Cara Tribù, quello di cui andremo a parlare oggi è uno dei film più attesi dal sottoscritto sin dal suo annuncio. Infatti, dopo la fine del Torneo del Potere in Dragon Ball Super, c'è stata molta curiosità nel capire quale percorso potesse intraprendere il brand. Di sicuro far finire l'intera operazione revival poteva essere un danno, più che un beneficio, visto il grande successo nazionale e internazionale, e questa pausa forzata, che dura da quasi un anno, ha posto molti dubbi nei fan del lavoro di Akira Toriyama. Grazie a Koch Media e Anime Factory, che teniamo a ringraziare, ci è stata data l'opportunità di assistere in quel di Milano all'anteprima nazionale di Dragon Ball Super: Broly, il film in uscita il prossimo 28 Febbraio, che porta avanti la trama di Super in attesa della ripresa dell'anime.
Dragon Ball Super: Broly rende, finalmente, canonico l'iconico Saiyan, comparso precedentemente solo in alcuni film animati totalmente fuori dalla linea temporale di Akira Toriyama. L'intera storia tende a costruire e particolarizzare tutti gli aspetti del giovane, cancellando alcuni tratti costruiti in passato per rendere più credibile il personaggio. Il nuovo Broly, infatti, non è un ragazzo che fa dell'odio per Kakarot (Son Goku) il suo motivo di vita, ma anzi viene aizzato da Paragas, il padre, che prova astio per Re Vegeta (e a la sua discendenza) a causa del comportamento del monarca. 41 anni prima, infatti, Broly viene mandato su Vampa, un pianeta alla deriva dell'Universo e molto pericoloso. Il padre, infuriato per la decisione di Re Vegeta, decide di seguirlo diventando, così, un reietto e salvando suo figlio da morte certa. Nel mentre, però, Freezer decide di eliminare tutta la razza Saiyan, come abbiamo visto durante la serie originale, non considerandoli più come possibili alleati di guerra. Qui avviene il primo (e non ultimo...) retcon: infatti Bardack non deciderà di salvare Goku in base a una premonizione, ma, al contrario, sarà il suo istinto a dirgli di mandarlo sulla Terra (rigorosamente in tuta da combattimento Saiyan, differentemente da quanto narrato in passato) per risparmiargli la vita.
Tornati nel presente, Goku e Vegeta si mettono alla ricerca delle Sfere del Drago, rubate da dei furbissimi scagnozzi di Freezer che ha chiesto loro la raccolta delle magiche sfere per i suoi scopi. Non vogliamo rovinare la sorpresa, ma basti sapere che questo è uno dei (pochi) punti negativi della pellicola: infatti IL nemico principale dell'intera serie viene trattato come un pagliaccio per gran parte del tempo e non mancano i momenti che distruggono in tutto e per tutto l'immagine dell'Imperatore del Male. L'unico suo merito, però, è quello di aver avuto due scagnozzi (Cheelai e Lemo) che hanno ritrovato Broly e suo padre Paragas, ormai invecchiato, durante la ricerca di nuovi membri per la sua armata. Importante è, sopratutto, il ruolo di Cheelai, l'unica a capire la vera natura di Broly, e per tutto il film essa cerca di costruire un rapporto con lui per portarlo alla salvezza arrivando a screditare il padre, alla ricerca esclusivamente della vendetta.
Dopo un primo atto dedicato alla costruzione dell'intera vicenda inizia il piatto forte: le botte. Queste sono in maniera assoluta la parte migliore di Dragon Ball Super: Broly. Si nota infatti la volontà di Toei Animation di dare una vera e propria svolta spettacolarizzando il tutto grazie all'uso della tecnologia in un tripudio di CGI ed effetti scenici che terrà compagnia agli spettatori per più di un'ora. Nota stonata sono però i disegni che fanno da contorno al tutto: dall'inizio degli scontri in poi tendono a diminuire di qualità regalando alcune perle negative in grado di far inorridire chiunque.Grande atto, però, va dato all'intero studio (e a Toriyama) per aver creato una sequenza davvero epica verso la fine del film, dando ai fan di Dragon Ball un motivo per rimanere seduti senza fiato fino ai titoli di coda. A proposito della conclusione, c'è da dire che appare netta la volontà di Toriyama di lanciare una nuova serie di Super, già vociferata qualche settimana fa ma prontamente smentita da Toei stessa, che ha negato di essere già al lavoro su una seconda stagione dell'anime settimanale.
