Benvenuti ragazze e ragazzi della Tribù in questa recensione di Cult of the Lamb, titolo sviluppato da Massive Monster e pubblicato da Devolver Digital lo scorso 11 agosto.
In questo gioco, dal tema di fondo piuttosto pesante in completo contrasto con la grafica cartoon dai colori accessi, ci ritroviamo nei panni di un agnello sacrificale che decide di sovvertire l'ordine mondiale grazie a dei poteri donatigli da un essere misterioso e terrificante.
Prima di parlare del titolo, voglio dirvi che ci ho giocato poco più 13 ore, vedendo entrambi i finali e completando quasi tutte le attività presenti.
Ora bando alle ciance e ciancio alle bande, ecco a voi la recensione di Cult of the Lamb!
Prima di tutto parliamo di cosa è effettivamente Cult of the Lamb.
Cult of the Lamb è un action-adventure roguelite con elementi da gestionale, in cui ci troviamo a dover gestire un Culto e ad affrontare dungeon pieni di nemici, il tutto controllando un agnello dai grandi poteri.
Ci ritroviamo infatti nei panni di un agnello antropomorfo salvato dalla morte da un essere definito come "Colui che aspetta", il quale ci fa tornare in vita con la sola condizione di dover creare un culto a lui dedicato.
Noi saremo il capo di questo culto, con il chiaro ed unico scopo di liberare la pericolosa entità che ci ha salvato, ormai diventata la nostra divinità. In questo mondo la nostra specie è infatti stata cacciata e temuta, poiché in diretto contatto con questa entità che fu intrappolata in un tempo ormai remoto dai suoi quattro… "fratelli".
Dato che i quattro hanno tentato di ucciderci dopo aver sterminato tutto il resto della nostra razza, accettiamo e ci viene fatto dono della Corona Rossa, un manufatto che ci garantisce grandi ed immensi poteri capaci di schiacciare i nostri nemici.
Con uno scopo ben chiaro in mente, ci ritroviamo quindi a dover creare un culto tutto nostro, radunando Seguaci per aumentare il nostro potere.
Il Culto non è solo un popolo, ma un luogo che diventa il centro nevralgico di ogni nostra operazione e dal quale possiamo costruire vari edifici utili alla nostra missione. Gli edifici sono tanti e dai più disparati utilizzi: possiamo costruire un tempio dove aumentare la Devozione dei nostri Seguaci e migliorare i nostri poteri, una falegnameria dalla quale recuperare legno o anche tombe per i nostri Seguaci deceduti. Gli edifici non sono tutti sbloccati dall'inizio, ma abbiamo bisogno di ottenere punti Devozione per poterne costruire di sempre più efficienti.
Il Culto è anche completamente personalizzabile a livello estetico grazie alle varie e molteplici decorazioni presenti, dagli archi in ossa ai cristalli viola fino a modificare il pavimento a seconda dello stile che più ci piace.
Nel Culto, grazie alle funzioni del tempio, abbiamo anche la possibilità di personalizzare le abitudini dei nostri Seguaci, emanando "Dottrine" che dovranno seguire. Ognuna di queste Dottrine si può sbloccare solo essendo in possesso di una particolare Pietra da utilizzare nel tempio; una volta utilizzata, possiamo scegliere una delle cinque diverse categorie per poi scegliere tra due diverse opzioni [una esclude l'altra. N.d.R.] che ci vengono mostrate.
Possiamo ottenere Seguaci in più maniere: salvandoli dalle grinfie dei cultisti avversari, comprandoli da un ragno particolarmente affamato, sconfiggendo Boss che poi diventano parte del nostro Culto o, a volte, convincendo uno di un altro culto che risulta insoddisfatto della sua situazione attuale.
Una volta convinti e mandati al Culto, ognuno di loro va Indottrinato. In questa fase possiamo personalizzare ogni Seguace sia nel nome che nell'aspetto e vedere quali bonus e malus possiede: ognuno ha infatti delle proprie caratteristiche che lo rendono più adatto ad un determinato lavoro piuttosto che ad un altro.
Finito di modificare il nuovo cultista, dobbiamo assegnar loro un compito da svolgere, che può essere tagliare legna come spaccare pietra o persino adorare noi offrendoci la loro Devozione.
