recensione

Far Cry 6

I am the danger

Pubblicato il 19 Ottobre 2021 alle ore 14:56
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“Before he was El Presidente, my papa loves to fish”, così nell'introduzione si presenta Anton Castillo in una delle interpretazioni più interessanti degli ultimi mesi. Giancarlo Esposito è stato uno dei motivi per i quali questo Far Cry 6 ha fatto molto scalpore sin dall'annuncio. L'attore che ha interpretato magnificamente alcuni dei cattivi più interessanti degli ultimi tempi (basti pensare al Gus di Breaking Bad) è riuscito a calamitare a sé gran parte dell'attenzione mediatica permettendo ai fan di sognare un antagonista ai livelli di Vaas che non si vede ormai da troppi anni nella serie.

Negli scorsi giorni abbiamo passato molto tempo a Yara e salvato il Paese da El Presidente, scoprite di più con noi nella recensione di Far Cry 6.

Welcome to Yara

El Presidente è la figura di spicco di Yara, questo piccolo paese che si è fatto strada nel mondo grazie al Viviro, una poderosa cura contro il cancro. Il Viviro è la fonte di ricchezza del paese ma viene prodotto a spesa della vita dei cittadini, che a causa dei grandi veleni sprigionati continua a morire. Vari gruppi si sono formati nel paese per fermare l'egemonia di Anton Castillo, ma senza mai riuscirci, e l'arrivo di Dani Rojas (nella doppia versione canonica sia maschile che femminile) tra i ribelli di Libertad rischia di essere la miccia che accende il fuoco della rivoluzione.

Dopo esser scampato alla morte, infatti, Dani vorrebbe solo scappare da Yara e recarsi negli States per rifarsi una vita ma Libertad diventerà il suo fulcro e la voglia di liberare il suo paese diverrà più forte. Nel corso del suo viaggio, Dani incontrerà varie personalità che dovrà convincere a suon di favori e missioni, come da classico del genere, eliminando prima tutti i sottoposti di Castillo fino ad arrivare all'esplosivo epilogo dove ci sarà il faccia a faccia con il dittatore di Yara.
La storia di Far Cry 6 viaggia sui classici alti e bassi della serie, passando dal caos totale fatto di esplosioni e pallottole a scene emozionanti tra le meglio scritte degli ultimi anni. Il nuovo gioco Ubisoft inoltre introduce, finalmente, un nuovo tipo di regia con il protagonista sempre più nella scena con il modello poligonale che spicca durante le cutscene e viene coinvolto maggiormente nel rendere più spettacolari queste particolari sezioni. Ci aspettavamo molto di più da Anton Castillo, memori proprio delle prestazioni di Giancarlo Esposito, ma il ridotto screentime dedicato non ha aiutato a renderlo un antagonista indimenticabile, così come anche il mancato approfondimento del rapporto con Diego, il figlio 13enne, ha influito pesantemente sul risultato finale.

Parliamoci chiaro, il comparto narrativo di Far Cry 6 punta più sulla costruzione della rivoluzione piuttosto che alla lotta contro il dittatore e questo può piacere o non piacere, però avere un attore come Giancarlo Esposito a caratterizzare un cattivo e sfruttarlo forse un decimo del tempo della durata complessiva della Campagna ci è sembrato un'enorme spreco e una possibilità buttata per far dimenticare Vaas. Ottimamente presentati, invece, sono i comprimari che ci aiuteranno nel riconquistare Yara divisi nelle varie gang, che comanderanno parti dell'isola e saranno da riunire tutte in una sola bandiera per la battaglia finale. Il problema maggiore di questa narrativa, però, riguarda l'enorme quantità di missioni riempitive che serviranno solamente a riempire il tempo, senza presentare una vera e propria utilità ad alcune sequenze che - seppur altamente spettacolari - si rivelano francamente inutili nell'economia del gioco.
Detta così sembra che siamo di fronte a un gioco orribile dal punto di vista narrativo, ma non è così, Far Cry è una serie che punta sul divertimento e sull'essere caciarone, con l'introspezione e la serietà che vengono relegati ad alcuni momenti ben definiti, ma che non sono il fulcro dell'esperienza. Far Cry 6 è la massima espressione di questa linea di pensiero, con la volontà di Ubisoft che si è mostrata dimostrando che, seppur con un gioco totalmente "caciarone", si è riusciti a imbastire un ottimo background in cui sono stati inseriti, in modo non totalmente impeccabile, ma ci sta, alcuni elementi che hanno fornito un discreto risultato.

