Dragon Ball Z: Kakarot

L'action RPG che ripercorre l'intera saga di Dragon Ball Z, sarà riuscito a convincerci?

Pubblicato il 3 Febbraio 2020 alle ore 17:00
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Uno dei capisaldi della nostra infanzia è sicuramente stato l’anime di Dragon Ball. Goku e compagni ci han tenuto compagnia negli anni e certi momenti sono diventati l’icona di una generazione. Basti pensare al primo scontro tra Goku e Vegeta, alla prima trasformazione in Super Saiyan o Gohan che fa esplodere tutta la sua rabbia contro Cell. Negli anni sono usciti varie trasposizioni videoludiche dedicata alla serie di Akira Toriyama, ma ci troviamo davanti forse a una di quelle più riuscite. Dragon Ball Z: Kakarot, infatti, è la trasposizione 1:1 di uno dei prodotti più significativi della nostra epoca, sarà riuscita CyberConnect2 a rendere il giusto omaggio? Scopritelo insieme a noi.

Son Goku o Kakarot?

Come specificato nell’introduzione, Dragon Ball Z: Kakarot è praticamente una trasposizione del manga prodotto da Akira Toriyama che racconta la storia di un Saiyan chiamato Son Goku e delle sfere del drago che possono esprimere qualsiasi desiderio. È inutile cercare di evitare spoiler o di anticipare troppo della trama, ormai quasi tutti conoscono la storia di Z e tutti i suoi enormi colpi di scena quindi parleremo a ruota libera. L’enorme lavoro fatto da CyberConnect 2 per trasportare i 25 volumi (o i 291 episodi dell’anime) verrà sicuramente apprezzato sia dai fan storici della saga che da chi si approccia per la prima volta. Alcune delle scene più iconiche come lo scontro tra la Kamehameha di Goku e il Garlick Gun di Vegeta o la prima trasformazione nel leggendario Super Saiyan sono state ricreate alla perfezione dal team di sviluppo che, però, si è concentrato anche su alcune piccole chicche in grado di ampliare il mondo narrativo come ad esempio l’approfondimento sul rapporto tra C16 e Gohan o qualche ammiccamento sul concepimento del piccolo Goten. Questi accorgimenti, però, controbilanciano alcune mancanze considerate quasi fondamentali dai fan come Super Trunks contro Cell nel suo secondo stadio o il Final Flash di Vegeta contro l’essere perfetto che smorzano un po’ il pathos di alcuni momenti.

Ad aiutare a staccare un po’ dalla storia originale ci pensano le missioni secondarie che riempiono il mondo di gioco, infatti nelle varie fasi dell’avventura potremo tranquillamente visitare le varie zone della mappa alla ricerca delle sfere del drago o per aiutare i personaggi che avranno bisogno di voi. Queste secondarie servono ad ampliare il mondo di gioco o per trovare degli Emblemi Anima che servono a potenziare una delle Comunità in grado di fornire dei bonus di gioco. Questi emblemi andranno sistemati in delle scacchiere particolari che, in base alla Comunità scelta, potranno andare a potenziare determinate aree di gioco come il combattimento, gli oggetti ricevuti, i prezzi nei negozi e così via. Gli emblemi potranno essere potenziati grazie a degli oggetti trovabili nel mondo di gioco, questo sarà fondamentale nelle fasi avanzate e – sopratutto – per le missioni secondarie affrontabili durante l’endgame.

