Devil May Cry V: Special Edition

La riedizione per nextgen dell'iconico titolo di Capcom

Pubblicato il 23 Novembre 2020 alle ore 11:00
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Abbiamo iniziato settimana scorsa a parlare di next gen con uno dei titoli più attesi come Assassin’s Creed Valhalla che va a puntare molto sulla presenza della versione di nuova generazione (che ormai dovremmo chiamare corrente), avvicinandosi di molto alle prestazioni del PC. Non esistono, però, solo giochi nuovi a far capolino su Playstation 5 e Xbox Series X|S, ma anche titoli che hanno fatto parte del catalogo old gen, rilasciati nuovamente spingendo in tutti i modi possibili sulle prestazioni. Oggi iniziamo a parlare di Devil May Cry V: Special Edition che ha fatto il suo debutto nei giorni scorsi e che siamo riusciti a testare approfonditamente su Xbox Series X. Sarà riuscita la console Microsoft a pompare nelle casse e rendere ancora più bello Devil May Cry V? Scopritelo con noi.

V has to…

Questa special edition si porta dietro l’eredità pesante di gioco in grado di dimostrare cosa realmente significhi next gen o, quanto meno, avvicinare le prestazioni della versione PC anche su console e mostrare ai giocatori di queste ultime cosa voglia realmente dire videogiocare. La storia rimane la stessa della versione base con la presenza del buon Nero che, dopo il quarto capitolo, è finalmente riuscito ad aprire la sua agenzia fino al giorno in cui una strana figura gli si avvicina e gli strappa il braccio, fuggendo attraverso un varco dimensionale. Nero torna a Redgrave per cercare di scoprire qualcosa di più sulla figura e incontra Dante, il leggendario cacciatori di demoni, che è alla ricerca della verità e un misterioso ragazzo, V, che lo ha ingaggiato. La campagna principale è composta essenzialmente da una ventina di missioni, tutte abbastanza variegate, dove useremo i 3 personaggi presentati precedentemente in una storia non totalmente memorabile, ma che regala i suoi momenti trash e meme tipici del brand, facendo trascorrere così la decina di ore necessarie per completarla in modo facile e indolore.

Nella Special Edition una delle aggiunte, oltre a quello di cui parleremo tra poco, è la presenza di Vergil, il fratello di Dante. In arrivo anche come DLC su vecchia generazione, Vergil è stato richiesto a gran voce dai fan che hanno finalmente ottenuto la possibilità di affrontare l’intera campagna utilizzandolo. Questo però è stato integrato in maniera discutibile da Capcom, con il demone vestito di blu relegato ad attraversare i livelli che hanno già affrontato Nero e company, saltando totalmente alcune delle cutscene che non lo vedono protagonista. Il gameplay affrontato con Vergil è più dinamico e prepotente, unisce la velocità del teletrasporto (durante il lock-on) alla potenza dei suoi colpi più iconici con la Yamato a farla totalmente da padrone. Utilizzando le due spade e i Beowulf, sarà possibile dare vita a combo pazzesche e totalmente fuori di testa, aumentando la spettacolarizzazione di un gioco che – già in versione base – era bello tamarro. Oltre alle combo utilizzando le armi bianche, sarà possibile evocare un doppelganger che va ad aumentare le possibilità offensive offerte da Vergil, dando ulteriore forza a un personaggio già ben costruito che può ancora contare sul suo Sin Devil Trigger che permette al demone di trasformarsi lasciando un massacro totale alle sue spalle.
Vergil è dannatamente potente, ma, allo stesso tempo, completamente lontano da un bilanciamento sensato da parte di Capcom che ha creato un personaggio fuori da ogni logica per potenza, in un gioco che è palesemente tarato su un livello più basso per quanto riguarda la potenza dei nemici. Inoltre la presenza di Vergil tende a risultare scomoda in alcune sezioni palesemente costruite per V e le sue caratteristiche, tanto da renderla quasi di troppo. La sua presenza, però, è utile in vista delle due nuove modalità presenti in questa Special Edition: la Turbo Mode e la Dark Knight ModeLa Turbo Mode non fa altro che aumentare la velocità di gioco del 120%, rendendo tutto più folle e frenetico, utile per massimizzare proprio il dinamismo di Vergil andando a creare vere e proprie speedrun che terranno occupati gli appassionati per i prossimi mesi. Con qualche difetto in più, invece, la Dark Knight Mode che serve quasi solamente a mostrare i muscoli di Playstation 5 e Xbox Series X|S: questa modalità infatti non farà altro che metterci di fronte a frotte di nemici, moltiplicandola esponenzialmente rispetto a quella originariamente prevista in quella determinata sezione. Questo può essere, in pratica, utile solo a mostrare la potenza delle due console e aiutare il giocatore a farmare sfere rosse e punti stile.

