Libro Secondo – La spada della rovina

Il secondo libro riprende con il combattimento tra Daragast e un suo vecchio nemico. Il bardo, catturato e comprato da un signore del Tiboshche organizza incontri clandestini tra gladiatori, è costretto a battersi nell’arena durante i giochi di Athenios. L’uomo incaricato del suo allenamento è un vecchio amico e maestro, che in passato gli aveva insegnato l’arte del combattimento. Daragast vince i giochi, riconquista la libertà e va alla ricerca del gruppo di suoi compagni, ormai disgregatosi.
Nel frattempo, Triumvar ritrova la sua amata Larajan e la libera dall’uomo che era stata costretta a sposare; ora il suo obiettivo è ottenere la vita eterna e trascorrerla con la donna che ama, senza però trascurare la ricerca di Leon e l’espansione dei suoi domini. Larajan, però, cerca di farlo desistere dalla ricerca dell’immortalità, che comporta così tanto dolore e spargimento di sangue innocente: lei vorrebbe soltanto trascorrere la vita che rimane in pace con il suo amato.
Intanto, Asperia si rifugia con Leon nella Città dei Veggenti. Qui impara a incanalare i suoi poteri per creare una gemma intrisa di magia. Questa pietra, insieme a quelle degli altri elementi, dovranno essere incastonate nell’elsa della sola spada che potrà sconfiggere Triumvar. Si scoprirà inoltre che il piccolo Leon è uno dei pochi maghi capaci di evoca la magia di tutti e quattro gli elementi e, nonostante la giovane età, dovrà imparare al più presto a sfruttare le sue abilità per affrontare i nemici. Purtroppo, Asperia fa appena in tempo ad imparare a convogliare i suoi poteri quando la città viene attaccata. Fuggendo, Asperia e Leon incontrano il mago Raimond, che si unirà a loro e li aiuterà lungo il cammino.
Oltre ad Asperia, anche Ulist è alla ricerca del bardo, e in questo gli si affianca una donna fabbro non molto bella, ma dall’incredibile forza e caparbietà.
Nell’epilogo assistiamo alla creazione della portentosa spada che dovrà sconfiggere Triumvar, ma l’evolversi delle vicende ci porterà a domandarci cosa potrebbe succedere se l’arma non venisse usata soltanto per scopi nobili.

In questo secondo volume assistiamo all’evoluzione di alcuni personaggi. In particolare, in Triumvar avviene un cambiamento che lo farà apparire ai nostri occhi più “comprensibile” per ciò che sta facendo. Infatti, nonostante l’atrocità delle sue azioni sia ingiustificabile, ci viene svelato che è l’amore per Larajan a spingerlo a commettere tutto questo. I due, che si amano profondamente, sono stati separati per motivi politici e di alleanze, e il mago inizialmente voleva solo vendicarsi e trascorrere la vita con l’amata. Certo, la situazione gli è decisamente sfuggita di mano, ma questo fa rivalutare almeno in parte le sue motivazioni perché ciò che lo spinge è un sentimento alto, anche se deviato dalla follia durante il cammino. Alberto De Stefano è stato astuto ad inserire a questo punto della storia il flashback della storia d’amore del “cattivo” della situazione, poiché ha fatto vacillare l’odio che ormai i lettori avevano per il suo personaggio.
Come nel precedente volume, la narrazione procede scorrevole e incalzante, creando suspence nel lettore. Specialmente alla fine questo avviene poiché ci verrà il dubbio che le cose possano non andare nel verso giusto, ma degenerare in modo irreparabile.