Buongiorno e benvenuti a tutti gli amici di Tribe Games, in questa recensione dedicata al penultimo episodio di Life is Strange 2. Rilasciato il 22 agosto per Pc, Playstation 4 e Xbox One, questo quarto episodio si intitola “Faith”, fede, e nello svolgimento degli avvenimenti che vivremo in questo gameplay risulteranno chiarissime le implicazioni dietro a questo titolo.
Io sono IlNonnoMarblecat e sono ancora orgoglioso, oggi, di potervi portare la recensione di un titolo controverso, discusso, in parte anche odiato e snobbato dalla maggior parte dell’utenza di Life is Strange; un titolo arrivato, come anticipato prima, al suo penultimo episodio e con cui, per scelta, condivido lo scandire della numerazione degli episodi. Questa come forse sapete sarà la mia personale, penultima recensione.
Non so quanti di voi ne siano a conoscenza, perché non ho l’esatta percezione di quante siano le persone che leggono le mie recensioni, ma la prossima recensione dedicata a “Life is Strange 2” sarà la mia ultima. Se vi state ponendo delle domande aggiuntive a riguardo di quest’ultima affermazione, vi consiglio, se non l’avete ancora fatto, di recuperare l’articolo “Saying Goodbye!”, che trovate a questo indirizzo.
Non è casuale il fatto che, all’inizio di questa recensione, stia ponendo l’attenzione proprio su quest’aspetto, ma vorrei domandare ai lettori e provare a capire, quanti stiano seguendo realmente questa serie di recensioni su Life is Strange 2.
Parlando con amici e con tanti dei ragazzi della Tribù, mi è sembrato di cogliere un certo scetticismo rispetto a questo titolo e in generale una tendenza ad ignorarlo.
Capisco che porta un titolo ingombrante e che per tantissimi di noi, i due giochi che lo hanno preceduto (Life is Strange e Before the Storm), sono state delle piccole perle videoludiche, e capisco anche che il cambio di protagonisti, lasciando il titolo invariato, possa far storcere il naso.
Però è anche vero che il titolo “Life is Strange” è un titolo “indeterminato” e all’interno del quale è possibile mettere di tutto. Diverso sarebbe stato se il gioco si fosse chiamato “The strange life of Max & Chloe” e poi nel secondo capitolo il gioco non avesse avuto Max & Chloe come personaggi.
Faccio un esempio un po’ più concreto e attuale per spiegare il punto.
Se avete visto la serie Netflix intitolata “13 Reasons Why”, saprete che da pochi giorni è stata pubblicata la terza stagione.
Nella prima stagione, durante i tredici episodi, la protagonista Hannah Baker spiega attraverso tredici audiocassette indirizzate a tredici persone, le motivazioni del proprio suicidio. Appunto: 13 Reasons Why.
Nella seconda e nella terza stagione, la trama non parla più direttamente delle ragioni del suicidio, ma solo di ciò che succede dopo l’ascolto delle cassette e perciò l’unico collegamento rispetto al titolo rimangono i 13 episodi che compongono ogni stagione. Questo è perché il titolo è troppo “determinativo”.
Questo è quello che succede quando vuoi tirare avanti a forza un brand, solo per continuare a spremere soldi, sfruttando il successo avuto con il primo episodio.
Però voglio ribadire in modo chiaro, che questo non è assolutamente il caso di Life is Strange 2, che si sviluppa su una trama bella, originale, profonda e adulta e vi consiglio di non perdervelo solo per sentito dire o per l’antipatia data dal titolo del gioco. Vi assicuro che non lo merita! Abbiate il titolo di questo episodio!
Entriamo nello specifico di questo quarto episodio, che si colloca temporalmente due mesi dopo gli eventi di quello precedente. Cercheremo di addentrarci il meno possibile nulla trama, per cercare di non spoilerare e così facendo rovinare il finale dell’episodio precedente.
Il nostro protagonista si risveglia in ospedale, dopo un lungo periodo passato in coma in seguito al finale dell’episodio precedente e dovendo fare i conti con le conseguenze di quegli avvenimenti.
Separato per l’ennesima volta dal fratello e braccato dalle autorità, oramai non solo per gli eventi di Seattle, dovremo fuggire dall’ospedale e rimetterci in marcia, questa volta in solitaria, per riunire la famiglia Diaz una volta per tutte.
Il nostro viaggio ancora una volta, ci farà incontrare personaggi incredibilmente positivi, in pesante contrapposizione con altri, purtroppo, “realisticamente” negativi, anche molto più rispetto ai precedenti episodi; la cosa che però salterà immediatamente agli occhi in questo “Faith” sarà che in ogni fase di gioco di questo quarto episodio, ci troveremo ad affrontare situazioni e problematiche sempre profonde e differenti, e non ci saranno molti momenti leggeri, inutili o di transizione.