Tracciamenti dei raggi e pull my devil trigger

Il lato tecnico tende ad avere un salto prestazionale più evidente rispetto alle versioni old gen (e anche grazie al ca…, direte voi) ma non solo per alcune migliorie dal punto di vista dei caricamenti, ma soprattutto per quella che sarà la vera rivoluzione in questa generazione: il ray tracing. In pochissime (e spicciole) parole, il ray tracing permetterà una gestione migliore dei riflessi andando a realizzare un perfetto effetto specchio in grado di migliorare notevolmente la qualità grafica del gioco. Questo, però, rende spesso e volentieri impossibile utilizzare una risoluzione particolarmente elevata, a causa dell’enorme richiesta di risorse e della mancanza di tecnologie in grado di gestire in maniera semplice questo calcolo dei riflessi. Cosa significa in termini spicci? Spesso e volentieri il gioco avrà necessità di sacrificare o il framerate o la risoluzione per permettere al ray tracing di essere sfruttato. Devil May Cry 5: Special Edition ci metterà davanti a una scelta ben precisa per lo sfruttamento del ray tracing: girare in 4K nativi e 30 fps o 1080p, ma con i 60fps granitici e senza un minimo calo. Disattivandolo, invece, potremo giocare – per gli schermi che li supportano – con l’opzione per avere al massimo 120fps. Dai test effettuati da alcuni colleghi, questo perché a noi Sony non ha mandato un 65” 144hz, risulta però che questi non vengano realmente raggiunti con costanza, ma il framerate subisca una variazione talmente ampia da andare a danneggiare l’esperienza di gioco. Il consiglio di Tribe Games? Se volete vedere il ray tracing utilizzate la modalità 1080/60, altrimenti buttatevi sull’assenza di ray tracing e sfruttate in toto la possibilità di vedere i 4K nativi e 60 fps.

In definitiva Devil May Cry V: Special Edition è la versione completa e migliore dell’ultima avventura di Nero e compagni. La possibilità di avere un’ampia varietà di modalità per sfruttare le console di ultima generazione permette a chiunque di poter scegliere il modo migliore per viverla e la presenza di Vergil va solamente ad impreziosire un’offerta ludica che – per i fan della saga – sarà sicuramente da sturbo. Non sarà un gioco in grado di rendere memorabile un lancio generazionale abbastanza deludente, ma è sicuramente un’ottima aggiunta per capire realmente cosa potrà portare al grande pubblico questa generazione.

Good

Utilizzare Vergil è meraviglioso
Devil May Cry V è sempre ottimo da rivivere
...soprattutto con Ray Tracing, 60fps e 4K

Bad

Le nuove modalità sono belle ma francamente inutili
...anche se non tutto contemporaneamente
8.9
PEM-PEM

Sviluppatore: Capcom
Distributore: Capcom, Koch Media
Data di uscita: 10 novembre 2020 (Xbox Series X/S), 12 novembre 2020 (Playstation 5)
Genere: Hack 'n' Slash
PEGI: 18
Piattaforme: Playstation 5, Xbox Series X/S

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