La nuova fatica di Remedy Entertainment è passata tra le nostre mani ed è stata un’esperienza unica. Si denota sin da come il gioco è stato pubblicizzato in questi mesi come la software house abbia voluto donare al giocatore un prodotto unico, con un’impronta ben precisa, volto non solo alla spettacolarizzazione o al becero intrattenimento; ciò che era nella mente del team finlandese fin dall’inizio (come lo è stato per Alan Wake al tempo) era interloquire e comunicare con il fruitore attraverso il videogame e usare quest’ultimo come vero e proprio veicolo di narrazione nei confronti di chi ha il pad in mano. Control, a nostro modesto parere, è forse più di un semplice videogioco, qualcosa che si avvicina ad un’esperienza visionaria seppure ludica, ma che guarda e si concentra sul contenuto. Qui a seguire la nostra recensione.
Control racconta una storia crudele, forte e da un impatto drammaturgico unico nel suo genere, tra le lussuose sale governative della Oldest House a New York City, sino alle turbe “dimensionalmente” oniriche della mente della nostra protagonista, mentre una minaccia proveniente da un piano dimensionale opposto fino ad ora dormiente avanza distorcendo ogni percezione e realtà. Il tempo scorre e il Sibilo, tremendo ed inenarrabile, incombe più vicino che mai. Vestiremo i panni quindi di Jesse Faden (interpretata da Courtney Hope), una ragazza normalissima che insieme a suo fratello Dylan durante l’infanzia sono stati vittime di un fatto oscuro, misterioso e ultraterreno, che ha conferito alla ragazza poteri soprannaturali, ma che hanno attirato l’attenzione della FBC (Federal Bureau of Control), forza armata segreta specializzata in eventi di natura sconosciuta e soprannaturale, del quale dopo tempo ne assumiamo il ruolo di direttrice impugnando una pistola davvero particolare, capace di cambiare forma e qualità oltre ad essere potenziata durante il corso dell’avventura, arrivando quindi a solcare l’ingresso della misteriosa Oldest House, l’edificio che ci ospiterà durante tutta la campagna di Control. Al contrario di quanto si pensa, la Oldest House è tutt’altro che un posto sicuro; infatti, l’headquartier della FBC si è trasformato nella tana del già citato Sibilo, la calamità ultraterrena che possiede la capacità di controllare ogni unità all’interno del lussuoso edificio, e non solo. Il nostro scopo non sarà quindi di rimettere tutto “sotto controllo”, ma anche quello di capire che fine ha fatto il nostro caro fratello Dylan, che dopo l’increscioso evento che ha traumatizzato la nostra infanzia non abbiamo più visto perché rapito dalla stessa FBC. Il canovaccio scritto da Sam Lake pone delle basi narrative davvero solide attraverso Control. Il metodo di narrazione che il titolo possiede è al pari di un colossal cinematografico o una serie di tutto rispetto. Anche qui, come in Alan Wake, il giocatore può approfondire ogni aspetto della storyline raccogliendo documenti e materiale in giro per la Oldest House, che andranno a spiegare in maniera precisa aspetti della trama di gioco. Le vicende che raccontano tali documenti si concentrano su ciò che in passato è accaduto all’interno della Oldest House, e credeteci se vi diciamo che vi perderete nella curiosità di scoprire ogni macabro e inquietante dettaglio di eventi successi tra quelle dannate mura. La profonda narrazione si mescola alle storie e ai legami di Jesse e Dylan, sino agli onirici ed inquietanti eventi incontenibili all’interno delle stanze della Oldest House, ramificandosi sempre più nel dettaglio in un pathos crescente e mai banale. Nulla è lasciato al caso, nulla viene trascurato. Sembra che Remedy abbia trovato la formula giusta e vincente per un mix narrativo pulsante di azione, che nel contempo non sfoci in cliché o che annoi e suggerisca al giocatore di spostarsi su altro; la cura di ogni dettaglio è maniacale e tutto all’interno del gioco ha una funzione ben precisa, un ruolo narrativo.
