Bentornati a tutti i videogiocatori e agli amici di Tribe Games con questa nuova recensione de IlNonnoMarbleCat, che quest’oggi vi porta la recensione del secondo episodio di Life is Strange 2, che ha come titolo Rules, rilasciato il 24 gennaio 2019.
L’uscita del primo episodio è stata molto discussa e controversa, sia per la mancanza di Max e Chloe, personaggi iconici e amati di questo universo narrativo e sia perché, il primo episodio, non è stato accattivante e incisivo come molti si aspettavano.
Ricordiamo che, nelle conclusioni della scorsa recensione che potete trovare a questo indirizzo [e che vi consigliamo di recuperare prima di proseguire nella lettura seguente. NdN], ci siamo posti delle domande importanti rispetto all’avventura di Sean e Daniel e abbiamo voluto dare fiducia a livello di giudizio e di votazione ad un primo capitolo bello, ma forse non del tutto all’altezza delle grandissime aspettative.
Ora è arrivato il momento di riscuotere il primo “pedaggio” e di capire se questo secondo capitolo ci avvicinerà inesorabilmente ad una minestra riscaldata oppure al preludio di un piccolo capolavoro videoludico.
Saranno riusciti i ragazzi di Dontnod a ripetere il miracolo del primo LIS? Seguiteci e lo scoprirete…
Uno degli “errori” che un giocatore potrebbe fare nel valutare l’esperienza di gioco di questo secondo capitolo sarebbe quello di paragonarlo direttamente, episodio per episodio, con il primo Life is Strange; naturalmente lo stesso pensiero/tentazione/errore è stato fatto anche dall’anziano scrivente Nonno che, inizialmente, ha ricercato le stesse caratteristiche narrative/emotive dei primi due episodi delle avventure di Max e Chloe all’interno di quelle di Sean e Daniel.
Questo sarebbe però un errore e riflettendoci a fondo siamo contenti che la narrazione abbia preso una strada differente.
Riportare anche in questo secondo capitolo lo schema narrativo costruito nel primo, sarebbe servito solo come fan-service per i “puristi” [o i fanboy…chiamateli come volete. NdN], ma avrebbe probabilmente rovinato la trama e l’intreccio di questo nuovo viaggio che, è vero, si sviluppa all’interno dello stesso universo, ma non per forza deve ripresentare tutte le medesime meccaniche note.
Abbiamo già visto queste fastidiose manovre “acchiappa-clienti” in molti videogames, libri e anche al cinema e perciò apprezziamo il fatto che Dontnod e Square Enix non lo abbiano fatto [fino ad ora almeno. NdN] in questo Life is Strange 2.
La cosa che invece non abbiamo apprezzato e in cui speriamo ci sia un cambio di direzione molto repentina è il tempo di attesa tra un episodio e l’altro; vivere un’avventura che si preannuncia immersiva e intima, e dover attendere 5 mesi tra un episodio e l’altro, uccide ogni tipo di empatia e di pathos costruiti nel frattempo.
Difatti siamo stati costretti, per rinfrescarci la memoria, a rigiocarci il primo episodio prima di buttarci a capofitto nel continuo della storia.
Se teniamo conto che la pubblicazione di tutti i cinque episodi del primo Life is Strange ha coperto un tempo complessivo di 10 mesi, diventa subito chiaro come sia stato improponibile attendere 5 mesi per la pubblicazione di questo secondo episodio.
Avevamo lasciato i nostri protagonisti Sean e Daniel in viaggio verso il Messico, dopo la burrascosa fuga da casa e il travagliato e lungo viaggio attraverso un’America ostile ai messicani in particolare e in cerca dei due ragazzi.
La scena post-credits ci lasciava presagire una sorta di allenamento del potere di Daniel da parte del fratello maggiore Sean; questo secondo episodio ricomincia proprio da questo momento.
I ragazzi in fuga si sono inoltrati nella foresta, hanno trovato rifugio assieme al loro cane Funghetto all’interno di una casa abbandonata nel bosco, e da circa un mese cercano di ricostruirsi una vita con una parvenza di normalità e di rimettere ordine negli avvenimenti sconvolgenti appena passati.
