31 Gennaio 1997, una data che molti fan del genere JRPG ricordano con passione e con amore come l’uscita di Final Fantasy VII. In questa data, infatti, veniva rilasciato quello che molti considerano uno dei capisaldi del genere la cui importanza abbiamo analizzato negli speciali introduttivi. Dalla testa di Hironobu Sakaguchi, Tetsuya Nomura, Yoshinori Kitase e Kazushige Nojima esce infatti Final Fantasy VII, un titolo che ha totalmente cambiato la storia. Annunciato ufficialmente nel 2015, il progetto Remake è rimasto un mistero fino a un anno fa, quando Square Enix ha finalmente tolto il velo su uno dei titoli più attesi dal pubblico più anziano. Dopo averlo finito ci siamo voluti prendere il nostro tempo per analizzarlo a mente fredda e parlare più approfondita di un lavoro controverso e che sarà destinato a far parlare di sé a lungo.
Cloud Strife è un ragazzo che viene reclutato da un gruppo terroristico chiamato AVALANCHE per attaccare un Reattore Mako e aiutare il pianeta. Le abilità dell’ex SOLDIER sono indiscusse e inevitabilmente lo scontro contro la Shinra, organizzazione che sfrutta il Pianeta per i propri scopi e rischia di rovinarlo solo per raggiungere i propri crudeli scopi. In quello che in tutto e per tutto inizia come un titolo contro l’ecoterrorismo, tema molto d’attualità anche al giorno d’oggi, Final Fantasy VII si ritrova a seguire un canovaccio in cui l’eroe inizialmente burbero inizia a provare simpatia per le idee del gruppo e grazie alla sua amica del cuore Tifa si sentirà obbligato a provare a salvare anche lui la vita del Pianeta, che lentamente si sta esaurendo.
Già all’epoca la trama di Final Fantasy VII era innovativa e le tematiche finivano a colpire particolarmente il giocatore appassionandosi poi anche alle trame che venivano a crearsi con il passare delle ore. Questo Remake, però, come già specificato in altre sedi prende una piega quasi inaspettata prendendo la via della calma per favorire la narrazione e ampliare ulteriormente un universo già enormemente elaborato grazie alla Compilation (Crisis Core, Advent Children e Dirge of Cerberus) uscita nel corso degli anni. Non sorprende, quindi, la scelta di proporre per questa prima parte (esatto, abbiamo scritto la parola “prima”) solamente la parte iniziale di Final Fantasy VII, allungando e proponendo per circa 30 ore quello che in origine veniva liquidato in 2/3. Ecco quindi maggiori approfondimenti sull’Avalanche, specialmente sul trio Jessie, Biggs e Wedge, e sul rapporto tra questi e il loro leader Barrett Wallace. Square Enix ha deciso di proporre un titolo meno legato ai canoni classici dei JRPG e rendere il tutto più cinematografico, dando così un taglio moderno all’intera produzione prendendo come esempi di titoli come God of War o Uncharted 4. Sicuramente i puristi andranno a storcere il naso ma l’effetto è grandioso e svecchia enormemente un genere che – seppur vivendo i suoi alti come visto recentemente con Persona 5 Royal – ne ha veramente bisogno.
Ora è arrivato il momento di dare una motivazione al titolo di questo paragrafo (anche se più approfondimenti arriveranno in futuro) e parlare di quello che è concettualmente il progetto Remake. Scordatevi totalmente l’idea di vedere una riproduzione 1:1 di Final Fantasy VII con una grafica moderna e in 4K; scordatevi totalmente l’idea di vedere lo stesso gioco di 23 anni fa e aspettatevi grossi (e diciamo grossi) cambiamenti alla trama sia per questo che per i futuri capitoli. Final Fantasy VII Remake è un enorme titolo che va a creare quasi una diversa timeline andando a stravolgere in grande parte gli eventi del gioco originale. Questo ovviamente per proporre un prodotto differente sia per i vecchi che per i nuovi fan. Potreste odiarlo? Assolutamente sì. Potreste piangere e prendervela con Nomura e Kitase per ciò che hanno fatto? Assolutamente sì. Ma, nostro consiglio, potreste semplicemente provare a godervi questo progetto e tutto ciò che ne deriva perché essenzialmente stiamo parlando di una nuova esperienza che potrebbe cambiare definitivamente ciò che abbiamo creduto fino ad ora.
