Dragon’s Dogma: Dark Arisen

La misteriosa Isola di Nerabisso ci offre un ottimo GDR

Pubblicato il 25 Gennaio 2016 alle ore 14:00
0
di Atastar
@Alexandros

Capcom, in questi giorni, ha rilasciato la versione PC di “Dragon’s Dogma: Dark Arisen”, attesa dal 2012; il titolo porta con sé tutti i contenuti delle edizioni PlayStation 3 e Xbox 360, con vari miglioramenti grafici e di connettività. Vediamo cosa riesce ad offrire, nel dettaglio, questo porting su PC.

“Se vuoi guadagnare qualcosa, da’ il meglio di te qui ed ora! Questa è la prova che hai scelto!”

Il comparto narrativo di “Dragon’s Dogma: Dark Arisen” è un misto tra tradizione occidentale ed orientale (per essere più chiari: vengono toccate tematiche facenti parte delle due culture, come l’Eroe che deve affrontare il Drago od il Demone e salvare il regno e la donzella di turno, per poi culminare con il ciclo infinito degli eventi, creato da esseri divini che governano i mondi); la storia è raccontata attraverso i dialoghi e le missioni in maniera chiara ed avvincente; un difetto fastidioso del comparto narrativo? L’unica storia d’amore presente nel titolo, indipendentemente dal sesso del nostro Arisen.
Tutto questo, però, è coronato da delle tracce musicali che riescono a far immergere completamente nell’ambientazione, donando un turbinio d’emozioni che si scaricano tutte nello scontro contro il boss e, dopo averlo sconfitto, riescono a far provare un senso di soddisfazione non da poco.
Una nota di demerito va alla parte finale del titolo base, prettamente per come è stata realizzata tecnicamente: ripetitiva, noiosa ed in cui si vede che il team non è riuscito a sviluppare qualcosa di nuovo o semplicemente avvincente, vista la palese mancanza d’idee; fortunatamente la storia è stata raccontata divinamente e si riesce a mantenere l’interesse, anche dopo aver affrontato un essere che, per definizione, dovrebbe essere il più potente in assoluto ed invece viene malmenato senza pietà.
La storia narrata nell’espansione Dark Arisen, ambientata nella misteriosa Isola di Nerabisso, tocca le stesse tematiche, senza risultare noiosa; anche qui, però, c’è della ripetitività a livello tecnico che sicuramente fa storcere il naso. Fortunatamente (si fa per dire), la difficoltà insana dell’espansione fa distrarre parecchio anche dopo aver visto la stessa area per la terza volta, semplicemente con un’illuminazione diversa e qualche decorazione modificata; infatti, il livello consigliato per affrontare Dark Arisen è dal 40 in su, come minimo.
Le ambientazioni del gioco base e dell’espansione sono, comunque, molto ispirate ed anche belle da vedere; alcuni scorci di paesaggio riescono donare una vista mozzafiato, facendo scorrere ore solo contemplando il vastissimo e diversificato mondo di gioco.

Un Arisen “tuttofare”

