giovani. Un senso di condanna incombe su ogni abitante di Lumière.
Il prologo è tra i più straordinari mai vissuti in un videogioco. La Spedizione 33, composta da trentatreenni consapevoli del loro tragico destino, viene annientata subito dopo l’approdo sul Continente. In quel caos incontriamo Gustave, pronto a togliersi la vita tra i resti delle spedizioni precedenti, salvato in extremis da Lune. Il loro patto “Quando uno cade, l’altro continua” è una stretta al cuore che non ci ha più lasciato. Ciò che ci ha davvero conquistato, però, è come il gioco abbandona i cliché del genere. Non abbiamo adolescenti predestinati, ma adulti feriti, segnati, che si arrabbiano e sbagliano. I conflitti tra Gustave e Lune, il dibattito su cosa sia giusto o sbagliato, sono scritti con tale umanità da risultare autentici e profondi. Le conversazioni accampamento dopo accampamento sono il cuore emotivo del gioco. Scoprire nuovi lati dei personaggi, vederli crescere, condividere momenti silenziosi o confessioni strazianti: tutto ciò ci ha coinvolti emotivamente come raramente accade. Il sistema di combattimento è una rinascita per il genere a turni. Sì, ci sono ispirazioni da Persona, ma Clair Obscur le reinterpreta con dinamismo e intensità. Ogni azione richiede partecipazione attiva: parate, schivate, attacchi sincronizzati… non si è mai spettatori passivi. E ogni personaggio ha uno stile di combattimento distintivo: Gustave con il suo sovraccarico strategico, Lune e la sua magia a incastro, Maelle e le sue tre posture che ridefiniscono l'approccio tattico.
E poi ci sono i Pictos e le Luminas, che aggiungono profondità alla personalizzazione. Le combinazioni possibili sono entusiasmanti e il sistema premia la sperimentazione. E i boss? Spettacolari, unici, impegnativi. Creature colossali da affrontare con nervi saldi e strategie raffinate. Ammettiamo di aver sottovalutato l’ambientazione inizialmente, ma quella che sembrava una struttura a corridoi si apre presto in un mondo ricco, pieno di segreti e luoghi memorabili. Esplorare ogni angolo di Clair Obscur: Expedition 33 è una gioia continua, e ogni ricompensa: oggetti, incontri e frammenti di storia che arricchiscono l’esperienza. L’introduzione di Esquie, creatura che funge da mezzo di trasporto e compagno narrativo, ha rivoluzionato la nostra percezione dell’esplorazione. Attraversare oceani e percorsi verticali, sentire la libertà su mappe interconnesse… è come prendere per la prima volta la nave volante in Final Fantasy. Le Gestral sono un’altra gemma nascosta: creature leggendarie che rivelano nuove sfumature della lore. I Mimi, invece, offrono sfide intense e ricompense cosmetiche. E i minigiochi? Sorprendentemente appassionanti. Ore e ore volate in un attimo.
Il design artistico è uno spettacolo a parte. L’estetica ispirata alla Belle Époque francese, trasposta in un universo dark fantasy, è immediatamente riconoscibile e affascinante. Ogni area ha una propria anima visiva, e alcuni luoghi come la Frozen Station o l’imponente Indigo Tree ci hanno lasciato senza parole. Le espressioni facciali dei personaggi meritano una menzione speciale: microespressioni, sguardi, esitazioni... tutto comunica emozioni autentiche.
Dal punto di vista tecnico, il gioco è impeccabile: stabile, fluido, ottimizzato anche nelle sequenze più caotiche. E poi c’è la colonna sonora. Sublime. Ogni traccia accompagna le emozioni, amplificandole. Alcuni brani li canticchiamo ancora adesso [come il nostro preferito che trovate in apertura di recensione N.d.R.], e stiamo seriamente pensando di acquistare la soundtrack [possibilmente in vinile N.d.R.]. L’unica vera mancanza? Il doppiaggio nella nostra lingua. Quello inglese è di alta qualità, ma ascoltare certe emozioni in italiano avrebbe aggiunto un’ulteriore profondità. Per fortuna, i sottotitoli sono curatissimi.
Concludendo, ci sono giochi che ci piacciono, giochi che ammiriamo… e poi ci sono quei rari titoli che ci trasformano, che vorresti non finissero mai e che alla fine è difficile dovergli dire addio. Clair Obscur: Expedition 33 appartiene a quest'ultima, preziosissima categoria. È un omaggio al genere RPG e, allo stesso tempo, una spinta verso il futuro. In un 2025 già ricco di titoli eccellenti, questo debutto di Sandfall Interactive si impone come una delle esperienze più memorabili e profonde degli ultimi anni. Se non fosse chiaro, lo ribadiamo con convinzione: Clair Obscur: Expedition 33 è uno di quei pochi giochi che giustificano l’esistenza dell’industria videoludica come forma d’arte. Che siate veterani o neofiti del genere, questo è un viaggio che merita di essere vissuto. E sapere che è solo l'inizio per questo studio… ci fa sperare in un futuro davvero straordinario.
Il codice ci è stato fornito per PC dal distributore.
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