Benvenuti, ragazzi e ragazze della Tribù, nella recensione di Genesis Noir, titolo uscito il 26 marzo 2021 e caratterizzato da una trama alquanto singolare e, a volte, confusa.
Il gioco, sviluppato da Feral Cat Den e distribuito da Fellow Traveler, narra la storia noir di un detective negli anni ’50 intento a cercare di salvare la cantante di cui si è perdutamente innamorato.
Il twist, che il team di sviluppo ha dato al tutto, si individua nel modo in cui la trama viene raccontata, ovvero attraverso metafore ed allegorie relative alla teoria del Big Bang e del Big Crunch.
Non dirò altro di specifico al momento, ma posso dirvi che nelle 5 ore che mi hanno portato a completare questo titolo, il quale presenta anche una completa traduzione in italiano, sono rimasto affascinato più di una volta dal genio necessario per riuscire a trasmettere gli eventi nonostante essi siano rappresentati da costanti ambienti folli e completamente fuori contesto.
Ora, senza indugiare ulteriormente, ecco a voi la recensione di Genesis Noir!
Come detto nell’introduzione, la trama di questo titolo noir dai connotati fantascientifici è trasmessa in una maniera alquanto particolare. Dopo un inizio abbastanza normale, il titolo comincia a mostrare gli eventi come se fossero legati ad accadimenti specifici del Big Bang e, più in generale, dell’intera vita dell’universo, portando quindi il giocatore in quello che può essere descritto come un fantastico trip psichedelico. Qui scopriamo che la storia dell'uomo e dell'universo sono strettamente legate, con il nostro protagonista, No Man, che tenta di fermare la causa del Big Bang per poter salvare il suo grande amore.
La storia in sé, comunque, finisce per trattare argomenti ben superiori, esulando da ciò che ci si aspetta in una comune trama in modo da poter sorprendere e meravigliare in ogni suo momento.
Per fare un esempio, in uno dei primi livelli, chiamato ‘Semina’, ci ritroviamo a dover usare strani oggetti che assorbono raggi di luce per poterci far strada fino alla fine, il tutto utilizzato come una metafora dell’inizio dell’universo e del fatto che il protagonista della storia stia per “raccogliere ciò che ha seminato”.
Non andremo più a fondo nella spiegazione della trama, in quanto potrebbe portare a molteplici spoiler che possono rovinare l’esperienza di gioco, possiamo però dire con certezza che, ad eccezione di alcune parti, incluso il finale, le quali risultano estremamente confuse, tutta la trama risulta chiara con un semplice sforzo mentale nell’unire i puntini che ci vengono messi di fronte.
In conclusione, quindi, la narrazione risulta estremamente godevole e intrigante per la quasi totalità del gioco, oltre che geniale nella sua ideazione.
Passiamo quindi a parlare del gameplay di questo titolo, il quale si presenta come un enorme supporto alla trama: il modo di giocare continua a cambiare nel corso di tutto Genesis Noir, mantenendo solo un punto di contatto, ovvero l’utilizzo del mouse e del suo tasto sinistro.
Genesis Noir quindi presenta un gameplay che si potrebbe definire da avventura grafica, del quale il team di Feral Cat Den ha preso il concetto e lo ha espanso, utilizzando il mouse per far suonare melodie ai giocatori in un momento, per poi passare ad effettuare la calibrazione di un rilevatore di particelle attraverso multipli enigmi in quello successivo.
Il gioco si mostra quindi geniale anche in questa sua sezione, la quale riesce a portare il giocatore ad immergersi sempre di più nella trama, rivelandosi estremamente divertente e coinvolgente per la maggior parte dell’esperienza.
Parte integrante e fondamentale dell’esperienza offerta dal team di Feral Cat Den è sicuramente il reparto sonoro, il quale riesce pienamente nella sua missione di rendere tutto il più noir possibile; ognuna delle musiche che compongono la colonna sonora riesce a dare la sensazione di star vivendo una storia a ritmo di jazz. Questo effetto si percepisce immediatamente e riesce nel suo intento di far immedesimare ancora di più il giocatore, riportandolo ai tempi dei film in bianco e nero con i classici investigatori privati americani. Un tocco di classe, insomma.
Genesis Noir presenta vari eccelsi comparti e tra questi vi è, senza alcun dubbio, il lato grafico, il quale risulta sempre più convincente e spettacolare man mano che si avanza nella trama.
Lo stile utilizzato si basa su una grafica minimalista che usa in maniera costante tonalità di bianco e nero. Grazie a ciò, gli sviluppatori han potuto lavorare su vari giochi di prospettiva capaci di ribaltare uno scenario nel giro di un attimo. Tutto questo porta il giocatore a provare un costante senso di meraviglia e instilla una grande voglia di vedere cosa viene dopo, quale sarà il prossimo trucco illusorio.
Purtroppo, non possiamo parlare altrettanto bene del reparto tecnico, per quanto riesca comunque a supportare in maniera convincente il resto del titolo. Nel corso dell’esperienza di gioco, infatti, Genesis Noir presenta problemi di cali di framerate, oltre a hitbox decisamente poco precise che portano notevole frustrazione in caso di enigmi che richiedono gran precisione [e ne esistono un paio che richiedono un’attenzione chirurgica all’operazione che il giocatore si appresta a compiere N.d.R.]. Nonostante ciò, per la maggior parte del tempo, il titolo mostra prestazioni più che accettabili e non richiede in maniera pesante il bisogno di eccessiva precisione nel giocatore, permettendo quindi ad ognuno di avere un’esperienza assolutamente piacevole.
Questo gioco è quindi una perla da giocare almeno una volta nella vita da videogiocatore, perché ci porta in una magica dimensione nella quale esamina i pensieri e le emozioni del personaggio principale, senza bisogno di pronunciare una singola parola [o quasi N.d.R.]. Promosso quasi a pieni voti.
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