Il gameplay di “Dragon’s Dogma: Dark Arisen” è molto profondo, viste le meccaniche ricercate del titolo: solo l’esplorazione delle statistiche e delle abilità riesce a far consumare ore ed ore di gioco. Il titolo presenta una libertà di personalizzazione del nostro Arisen davvero ampia, con la scelta delle classi avanzate e delle bi-classi (come l’Arcer-Mago); avanzando, si potrà decidere di cambiare radicalmente il proprio stile, selezionando a piacimento qualsiasi specializzazione, donando al titolo una longevità ed un gameplay che riesce a cambiare in base alle nostre scelte. Le potenzialità del titolo, sotto questo aspetto, sono innumerevoli.
Possiamo personalizzare la nostra classe, spendendo i nostri Punti Classe accumulati grazie all’avanzamento di rango della stessa: questi punti possono essere spesi da un Locandiere o da NPC specifici. Il nostro personaggio, però, non è da solo; la squadra potrà essere composta da altri tre personaggi, chiamati pedine o mirmidoni: questi esseri, dalle sembianze umane, servono l’Arisen e donano la loro vita per lui; anche se non vengono dal mondo che conosciamo e non provano sentimenti… O quasi.
All’inizio del gioco, possiamo creare il nostro mirmidone che ci accompagnerà per tutta la nostra avventura e, in base alle preferenze, personalizzarlo; anche a livello d’aspetto, personalità in battaglia, classe e abilità (lo stesso criterio utilizzato con le classi dell’Arisen vale anche per loro); purtroppo, le pedine non hanno la capacità di ottenere una classe doppia. Possiamo anche impartir loro ordini in battaglia, in modo da avere sempre il controllo sull’andamento della stessa; i mirmidoni caduti possono essere curati semplicemente avvicinandoci e premendo un tasto; però bisogna stare attenti: le pedine rivitalizzate hanno metà vita e, se non dovessimo arrivare in tempo, potrebbero morire e tornare nella Faglia (compreso il nostro mirmidone principale). I nostri fidati compagni possono prestare aiuto ad altri giocatori, senza acquisire livelli aggiuntivi, sia nella lista amici che non; quando riposiamo in una taverna od in un campo, le nostre pedine principali faranno partire un dialogo con cui potremo acquisire i Punti Faglia che hanno ottenuto negli altri mondi od altre ricompense donate da altri giocatori che hanno congedato il nostro mirmidone; inoltre, si può fornire una valutazione, in base all’aspetto e l’utilità in battaglia, anche con un commento pre-impostato.
Le pedine aggiuntive possono essere evocate dalle Pietre della Faglia, in cui si può fare anche una ricerca mirata dei nuovi aiutanti che vogliamo aggiungere alla squadra; i mirmidoni con un livello superiore al nostro sono evocabili tramite il pagamento dei Punti Faglia, ottenibili tramite l’uccisione di mini-boss, obiettivi primari e con la nostra pedina che accumula questi punti in altri mondi.
Per affrontare i mostri si potranno utilizzare diverse tattiche anche in base alla situazione in cui ci troviamo; intanto bisogna conoscere la creatura, studiarla ed ascoltare i discorsi dei nostri aiutanti che ci possono fornire indizi e dare suggerimenti sul mostro che stiamo affrontando (se hanno già affrontato la missione od il nemico in altri mondi). Dopo aver capito le sue debolezze e trovato i punti deboli, possiamo letteralmente arrampicarci sulle creature più grandi e colpirle con violenza nei loro punti deboli (esempio: per abbattere una chimera, dobbiamo uccidere tutte e tre le teste, restando aggrappati al corpo della bestia). Il design dei mostri è molto ispirato, dettagliato e mitologicamente corretto: difatti, se incontriamo un grifone in un evento casuale, si può da subito notare che è realizzato come nei racconti e nelle descrizioni dei testi antichi.
Inoltre, il noto mangaka Kentarō Miura (l’autore di Berserk) ha fornito al team di sviluppo la sua abilità, creando alcuni mostri presenti nel titolo ed inserendo missioni che citano il manga ed alcuni set d’armi con armature, provenienti dallo stesso (Swordsman Armor Set ed il White Hawk Armor Set).
Riguardo l’esplorazione del vastissimo mondo di gioco, non si potranno utilizzare mezzi di trasporto a parte le pietre per il teletrasporto per i luoghi già scoperti (ce ne verrà fornita una, ad utilizzo infinito, abbastanza presto); difatti, è consigliabile viaggiare leggeri, visto che la nostra stamina ed il peso trasportabile sono direttamente influenzati. Andando avanti si possono trovare dei cristalli posizionabili nella mappa che fungono da punto d’arrivo personalizzato (in modo tale da non perdere troppo tempo camminando e con i punti di spawn fissi dei nemici).

“Harpies! Harpies! Harpies! Harpies!”

