Outcast: A New Beginning

A piedi nudi su Adelpha

Pubblicato il 14 Marzo 2024 alle ore 15:00
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THQ Nordic ci ha di recente mandato la sua ultima creazione open world denominata Outcast: A New Beginning. Questo titolo non è proprio una nuova IP ed in realtà affonda le sue radici nel 1999, quando fu rilasciato per la prima volta. Diciamo per la prima volta perché, a quattordici anni circa dal suo rilascio (a dicembre 2014), venne rilasciato Second Contact, un vero e proprio Remake dell’originale. Ora, a distanza di più di venti anni (24 in sostanza) eccoci finalmente con A New Beginning, questa volta sequel ufficiale ed effettivo del titolo originale del 1999.

Con questa nuova release THQ punta a proporre un’esperienza estremamente ambiziosa e proporre un mondo vastissimo e ricco di vita e sfide. Questo proponendo un titolo che sia allo stesso tempo estremamente carismatico sia graficamente che narrativamente. Appeal Studios ha lavorato duramente per rendere realtà questo progetto, e a noi non resta che raccontarvi delle nostre avventure in giro per Adelpha per capire se il team di sviluppatori sia riuscito nel suo intento.

Quindi tu saresti l’Ulukai

Nel momento in cui ci risveglieremo su Adelpha sapremo ben poco; a parte il nostro nome e il fatto che vogliamo tornare a casa nella nostra dimensione, infatti, il resto saranno solo un ammasso di domande senza alcuna risposta, almeno per il momento. Il nostro primo contatto coi Talan, il popolo autoctono del pianeta, non sarà infatti dei più incoraggianti, ma parlando con il nostro interlocutore, e mettendo assieme i pochi brandelli di memoria che abbiamo a disposizione, salterà fuori che potremmo essere il messia che il popolo dei Talan sta aspettando. Dovremo quindi innanzitutto provare la nostra forza in modo da dimostrarci degni di portare questo titolo, e subito saremo messi alla prova tentando di salvare una Talan rapita da dei misteriosi invasori alieni.
Grazie alle nostre abilità e al tutorial che ci guiderà in queste prime fasi, non sarà difficile seguire le tracce dei rapitori, ma a dispetto delle nostre abilità non riusciremo a salvare la donna che purtroppo morirà durante il violento scontro. Questo, tra le altre cose, porterà il nostro alter ego, Cutter Slade, a scoprire qualcosa di abbastanza scomodo e spiacevole, ovvero che gli invasori del pianeta siamo noi umani e che, a quanto pare, abbiamo intenzioni tutt’altro che pacifiche nei confronti del popolo locale. A dispetto del nostro fallimento però, le nostre doti di combattente ci porteranno ad essere per lo meno riconosciuti come dei potenziali alleati e, grazie alla nostra nuova alleanza, verremo a sapere che, ottenendo un’udienza con l’oracolo dei Talan, l’Almayel, forse potremo scoprire un modo per tornare nel nostro mondo. Seguendo i suggerimenti di Lehaz cercheremo quindi di iniziare la nostra avventura tra il popolo dei Talan, ma ben presto ci scontreremo con un ulteriore ostacolo, quello linguistico. Lehaz, infatti, è a conoscenza della nostra lingua in quanto guardiana e custode di alcuni antichi segreti del suo popolo [tra cui la lingua dei cieli, ovvero quella umana N.d.R.], ma la maggioranza della popolazione non è in grado di comunicare con noi, cosa che cambierà solo da un certo punto della storia in poi.  Come avrete già capito, il nostro viaggio ruoterà attorno all’apprendimento della cultura Talan e al contributo che potremo dare in quanto Ulukai, o presunti tali. Tutto questo per avere un’occasione di ricostruire il passato che non ricordiamo, e di tornare a casa una volta per tutte.

Combattimento e sopravvivenza

Come ogni buon titolo del suo genere anche Outcast: A New Beginning offre un nutrito numero di elementi per sopravvivere agli scontri che ci attendono, sia che stiamo combattendo contro la fauna autoctona, sia se i nostri nemici appartengono agli invasori. L’equipaggiamento di Cutter Slade è composto infatti da un’armatura hi-tech in grado di proteggerlo e potenziarne i movimenti, da uno scudo da polso, in grado di resistere ad un certo quantitativo di danni prima di doversi ricaricare, ed una serie di armi. In origine disporremo di una pistola, ma ben presto scopriremo come quest’ultima può essere potenziata/modificata per ottenere strumenti diversi [funzionalità che riguarda anche le altre armi che troveremo e scopriremo esplorando il pianeta N.d.R.]. Purtroppo, qui salta fuori uno dei punti forse più critici del gioco, ovvero lo shooting e il combattimento in generale. Queste meccaniche sebbene offrano una certa varietà grazie alle armi ed i moduli con cui modificare queste ultime, all’atto pratico restituiscono un feedback ben poco appagante. I colpi trasmettono ben poca fisicità, il feedback aptico ed i trigger adattivi della console sono sfruttati pochissimo, ma in generale le armi non riescono a trasmettere il loro peso e la loro efficacia se non guardando la vita dei nemici. Questo, sommato ad un controllo non sempre precisissimo, rende i combattimenti passabili ma tutt’alto che godibili e, soprattutto abusando della capacità di rallentare il tempo per correre in faccia ai nemici più potenti e scaricargli l’arma in faccia, appiattisce anche un po’ la sfida, riducendo il tutto ad uno spara spara molto frenetico e poco preciso. Aggiungete a ciò la scarsa efficienza del nostro attacco corpo a corpo, che useremo solo nelle battute iniziali e successivamente finirà tristemente relegato solo alla raccolta di materiali ed a qualche situazione disperata.