Non lo voglio negare, l'approccio iniziale alla versione italiana di Dragon Ball Super: Broly non è stato dei migliori e non lo sarà per chiunque venga dalla visione in lingua giapponese dell'anime. La paura, infatti, era quella di veder snaturati alcuni personaggi con delle voci poco adatte o con scelte di adattamenti “discutibili”. Tutti i dubbi sono stati dissolti già dalle prime scene; infatti il grande lavoro che è stato fatto da Andrea Ward - come direttore del doppiaggio - e Fabrizio Mazzotta si fa notare sin da subito. Notiamo, infatti, l'addio a nomenclature italiane come Kaarot, Onda Energetica o Radish e diamo il benvenuto, finalmente, a Kakarot, Kamehameha e Raditz. Questa scelta è stata fatta molto probabilmente per avvicinare di più lo zoccolo duro degli appassionati, da sempre in lotta con alcune scelte di adattamento proposte negli anni da Mediaset. Dal punto di vista del cast, invece, c'è da riconoscere l'ottimo lavoro effettuato nella scelta delle voci con volti nuovi come Mario Bombardieri (Broly), Stefano Mondini (Paragas) e Marco Balzarotti (Bardack) che si affiancano in maniera quasi perfetta al sempreverde Claudio Moneta (che ha preso il posto del compianto Paolo Torrisi già da Super nelle vesti di Goku), al perfetto Gianluca Iacono (Vegeta) e a coloro che han reso famosa l'intera opera. C'è da dire che, seppur alcune voci stonino con i personaggi, il lavoro effettuato è stato di grandissimo livello ed è riuscito a fugare tutti i dubbi iniziali.
Ad affiancare un ottimo adattamento e un discreto doppiaggio c'è anche la colonna sonora originale creata da Toei con un nuovo remix di CHA-LA e la versione inglese di Blizzard, di Daichi Miura a cui vengono affiancati dei brani che stonano completamente con il classico stile di Dragon Ball. Durante gli scontri, infatti, la scelta è stata quella di proporre una colonna sonora con delle voci incorporate che sembrano quasi fare il tifo per i contendenti. Come avrete notato dai titoli dei paragrafi, questo è uno degli aspetti che più è piaciuto al sottoscritto dell'intera opera, facendo quasi sentire lo spettatore come un tifoso di un particolare personaggio. Allo scambio dei colpi tra Goku e Broly, infatti, i vari “GO GO KAKAROT GO” e “GO GO BROLY GO” tenderanno a dare il fomento necessario per vedere tutto ciò che accade su schermo anche se, è necessario dirlo, potrebbero non piacere e risultare anche fuori luogo.
In definitiva il giudizio su Dragon Ball Super: Broly è sicuramente dei più positivi. Senza dubbio è uno dei migliori film dedicati all'opera che siano mai usciti e riesce a unire perfettamente l'intenzione di proporre un nuovo prodotto dedicato alla saga con la voglia di dare un senso di continuità e di canonicità a uno dei nemici più amati dai fan. La costruzione di Broly, come un essere mosso non dalla rabbia dovuta da Goku ma figlio della vendetta del padre, è sicuramente la migliore che si potesse immaginare e il risultato può portare a mille altri scenari da qui in avanti con l'aggiunta del giovane al cast. Chi ne esce con le ossa rotte è Freezer, che viene trattato come una mera macchietta e sminuisce il suo status a causa di gag poco riuscite e scelte francamente discutibili. Ad aumentare il livello della produzione possiamo sicuramente includere il cast di doppiatori che, tra new entry e veterani, complice anche un adattamento finalmente vicino a quello originale, riesce a non far rimpiangere la lingua giapponese. Se siete fan di Dragon Ball e avete apprezzato Super, questo film è sicuramente da vedere e rivedere più volte, aspettando poi l'uscita del Bluray nei prossimi mesi.
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