Hunt: Showdown, titolo sviluppato dalla Crytek utilizzando il suo motore grafico Cry Engine, è approdato anche sulla console PlayStation 4.
Dopo un lungo periodo su Steam in Accesso Anticipato e attualmente come gioco completo, sta pian piano crescendo la sua community anche sulle piattaforme console.
Vediamo di spiegare, per chi in caso non conosca il gioco, che cos’è Hunt: Showdown e come sia stato ottimizzato su PS4.
In Hunt: Showdown prendiamo i panni di un cacciatore di taglie, che ha il compito di eliminare un bersaglio per riscattarne la taglia; all’apparenza sembra tutto così semplice e scontato, ma non è così.
Gli obiettivi principali non sono esseri umani, bensì mostri provenienti da chissà quale inferno, che devono essere abbattutI e banditi dal nostro mondo; senza contare tutte le altre creature che ormai infestano le paludi della Luoisiana.
Ma oltre ad essi, vi sono anche dei nemici umani, i nostri “colleghi” cacciatori che, come noi, vogliono la ricompensa della taglia; se loro non sono con noi per spartirsela, dato che è una sola, allora sono contro di noi!
Hunt: Showdown si è distinto perché è un gioco PvPvE, cioè un’esperienza puramente multigiocatore in cui bisogna combattere sia le creature che il titolo ci propone sia al tempo stesso gli altri giocatori presenti in partita; cosa porta quindi a rendere questa esperienza ostica e adrenalinica?
Il fattore permadeath, se il cacciatore che stiamo utilizzando al momento muore per una qualsiasi ragione, tutto ciò che ha acquisito in livelli, abilità ed il suo equipaggiamento sono persi per sempre; questo porta ad assoldare un nuovo cacciatore e farlo “crescere” ripartendo da zero.
Vi sono due rami di progressione del gioco: da un lato vi è quello del giocatore nominato Bloodline e dall’altro quello dei singoli cacciatori.
La prima è una crescita a cui ogni livello sblocca elementi permanenti da poter sfruttare nel gioco: armi, equipaggiamenti, consumabili e perk da assegnare al cacciatore; raggiunto il rango massimo (livello 100) si potrà effettuare il “prestigio”, accettando di ripartire da livello 1 e risalire per sbloccare il prestigio successivo.
Dato il fattore permadeath, i primi 10 livelli della Bloodline non avranno questa regola, in poche parole è una fase introduttiva; ciò sta a significare che, in caso venisse ucciso, il cacciatore sarà ancora utilizzabile, ma per la morte non accumulerà esperienza per sé.
Quando un cacciatore esce vivo dalla sessione, che sia riuscito ad ottenere la taglia o per essersi semplicemente ritirato prendendo una delle tre uscite situate nella mappa, tutte le azioni compiute a livello di eliminazione mostri, cacciatori, bersaglio, ecc… verranno trasformate in punti esperienza per alcuni ed altri in denaro che andranno nel nostro conto.
Ogni tot di livelli guadagnati sono convertiti in punti esperienza della nostra Bloodline, mentre i livelli acquisiti dal cacciatore stesso valgono come un punto abilità; questi possono essere spesi in qualsiasi momento per acquisire perk permanenti e recuperare una tacca o più della salute persa in maniera permanente nell’ultima partita effettuata.
A ogni sessione viene data la possibilità di assoldare un cacciatore e saranno disponibili quattro cacciatori: tre saranno a pagamento con la valuta base di gioco ed uno gratuito; qual’è la differenza?
Quelli acquistabili con il denaro, oltre ad un buon equipaggiamento, possono avere anche dei perk, mentre quello gratuito ha solo l’equipaggiamento senza perk e ciò che possiede è classificato come “contrabbando”.
Tutte le armi e oggetti segnati come contrabbando possono essere disequipaggiati e rimessi nel proprio inventario generale, però non potranno essere venduti, al massimo essere solo buttati via.
La Bloodline è suddivisa in tre Tier, in base a questo varierà il tipo di cacciatori da reclutare, fornendogli sempre equipaggiamenti e perk migliori; è importante ricordare che tutto è sempre creato casualmente per ogni cacciatore, anche il livello di salute.
