All'annuncio di Mario Party Superstars il pubblico si è letteralmente infiammato. Dopo Super Mario Party - correva il 2018 e ancora il COVID non esisteva nelle nostre vite - infatti era necessario ritornare a pensare a giocare in compagnia e farsi quelle sane risate che - soprattutto in questo periodo buio - servono.
Dopo i 15 milioni di unità vendute, Super Mario Party ha fatto la storia del brand e proprio in quest'ottica Nintendo ha deciso di rilasciare non un vero e proprio sequel, ma una raccolta con tutti i classici del passato: nasce così Mario Party Superstars che raccoglie il meglio dei primi capitoli e li ripropone in una salsa più moderna e con una delle aggiunte migliori di sempre: l'online. Nel corso delle scorse settimane abbiamo testato sia in locale che online la nuova iterazione di Mario Party e siamo pronti a darvi il nostro giudizio su uno dei party game più divertenti dell'ultimo periodo.
Prima di partire con un'analisi di Mario Party Superstars è corretto pensare di spiegare cosa realmente sia questa serie. Mario Party nasce nel dicembre del 1998 su Nintendo 64 e ha fatto compagnia ai giocatori nel corso degli ultimi anni passando per ognuna delle console Nintendo da lì in avanti. L'idea è quella del party game per eccellenza, il gioco dell'oca, rivisitato con i personaggi della serie Mario e con una serie di minigiochi in grado di far finire delle amicizie. Nel corso degli anni, infatti, Mario Party è stato un compagno fedele di serate all'insegna delle risate e dei peggiori insulti, quando ancora non si possedeva una macchina e non si poteva fare baldoria per locali. La classica serata pizza, birra e Mario Party è stata - per ognuno di noi - un must nell'adolescenza e la volontà di Nintendo con questo capitolo è proprio far tornare la gente a divertirsi insieme soprattutto dopo un periodo - come quello appena vissuto - dove per forza di cose siamo dovuti star lontani dai propri amici o dai propri cari.
Mario Party Superstars riprende gli elementi dei primi tre capitoli della serie e li porta ai giorni nostri, con l'inclusione di 5 tabelloni presi dai capitoli a 64 bit e ben 10 personaggi utilizzabili. Le regole, per chi non le conoscesse, prevedono quattro personaggi (indipendentemente da quanti siano controlli da umani e quanti dalla CPU) che dovranno sfidarsi a suon di colpi di dado e arrivare a conquistare il maggior numero di Stelle rispetto ai propri avversari. Per farlo, sarà necessario lanciare i dadi, arrivare sulle caselle apposite e comprarle con le monete guadagnate con i minigiochi. Detto così sembra facile e lineare, ma nel corso di una partita può succedere davvero di tutto. Possiamo incontrare dei Boo che potranno permetterci di rubare quelle del nostro amico più fidato - che diventerà il nostro più acerrimo nemico successivamente - o trovare un Tubo d'Oro che ci porterà direttamente all'acquisto della Stella proprio all'ultimo turno prima della conclusione, oppure - ancora meglio - arrivare testa a testa all'ultimo secondo e conquistare un bonus che ci porterà alla vittoria.
Durante la partita potremo incappare su alcune caselle particolari che permetteranno l'accumulo (o al contrario, la perdita) di denaro, fondamentale per l'acquisto delle Stelle o di oggetti per sabotare gli avversari e aiutarci a raggiungere la vittoria. L'avere un grande numero di monete, anche grazie ai minigiochi di cui parleremo più avanti, permetterà di avere un sostanziale vantaggio di potere nel terreno di gioco, anche se non sempre vincerà chi ne avrà accumulate di più.
Le regole di gioco sono molte e all'inizio di ogni partita potremo decidere il numero di turni (da 5 a 50), la tipologia di minigiochi o addirittura se includere o no i Superbonus, permettendo una notevole personalizzazione in base a quello che si vorrà o meno ottenere dall'esperienza in quel momento.
Uno dei difetti più grandi di questo Mario Party Superstars è la scarna presenza di tabelloni, purtroppo solamente 5, tutti presi dai vecchi capitoli per Nintendo 64. Il numero è sostanzialmente inferiore a quanto ci potevamo aspettare e non sarebbe stato male includerne anche qualcuno dai capitoli per DS o Gamecube; saremmo soddisfatti da questa scelta solo se Nintendo decidesse di optare in futuro per dei DLC gratuiti contenenti altri tabelloni ri-disegnati e rielaborati in base alle capacità del gioco rispetto al passato.