Questo quarto episodio lo potremmo definire come un sunto di tutti gli episodi giocati in precedenza.
Percorreremo con il nostro protagonista, un po’ tutte le argomentazioni viste fino ad ora: a partire dal razzismo degli americani nei confronti dei messicani, che non disdegna di mostrarci scene di violenza gratuita e senza scopo; passando alla follia collettiva di persone che in nome della chiesa e della fede, abbandonano la loro umanità e le loro capacità senzienti e poi arrivando a trattare discorsi quali l’omosessualità, l’educazione, la famiglia, l’amore.
Tutti questi argomenti vengono trattati e sviscerati in modo crudo, diretto e senza fronzoli e il focus viene dato alla profonda critica che, nel sottotesto del gioco, viene espressa nei confronti di questi argomenti.
La storia arriva al suo epilogo in maniera differente rispetto al solito, senza il solito cliffhanger, senza lasciare domande o dubbi aperti, ma con un finale credibile e “conclusivo” rispetto ai quattro episodi già rilasciati.
Questo particolare ci ha lasciato positivamente stupiti, perché significa che tutti i presupposti necessari per approcciarci al termine delle avventure di Sean e Daniel, sono stati esplorati e siamo pronti per il gran finale.
Non avere bisogno di un cliffhanger per portare dietro gli spettatori nell’ultimo episodio, ci lascia sperare che tu abbia le capacità e l’esperienza [leggi cazzo duro, ma non potevo scriverlo. NdN] per fare un finale di Life is Strange 2 che sarà incredibilmente bello ed appassionante senza usare sotterfugi, e che il materiale in tuo possesso sia valido e perfetto.
Sta di fatto che l’immagine post-credit, sia a livello narrativo e sia a livello attuale e critico, vale veramente il viaggio vissuto fino ad ora ed è proprio un nuovo inizio l’aspettativa con cui ci lascia; con tutti i casini che Sean e Daniel stanno vivendo, Dontnod sta veramente stuzzicando il giocatore nel desiderare di avere la forza, il “potere” di poter affrontare le difficoltà e le ingiustizie, usando magari anche la cattiveria, urlando la propria rabbia, scavandosi una strada in mezzo alle persone, perdendo la propria umanità. Probabilmente questo è il focus principale che si nasconde dietro queste vicende di Life is Strange 2, il riuscire a rimanere umani, nonostante la vita non lo sia, con noi e i nostri protagonisti.
Come negli episodi precedenti, a livello tecnico non abbiamo nulla da dire su questo Faith; nelle poco più di tre ore di episodio, a parte qualche sporadico problema di texture ballerine, non abbiamo visto altri problemi.
La musica è sempre bella e azzeccata e crea la giusta atmosfera, con molte chitarre arpeggiate country a sottolineare le sofferenze e le difficoltà di alcuni momenti, così come la dolcezza di altri.
A differenza dei primi episodi, siamo riusciti ad apprezzare maggiormente anche le parti in cui Sean si mette a disegnare, perché finalmente anche questi momenti hanno acquisito profondità e introspezione e non sembrano più una semplice perdita di tempo.
L’ultimo episodio di Life is Strange 2 sarà rilasciato il 3 dicembre 2019 e finalmente potremo vedere la fine di questa incredibile storia e viverne il finale.
Episodio dopo episodio, ci stiamo sempre di più appassionando alle vicende dei nostri protagonisti, grazie ad una narrazione che si sta rivelando incredibilmente equilibrata ed azzeccata. L’arrivo in questo quarto episodio di un certo personaggio femminile [non quello che mi aspettavo io, per chi capisce a chi io mi riferisca. NdN], ci ha lasciato basiti ma ha aperto una sottotrama veramente interessante e in cui sarà bello ed emozionante effettuare le nostre scelte.
Mai come alla fine di questo quarto episodio, il finale ci ha lasciato con la fretta e l’urgenza di vedere il prossimo; il fatto di non essere in bilico in nessuna delle sottotrame già viste, ma di essere preparati e pronti per il rush finale è stato proprio un colpo di genio.
In quattro episodi, Dontnod è magistralmente riuscita a farci appassionare alle vicende “estranee” alla trama principale, cioè agli avvenimenti di Seattle e hanno fatto crescere e maturare i nostri protagonisti proprio in tempo per il finale.
A dicembre tutti i nodi verranno al pettine e tutti gli indizi lasciano presagire che il finale sarà spettacolare come un Life is Strange si merita. Con o senza Max e Chloe.
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