Questo enorme cambiamento nell’esperienza JRPG ha portato una serie di conseguenze che, ripetiamo, potrebbero far storcere il naso ai puristi e a quelli che tendono a non adattarsi. Final Fantasy VII Remake è un titolo che – come il decimo capitolo – fa della linearità il suo punto forte. Questo perché così è stato più facile concepire una storia e poterla raccontare con i propri modi e tempi, andando però a limitare enormemente la libertà d’azione. Niente open world, niente ore passate ad andare su e giù per la mappa ma – invece – benvenuta Midgar, mai stata così bella. Ci siamo immaginati mille volte nel corso di questi anni come potesse essere resa quella città che abbiamo sempre e solo immaginato e finalmente possiamo dirlo: un’immensa meraviglia. Girare per i bassifondi del Settore 7 è un’esperienza quasi mistica e non capiterà poche volte di rimanere entusiasmati da tutto ciò che ci circonda. Non possiamo, però, esimerci dal parlare di uno dei pochi elementi che stona nell’immenso lavoro effettuato da Square Enix: la carenza di texture. Ci sono delle parti enormi di gioco – quelle ambientate sopratutto nei bassifondi – in cui sono totalmente assenti texture di oggetti (anche fondamentali) o dove il risultato è un vero e proprio file immagine incollato su un ambiente 3D, che stona totalmente con tutto quello che ci circonda. Immaginiamo che il tutto sia ovviamente risolvibile con una patch che aiuti i caricamenti o, più semplicemente, attenderemo con impazienza la versione PC o quella PS5/Series X che probabilmente mostrerà la vera essenza di questa Midgar così meravigliosa quanto insoddisfacente dal punto di vista tecnico. E questo è un vero peccato perché, in realtà, i modelli sono fantastici: vedere personaggi che un tempo erano dei semplici salsicciotti prendere sembianze realistiche è meraviglioso e il lavoro fatto su qualsiasi modello è impressionante per la quantità di dettagli aggiunta. Durante uno dei primi incontri con Tifa, ad esempio, verrà effettuato un bellissimo primo piano sul viso della ragazza e l’impatto è stato fortissimo, tanto quasi da convincere come quella fosse una fotografia e non un semplice modello poligonale. Non vediamo l’ora di poter vedere cosa ci riserveranno le console di prossima generazione, perché se questa si chiude in questo modo il futuro non sarà altro che roseo da questo punto di vista.
Che la saga Final Fantasy si stesse spostando dai canoni classici dei JRPG si era capito ormai da lungo tempo. Già il XV capitolo aveva compiuto la sua totale svolta sul genere action, seppur i risultati non furono totalmente soddisfacenti. Per questo FF7R, Square Enix ha deciso di riprovarci inserendo – però – alcuni elementi classici. Stiamo parlando dell’ATB (Active Time Battle) che ora invece di scandire il nostro ritmo d’attacco (lasciato alla pressione del tasto quadrato insieme all’analogico direzionale sinistro) semplicemente ci indicherà quando possiamo utilizzare abilità, oggetti o magie. Quest’ultime, come nell’originale, le potremo equipaggiare ai nostri protagonisti (con un party che ricopre al massimo tre elementi) con le classiche Materia che troveremo sia in giro per il mondo di gioco che nei vari negozi presenti a Midgar. Queste sfere garantiranno alla persona equipaggiata la possibilità di sfruttare magie, comandi situazionali o più semplicemente andare a modificare il comportamento dell’IA, non esistendo un vero e proprio sistema gambit per direzionale le azioni dei nostri compagni. Nonostante sia possibile, infatti, comandare tutto il team nello stesso momento semplicemente passando da uno all’altro, è stata inclusa una categoria di materia atta a modificare alcuni comportamenti dell’intelligenza artificiale così da semplificare un po’ il lavoro del giocatore. Vi trovate in difficoltà e non vi ricordate di dovervi curare? Ecco la materia Autosoccorritrice che, equipaggiata a un membro del party non controllato dal giocatore, garantisce tot volte il cast della magia Energia sul personaggio in difficoltà.