Non sarebbe Mario Party senza minigiochi e non sarebbero minigiochi senza lotte tra giocatori. Quello a cui ci troviamo davanti, infatti, è un gioco che fa della competizione tra amici la sua massima espressione e gli insulti che sono volati durante le partite rimangono tra i più belli mai vissuti. In Mario Party Superstars i minigiochi sono oltre un centinaio e si passa dal semplice tutti contro tutti al tre contro uno, o addirittura si passa per scontri a coppie totalmente casuali. Se abbiamo avuto da ridire per il numero dei tabelloni, per quanto riguarda i minigiochi possiamo essere sostanzialmente contenti perché oltre al numero - come già indicato più di un centinaio - il team di sviluppo ha deciso di prenderli sia dall'epoca Nintendo 64 che da quella GameCube, costruendo un'esperienza a tutto tondo. Si passa dal semplice percorso a ostacoli a quelli più complicati (o competitivi), dove sarà necessario ricopiare un disegno, passando per quelli sportivi (i migliori) o addirittura una gara a buttare fuori l'avversario da una piattaforma con palle di neve. Il meglio di sé il gioco lo dà solamente in queste situazioni e il fulcro dell'esperienza non è il mero lancio dei dadi e la conquista delle Stelle, ma proprio questi momenti di pura competizione.
Proprio per questo motivo i minigiochi non sono affrontabili solo nella modalità principale, ma sarà possibile viverli anche al Monte Minigiochi. Qui potremo selezionare sia altre modalità di fruizione oppure addirittura selezionarli singolarmente in modo da personalizzare la propria esperienza. Possiamo infatti decidere se fare solo quelli di una determinata categoria (tipo gli sportivi) o di una certa difficoltà o ancora meglio prendere i minigiochi di una determinata era videoludica, come solo quelli Gamecube.
La volontà di Nintendo con questo tiolo è chiara: il divertimento deve essere per tutti. Per questo motivo i minigiochi non si limitano allo sfruttare i joycon come sensori di movimento (tipo come fu per il Wiimote in passato o per Super Mario Party nel 2018), ma sono fruibili da chiunque e in qualunque modo, compreso Pad Pro o possessori di Nintendo Switch Lite. Questo è sicuramente un valore aggiunto all'esperienza che permette anche a chi non possiede multipli joycon di divertirsi in compagnia, oppure di sfruttare la propria console Lite per giocare con amici o online.
Mario Party Superstars prende spunto dall'immenso lavoro fatto da Masahiro Sakurai e dal suo team per proporre per la serie Mario Party quello che Super Smash Bros. Ultimate per la sua saga.
Ovviamente, il confronto tra i due titoli non sussiste: Super Smash Bros. Ultimate è una raccolta che vive oltre il tempo e non si limita solo a Nintendo 64 e Gamecube, ma vive la sua interattività oltre il tempo. Superstars invece cerca di prendere ispirazione donandoci un archivio che, seppur limitato dalla storia del brand, riesce a incuriosire chi si è avvicinato molto tardi alla serie. Con le monete conquistate, infatti, sarà possibile acquistare nuovi sticker per le comunicazioni, ma - soprattutto - pagine dell'enciclopedia dei Mario Party contenenti la cronistoria, relativa a Mario Party ovviamente, di un personaggio a propria scelta introducendo una piccola spiegazione del suo carattere ed elencando i giochi della serie in cui è comparso.
È una cosa che può sembrare banale, ma per coloro che affrontano per la prima volta il gioco e non hanno una grande conoscenza dei videogiochi è utile per capire la storia di un determinato personaggio.
Tecnicamente stiamo parlando di un titolo che, seppur non impressioni particolarmente, ricordiamo essere su Nintendo Switch, e gode a piene mani del fresco rilascio di Oled. Provato in portabilità infatti il gioco è ancora più vivo e fresco rispetto a quanto sia in altre modalità di fruizione - soprattutto in modalità TV - e si può apprezzare particolarmente la semplicità della lavorazione dei modelli e il lavoro fatto sui tabelloni con le loro particolarità.
In definitiva, ci troviamo davanti a un ottimo modo per riprendere le vecchie abitudini lasciate prima del Covid: le sessioni con gli amici tendono a diventare quasi una droga e la classica seratina tranquilla si può infiammare facilmente tra insulti e infamate che è possibile attuare durante la partita. Avremmo apprezzato sicuramente qualche tabellone in più (magari tramite DLC), visto che dopo le prime sessioni sicuramente i pochi presenti possono diventare ridondanti, ma il fulcro dell'esperienza è in tutto è per tutto la presenza dei minigiochi. Questi sono tra i più divertenti della saga e, grazie anche alla rinuncia di Nintendo allo sfruttare le unicità dei joycon, è possibile davvero per tutti godere di un gioco che sia offline con gli amici che online con gli sconosciuti può regalare enormi soddisfazioni.
Devi essere connesso per inviare un commento.