Bella da morire

È complicato parlare di Far Cry 6 cercando di evidenziare pregi e difetti. Questo non perché non ce ne siano o perché siano troppi, ma proprio perchè Yara va vissuta in pieno senza pregiudizi. Stiamo scrivendo queste parole ascoltando la colonna sonora che Ubisoft ha gentilmente offerto su una playlist di Spotify e ci passano davanti agli occhi mille flash. Dani che viaggia a cavallo verso un bellissimo tramonto cercando di arrivare all'ennesimo campo sbloccato mentre alle spalle arrivano proiettili da tutte le parti, oppure un viaggio in macchina con Livin' la Vida Loca di Ricky Martin sparata a palla mentre ci avviciniamo alla nuova base nemica da saccheggiare.
Far Cry 6 è un concentrato di esperienze che nel complesso sono ideali per quei momenti in cui è necessario solo sparare qualche colpo o far esplodere il Supremo, grande novità di questo capitolo. Il nuovo titolo targato Ubisoft infatti cerca di proporre delle situazioni volutamente eccentriche dove lo stealth è possibile ma sconsigliato, proprio perché la sua è una natura caciarona. Quindi via di lanciarazzi improbabili costruiti grazie a Juan e il suo laboratorio fai-da-te o zaini che ci fanno diventare un distruttore umano per dar fuori all'ennesimo campo di Viviro e cercare di dare un duro colpo al governo di Anton Castillo. Abbiamo parlato di stealth perché sì, è possibile affrontare le situazioni in maniera silenziosa (e a volte è la via più facile per portare a termine delle missioni) sia grazie al nostro amato machete, che farà il suo debutto nei primi momenti di gioco, sia a vari tipi di silenziatori che potremo applicare alle armi.
Le possibilità offerte dal gioco sono enormi e l'unico limite è la fantasia dei giocatori. Il plurale è messo di proposito visto che per la prima volta nella serie si potrà affrontare l'intero gioco in co-op con un amico per duplicare la distruzione. A dirla tutta la difficoltà Storia è quella adatta per il gioco in single player, visto che quella Azione è praticamente tarata sulla presenza di due Dani.

L'esplorazione di Yara non è delle più semplici e ci vorranno tutti i mezzi a disposizione per visitare ogni parte della mappa, ma il lavoro fatto da Ubisoft è senz'altro di altissimo livello vista la cura messa nell'ambientazione - ma di questo ne parleremo dopo - con degli scorci bellissimi scovabili solo dopo accurate scalate grazie al fidato rampino e alcune sezioni platform non totalmente riuscitissime. Parlando di cose non riuscitissime è necessario citare anche la fisica dei mezzi che spesso farà storcere qualche naso, non sarà difficile vedere cavalli in grado di travolgere alberi senza colpo ferire o quad che si ribaltano in un modo poco realistico, ma il tutto è talmente ben amalgamato con il resto che ve ne fregherà molto poco.
Oltre agli avamposti delle varie fazioni avremo a che fare con delle città dai classici tratti latineggianti (con musica a palla che sentirete mentre camminerete per le strade), ma purtroppo molto vuote e abbastanza deserte. Abbiamo avuto modo di provare la versione Xbox Series X e le città ci sono sembrate fin troppo vuote per giocare su nuova generazione, va bene la scusa del coprifuoco o del regime dittatoriale, ma a volte questo puzza e non poco. Nel corso dei nostri viaggi avremo modo di vivere degli eventi speciali - quasi come quelli di Red Dead Redemption 2 - dove i cittadini saranno spesso vessati dai soldati di Castillo e sarà compito nostro decidere se aiutarli e aumentare così le file dei rivoluzionari o lasciare stare. Dimenticatevi però le quest line complesse del gioco Rockstar, questi incontri serviranno banalmente solo per riempirvi di bandidos per le vostre missioni.

Il Supremo del nostro cuore

Abbiamo parlato poco fa dell'anima caotica di Far Cry 6 e non possiamo esimerci dal parlare, anche se in breve, delle armi a disposizione per devastare i soldati di Castillo e riportare la pace nell'isola. La quantità di armi da fuoco è incredibile, passiamo dai fucili d'assalto a quelli di precisione passando da lanciarazzi, pistole che sparano proiettili in grado di far prendere fuoco alle persone o sparachiodi. Il feedback di ogni arma è riprodotto fedelmente anche se in alcuni casi manca quel qualcosa in più che potevamo aspettarci su next gen, quel feeling di avere in mano un'arma più pesante rispetto a un'altra. Ci siamo ritrovati più volte a valutare l'utilizzo di alcune tipologie di armi rispetto ad altre solo per il feeling espresso, con un fucile a pompa che ci ha stranamente donato grandissime soddisfazioni soprattutto nelle fasi più concitate di alcuni scontri a fuoco.
Ogni arma sarà personalizzabile tramite i vari punti in giro per la mappa che ci permetteranno di modificare totalmente l'aspetto dell'arma e aggiungergli curiose caratteristiche come proiettili velenosi in grado di rendere amici i nostri nemici, anche se solo momentaneamente, oppure aggiungere mirini laser e caricatori extra. In un mondo di gioco dove non esiste un chiaro avanzamento a livello di capacità, scordatevi infatti rami abilità o livelli che permettono di aumentare i vostri danni, sarà fondamentale infatti utilizzare queste modifiche per potenziare le armi a nostra disposizione. Dovremo quindi aggiustare il nostro arsenale in corrispondenza al modo di giocare, aggiungere più distruzione o renderci letalmente silenziosi sarà questione solo di trovare gli oggetti giusti in giro per l'open world e impiegarli per migliorare l'armamentario.