Questo sistema di combattimento è probabilmente il più riuscito a Square Enix da anni a questa parte: seppur non a turni infatti la strategia è fondamentale e man mano che si andrà avanti nell’avventura questo diventerà chiaro. Nelle fasi finali, infatti, i combattimenti diventeranno difficili anche ad alti livelli e sarà necessario pianificare qualsiasi passo e avere equipaggiate le giuste materie è un ottimo inizio, così da evitare di complicarsi inevitabilmente la vita. Questo sistema di combattimento invita il giocatore a cambiare spesso i personaggi e sfruttare le proprie particolarità: se con Cloud è possibile sfruttare lo spadone per attacchi potenti, Barrett può stordire nemici volanti e lontani più facilmente, mentre Tifa può lavorare sullo sfiancare e infliggere più danni in poco tempo. Queste tattiche saranno fondamentali per Stremare l’avversario e rendere più veloci gli scontri.
Il sistema di materie e di personalizzazione dei protagonisti ben si amalgama con ciò che il gioco ci offre lato equipaggiamenti. Infatti le armi in Final Fantasy VII Remake sono state rilavorate in modo da non essere considerate solo meri contenitori di materia e non sempre l’arma che si trova più avanti è la migliore. Questo perché ora ognuna di queste avrà una propria abilità specifica (che sarà possibile imparare una volta portato l’indicatore apposito al 100%) e un ramo abilità che permette di espanderle e personalizzarle a piacimento. Volete rendere Cloud un mago? Basta prendere la propria spada e – in una sorta di sferografia – andare a personalizzarla aggiungendo più capacità magiche e più slot materia. Aumentando il livello del personaggio si sbloccheranno nuovi rami abilità e verranno consegnati più punti che, però, non sono sufficienti a coprire l’intero albero, rendendo così obbligatorio scegliere necessariamente che strada intraprendere.
Piccola variante rispetto all’originale è l’utilizzo degli Esper. Le potenti invocazioni, infatti, non potranno essere richiamate a piacimento, ma, anzi, saranno relegate ad alcuni scontri importanti. Una volta riempita l’apposita barra verrà data la possibilità di invocare un Esper a scelta tra quelli equipaggiati, questo non sarà controllabile e una volta terminato il proprio tempo rilascerà un potente attacco che danneggerà pesantemente il nemico contro il quale lo abbiamo scatenato. Spesso saranno richiamabili durante le boss fight, uno dei punti forti di questo Remake, che sono i combattimenti più spettacolari mai visti nel corso della serie. Se avete giocato la demo sappiate che quello che avete visto è forse la punta dell’Iceberg, perché la spettacolarità dei combattimenti contro i boss è forse una delle cose meglio riuscite e lo si potrà notare sopratutto andando avanti nel corso dell’avventura.
Saremmo potuti entrare più nel dettaglio su tantissimi degli elementi di questo Final Fantasy VII Remake, ma non lo abbiamo fatto perché non è possibile spiegare in poco tempo cosa abbiamo vissuto nelle oltre 30 ore necessarie per portare a termine l’avventura. Midgar non è mai stata più bella, nonostante la fine della fase vitale di Playstation 4, e vedere Cloud e compagni in questo stato è forse una delle esperienze più forti per i fan di vecchia data del titolo. Gli stessi fan potrebbero rimanere delusi dal puro punto di vista narrativo, Final Fantasy VII Remake non è la trasposizione 1:1 degli eventi di 23 anni fa e nonostante sia stato detto più volte da Square Enix sembra che non tutti lo abbiano pienamente recepito. Se siete persone aperte e accettate volentieri i cambiamenti, questo è il titolo che fa per voi, nonostante alcune scelte possano far storcere il naso, ma, in attesa della prossima parte, possiamo solo attendere e avere fiducia in Nomura e Nojima. Spendiamo due parole anche per l’adattamento italiano che ha fatto molto discutere. Durante i vari test effettuati nei mesi scorsi è stato evidenziato come la localizzazione italiana sia stata elaborata seguendo l’originale giapponese, mentre il doppiaggio inglese sembri non seguire totalmente i sottotitoli. Questo fa sempre più storcere il naso nel corso della storia e il nostro consiglio è di effettuare una scelta: voci e testi in inglese oppure testi in italiano e voci in giapponese per potersi godere meglio il gioco senza dover ogni volta avere a che fare con testi che travisano totalmente le parole che escono dalla bocca dei protagonisti.
Final Fantasy VII Remake promosso, quindi? Sì. Totalmente e inesorabilmente ci troviamo di fronte a uno dei migliori tra gli ultimi capitoli di Final Fantasy, seppur i cambiamenti possano far paura e non trovare il consenso del pubblico. La scelta di Square è stata coraggiosa e non vediamo l’ora di vedere cosa ci riserva il futuro.
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