Il comparto audio del titolo si presenta ben realizzato ma non esente da difetti, come la logorroicità dei mirmidoni che, dopo numerose ore di gioco, diventano causa di forti mal di testa (fortunatamente, l’audio delle pedine è disattivabile); il doppiaggio è ben realizzato anche se il “lip- sync”, per la maggior parte delle volte, non è sincronizzato al meglio con i dialoghi: infatti, si vedono i personaggi che, finito un discorso, continuano a muovere la bocca e dimenarsi come folli. I rumori ambientali e degli scontri riescono a far immedesimare nel mondo di gioco, facendo notare una notevole cura per tutti i suoni legati alle armi ed alle abilità lanciate.
Le tracce musicali di sottofondo sono la punta di diamante del titolo: azzeccate per ogni occasione, ispirate e ben realizzate; possono passare da melodie rilassanti durante l’esplorazione d’una nuova area a canzoni energiche, che riescono a dare un tocco epico anche al più semplice degli scontri.
Ogni nemico principale ha la sua traccia dedicata, che riesce ad essere sempre adatta alla situazione ed alla storia narrata; difatti, anche con i boss più ostici, non si perde occasione per emozionarsi e caricarsi d’adrenalina.

I miglioramenti

Con l’aggiunta di vari filtri grafici e la decompressione delle texture, “Dagon’s Dogma: Dark Arisen” riesce a stupire, non solo nelle prime ore di gioco; tutto questo grazie anche alla notevole stabilità del titolo su PC, che riesce a mantenere 60 FPS granitici anche nelle situazioni più concitate e, inoltre, con la risoluzione massima che può raggiungere anche i 4k. L’unico fattore negativo che si può riscontrare nel comparto grafico? Le texture non troppo definite, anche a dettagli massimi (bisogna considerare che non è stato fatto un lavoro d’aggiornamento in HD delle stesse ed è un titolo rilasciato nel 2012, per console “old-gen”); infine, sono stati corretti alcuni fastidiosi glitch grafici, che affliggevano le precedenti versioni del titolo (anche se, a volte, si vedranno NPC o nemici spuntare dal nulla anche a distanze non troppo lontane).
Per quanto riguarda la connettività: l’implementazione con Steam ha reso l’evocazione delle pedine (o mirmidoni) molto più veloce, visto che questo era uno dei talloni d’Achille del titolo; tutte le operazioni che verranno effettuate online, invece, saranno molto più sbrigative e non bisognerà aspettare troppo.
In sintesi, il titolo gode d’un comparto tecnico solido ed adatto anche ai più “smanettoni”, viste le possibilità di personalizzazione che offrono le opzioni.

Il verdetto

“Dragon’s Dogma: Dark Arisen”, nella sua versione su PC (attesa dal 2012), riesce ad offrire tutto quello che un giocatore di ruolo desidera; nonostante alcuni difetti delle versioni console che si porta dietro, come l’impossibilità di selezionare i salvataggi e creare un altro personaggio, senza sovrascrivere l’altro, il titolo offre una mole d’ore di divertimento notevole anche se, per alcuni aspetti, risulta ripetitivo. Con il supporto su Steam e le varie migliorie grafiche di questo porting, anche i giocatori su PC possono godere d’un GDR dall’ottima fattura, non troppo dettagliato nelle texture; ma capace di donare emozioni (e far anche arrabbiare) vista la difficoltà smisurata dell’espansione. Dalla missione principale a quelle secondarie (raccontate egregiamente) v’immergerete in un mondo gigantesco e ricco di cose da fare, con nemici sempre più forti e scontri che spingono le nostre abilità sempre più al limite.
Un titolo consigliato per chi vuole vivere ore su ore di un’avventura dinamica e divertente che, purtroppo, può anche deludere e frustrare in alcuni punti.

Good

Gameplay divertente e dinamico...
Storia avvincente
Tracce musicali ispirate ed emozionanti
Grafica migliorata dalla precedente versione

Bad

...Ma leggermente legnoso nelle animazioni d'arrampicamento
Mancanza di un'manager per i salvataggi e impossibilità di fare un secondo personaggio, senza sovrascrivere il precedente
...Ma che non fa gridare al miracolo
8.4
PEM-PEM

Sviluppatore: Capcom
Distributore: Capcom
Data di uscita: 15 gennaio 2016
Genere: GDR, Azione
PEGI: 18
Piattaforme: Playstation 3, Xbox 360, Playstation 4, Xbox One, PC

Approfondisci:

Tribe Games ® Tutti i diritti riservati.
tagbubblehistorycheckmark-circlecross-circle