Viene data anche l’opportunità di rimescolarli, con altri quattro nuovi; è possibile farlo sempre una volta gratis dopo aver affrontato una partita, mentre per farne una seconda o più bisognerà pagare con una seconda valuta presente in gioco (chiamata Blood Bonds).
Un altro modo per ottenere un cacciatore è riuscendo a vincere in una seconda modalità che mette tali personaggi nella categoria Soul Survivor in cui anche l’equipaggiamento di essi sarà considerato contrabbando; infine, ma non meno importanti, sono i Cacciatori Leggendari.
Per questi ultimi bisogna prima sbloccarli tramite pagamento Blood Bonds (per alcuni sarà necessario aver prima il DLC a parte) e, una volta fatto, potranno essere reclutati pagandoli con le Hunt Money, cioè la valuta di base.
In caso essi muoiano, possono essere acquistati nuovamente, ciò che li differenzia dai cacciatori normali è questo: il prezzo per assoldarli, il loro equipaggiamento, salute e perk in possesso saranno sempre casuali come tutti, ma si baserà ogni volta sul proprio livello Bloodline e Tier.
I Blood Bonds possono essere acquisiti in gioco tramite il successo delle cacce o, in alternativa, si possono acquistare nello store con denaro reale.
Come si può notare, solo i preparativi chiedono uno studio e un adattamento, senza contare i soldi che vengono investiti per assoldare, seguiti dal decidere se mantenere l’equipaggiamento corrente o spendere denaro per fornire al cacciatore qualcosa di nuovo tra armi e oggetti in base a quel che si ha disponibile al momento nel negozio.
Una volta fatti tutti i preparativi necessari, si accede alla lobby della modalità principale di Hunt: Showdown, quella della caccia alla taglia; attualmente (rispetto alla controparte PC) è disponibile solamente l’opzione casuale in cui bersaglio principale (certe volte possono essere due), mappa e meteo sono totalmente dettati dal caso.
In futuro vi sarà la seconda taglia che avrà tutte le informazioni specifiche citate prima, così da poter dare l’opportunità di effettuare dei preparativi più precisi in base a quanto viene proposto; ciò cambierà ciclicamente ogni tot di tempo.
Di base il gioco prevede che si affrontino in coppia, ma sono presenti anche le opzioni per affrontare tutti da solo o in squadre da tre. Per le opzioni di gruppo si possono invitare gli amici che possiedono il gioco o abilitare la ricerca casuale; in aggiunta, è possibile spuntare un opzione in cui si trovino partite senza squadre da tre, solamente coppie e lupi solitari.
Una volta in partita, la prima cosa da fare è trovare i tre indizi necessari per conoscere l’ubicazione dell’obiettivo, questo tramite una vista speciale in cui l’ambiente circostante diventa bianco e nero, evidenziando gli indizi con delle auree blu; il livello di alone sta a indicare quanto possono essere distanti all’incirca dalla propria posizione.
Dato il perenne fattore casualità che rende le partite tutte differenti (ubicazioni indizi, taglia, uscite, zona di partenza) possono essere necessarie tutte e tre le tracce per trovare il proprio obiettivo come uno solo; quando viene raccolto, la mappa si aggiorna, riducendone il campo di ricerca in cui si potrebbe trovare ciò si sta cercando fino a darne la posizione definitiva.
Ogni bersaglio ha delle caratteristiche uniche con punti di forza e di debolezza, e rispetto ai normali mostri hanno molta salute; gli scontri avvengono sempre in zone chiuse o comunque con un limite di confine da cui esso non può uscire.
Una volta eliminato, bisogna dare il via alla fase di bando da questo mondo, che richiede un periodo di attesa segnato sotto forma di valore percentuale: raggiunto il 100% sarà possibile raccogliere la propria parte della taglia.
Dal momento che la si prende, si ottengono per 5 secondi (gestibili liberamente) una seconda visione che permette di vedere l’aura di potenziali cacciatori attorno a sé; questa abilità serve per preparasi ad eventuali agguati (se non sono avvenuti prima) una volta usciti dalla zona dello scontro e mentre si cerca di raggiungere una delle uscite.
