“Precipitato in un universo dormiente, Kai si sentì smarrito.
Un giorno però comprese: “il mondo aveva ragione” e là smise di pensare a se stesso.
Un peso che si sarebbe portato dietro per sempre.”
Fate of Kai è un gioco d’avventura che si presenta sotto forma di un vero e proprio “interactive comic book”. Una visual novel semplice e ricca di puzzle, prodotta e sviluppata da Trylight Game Studio.
La storia che seguiremo all’interno di un libro è quella di un giovane ragazzo di nome Kai, che, come noi, si ritroverà gettato immediatamente in un immenso campo di girasoli. Durante il suo viaggio e spinto dalla curiosità, Kai troverà uno strano scrigno, il quale verrà ben presto incatenato al suo polso, con la sola richiesta di essere riportato al Castello. Il tutto è ambientato in un mondo particolare, magico e pieno di insidie capaci di riservare brutte sorprese al nostro protagonista; il nostro scopo sarà proprio quello di aiutarlo a capire quali saranno le azioni che lo condurranno nella giusta direzione per risolvere il mistero che porta (letteralmente) con sé.
Tutto ciò che possiamo intuire, provare e ritentare per far trovare a Kai l’unica via per proseguire, può essere fatto solo ed unicamente attraverso le pagine del libro che abbiamo di fronte, grazie ad un gameplay che ci permette di muoverci continuamente nella narrazione col fine di capire la combinazione giusta di parole. Le uniche azioni disponibili sono quindi andare avanti, indietro e vedere “flashback” o piccoli dettagli attraverso apposite icone.
A primo impatto il gameplay risulta poco intuitivo, con assenza di tutorial che sarebbero invece molto importanti per capire alcune delle meccaniche presenti dopo i primissimi capitoli, tutti purtroppo fini a sé stessi. Progredendo con il gioco e districandosi tra le varie sfide, si prenderà comunque confidenza con questo tipo di gameplay, superando così le difficoltà iniziali. Come detto all’inizio, ci verranno proposti vari puzzle di diverso genere oltre a quelli di parole, come puzzle di memoria o a tempo. Ma questo non è quello che potremmo definire come “major gameplay system”.
Fin da subito ciò che colpisce di più è, indubbiamente, la parte artistica del racconto: illustrazioni semplici ma incisive, con piccoli dettagli nettamente importanti per poter risolvere alcuni dei puzzle più intricati. Essa presenta uno stile fiabesco ed a tratti oscuro che, grazie anche alla colonna sonora, completa il giusto mix per catturare l’attenzione del videogiocatore.
Purtroppo, invece, ciò che lo penalizza è la sua longevità. In circa un’ora è possibile risolvere e completare l’intero gioco (di soli 7 capitoli), provando e riprovando diverse combinazioni di parole per cercare di scoprire più dettagli possibili.
Mentre alcuni giochi richiedono più di un’ora per essere completati, e molto probabilmente si ha qualche ragione in più (che siano achievements o rerun) per rigiocarli, in Fate of Kai si vedranno il 90% dei possibili finali nella prima partita. Quasi tutti gli enigmi devono essere risolti correttamente per raggiungere la fine e non sembrano esserci soluzioni alternative, togliendo così la possibilità di rigiocare il titolo. Questa mancanza di rigiocabilità sommata alle cose di cui ho parlato prima, affligge negativamente la mia opinione su Fate of Kai, ma d’altra parte, come per ogni cosa, il valore che gli si può attribuire cambia da persona a persona e solo provandolo si può dare una valutazione più concreta.
Sicuramente Trylight Game Studio ha le capacità di trascinare il nostro interesse su questo genere non molto esplorato delle Visual Novel. Il loro primo gioco, appunto, Fate of Kai, potrebbe esserne solo un primo assaggio, purtroppo penalizzato da alcune cose che non posso fingere di non aver visto. Aspetto però volentieri di vedere un nuovo racconto con puzzle più interessanti e nuove meccaniche (magari con dei tutorial) e un racconto più longevo.
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