La Devozione è una risorsa fondamentale prodotta dai Seguaci ed è utile sia per potenziarci che per sbloccare la costruzione di nuovi edifici: raggiunta una certa soglia di Devozione, otteniamo un punto da spendere che sblocca la costruzione di un nuovo edificio.
Dobbiamo star anche attenti a mantenere i Seguaci contenti, tenendo il Culto pulito dai loro bisogni, dando loro da mangiare e costruendo letti dove possano dormire: tutto questo sia per la produzione di Devozione che per la velocità di lavoro e costruzione.
I Seguaci non sono comunque immortali, ma anzi possono morire di vecchiaia, perciò ci conviene accogliere nuovi adepti ogni volta che ne abbiamo la possibilità.
In questo gioco il nostro obiettivo finale è affrontare tutti i dungeon presenti per sconfiggere i quattro fratelli che hanno imprigionato il nostro benefattore così da liberarlo.
Ogni dungeon è generato proceduralmente e persino le nostre armi lo sono: nella prima stanza di ogni dungeon ci vengono presentate due armi, una ravvicinata e una a distanza. Queste due vengono scelte in maniera randomica tra tutte quelle che fino a quel momento abbiamo sbloccato.
Non avere il minimo controllo su quali armi possono arrivare ci ha portato alcune volte ad uscire e rientrare nel dungeon fino a quando non fossero apparse delle armi decenti, cosa che ci ha causato un po' di frustrazione. Inoltre, mentre le armi a distanza si differenziano molto, le armi ravvicinate disponibili hanno vari effetti, ma sono sempre le stesse quattro con gli stessi quattro moveset: pugnale veloce, guanti, ascia e martello.
Parlando dei dungeon, questi sono composti da multiple stanze separate generate proceduralmente nelle quali possono esserci nemici, risorse, Seguaci da salvare o da convertire, personaggi strambi che ci raccontano la storia del mondo o alcuni negozi che vendono potenziamenti, decorazioni per il Culto e persino Seguaci.
La pecca trovata in questa generazione procedurale è stata la poca varietà dei percorsi, che dopo le ore iniziali si sono quasi esauriti. Il giocatore ha la possibilità di scegliere il proprio percorso quando una mappa si apre alla fine della serie di stanze: ogni dungeon ha infatti delle aree formate da stanze e il giocatore può scegliere per quale area passare. Su questa mappa ci viene anche mostrato, attraverso l'uso di alcuni simboli, cosa si trova nell'area: ad esempio un tronco rappresenta una stanza sola di raccolta del legno e una spada un area dove si combattono molteplici nemici in molteplici stanze.
L'idea è interessante e lascia un buon grado di scelta al giocatore, ma sarebbe stato molto più interessante con una pool più ampia di stanze e aree, visto che tutti i dungeon vanno affrontati e completati tre volte per poter arrivare di fronte al Grande Boss di quell'area.
Una volta sconfitti tutti i quattro "fratelli", possiamo liberare ed arrivare di fronte a "Colui che aspetta", concludendo così il nostro viaggio, finalmente beati nella luce della divinità appena liberata… o forse no?
Quindi, nonostante la descrizione da gioco pieno di azione frenetica con poche pause, in realtà Cult of the Lamb si è rivelato essere un titolo più vicino ad un rilassante gestionale.
Durante le mie 13 ore di gioco mi sono ritrovato molto più spesso ad accettare e completare missioni per i Seguaci o a pulire l'area del Culto piuttosto che ad esplorare dungeon o a combattere contro i nemici.
Questo non vuol dire che il gioco non sia valido, ma al contrario mi è piaciuto molto, sia nella parte di gestione che nella parte di combattimenti all'interno dei dungeon; ho trovato l'andare nei dungeon a picchiare nemici molto divertente e sono spesso finito a voler fare la famosa "ultima partita" [che non è mai l'ultima N.d.R.].
In conclusione, Cult of the Lamb è un titolo che consigliamo fortemente agli amanti sia dei roguelite che dei gestionali, perfetto per una tranquilla serata a giocare davanti al computer o alla console scelta!
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