Ben ritrovati ragazzi in questa nuova recensione, in cui finalmente riesco a parlarvi di Monster Hunter Wilds. Come sapete abbiamo completato molte recensioni negli ultimi mesi e parecchie le ho dovute fare io, quindi va da sé che la priorità è stata data a quelle che ci arrivate con embargo, ma non mi sono certo dimenticato di Sua Maestà Monster Hunter, quindi bando alle ciance e vediamo insieme come si è comportata la nuova iterazione di questo storico franchise.
Ambientato nelle Terre Proibite, Monster Hunter Wilds offre un’esperienza narrativa sorprendentemente solida. La gloriosa potenza del RE Engine è ben evidente, con transizioni fluide tra cutscene e gameplay che impressionano sin da subito. Ci ritroviamo a esplorare campi spazzati dal vento, rovine ghiacciate di civiltà dimenticate e persino pozzi ribollenti di fuoco oleoso. Il classico stile Monster Hunter è immediatamente riconoscibile: noi e i nostri compagni esploratori rimaniamo sconcertati dalle stranezze di questo nuovo mondo. Scopriamo presto che la sua fama di terra desolata e disabitata è ben poco accurata: la prima azione in gioco è salvare un giovane ragazzo; inoltre, comprendiamo rapidamente che uomo e bestia qui non convivono in armonia né si affrontano in un conflitto bilanciato. Nell’arco di una ventina di ore, ci addentriamo in segreti che pesano considerevolmente sul mito della saga di Monster Hunter e, se siete come noi, sarete entusiasti della ricchezza narrativa e del potenziale per nuovi contenuti.
Questa ambientazione già affascinante è ulteriormente arricchita dall’implementazione degli effetti meteorologici stagionali, che vanno ben oltre qualche goccia di pioggia o una giornata soleggiata. I biomi sono soggetti a fasi cicliche che influenzano radicalmente l’ecologia e ciò rende l’esperienza di caccia estremamente varia. È possibile manipolare queste fasi per favorire specifici incontri, ma quando il cambiamento avviene naturalmente l’impatto è sempre epico. Alcuni mostri, tra i più temibili, emergono solo durante condizioni climatiche estreme, rendendo il mondo di gioco più vivo che mai. L’esplorazione diventa pericolosa ed emozionante durante queste fasi, ma i momenti di calma che le seguono risultano ancora più preziosi.
Gli ambienti non sono solo suggestivi, ma anche funzionali: ci offrono numerose possibilità tattiche, come trappole naturali da attivare, pericolosi marchingegni a soffitto da sfruttare... il tutto ben bilanciato per non sovraccaricare il gameplay. Le arene non diventano mai dei percorsi caotici, ma mantengono il giusto equilibrio di tensione e strategia; anche quando affrontiamo un boss imponente, il gioco riesce a introdurre meccaniche ambientali utili senza distorcere l’esperienza tipica di Monster Hunter.
Naturalmente, il cuore di Monster Hunter rimane la caccia. La narrazione e l’ambientazione sono ottimi bonus, ma è l’adrenalina degli scontri a muoverci. Il roster di Monster Hunter Wilds è ricco e variegato, con creature nuove e ritorni attesi: dal maestoso Doshaguma all’enigmatico (e gonfiabile) Rompopolo, ogni mostro ci sorprende per aspetto e comportamento. Quando parte la loro musica, il battito aumenta, come se fosse il tema d’ingresso di un wrestler: una sensazione che ci accompagna anche dopo aver ottenuto un equipaggiamento che riteniamo “decente”. I vecchi mostri ritornano con nuove sorprese, rendendo le sfide familiari, ma mai prevedibili.
Wilds propone costantemente nuovi obiettivi. Spesso ci troviamo ad esclamare “non può esserci altro”, solo per essere smentiti pochi minuti dopo: anche una semplice raccolta di risorse può trasformarsi in un incontro imprevedibile, ed è questa imprevedibilità che tiene alto l’interesse.
Sotto la superficie, Wilds introduce diversi cambiamenti. Pur restando riconoscibile come Monster Hunter, implementa meccaniche nuove e migliora quelle classiche. I comandi, ad esempio, sono familiari ma razionali, con pulsanti nuovi ben posizionati e tutorial leggeri. Qualche attrito persiste, come il numero di tasti per rifornirsi da un Loadout, ma nulla che rovini l’esperienza. Dopo tutto, Monster Hunter è anche gestione di menu, e noi lo accettiamo.
Le armi sono quelle di sempre, ma con novità interessanti. La nostra amata Light Bowgun, in particolare, ha una gestione delle munizioni semplificata e introduce nuove modalità di fuoco: Rapid Fire e Chaser. Il Rapid Fire consente un’esplosione di colpi rapidi grazie a un caricatore speciale, mentre il Chaser permette combo potenti a fine raffica. La sensazione di riuscire a concatenare tutto è elettrizzante, un vero momento da eroe d’azione. Anche il combattimento corpo a corpo ha ricevuto attenzioni; la nuova modalità Focus, infatti, consente una maggiore precisione durante gli attacchi, evitando frustrazioni legate a piccole rotazioni nemiche. Inoltre, possiamo eseguire Attacchi Focalizzati per colpire e distruggere le ferite dei mostri, ottenendo ricompense visive e tattiche. Le ferite influenzano anche il comportamento nemico: alcuni attacchi possono essere prevenuti distruggendo la ferita. È un sistema profondo e appagante.
La componente multiplayer è stata migliorata con il sistema Link Party. Ora possiamo collaborare più facilmente con amici e colleghi, anche se ci sono ancora momenti di confusione quando le missioni si sovrappongono. Serve un po’ di coordinazione, ma il potenziale c’è. In alternativa, possiamo affidarci ai Cacciatori di Supporto controllati dall’IA; questi compagni si rivelano utili e discreti, aiutandoci in combattimento, condividendo oggetti e curandoci. Perfetti per i novizi e un’aggiunta benvenuta per tutti.
Un’altra grande novità è la cavalcatura Seikret, un rapace che ci accompagna nel mondo di gioco. Diverso dal Palamute di Rise, il Seikret non partecipa ai combattimenti ma funge da utility. Può navigare autonomamente verso gli obiettivi e, mentre siamo in sella, possiamo affilare armi, accedere all’inventario o [novità assoluta N.d.R.] cambiare arma. Portare due armi in missione cambia la strategia e offre nuove possibilità tattiche. Abbiamo sfruttato questa funzione per alternare tra armi veloci e pesanti, in base al contesto. In arene affollate o contro gruppi misti, la versatilità diventa fondamentale.
Concludendo possiamo dire che ci sono giochi che temiamo di recensire per la mole di tempo necessaria, ma in Monster Hunter Wilds ci siamo tuffati con entusiasmo. È un gioco da vivere, non solo da completare. Ogni scoperta, ogni caccia, ogni nuovo mostro ci spinge a voler continuare. Dopo 21 anni, Capcom continua a sorprenderci. Abbiamo scritto questa recensione con un pizzico di rammarico [perché vorremmo solo tornare a giocare, ma ci sono troppi titoli da recensire N.d.R.] ed il motivo è chiaro: questa caccia ha ancora tanto, tanto divertimento da offrire.
Il codice ci è stato fornito per PC dal distributore.
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