Botte da orbi

Rispetto ai precedenti titoli dedicati a Dragon Ball, CyberConnect2 ha puntato molto a un ibridio fighting RPG molto simile a quanto visto con Xenoverse, ma con sostanziali differenze di struttura. Ogni combattimento, infatti, è influenzato dalle statistiche del personaggio utilizzato come nei più semplici degli RPG, combattere è infatti importantissimo per far salire di livello il guerriero Z di turno e permettere così di affrontare nemici sempre più temibili. Ovviamente il gioco tende a premiare e dare punti esperienza gratis quando si tratta di alcuni avvenimenti importanti di storia (come ad esempio il ritorno di Goku dal pianeta di Re Kaioh) così da equilibrare la situazione visto che il livello non è condiviso ma unico in base all’eroe utilizzato al momento. Durante le battaglie, invece, il sistema Xenoverse la fa da padrone con le combo che vengono concatenate in maniera automatica premendo il tasto dell’attacco e la possibilità di attivare gli attacchi speciali con una combinazione di tasti permettendo così l’alternanza di onde energetiche e pugni. Dopo alcune particolari situazioni di storia sarà possibile anche attivare le trasformazioni: alcune (come il Kaioken) influenzeranno la vita mentre altre (come i vari livelli del Super Saiyan) abbasseranno la nostra riserva di Ki e sarà fondamentale ricaricarsi continuamente per tenere attivi questi potenziamenti.
Le battaglie con i boss risultano molto meno incisive rispetto a quelle viste nella serie Naruto Ultimate Ninja Storm, infatti queste alterneranno momenti in cui potremo colpire liberamente il nemico a momenti in cui questi sarà invincibile e dovremo schivare e parare sperando che la fase duri poco e partire subito dopo all’attacco. A complicare il tutto ci si metterà anche una cattiva gestione della telecamera che in certi frangenti impedisce di vedere correttamente la posizione dell’avversario e tende spesso a ostruirsi contro gli elementi del fondale che, seppur vuoto, darà spesso grattacapi in fasi concitate. Onestamente siamo stati abituati a grandissime cose in passato da CC2 e vedere così mal gestite le battaglie con i nemici principali ci ha lasciati di stucco. L’ideale sarebbe stato probabilmente implementare i QTE per ricreare le fantastiche fasi finali degli incontri come nella serie Ultimate Ninja Storm e lasciare i giocatori a godersi questi momenti fantastici. C’è da dire, ovviamente, che le scene più importanti sono state ricreate con il motore di gioco in modo che il giocatore debba solamente godersele lasciando il pad sulla sedia.

Anime giocabile

Quasi ogni aspetto del titolo di CyberConnect2 è buono, ma non ottimo e questo purtroppo vale anche per quanto riguarda l’aspetto tecnico. Il codice review ci è stato gentilmente offerto da Bandai Namco Entertainment per la versione Xbox One che, al netto degli anni della console originale, è tecnicamente al di sotto delle aspettative. Infatti l’esperienza è stata costellata da caricamenti infiniti e cali di framerate durante l’inizio dei combattimenti contro nemici random. Questi problemi, però, vengono parzialmente riscattati dall’enorme qualità dei modelli dei personaggi, praticamente riprodotti alla perfezione così come anche perfette sono le scene pre renderizzate che rappresentano alcuni dei momenti chiave della storia.
Grande lavoro effettuato dal punto di vista dell’audio, il doppiaggio inglese ovviamente non tiene testa a quello giapponese, ma risulta comunque di ottima qualità, mentre le musiche originali tendono ad ammaliare e capiterà più volte di restare estasiati durante le fasi di gioco più concitate e iconiche.

Il gioco di Dragon Ball definitivo?

Nì. Sicuramente Dragon Ball Z: Kakarot è uno dei migliori titoli dedicati alla saga degli ultimi anni per gli amanti della storia (non stiamo a contare, quindi, FighterZ) in quanto è la trasposizione 1:1 di una trama che ha fatto innamorare milioni di persone. Dal puro lato ludico, invece, è rivedibile sotto molti aspetti visto che dopo le prime ore potrebbe subentrare un senso di noia dovuto al ritmo lento [sì, trasposizione fedelissima quindi… N.d.R.] e ai combattimenti che stentano a decollare. Si salvano gli scontri con i boss dai quali, però, ci si aspettava di più vedendo il passato di CyberConnect2. I fan del brand si ritroveranno davanti quindi a un prodotto da acquistare praticamente ad occhi chiusi, magari attendendo un calo di prezzo, ma con il quale si divertiranno per tutta la quarantina di ore della main quest.

Good

Dragon Ball Z all'ennesima potenza...
Scontri esplosivi...
Graficamente eccellente
Musiche originali

Bad

... in tutti i suoi pregi e difetti
... ma ci aspettavamo sicuramente di più
Tecnicamente non adeguato
7.5
"PRETTY GOOD"

Sviluppatore: CyberConnect2
Distributore: Bandai Namco Entertainment
Data di uscita: 17 gennaio 2020
Genere: Action RPG
PEGI: 12+
Piattaforme: PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch, PC

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