Quando il bersaglio viene abbattuto e inizia il bando, tutti i giocatori attualmente in sessione vengono informati e possono visionare dalla mappa il posto in cui sta avvenendo, mentre con la vista oscura avranno davanti a sé un enorme tornado blu.
Saranno aggiornati successivamente quando qualcuno raccoglie la taglia, rappresentati sotto forma di saette nella mappa e vedranno dei fulmini con la visione oscura.
Nel momento in cui si arriva in prossimità di uno dei mezzi per uscire dalla mappa, inizierà un countdown; nel caso vi siano degli avversari in prossimità che iniziano a sparare, questo si bloccherà fino a quando lo scontro non avrà termine.
Se si viene abbattuti, non è ancora definitivamente game over, perché potremmo essere rialzati dal nostro compagno (se siamo in team e ce la fa): il numero di possibilità per essere riesumati è basato dal numero di tacche della propria salute; ogni volta che si viene rialzati una tacca di salute è rimossa in maniera permanente, quando si rimane con l’ultima, in caso di fallimento è morte definitiva.
Viene considerata sconfitta anche nel momento in cui il proprio partner viene eliminato, come alternativa è possibile dare fuoco al cadavere per ridurre lentamente la salute, costringendo il partner a scegliere se rialzarlo per far sì che si spenga o lasciarlo perire tra le fiamme.
È possibile razziare il cadavere di un cacciatore per ottenere degli extra come soldi o consumabili e inoltre si possono rubare le sue armi, ma se si compie questa scelta queste ultime vengono marchiate come di contrabbando (non è possibile effettuare alcuna ricerca sui corpi se questi vengono bruciati).
Se si esce vivi, ma si è perso qualche tacca di salute permanente, queste saranno recuperabili spendendo un punto abilità (in caso ne abbiano a disposizione) per tacca.
Oltre alle taglie, è presente una seconda modalità chiamata Quickplay, in cui soltanto uno ne uscirà vivo.
Si inizia scegliendo uno dei cinque modelli di cacciatori creati casualmente (qui si parla solo a livello estetico) e decidendo se partire con un’arma iniziale di basso grado tra: pistola, shotgun, corpo a corpo; in alternativa, viene lasciato al gioco la scelta di una delle tre.
In questa modalità i dieci giocatori sono anime dannate che hanno l’obiettivo di trovare quattro spaccature per poter sbloccare la sorgente che inizieranno ad assorbire e salvarsi; il tutto da fare entro un limite di tempo e, allo scadere dello zero, è game over per tutti, tranne per l’unico in possesso della sorgente.
Durante la ricerca di queste spaccature si esplorerà la mappa per trovare varie armi e consumabili che diverranno il proprio equipaggiamento (riconoscibili dalle casse blu); in caso di vittoria, si ottiene gratuitamente il cacciatore (disponibile nella sezione Soul Survivors del reclutamento) assieme a tutto ciò che si è trovato (e non usato), ma saranno considerati tutti di contrabbando.
Chi per primo trova la sorgente diviene il bersaglio principale da abbattere ed avrà una zona di spostamento limitato, per evitare che possa scappare liberamente per tutta la mappa e divenire irraggiungibile per gli altri giocatori.
Gli altri partecipanti possono vedere la sua zona di confine nella mappa e, con la visione oscura, la sua aura rosse per capire dove si trova; se il possessore della sorgente viene abbattuto, chi l’ha ucciso comincerà ad acquisirne l’essenza e dovrà sopravvivere fino alla fine.
In caso di vittoria si ottiene ciò che abbiamo accennato in precedenza più l’esperienza ottenuta dalle varie azioni in partita e soldi; in caso di morte, si otterrà comunque una piccola ricompensa in denaro, sempre basandosi su quel che si è fatto durante la sessione, per non uscirne totalmente a mani vuote.
Come potete notare Hunt: Showdown è un gioco molto competitivo ed ostico. Vi abbiamo raccontato solo una parte di esso, perché ci sarebbero ancora diverse cose da dire, ma non andremo a sviscerarle perché andrebbero ad anticipare e rovinare quello che è il focus del gioco: imparare nuove nozioni da ogni singola morte dei propri cacciatori, studiare tutti i potenziali approcci e imparare la coordinazione con la propria squadra per uscirne vivi.
