Bentornati, amici e amiche delle Major Leagues, per la recensione annuale del più famoso simulatore di baseball, MLB The Show 25. Il publisher ci ha gentilmente offerto un codice per Xbox Series X|S, così da poterci immergere nella MLB in tutte le sue forme possibili. Noi ci siamo subito tuffati per vedere i miglioramenti e i cambiamenti implementati rispetto al capitolo dello scorso anno, per vedere se rispettasse le aspettative o se le avesse disattese.
Il titolo di San Diego Studio e Sony Interactive Entertainment torna effettivamente in una veste rinnovata e con delle novità interessanti, anche se frena un po' a causa di alcune modalità che hanno ricevuto pochi aggiornamenti e che finiscono per rimanere stagnanti.
Ma senza ulteriori indugi, ecco a voi la recensione di MLB The Show 25!
Se lo scorso anno era stato quello dell'introduzione delle novità legate al baseball della vita reale, come l'orologio dei lanci o i giocatori a due vie, in questo capitolo tutto ciò è stato elevato e integrato alla perfezione, risultando parte naturale del gioco e non un'aggiunta dovuta ai recenti cambiamenti. Con questo vogliamo dire che MLB The Show 25 è riuscito a migliorare l'intuitività dell'utilizzo di tutte queste nuove meccaniche, oltre a essersi reso molto più accessibile grazie a ulteriori tipologie di controlli per lanci e battute.
Questo gioco riesce infatti a farci immergere completamente nella partita e a richiamare perfettamente quelle atmosfere tipiche solamente del diamante.
Abbiamo provato tutte le cinque modalità di gioco di questo nuovo capitolo e possiamo dire che quasi tutte risultano rinnovate e particolarmente interessanti. Diciamo "quasi", perché purtroppo sia March to October che le Storylines non sono state capaci di evolversi; le Storyline rimangono uguali dalla loro introduzione in MLB The Show 23 e quest'anno hanno finito persino per fare un passo indietro: invece che portare qualche nuovo argomento o inserire nuove meccaniche, queste sono un copia e incolla di quelle viste nelle scorse iterazioni, ma prive di storie lunghe e accattivanti come nell'ultimo capitolo con la storia dedicata a Derek Jeter. March to October non cambia minimanente e sembra, per quanto eccellente, dimenticata in questo capitolo.
Ad eccezione della delusione per la stagnazione di questa modalità, però, possiamo dire con sicurezza che il resto del gameplay ha subito miglioramenti e modifiche che portano l'immersione a livelli mai raggiunti prima, a partire da Road to the Show. Come al solito ci troviamo a creare il nostro personalissimo campione in divenire del MLB, che, però, al posto di partire dal giocare una partita appena prima del Draft, debutta in una partita dell'high school, durante il suo ultimo anno. Durante il Senior's Day, infatti, potremo metterci in mostra e nel post-partita arriveranno varie offerte sia da squadre delle leghe maggiori che da college interessati a renderci studenti-atleti. A questo punto la scelta sarà nostra, se andare direttamente a giocare da professionisti, o se crescere piano piano e migliorare le nostre basi per poi approdare tra le stelle come un giocatore già fatto e finito, e pronto a dimostrare quanto sia già un campione.
Per quanto questa modifica al percorso possa sembrare di poco conto, in realtà risulta molto ben fatta e permette di superare quel primo periodo, che solitamente si affrontava, nel quale ci si ritrovava a faticare notevolmente tra i campioni della MLB, giocando e divertendosi quindi poco.
Franchise non vede grandi novità, ma semplici modifiche al bilanciamento e alla gestione della squadra stessa, tra le quali la possibilità di scegliere quali aree del lavoro da GM saremo costretti a gestire manualmente e quali verranno gestite automaticamente dall'IA. Rimane quindi una modalità molto divertente [specialmente per correggere gli errori delle dirigenze delle squadre che vi stanno più a cuore N.d.R.].
La modalità online Diamond Dynasty si ripresenta con le sue solite offerte, ma eliminando parti come Sets and Seasons, che permettevano di usare alcune carte solo in determinati periodi di tempo e offrendo maggiori ricompense per il lavoro impiegato nel migliorare le proprie carte. Inoltre aggiunge anche una modalità in singolo che risulta simile ad un gioco da tavolo roguelite, in cui dovremo tirare un dado ad ogni turno per sapere di quante caselle spostarsi e, a seconda di su quale casella si è finiti, dovremo superare sfide, potremo ottenere ricompense o girarci i pollici in quelle nulle. Lo scopo finale di questa sorta di minigioco è raggiungere il traguardo, ovvero lo Stadio, e vincere una partita composta da 3 inning con la propria squadra. Nel caso si riesca, potremo tenere le ricompense trovate nel corso del percorso in stile Gioco dell'Oca e verrà anche aumentato il drop rate delle carte di alto livello.
A livello di colonna sonora e effetti sonori, MLB The Show 25 risulta eccellente e estremamente immersivo. La soundtrack è composta da tutte canzoni ad alto ritmo e adattissime per questo tipo di gioco, mentre ogni esclamazione, colpo con la mazza, scivolata sul terreno o commento dei telecronisti è a dir poco perfetto. Stesso si può dire del lato tecnico, che non presenta problemi e riesce a offrire un'esperienza di gioco decisamente fluida.
Per quanto riguarda l'aspetto grafico, invece, si può migliorare e tanto. I volti, le animazioni e gli sfondi risultano poco realistici e soprattutto poco next-gen, rimanendo vicini a quanto visto nel capitolo precedente senza riuscire ad offrire alcunché di migliorato. Sicuramente ben sopra la sufficienza, ma siamo sicuri che si sarebbe potuto fare decisamente di più.
Nonostante sia un titolo che esce con cadenza annuale, MLB The Show 25 riesce ogni volta a portare qualcosa di nuovo al tavolo e a migliorarsi, per quanto non in ogni sua singola parte. Sicuramente pensiamo che San Diego Studio riesca sempre a mettere tutto se stesso nello sviluppo di questa serie e si vede la grande passione che li lega al mondo del baseball.
Di conseguenza non possiamo fare altro che consigliare questo titolo a tutti coloro che sono interessati a questo sport, non solo perché è un ottima simulazione di esso, ma soprattutto perché è un ottimo gioco da giocare, sia da soli che in compagnia. Promosso!
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