A farci da spalla, in tutti i sensi diremmo, ci pensa il Supremo, una sorta di arma finale che Juan ci donerà e che esprimerà il suo potenziale in mille modi. Sarà infatti possibile costruirne uno in grado di lanciare razzi a inseguimento (parliamo di quello base) oppure di basarci sull'healing del nostro gruppo con il Supremo a supporto. Ovviamente quest'arma non sarà utilizzabile in qualsiasi momento, ma dovremo caricare l'apposito indicatore, costringendo a un'utilizzo più parsimonioso nelle sezioni più complicate.

La strada della rivoluzione però non passa solo tramite le armi, ma anche grazie ai cosidetti Amigos, simpatici companion che sono tanto carini quanto letali. Non vi vogliamo spoilerare le varie tipologie, ma sappiate che ce ne sono di ogni tipo. Da quello utile per lo stealth a quello che divorerà ogni nemico che gli indicherete. Questi companion non modificano di troppo l'esperienza di gioco ma sono un'aggiunta simpatica che permettono a Dani di non sentirsi troppo solo in alcune sezioni e di vivere delle scenette fantastiche.

Welcome to Yara, hijo

Abbiamo parlato di quanto sia divertente viaggiare per Yara mentre adesso è ora di dirvi quanto bella sia la penisola su cui passeremo decine di ore. Abbiamo giocato a Far Cry 6 su Series X, come già indicato precedentemente, ed è incredibile vedere come il passo generazionale fatto sia enorme anche solo rispetto a un anno fa. Seppur non ci troviamo di fronte a un titolo perfetto dal punto di vista artistico [ci sono vari problemi di modelli non perfetti a parte quello di Anton Castillo N.d.R.] l'ambientazione è in grado di regalare dei momenti magnifici anche grazie a un fantastico sistema di illuminazione che simula il ray tracing e ci permette di godere di bellissimi tramonti in riva al mare. Purtroppo a parole non è facile trasmettere come ci siamo sentiti davanti a certi scorci paesaggistici, ma il team ha lavorato duramente per trasmettere al giocatore certe emozioni che arrivano e fanno proprio colpo, permettendo di tralasciare alcune piccole imperfezioni. A livello tecnico parliamo di un gioco pressoché perfetto, ma sembra anche una cosa ovvia vista la sua natura cross gen, con i 60 fps che vengono mantenuti praticamente in qualsiasi situazioni, con fuoco ed esplosioni che non metteranno a dura prova il motore di gioco.

Un tasto dolente è quello del doppiaggio: infatti Ubisoft ha deciso per la prima volta in molti anni di lasciare fuori il doppiaggio italiano dalla sua produzione e non ci sentiamo di dar contro questa decisione. Allora, è chiaro come questo possa essere un segnale verso il nostro mercato che dovrebbe imparare ad apprezzare di più certi titoli senza dover per forza trovare il gioco della vita, ma ci dispiace per la nostra scuola di doppiaggio che forse non ha eguali nel mondo, perché questa sarebbe stata l'ennesima ottima occasione per brillare.
D'altra parte però il doppiaggio inglese è di altissimo livello, nonché l'unico modo per sentire doppiare Esposito, con la perfetta interpretazione di un popolo sudamericano, inflessioni latine comprese. Un enorme peccato? Sì, ma non ci sentiamo di criticare questo aspetto perché comunque si cade ottimamente in piedi.

Il Far Cry definitivo?

A questa domanda c'è una sola risposta: Sì. Far Cry 6 è la massima espressione della serie nonostante alcuni chiari difetti strutturali e la presenza di un cattivo che, seppur sulla carta avrebbe dovuto far impallidire Vaas e Joseph Seed, in realtà non è stato così incisivo come ci saremmo aspettati. Il gioco è divertente e abbiamo passato decine di ore fantastiche in compagnia di Dani e Libertad, ad esplorare la splendida Yara e distruggere soldati con ogni arma possibile.
D'altro canto la narrativa zoppica in maniera vistosa e da questo lato era sicuramente possibile fare di più, ma chi compra Far Cry per godersi una trama scritta perfettamente avrebbe da farsi qualche domanda. Missione riuscita da parte di Ubisoft che si merita l'ennesima buona valutazione, anche se questo si è rivelato un netto passo indietro rispetto ad Assassin's Creed Valhalla e Immortal Phoenix Rising.

Good

Il Far Cry definitivo
Anton Castillo è un buonissimo villain...
Divertente pad alla mano
Doppiaggio inglese fenomenale
La realizzazione di Yara è incredibile
Mille armi, gameplay esplosivo

Bad

...anche se non perfetto
Qualche problemino nella fisica
Trama sottotono rispetto al resto
Artisticamente rivedibile
8.7
PEM-PEM

Sviluppatore: Ubisoft Toronto
Distributore: Ubisoft
Data di uscita: 7 ottobre 2021
Genere: Action adventure
PEGI: 18
Piattaforme: PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X/S, PC e Google Stadia

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