Vi informiamo ancora una volta che questo è un titolo che richiede molta pazienza date le sue caratteristiche, quindi se siete persone che alla prima sconfitta lanciano il controller contro il muro è meglio andare a cercare altro con cui giocare.
Andiamo quindi a parlare brevemente della questione principale, com’è questo porting di Hunt: Showdown a livello tecnico per quanto riguarda la versione PlayStation 4?
La sua originaria controparte PC, dato l’utilizzo del motore grafico Cry Engine, è letteralmente uno spettacolo per gli occhi grazie alla numerosa quantità di dettagli; non si parla solamente della qualità texture per le ambientazioni, armi, oggetti, mostri… Parliamo anche di tutti i giochi di luci, ombre e riflessi presenti nelle diverse condizioni meteorologiche o fasi giorno/notte, richiedendo un computer di alta gamma se lo si desidera giocare al massimo delle prestazioni.
Tutte caratteristiche difficili da portare su console, ma nonostante questo è stato fatto comunque un buon lavoro di ottimizzazione.
Sacrificando parte della qualità texture si riesce ad avere un gioco fluido con un framerate in buona parte stabile durante la partita, nonostante non manchino evidenti momenti di pop up delle texture.
Gratificante comunque che il mantenimento di un buon comparto grafico su console non comporti sforzi su quest’ultima, mantenendo una temperatura stabile anche quando ci sono diversi effetti grafici e particellari assieme.
Buona la mappatura dei comandi, ma non del tutto; l’impossibilità di potersene creare una manualmente porta ad avere alcuni scomodità: parliamo dell’applicazione di interazioni e ricarica su un solo tasto.
Questo fattore porta più volte in situazioni spiacevoli, come aprire o chiudere involontariamente una porta quando si aveva solo intenzione di ricaricare l’arma; una piccolezza come questa riesce comunque a compromettere l’esito di una partita. Ad esempio, durante uno scontro a fuoco contro un altro giocatore, abbiamo intenzione di ricaricare, ma allo stesso tempo apriamo per errore la porta, dando l’opportunità al nemico di avere una linea di tiro e renderci vulnerabili per poi morire e perdere tutto quanto.
A mantenere lo stesso alto livello della controparte PC di Hunt: Showdown è il comparto audio. Ogni singolo suono è rappresentato alla perfezione, specialmente se parliamo dell’effetto tridimensionalità che si ha dell’ambiente circostante.
Fattore da non sottovalutare assolutamente, dato che tutti i rumori attorno possono essere un segnale di allarme di potenziali presenze ostili nelle vicinanze, pronte a regalarci qualche brutta sorpresa.
Molto apprezzata la presenza dell’opzione push-to-talk per la chat vocale in gioco, dato che quest’ultima non è solamente una comunicazione tra i compagni di squadra, bensì di prossimità; questo sta a significare che anche tutte le altre persone intorno (in base ovviamente alla distanza) possono tranquillamente sentire la nostra voce, così come noi possiamo sentire la loro.
Un’ultima critica da fare riguarda il matchmaking, che non sempre trova sessioni equilibrate; è capitato diverse volte di avere in squadra membri dello stesso livello, mentre gli avversari erano cacciatori o ranghi bloodline alti. Un esempio, al Day 1, il sottoscritto a livello basso è stato eliminato da un nemico al 21 con un singolo colpo, senza possibilità di affrontare uno scontro equo.
Arrivando quindi a tirare le somme, com’è in generale questo porting di Hunt: Showdown su PlayStation 4?
Possiamo dire senza indugi che la Crytek si è impegnata per portare anche su questa piattaforma il suo attuale titolo di punta; sacrificando una parte del comparto grafico, ha cercato di rendere questo gioco fluido ed efficiente senza richiedere troppo sforzo dalla console.
Come detto in precedenza, se desidera qualcosa di diverso dal solito e amate la competizione, può risultare un’esperienza intrigante; se invece siete persone che non possiedono molta pazienza, specialmente per via dell’alto livello di severità in caso di sconfitta, meglio passare ad altro.
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