L’arrivo dell’inverno rigido dell’Oregon e la salute precaria di Daniel, però, costringono i nostri protagonisti ad abbandonare il proprio rifugio sicuro e ad affrontare il lungo viaggio in direzione di Beaver Creek, luogo in cui vivono i genitori della madre di Sean e Daniel, che si sono allontanati dalla famiglia Diaz quando la loro madre Karen ha abbandonato la famiglia per motivi tuttora sconosciuti.
Raggiunti i nonni materni e dopo essere stati rifocillati e curati a dovere, Sean e Daniel si ritrovano a vivere giorni di clausura, non potendo farsi vedere all’esterno della casa perché ricercati dalle autorità. In uno di questi noiosi pomeriggi nel giardino sul retro di casa dei nonni, i ragazzi conoscono fortuitamente Chris Eriksen, che Daniel salva con il proprio potere telecinetico da una brutta caduta dalla casetta sull’albero.
Queste sequenze sono le stesse che abbiamo già potuto giocare nel prequel Le fantastiche avventure di Captain Spirit, che terminava proprio con la scena di Chris che cadeva dall’albero e che veniva salvato da una strana forza, per poi regalarci un'inquadratura soggettiva proprio di Sean e Dean.
I due bambini, coetanei, entrambi soli e legati dalla passione per i supereroi, legheranno fin da subito e a partire da questo incontro si approfondirà la trama di questo secondo episodio che, oltretutto, ci porterà a scoprire qualche dettaglio in più sulla alla madre dei nostri protagonisti e ci presenterà, grazie ad una scena degna di Before the Storm [curiosi? NdN], due personaggi interessanti che sicuramente rivedremo nei prossimi episodi.
Dobbiamo ammettere che ci aspettavamo che la trama si impennasse un po’ più direttamente in questo secondo episodio, ma in realtà è solo per il nostro desiderio di scoprire al più presto qualcosa di più su questo Life is Strange 2. Si capisce benissimo come questo sia solo un episodio di passaggio per Sean e Daniel, e gli avvenimenti che stiamo vivendo servono per creare il contesto dei ragazzi, per formarli, in vista delle avventure straordinarie e delle scelte complesse che si troveranno ad affrontare in futuro.
A livello tecnico, il gioco è ben realizzato e non abbiamo trovato praticamente nessun tipo di problema tecnico nella nostra partita. Solo un paio di volte, mettendo il gioco sotto stress ed infilandoci in posti non canonici [essendo il Nonno a giocare non poteva essere altrimenti. NdN], abbiamo trovato qualche texture ballerina e delle occlusioni ambientali non eccellenti; problemi comunque assolutamente non importanti ai fini dell’esperienza di gioco.
Confermiamo anche la bontà delle musiche che, seppur non arrivando ancora all’epicità di quelle del primo capitolo, si sono rivelate ancora una volta ottime e perfette per sottolineare i vari momenti emozionali che vivremo durante la nostra run; una su tutte, ci piacerebbe citare una canzone, suonata e cantata da una certa Cassidy [che ci ha ricordato a livelli estremi Aloy. NdN], ma evitiamo di entrare nel dettaglio per non rovinare la sorpresa a nessuno.
Concludiamo la recensione di questo secondo episodio di Life is Strange 2, con la speranza di poter giocare al più presto anche il terzo episodio e di non dover attendere altri cinque mesi prima del prossimo rilascio.
Lo scrivente Nonno si è creato nella propria testa uno sviluppo e una conclusione dignitosa per questo Life is Strange 2, una teoria che purtroppo potrò rivelarvi solo alla fine dei cinque episodi di questo titolo, ma che metterebbe ampiamente d’accordo sia i nuovi giocatori e sia i vecchi fan della serie. [Non è detto, io sono molto esigente e intransigente visto il nome che porta N.d.P.]
Siamo curiosi di capire se le domande che questo titolo ci sta ponendo troveranno una risposta coerente e appassionante come è stato per il primo LIS e per lo spin-off Before the Storm.
Per adesso, comunque, ci dichiariamo ottimisti e soddisfatti e oltretutto sempre più innamorati di questo universo narrativo complesso e sfaccettato.
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