Raccogliere materiali ed oggetti sarà però molto importante, quasi vitale aggiungeremmo. Questo perché, uccidendo nemici e raccogliendo dai punti di raccolta sparsi per il pianeta, troveremo un sacco di risorse e materiali, alcune delle quali usate come proiettili per le nostre armi, altre usate per potenziare i nostri poteri e la nostra armatura, ed infine altri ancora che ci permetteranno di interagire con la popolazione Talan. Il crafting ci consente infatti di creare pozioni e potenziamenti utili nelle più svariate occasioni, mentre la restante parte degli oggetti spesso verrà usata per lo più come metodo per ottenere Zorkins, la valuta locale. Questa è ottenibile per lo più commerciando con i Talan e ci potrà tornare utile presso i mercanti per ottenere ingredienti per il crafting o comunque effettuare acquisti di vario genere e natura.

Esplorazione a tutto tondo

Parlando di esplorazione, questa è uno degli elementi più interessanti e forse meglio sviluppati in questo titolo. La tuta del nostro alter ego, infatti, non sarà solo utile in combattimento, ma ricoprirà un ruolo fondamentale anche quando si tratterà di aggirarci nei vasti biomi di Adelpha. In un primo momento ciò si traduce in una capacità di salto aumentata, ma ben presto sbloccheremo la capacità di levitare a bassa quota, ma anche planare e molto molto altro. Queste abilità, oltre a renderci estremamente più rapidi nei nostri spostamenti [funzione già garantita grazie al viaggio rapido tra portali N.d.R.], ci offriranno anche opzioni esplorative uniche ed una verticalità abbastanza estrema in alcune situazioni. Poter volare, saltare e disporre in generale di un’alta mobilità giova infatti molto al gameplay, soprattutto alla luce di un comparto shooting non proprio brillante. 

Esplorare come in ogni buon Open World che si rispetti ha da sempre portato alla luce nuove attività, luoghi, scoperte e tesori, e Outcast non fa eccezione a ciò. Se infatti la nostra missione principale ci porterà prevalentemente a zonzo per i vari villaggi Talan, il nostro girovagare ci permetterà di entrare in contatto con una marea di luoghi ed attività diverse che, come tradizione video ludica vuole, saranno particolarmente utili per potenziare il nostro personaggio. Il mondo di gioco propone infatti sfide, combattimenti, luoghi e segreti un po’ per tutti. Troveremo basi nemiche da assaltare, sfide a tempo da seguire, templi da aprire, zone infestate da liberare ecc… Tutte queste attività secondarie sono del tutto integrate con il mondo di gioco, e rappresentano i segni dell’invasione ostile da parte degli umani, ma a tratti anche semplicemente la brutalità di cui la natura di Adelpha è capace. In termini di gameplay si tratta di punti di interesse piazzati ad arte per offrire delle ricompense a chi saprà esplorare in modo più completo, o comunque a chi si prenderà la briga di spendere del tempo in queste attività opzionali. Essendo un Open World infatti quasi tutte queste location saranno tranquillamente evitabili senza grossi problemi, ma considerate anche che raramente il tempo dedicato a potenziare Cutter Slade, sarà tempo mal speso. Più avanzeremo nella trama ed esploreremo la mappa più la difficoltà delle missioni e dei nemici salirà, motivo per cui correre dritto per dritto di missione principale in principale sarà possibile, ma sicuramente non consigliabile, ed il gioco cerca infatti di fornirci anche in questo caso una storia che ci porterà bene o male a girare un po’ per tutta la grande mappa di gioco.

Portatori di un nuovo inizio

Outcast: A New Beginnig è un titolo che ci ha accompagnato tra alti e bassi. Da un lato porta con sé una serie di buone idee ed una struttura solida. Purtroppo, quello che possiamo dire con certezza è che va a peccare proprio in alcuni punti molto importanti per un titolo open world. Il gameplay e la storia offrono dei buoni spunti, ma spesso affondano le radici in una struttura ed una formula piuttosto datate che, proposte nel 2024, come minimo portano a storcere il naso. Poco conta che si tratti di un gioco con una dichiarata e precisa ispirazione retrò: il risultato resta purtroppo sempre poco entusiasmante e, se sommato ad una storia sì interessante, ma spesso raccontata in modo disordinato e a tratti senza un granché di contesto, il risultato non può che essere quantomeno altalenante.
A costo di essere ripetitivi lo diremo ancora una volta, Outcast: A New Beginning non è un brutto titolo, anzi si tratta di un Open World in fin dei conti sufficiente con una storia niente male ed un gameplay che, a dispetto dei suoi difetti, funziona il giusto. Se quindi l’ambientazione ed il genere sono il vostro pane quotidiano, potreste addirittura trovare il titolo piacevole e divertente, soprattutto per via della libertà offerta e la grande mobilità che conquisterete evolvendo il vostro personaggio. Per tutti gli altri Outcast è un titolo più che sufficiente, ma che a causa della sua struttura quanto meno datata potrebbe venire a noia dopo non molto, motivo per cui vi consigliamo magari di aspettare una qualche offerta prima di avventurarvi per le lande di Adelpha.

Il codice review ci è stato fornito dal publisher per PS5.

Good

Grande libertà e mobilità nelle fasi esplorative
Sistema di moduli per le armi interessante
Un vasto mondo da esplorare e in cui immergervi

Bad

Shooting privo di fisica e peso
Storia interessante, ma spesso raccontata in modo caotico
Eventi secondari non sempre brillanti
7
"PRETTY GOOD"

Sviluppatore: Appeal Studios
Distributore: THQ Nordic
Data di uscita: 15 marzo 2024
Genere: Action Adventure
PEGI: 12+
Piattaforme: PS5, Xbox Series X|S, PC

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