Ma come si pone Control in termini di gameplay? Come già detto precedentemente i modi principali che Jesse ha per difendersi sono una speciale arma (di base una pistola) capace di cambiare forma, ad esempio ricomponendosi in carabina (non è l’unica trasformazione presente), ma anche poteri telecinetici e paranormali. L’arma possiede inoltre dei moduli chiamati MOD, capaci appunto di sbloccare speciali features e skill, come modalità di approccio differenti durante le sessioni sparatutto, abilità aggiuntive e configurazione dell’arma (equipaggiabili soltanto due alla volta). Anche i poteri possono essere gradualmente potenziati durante l’avanzamento dell’avventura attraverso il raggiungimento di punti sensibili e “purificandoli” dal soggiornare del Sibilo. Il dinamismo durante le sessioni di gioco è spettacolare e le interazione con l’environment che ci circonda è fondamentale, come anche abbinare il tutto ai nostri poteri. Potremo quindi usare, oltre che le diverse configurazioni dell’arma, scatti ad elevata velocità per fuggire dall’offesa nemica, ripararsi dietro pareti che possono distruggersi subendo colpi, forza sovraumana e scagliare i detriti contro i nemici o usarli banalmente come scudo in caso di difficoltà, anche il lievitare e addirittura controllare un nemico quasi morto. La strategia all’interno delle sessioni di combattimento è fondamentale, dato anche l’elevato numero delle unità nemiche affrontarle tramite armi da fuoco o massacrandole con i poteri potrebbe essere una scelta fondamentale. La scelta dipende da una moltitudine di fattori, non semplicemente da ciò che abbiamo equipaggiato, ma anche dal tipo di luogo in cui ci troviamo e alla forma del nemico. La storia principale, se pur di media durata (a noi è durata 17 ore, ma la media statistica è sulle 15), è molto intensa e ricca, anche se letteralmente lineare; di certo, però, non mancano le quest secondarie, caratterizzate da personaggi secondari di spicco ed altrettante lunghe sessioni di gioco, che possono favorire non solo il completamento e la raccolta di oggetti e trofei, ma anche l’approfondire la mainline story.
Il comparto artistico dietro a Control è mozzafiato, tra loop onirici dell’ambiente circostante che ci hanno ricordato le dimensioni viste nel film Marvel: Doctor Strange, grafiche surreali ed un color script cangiante, via via l’avanzamento procede attraverso le diverse aree dell’edificio. Le geometrie e le luci dinamiche, oltre alle forme e alle animazioni dell’ambiente, sono realizzate con una cura che ci ha lasciato a bocca aperta come solo pochi titoli hanno potuto fare. Le composizioni delle scene, le immagini di gioco e le cinematiche sono fruibili attraverso una regia che mette i brividi, tra inquadrature e movimenti di camera degni dei migliori lungometraggi. Insomma, un comparto artistico completo, pulsante, un vero e proprio piacere per gli occhi; le continue reference al mondo del cinema, inoltre, conferiscono al gioco un tocco singolare, una marcia in più alle classiche produzioni. Di certo, Remedy ha fatto in modo che la qualità narrativa e visiva apportata da Alan Wake e Quantum Break, con Control raggiungesse un picco mai toccato dalla software house prima d’ora nelle precedenti produzioni. Parlando in maniera più tecnica, di fattori che ci hanno fatto storcere il naso ne abbiamo visti, se pur non compromettano l’esperienza: alcuni cali di framerate li abbiamo notati durante le sessioni in game più caotiche, dove gli effetti particellari, le complesse animazioni di ombre e ambientazioni erano più intensi. Anche il feeling scivoloso che si ha soprattutto nelle prime ore di gioco ci ha soddisfatti poco. Segnaliamo anche l’aggiunta di animazioni del character a volte legnose, ma di certo, come detto prima, nulla che comprometta l’esperienza di gioco. Il sound design e la colonna sonora sono un tocco di classe che portano l’esperienza di Control a livelli ancora più alti, attraverso virtuosismi orchestrali e tocchi di toni più spinti, davvero graditi.
Control è un gioco che davvero ci ha convinti, confermando il genio dietro al team Remedy Entertainment. Un gioco davvero completo quindi, capace di entrare nel cuore dei giocatori come solo pochi titoli riescono a fare. Arricchito da una regia impeccabile ed una sceneggiatura profonda, Control sa essere esaustivo sotto ogni punto di vista, lasciando il giocatore esterrefatto durante la progressione in game. Control si lascia giocare e scorre fluido, ma non per questo non fornisce un’esperienza solida e coinvolgente, anzi, si può parlare chiaramente del progetto più ambizioso e complesso che il team abbia mai sviluppato. Consigliato l’acquisto agli amanti dell’action e a chi, attraverso il videogioco, cerca del contenuto drammaturgico.
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